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Municipio XI: La Protezione Civile Arvalia incontra i cittadini del Trullo „Municipio XI: la Protezione Civile Arvalia incontra i cittadini del Trullo“

nasce-la-protezione-civile-arvaliaMunicipio XI: La Protezione Civile Arvalia incontra i cittadini del Trullo

Un incontro tra i cittadini del Trullo e gli uomini della Protezione Civile Arvalia. E’ quanto si è tenuto stamattina nel quartiere dell’XI Municipio. Nell’occasione i volontari hanno fatto conoscere agli abitanti la propria attività di volontariato, con l’occasione gli operatori hanno effettuato un servizio di misurazione della pressione, del battito cardiaco e dell’ossigenazione del sangue.

SOCCORSA UNA DONNA – “Durante la mattinata i volontari sono stati anche allertati – ha poi spiegato Luciano Trauzzola Presidente della Protezione Civile Arvalia – per una signora anziana rovinosamente caduta a terra all’incrocio tra via del Trullo e via Monte delle Capre. Rapido intervento dei volontari AmedeoCristianPaola e Arianna che dopo le prime cure hanno allertato il 118 che ha trasferito in codice giallo la signora al pronto soccorso del San Camillo“.

L’IMPORTANZA DEI VOLONTARI – Un incontro commentato positivamente da Valerio Garipoli che ha poi annunciato: “L‘importanza della loro attività per la sicurezza e le emergenze sul territorio – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza in Municipio XI – è stata presa in considerazione in questi mesi anche dal Presidente del Municipio Maurizio Veloccia e da tutti i Consiglieri di maggioranza ed opposizione tali da concordare la loro istituzionalizzazione a partire da martedi 9 settembre dove in Commissione Politiche Sociali e dell’Integrazione verrà affrontata una risoluzione (protocollo n. 48581 del 19 giugno 2014 ndr) proprio inerente l’attività di coordinamento volontariato Protezione Civile Arvalia“.


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Municipio XI: La Protezione Civile Arvalia incontra i cittadini del Trullo

Un incontro tra i cittadini del Trullo e gli uomini della Protezione Civile Arvalia. E’ quanto si è tenuto stamattina nel quartiere dell’XI Municipio. Nell’occasione i volontari hanno fatto conoscere agli abitanti la propria attività di volontariato, con l’occasione gli operatori hanno effettuato un servizio di misurazione della pressione, del battito cardiaco e dell’ossigenazione del sangue.

SOCCORSA UNA DONNA – “Durante la mattinata i volontari sono stati anche allertati – ha poi spiegato Luciano Trauzzola Presidente della Protezione Civile Arvalia – per una signora anziana rovinosamente caduta a terra all’incrocio tra via del Trullo e via Monte delle Capre. Rapido intervento dei volontari AmedeoCristianPaola e Arianna che dopo le prime cure hanno allertato il 118 che ha trasferito in codice giallo la signora al pronto soccorso del San Camillo“.

L’IMPORTANZA DEI VOLONTARI – Un incontro commentato positivamente da Valerio Garipoli che ha poi annunciato: “L‘importanza della loro attività per la sicurezza e le emergenze sul territorio – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza in Municipio XI – è stata presa in considerazione in questi mesi anche dal Presidente del Municipio Maurizio Veloccia e da tutti i Consiglieri di maggioranza ed opposizione tali da concordare la loro istituzionalizzazione a partire da martedi 9 settembre dove in Commissione Politiche Sociali e dell’Integrazione verrà affrontata una risoluzione (protocollo n. 48581 del 19 giugno 2014 ndr) proprio inerente l’attività di coordinamento volontariato Protezione Civile Arvalia“.

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IL CORVIALE DELLA POESIA: Poetitaly, la rassegna continua sotto le stelle

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E’ cominciato ieri l’appuntamento all’aperto, sotto le stelle di Roma, sotto la dicitura “estate romana 2014” il contest di poesia Poetitaly, firmato Simone Carella. Un’estate romana che ha aperto le braccia a Corviale. Il chilometro di cemento, o alla romana “il serpentone” era incuriosito ieri sera, e fibrillava di energia. A guardarlo da lontano, sembrava un bellissimo albergo d’alta fattura. La cavea, che ha ospitato la serata del Poetitaly, aveva un pubblico eterogeneo, piccoli e grandi, curiosi e studiosi. All’inizio, l’orario era previsto per le 19 ma il protrarsi degli appuntamenti nel pomeriggio in Biblioteca Renato Nicolini non lo hanno permesso, l’atmosfera era un pò tesa, contratta.

 

 

 

 

Il rapporto spazio – uomo non era dei più rassicuranti, incertezze. Insicurezze. Ma nessuno sapeva come si sarebbe evoluta la serata. Tra i condomini affacciati ai balconi, i bambini e i ragazzi sui muretti e gli spalti affollati, Poetitaly 2014 ha scaldato l’ambiente. La magia della poesia underground e il fascino degli artisti sull’orchestra, così è chiamato il palco centrale nei teatri dell’antica Grecia, hanno avvolto e ipnotizzato il pubblico.Tanti gli artisti che si sono succeduti, chi accompagnato da tamburelli, chi da piccoli gong e chi dai soli fogli di lettura. A presentare Andrea Cortellessa, critico letterario e professore associato dell’università di lettere di Roma Tre.  DSC_0054

Un incontro inaspettato, ravvicinato, del terzo tipo?, con una realtà che si sta lentamente aprendo al mondo esterno,che sta varcando la soglia della cultura e dell’intrattenimento. DSC_0037Ci si aspettano grandi evoluzioni da questo primo passo. E gli eventi in programma sono ancora molti.. il bello deve ancora arrivare!

 

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Programma dettagliato

http://s534509712.sito-web-online.it/programma-2014/

 

 

 




Cinema america occupato, oggi sgombrato indetta conferenza stampa

Conferenza Stampa ore 18.00 Piazza San Cosimato.
Invitiamo tutta la cittadinanza ed il mondo cinematografico a partecipare, esporremmo quanto successo oggi e la nostra proposta per il futuro di questo cinema vincolato dai beni culturali.
Parteciperanno alla conferenza Elio Germano, Francesco Bruni e Daniele Vicari.
Toni Servillo, ora a Napoli, fa presente la sua vicinanza all’esperienza di gestione di noi ragazzi, auspicando una forma di gestione futura partecipata del cinema tra territorio, noi e mondo cinematografico.
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HIC SUNT LEONES




Video > Il lavoro dei Pittori anonimi raccontato dai Pittori Anonimi!

La storia dei Pittori Anonimi del Trullo. La voglia di cambiare il quartiere attraverso i colori. Una piccola rivolta non violenta per combattere il degrado e invitare la gente alla partecipazione. La speranza in una città e in un Paese che non crede più a nulla.

https://www.youtube.com/watch?v=9NkxSpmkEik

 




Decoro urbano e condivisione: questo è il messaggio dei Pittori Anonimi del Trullo

 

 

 

Condivisione: all'esterno, un tavolo lungo e adibito per la cena.

Condivisione: all’esterno, un tavolo lungo e adibito per la cena (le foto sono volontariamente sfuocate per tutelare la riservatezza dei pittori)

 

I Pittori Anonimi del Trullo, per rilasciare questa intervista, mi invitano a cena, in una casa che sembra una comune. Un lungo tavolo all’esterno è adibito per la cena. Mi accolgono tante persone sorridenti, mi mettono a mio agio.
E mi sento subito come se fossi a casa mia. Piacevolmente, mi accorgo che l’unico interesse che c’è  tra loro è stare insieme, davanti ad un bicchiere di vino o con le mani sporche di vernice.

 

 

 

 

Carissimi Pittori, come funziona il vostro anonimato? Oramai il progetto è abbastanza avviato, qualcuno vi avrà spiato? Qualcuno vi conoscerà?

“Siamo ancora semi anonimi. Ma alla fine, siamo obbligati a mettere la faccia. D’estate, non ce la fai a non farti vedere, perché le persone si affacciano alle finestre o passano più tempo fuori casa. Addirittura, a volte, devi chiedere a queste persone di chiuderle, per poter lavorare ! E poi, non possiamo uscire troppo tardi, la mattina lavoriamo tutti e non possiamo fare le ore piccole!”

la raccolta di barattoli di vernice

la raccolta di barattoli di vernice

C’è un progetto di base che riguarda solo il Trullo o è un progetto estendibile a Roma?

“L’idea è estendibile, siamo stati alla Garbatella e abbiamo fatto un mercato per autofinanziarci. A noi costa molto questo progetto, non possiamo farcela da soli. Abbiamo dato l’input e riceviamo messaggi da tutta Roma, da Tiburtina, Garbatella stessa. Il messaggio è “Scendi e fallo con noi” o anche “Perché non dipingi tu?”.
“Io ci passo e tu mantieni nel tempo”. Non abbiamo un’esclusiva o un appalto. La gente ci ferma per strada e ci chiede “Ma al mio palazzo non venite?” Forse non siamo riusciti a far capire il messaggio. La gente apprezza, sì, e ci richiede anche. Noi non abbiamo tempo di tornare indietro: quando arriviamo in una zona, puliamo tutto ciò che è pulibile, se dobbiamo dipingere, dipingiamo. Poi andiamo via. E se quella parte viene mantenuta, come l’abbiamo lasciata, è grazie a chi ci abita.”

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ultimo lavoro a Via del Trullo

Come è nato il progetto? Con chi è nato?

“Quando abbiamo fatto questi dipinti, abbiamo pensato di mettere insieme le forze, abbiamo chiesto ai Poeti,
che sono un’istituzione – chi non è fan dei Poeti der Trullo? (https://www.facebook.com/ipoetidertrullo?fref=ts) – se volevano contribuire al progetto e sono stati d’accordo.
C’è anche Solo con noi (https://www.facebook.com/h4solo?fref=ts),
c’è l’architetto di Trasformazioni urbane (http://trasformazioniurbane.weebly.com/) e un ragazzo che scrive a mano le poesie.

Questo progetto ha un nome ed è NINA. Nina è stata ideata e realizzata dallo street artist Solo, dai Pittori Anonimi Trullo e da noi PdT. I Pittori hanno colorato in modalità cubo-di-rubik la Porta di BrandeTrullo, sostenendo con raggi di colore Nina Piangente. Solo ha passato ore su una scala di altezza indefinita con pennello in mano per darle forma, colore, vita. Il calligrafo Daniele Tozzi [https://www.behance.net/danieletozzi] ha prestato la sua abile mano ai nostri versi. Noi abbiamo dedicato a Ninetta una poesia. Ringraziamo tutti i residenti, anziani, genitori, ragazzini che passando ci hanno sostenuto. Ringraziamo Andrea di Trasformazioniurbane per la compagnia evergreen. L'opera si trova tra Via Massa Marittima e Via del Trullo, angolo con Via Sarzana. E non è la prima, e non sarà l'ultima. Push the Poetry: sui muri, nelle vie, in tutte le periferie. PdT

Questo progetto ha un nome ed è NINA. Nina è stata ideata e realizzata dallo street artist Solo, dai Pittori Anonimi Trullo e da noi PdT. I Pittori hanno colorato in modalità cubo-di-rubik la Porta di BrandeTrullo, sostenendo con raggi di colore Nina Piangente. Solo ha passato ore su una scala di altezza indefinita con pennello in mano per darle forma, colore, vita. Il calligrafo Daniele Tozzi [https://www.behance.net/danieletozzi] ha prestato la sua abile mano ai nostri versi. Noi abbiamo dedicato a Ninetta una poesia. Ringraziamo tutti i residenti, anziani, genitori, ragazzini che passando ci hanno sostenuto. Ringraziamo Andrea di Trasformazioniurbane per la compagnia evergreen. L’opera si trova tra Via Massa Marittima e Via del Trullo, angolo con Via Sarzana. E non è la prima, e non sarà l’ultima.
Push the Poetry: sui muri, nelle vie, in tutte le periferie.
PdT

La prima opera tutti insieme è stata un successo: i poeti hanno messo la poesia, l’architetto ha innestato un vaso sul palo della luce, Solo ha fatto il disegno, noi abbiamo dipinto. La poesia è dedicata a tutti noi e all’Arte.”

 

Parliamo del rapporto con i graffitari, sono d’accordo o siete ostili?

Pittrice anonima durante l'intervista

Pittrice anonima durante l’intervista (le foto sono volontariamente sfuocate per tutelare la riservatezza dei pittori)

“Non abbiamo un rapporto con i graffitari, i muri che abbiamo utilizzati erano principalmente vuoti. C’erano slogan calcistici e politici.
Se ci capita un palazzo con delle tag o dei lavori di altri, noi non li tocchiamo.”

 

Chi sono i pittori iniziali ?

“Un gruppo di amici, originari del Trullo, nati e cresciuti in questo quartiere, fedeli nella loro amicizia da 40 anni. Il progetto è nato in una brutta giornata, in cui un evento funesto ci univa. Autonomamente ci siamo separati per ritrovarci insieme a tagliare l’erba, pulire il giardino davanti la Chiesa San Raffaele per il bene comune, per renderlo più civile (Via di San Raffaele, 28, Roma). Da un episodio brutto, nasce un’esperienza unica. E da qui, un seguito di persone, tutte diverse, che non si conoscevano, provenienti da quartieri limitrofi. Un seguito di persone che porta avanti un progetto che ha superato le periferie, ripreso e filmato dai giornali locali, da Roma Today, dai video blog, oltre che da Repubblica.”

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non solo righe e fasce sono i motivi decorativi della squadra Anonima, ma anche riqualificazione di muretti e scale con disegni e fantasie.

Altre esperienze anonime…

Una ragazza mi racconta che, incuriosita, ogni mattina cercava dove fossero arrivati a dipingere durante la notte. Tutte le mattine va a fare colazione al bar Alexander e lascia 5€ nel salvadanaio di autofinanziamento dei Pittori. Una notte poi, cercando parcheggio, se li ritrova davanti, armati di pennelli e tute da lavoro. Rimane di stucco, scende e il parcheggio non era più un problema, aveva trovato la strada giusta.
Anche lei ora è un’anonima pittrice.

Ritrovo a questa cena una mia collega della biblioteca, che mi racconta: “Io non abito al Trullo – anche se ora lo frequento più del mio quartiere – vivo a Casetta Mattei, poco distante da qui. Mi sono resa conto che c’era un movimento diverso, che qualcosa stava cambiando.
Li ho contattati su Facebook e ho chiesto se potevo partecipare a questa iniziativa e loro mi hanno risposto -Puoi? Devi!-”

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Questo è chiaro: chiunque si può aggregare.
Buona volontà, impegno e la voglia di condividere i colori, che sono l’espressione più immediata e visibile di un sentimento comune che sta cambiando.

#avantitutta, questo è l’hastag di Corviale Domani.

Segui i Pittori Anonimi Trullo su Facebook o sulla nostra pagina Corviale Domani

https://www.facebook.com/corviale?fref=ts

https://www.facebook.com/pages/Pittori-Anonimi-Trullo/1475527179342965?fref=ts

 

Rassegna stampa sull’argomento:

http://www.corviale.com/index.php/poeti-der-trullo/

http://www.corviale.com/index.php/pittori-anonimi-del-trullo/

 

Intervista e foto b/n: Elisa Longo




Stencil dedicato a Vittorio Arrigoni realizzato durante il terzo campo di mediattivismo di E!State Liberi

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 Biografia di V. Arrigoni




Libera: al via il Campo di Mediattivismo Vittorio Arrigoni- Isola del Piano

 

 

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Isola del Piano (PU) – Castelgagliardo
Fattoria della Legalità
Dal 8 al 15 luglio 2014

http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9280

Gli hashtag per seguire il campo sono #mediattivati

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gruppi di lavoro dal Campo di Mediattivismo Vittorio Arrigoni – Isola del Piano

#estateliberi




Ritorno a Roma Est: partecipato e originale, il Klamm Circolo

Intervista a Klamm Circolo

 

interno del KLAMM

interno del Klamm, il soffitto, decorato a quadrettoni, è speculare al pavimento. I tavoli, arredamento anni 80, sono quelli della bisca del quartiere che aveva sede qui.

 

L’idea per cui è partito il locale è che le attività culturali non siano una scusa per vendere birra, ma che siano il centro propagante. Anche il modo in cui abbiamo organizzato lo spazio per le mostre è fatto in modo da farti sentire, tu artista, libero di esporre nel miglior modo possibile.
Lo spazio lo abbiamo pensato a disposizione per gli altri, plasmabile sugli altri e sulle attività culturali.

 

Emiliano, parliamo dell’organizzazione del Klamm

“5 persone: Sandro, un musicista, Carlo uno scrittore, e poi c’è un altro ragazzo che c’è meno qui, socio come tutti gli altri. Ed io, che sono Emiliano”.

 

Come è nato questo posto e perchè?

“Siamo da un sacco di anni sul quartiere e qui intorno ci sono tanti circoli, molto spesso ARCI, che hanno sempre fatto attività incentrata sulla parte notturna e sul discorso musicale, dei live. Con Fabio, invece, da un anno, ci eravamo posti come questione l’idea che mancasse uno spazio diurno che funzionasse bene, di impreditoria sociale, un ARCI, che promuovesse attività culturali, come il teatro. Al Pigneto c’è tantissima offerta di musica ma mancano gli spazi espositivi per i giovani artisti”.

 

Quindi l’idea è di farlo divenire un distretto dell’arte e della cultura?

“Sì, un luogo che racchiuda tutto, pensando anche alla musica.
Nella zona “divani” pensavamo di organizzarla con dei concerti live, ma niente amplificazione: un falò senza fuoco insomma! 
Deve diventare, perchè così è stato pensato, un luogo meno legato al discorso della movida, legato soprattutto all’attività quotidiana. Ad agosto, avevamo pensato di chiudere lo spazio dietro l’attuale spazio-mercatino per trasformarlo in sala teatro e cinema ma anche per altre attività (corsi, laboratori). E’ un luogo accessibile a tutti perchè versatile. L’idea è di dare lo spazio espositivo andando contro le gallerie che per esporre chiedono tanto denaro. Invece qui puoi esporre gratuitamente e mantenere le tue opere per dieci – quindici giorni”.

 

Parliamo di tutte le attività che proponete
“La mattina apriamo alle 9 con coworking: oramai è pieno di ragazzi che lavorano senza avere un ufficio e che posso usufruire dello spazio con rete wifi gratuita. 
Poi ci sono le proiezioni, il cinema, il teatro e usare quella sala che è chiusa con attività varie. La mattina si fa colazione, si può lavorare, c’è un piccolo spazio cucina in cui facciamo panini, insalate, piatti semplici per il pranzo. Oppure puoi venire dopo pranzo e fare la merenda, stare fino alle 7 e dalla sera, alle 7 d’estate, magari d’inverno un pò prima, l’attività di cinema, di teatro, le inaugurazioni delle esposizione. Partirà ufficialmente il tutto a settembre perchè non è ancora pronta la sala teatro, non avendo quello spazio non può partire tutto. Abbiamo aperto due settimane fa”!

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Il banco del Klamm propone drink e analcolici e un’ampia gamma di spuntini per tutti gli orari del giorno. Dietro il bancone uno dei fondatori del locale.

C’è un’iniziativa che mi è sembrata interessante e originale: “Rassegna cecagna”, che si intende?

È una rassegna nata per il post pranzo della domenica. Tutte le domeniche alle 3 proietteremo un film di cinema d’autore nella sala da attrezzare, con i divani. Deve essere un film post prandiale che accompagni la digestione! È perfetto per il dopo pranzo domenicale: ti vedi un bel polpettone, un bell’Antonioni e dormi se ti sale la cecagna o stai sveglio se vuoi vederlo!

Il tutto gratuitamente?

sì.

E poi c’è un mercatino…
“L’idea del mercatino è quella di organizzare dei mercatini dell’usato in cui ci sia l’abbigliamento e gli accessori unito alla liuteria, gli strumenti musicali e i vinili. Giovedì, per esempio, l’inaugurazione l’abbiamo fatta con Luca Sapio, nostro amico e l’ex leader dei Quintorigo, che fa una serata soul e lui tutti i giovedì sera ha progettato di fare una serata. Ha fatto un disco solista e ha collaborato con persone importanti nel campo della musica, come Charles Bradley. L’idea nostra era “Ti va di mettere i dischi l’apertura?” E lui ha preso talmente bene la prima serata, gli è piaciuto il posto, la gente che mi ha detto “ho una cassetta con una marea di vinili, mi piacerebbe scambiarli o venderli quindi iniziamo che il giovedì scambio o vendo i vinili”. Qui c’è blutopia, radioaction tante realtà che lavorano con i vinili. L’idea sarebbe di unire altre realtà, tra cui un giro di collezionisti, di appassionati che vengono qui per scambiare i loro vinili e rimangono per ascoltare un pò di ritmh and blues.
E il mercatino è tutto questo e tutto in progress, è solo un’idea, che riguardi musica e altro”.

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KLAMM – Il mercatino: work in progress…!

Parliamo del locale: come mai avate scelto proprio questa sede?

“Cercavamo e giravamo cercando un posto che ci piacesse e tra quelli che avevamo visto questo ci piaceva dal punto di vista estetico. È stato un colpo di fulmine!
Il soffitto era tutto bianco, i quadrettoni li abbiamo fatti noi per farlo speculare al pavimento. Era l’unica cosa che non ci convinceva! Era asettico, un pò da ospedale. Mettendoci i quadri bianchi e neri ha preso ancora più carattere. Questa è una bisca storica, non sono convinto dell’età, ma c’era probabilmente da 20 – 30 anni. Ci piaceva l’atmosfera che si respirava, l’arredamento fine anni 70, anni 80, tutto come era ! Infatti non c’è vintage ricostruito, tutto è rimasto così, perchè dovevamo stravolgerlo? Ci siamo inseriti noi. Abbiamo tolto i biliardi, sì, perchè non ci interessavano, abbiamo messo qualcosa di nuovo che veniva da noi, ognuno ci ha messo qualcosa. Abbiamo dipinto qualche colonna di nero, abbiamo risistemato un pò il bancone. Era talmente bello di per sè e funzionava dal punto di vista estetico che non aveva bisogno di grandi modifiche! Abbiamo portato i divani, per alimentare l’idea dell’ozio, lavorando sulla solidarietà: abbiamo scritto ad alcuni amici perchè non avevamo un grande budget da investire, e dopo qualche giorno di ricerca ci sono arrivate le risposte “abbiamo un divano! Mia zia ha buttato il divano, lo volete?”

E’ stata una cosa participata.

E il nome invece “klamm” che può diventare anche “kalm”, il luogo del riposo e dell’ozio ?
“Ci piaceva dal punto di vista onomatopeico, non facciamo il discorso movida quindi tu vieni qui con l’idea di passare una serata tranquilla, sentire un pò di musica, leggere un libro, fare due chiacchiere, bere una cosa. E invece il caos, lo sfascio non era nostra intenzione gestirlo, nè organizzarlo. Il nome nasce da un personaggio del Castello di Kafka, ci piaceva più che altro il suono, ci suonava bene in testa. Siamo stati fino alla settimana scorsa senza nome: avevamo il posto, avevamo l’idea, ma come lo chiamiamo? Quando è così, vai nel panico perchè il nome è importante. Un giorno eravamo in una sorta di riunione, chiacchieravamo e alla fine è uscito tra mille proposte questo nome, klamm. Anche perchè è un posto dove i libri ci sono, come vedi, all’entrata proprio”.

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“Se sei stanco e vuoi leggere un libro, noi ti offriamo anche il divano” Sembra lo slogan di una pubblicità, in realtà Emiliano mi racconta anche che la zona ozio – divani è utilizzata per “Fuoco senza falò” concerti acustici, la sera.

Come funziona lo spazio libri ? È una sorta di biblioteca?
“No, biblioteca no. Più uno spazio lettura, dal momento che è aperto tutto il giorno. Puoi venire qui per leggere un posto, è un circolo frequentato da soci, se un socio mi dice questo libro mi piace, posso portalo a casa? Te lo riporto la settimana prossima. Io dico “sì, va bene”. Anche se in linea di massima è un posto di consultazione. La musica è in sottofondo, puoi scegliere di sdraiarti su un divano e leggere. L’idea è quella di fruirne qui”.

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“Spazio libri: prendi, usi e lasci. Ma, in casi straordinari, te lo possiamo prestare qualche giorno! “

E il discorso musica invece? Il dj set tutte le sere diverso?
“Lo chiamiamo dj set per convenzione anche se in realtà non è un vero e proprio dj set .
Nella logica del locale non deve esserci la musica alta, è una musica su cui le persone possono parlare, o, eventualmente, ascoltarla. Non è proprio fare il dj set, piuttosto accompagnare l’apertivo con playlist scelte da noi, preparate a tema. Per dire l’altra sera abbiamo cenato con wrustel e crauti e abbiamo messo musica kraut, stasera c’è la partita abbiamo messo musica brasiliana. Però l’idea è anche di creare percorsi musicali d’ascolto, scegliere dei dischi, parlarne insieme a delle persone competenti. E ci beviamo su. Fare un percorso guidato, non che sia didattico ma che abbia una logica, hai presente i circoli dei lettori ? Una cosa simile”.

 

 

 

 

(Intervista, foto e articolo di Elisa Longo )




Viaggio a Roma est: Pigneto

Intervista a Max, barman di CO.SO,

Via Braccio da Montone, 80, Roma.

 

Max, barman di CoSo

Massimo D’Addezio, barman di CoSo e Gabriella Trinco, barman

 

CoSo? Che significa?

“Cocktail and social: social inteso come il nerd della tecnologia che si perde nei meandri della comunicazione e sia come concezione di sociale, condivisione in un posto gradevole, l’idea di scambiarsi due chiacchiere umane, non virtuali”.

 

Parliamo del martini cocktail..

“Il Martini cocktail è un esempio di social. Se oggi il social lo ascriviamo a un Facebook, ad un Twitter, il Martini cocktail è il facebook o il twit di 60 70 anni fa.
Prima il bar era il modo per parlare, per interagire, legato alla condivisione. Esperienza che in Italia non è mai arrivata, che potremmo trovare, forse!, nell’ombra veneziana o nel bicchiere di vino ad Udine, ma che al Sud non è mai arrivato come concezione di vita, per condizioni culturali, climatiche o socioambientali”.

“Esperienza che, invece, nel resto del mondo, in Occidente, nell’ Europa del Nord ma anche in America c’è sempre stata: il Martini cocktail è un concetto, uno stile di vita, è una “cosa” che ti appartiene.
Un bar di questo standard non può prescindere da un basic così famoso”.

 

Perchè, questo, che tipo di bar è ?

Coso è il cocktail bar per eccellenza. Possiamo creare una metafora: pensiamo a tre tipi di macchine: una macchina da corsa, un 4×4 per fare la legna e una macchina da città. Con la macchina da città ci si può fare un po’ tutto, ti ci apparti con l’amante, vai a fare la spesa, porti il bambino a scuola, vai al cinema, e questo è paragonabile ad un autogrill, un bar di strada, dove trovi l’aranciata, il caffè ma anche un gelato”.

Mmm..

“Poi invece ci sta il 4×4, che è un bar ristorante dove hai una connotazione, un arredamento di un certo tipo, che in qualche modo ha una specializzazione, caffè o primi piatti che siano.
E poi c’è la macchina da corsa, che ha una misse, deve essere leggera. La macchina da corsa è un locale dove il bancone è fatto solo per i cocktails, per andare in velocità, dove tutto è posto davanti al barman in modo da non perdere il contatto con il cliente. Perchè il barman guarda negli occhi. Sempre”.

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Il banco di CO.SO. è ricco, anzi ricchissimo: “Quello che tu vuoi sarà servito nel modo migliore che posso. E anche se non corrisponde oggettivamente ad un meglio, stabilito da chissà quale scala, qui dentro troverai il meglio”

Guardare negli occhi il cliente, rapporto con il cliente, fondamentale? Perchè?

“È un’ altra pagina che si chiama il barman è come uno psicologo.

Perchè fa 5 cose contemporaneamente: ti accoglie quando entri, è l’oste-hostess, ti fa accomodare quindi diventa il meitre di sala, ti vende quindi è un venditore dietro il bancone, ti prepara e diventa lo chef , e controlla la sala, si rende conto se stai bene.
Dopo queste 5 cose che succede? Ricomincia da capo e l’accoglienza diventa un parlare con te, un intrattenerti con un “ciao come stai, bella questa borsa, questo accessorio” . E la porta per capire veramente una persona qual’è ? l’occhio.
Il barman lavora con la fisiognomica: in pochi secondi deve capire che tipo sei, che cosa bevi, qual’è il tuo stile di vita, se deve dire “Vattene!” oppure “Sei la benvenuta! non te ne andare mai più”.
La fisiognomica è il mio strumento di lavoro perchè definisco tutto ciò che ho davanti e tutto ciò che vuoi. “Stasera non hai sete? Vuoi dell’acqua?” Io ti darò l’acqua più buona del mondo, perchè la prossima volta che hai voglia di qualcosa sai che qui, la cosa più semplice o la più complicata, la avrai al meglio di quello che puoi ottenere”.

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Arredamento new age e colori sgargianti, ambiente lounge, divanetti e pouff per chi preferisce stare al tavolo o comodo, come se fosse a casa!

 

E il tuo meglio qual è?

“Quello che tu mi chiedi. Quello che tu vuoi sarà servito nel modo migliore che posso. E anche se non corrisponde oggettivamente ad un meglio, stabilito da chissà quale scala, qui dentro troverai il meglio”.
“Come quando qualcuno mi chiede quale sia il migliore gin? Il migliore rum? io rispondo sempre È quello che piace a te!” “Io devo fare l’affabulatore, l’incantatore di serpenti. Devo conquistare te e devo fare in modo che tu creda che meglio, di quello che stai prendendo, non c’è”.

 

E invece il tuo preferito? Cosa ti piace servire di più? Perchè, come lo servi?

“Il mio preferito è il Bloody Mary perchè è sapido, ha una connotazione da aperitivo, si beve prima di un pasto e non dopo, per una questione di meccanica fisica, di funzionamento del corpo. Sarebbe riduttivo però dire questo: A me piace servire te. Mi piace servire e non esser servile! Mi piace la tua soddisfazione, che è la risposta che devo leggere nei tuoi occhi”.

 

Da quanto tempo è aperto questo locale?

“Da 7 mesi”.

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E tu hai lavorato in molti locali?

“Ho cominciato facendo il carrozziere e poi ho fatto un corso da barman! (ride)
Non ho lavorato in moltissimi posti, quello che mi è servito è stato viaggiare molto e conoscere l’animo umano. Quello che ti da soddisfazione è fare qualcosa, non necessariamente lavorare. Lavorare è relativo, tu lo fai in qualsiasi ambiente, non è importante farlo dove, ma il farlo come.
Ma ho servito più di un milione di persone in 10 anni”.

 

 

Parliamo delle nuove leve.

“Pochissime, ahime! Il problema è alla base: manca la furbizia non capiscono che quello che facciamo è un lavoro in cui bisogna vendere. Perchè a fine serata il cassetto deve essere riempito, vuoi del tuo padrone o del tuo locale, devi promuoverti e promuovere gli altri. Se vai a criticare chi hai accanto non vai avanti. Quindi le nuove leve sono tante e buone ma poco furbe.

C’è l’incapacità di autoprodursi. Mettiamo caso che aprire un bar è come fare un film, quello che produci hai, ma non hai modo di reinvestire. Non ci sono stimoli!
Negli USA, invece, c’è la remunerazione in base a quello che produci, lì tutto il personale è coinvolto. In tutto il mondo quando vai da un cliente che sta bevendo e chiedi “Vuoi qualcosa da bere?” è un servizio; in Italia è maleducazione e viene intesa come perchè manca il social. È proprio un discorso culturale che manca”.

 

Manca il social!

 

(intervista, foto e articolo di Elisa Longo)




Diritti, approvata in municipio XI mozione per diritto alla salute

Oggi, il consiglio del Municipio XI, ha approvato una mozione importante per la città, perché con la salute e la dignità delle persone non si può più giocare. Con questo atto, il presidente e la giunta del Municipio potrà e dovrà chiedere al Campidoglio di attivarsi per sostenere le possibilità di accesso alla cura e prevenzione per i cittadini e di funzionamento concreto dei consultori”.

Lo dichiarano, in una nota, Rossella ColtortiGiulia Fainella, Emanuela Mino, Rosella Paniconi, membri della commissione Elette Municipio Roma XI.
Noi vigileremo – aggiungono – perché quanto chiediamo, come le iniziative per informare la cittadinanza o la gratuità della contraccezione, vengano effettivamente realizzate. La crisi attuale acuisce tutti i problemi e, ora, diventa tutto più difficile. Un aspetto importante, per esempio, è quello del rapporto tra i generi. Tutto questo, rende urgente agire con azioni concrete e solide che aiutino tutte le fasce sociali, anche le più fragili. Tutti devono poter vivere serenamente una vita completa, una genitorialità consapevole, e devono poter accedere alla possibilità di prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.

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Per evitare i concreti sabotaggi al diritto alla contraccezione e alla salute, il presidente Zingaretti ha già compiuto un ottimo passo rispetto agli obiettori di coscienza che lavorano nei consultori. E su questa strada intendiamo continuare con fermezza. Non solo perché ogni disagio e ogni malattia ha un costo economico per la comunità, ma soprattutto perché il “costo sociale” deve essere vissuto dalle istituzioni come una ferita, perché il singolo cittadino non è un’ entità astratta e statistica ma una persona che le Istituzioni devono accompagnare e tutelare.

Questa è la politica delle donne.