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Salva la data > Roma 3 Luglio 2014 > Il futuro verde delle città italiane

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Roma – Fondi Europei 2014-2020. Sperimentare il metodo Community-Led nei territori di Roma

Pieno successo del Convegno sui Fondi Europei

Sala Pietro da Cortona, Musei Capitolini

Sala Pietro da Cortona, Musei Capitolini

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Oltre 200 persone hanno partecipato al Convegno sul tema “Fondi Europei 2014-2020. Sperimentare il metodo Community Led nei territori di Roma” organizzato da Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio e IfoRD con il Patrocino dell’Assessorato Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale.

Ha introdotto i lavori Marco Berardo Di Stefano, Presidente di Rete Fattorie Sociali, che ha illustrato le opportunità della programmazione dei Fondi Strutturali e d’Investimento Europei (SIE) 2014-2020 e, in particolare, i vantaggi per i territori di Roma derivanti dal metodo della progettazione partecipativa dal basso.

Finora siffatto approccio è stato previsto esclusivamente per i territori rurali. Con il nuovo ciclo di programmazione, la Regione Lazio può decidere di estendere tale metodo anche ai territori urbani dando la possibilità a partenariati pubblico-privati locali di elaborare piani di azioni locali che utilizzino contestualmente i diversi Fondi Europei.

I promotori del Convegno hanno ribadito la richiesta alle istituzioni di compiere in modo netto tale scelta. Valorizzando la funzione sociale e terapeutico-riabilitativa delle attività agricole che si svolgono nella campagna romana e promuovendo collaborazioni e integrazioni tra soggetti pubblici e privati operanti nei differenti settori, si potranno tenere insieme innovazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale e fare in modo che l’agricoltura urbana dia vita a nuovi modelli di welfare produttivo.

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 Nel suo intervento Estella Marino, Assessore all’Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale, ha mostrato interesse per il percorso delineato dai promotori e ha illustrato le iniziative dell’amministrazione capitolina per valorizzare le risorse agricole pubbliche. Non ha mancato, tuttavia, di evidenziare una difficoltà nei rapporti tra i diversi livelli istituzionali per costruire percorsi innovativi capaci di valorizzare le sinergie tra iniziativa pubblica e progettualità dei privati e dell’economia sociale.

Sono poi seguiti gli interventi di cittadini impegnati in percorsi partecipativi e partenariati locali che vedono al centro la tutela e la valorizzazione di ecosistemi agricoli per consolidare la resilienza urbana e perseguire lo sviluppo sostenibile.

Mario Campli, membro del Comitato Economico e Sociale, ha ricordato il percorso istituzionale di elaborazione, approvazione e implementazione dei documenti di programmazione previsto dai regolamenti comunitari che obbligano le diverse istituzioni ad ascoltare le istanze della società civile.

Il Convegno è stato presieduto da Massimo Leone, Presidente di IfoRD e concluso da Gianni Palumbo, Portavoce del Forum Terzo Settore Lazio.

Ora la decisione spetterà alla Regione Lazio che, entro il 27 luglio prossimo, dovrà inviare alla Commissione Europea i Programmi operativi.

Se in tali documenti non dovesse trovare spazio l’istanza dei territori di Roma, i promotori del Convegno (Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore e IfoRD) non esiteranno a rivolgersi direttamente alla Commissione Europea.

(foto Elisa Longo )

 




Delibera greencity – Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Comitato per lo sviluppo del verde pubblico

 

Massimiliano Atelli (segreteria tecnica del Ministero dell'ambiente) relatore della delibera Greencity

Massimiliano Atelli (segreteria tecnica del Ministero dell’ambiente) relatore della delibera Greencity

DELIBERA 14 aprile 2014




Salva la data – Roma 27 giugno 2014 – Architettura naturale e verde pensile per gli edifici e le città ecologiche del futuro


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                                                                                                                             PROGRAMMA

 




9° CENSIMENTO INDUSTRIA E SERVIZI, ISTITUZIONI E NON PROFIT. LAZIO: UNA REGIONE IN PROFONDA TRASFORMAZIONE

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Barbara Cavalli | Dirigente Area VII Studi e sistemi informativi | CCIAA di Roma

CRESCE IL RUOLO DEL NON PROFIT, IL COMPARTO PIÙ DINAMICO DELLA REGIONE LAZIO

La Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Istat e Unioncamere, presenta i risultati territoriali del nono Censimento dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit.

Il convegno “Check-up del Lazio alla luce dei dati censuari”  si è svolto il 23 giugno  nell’aula del consiglio della CCIAA di Roma. Le organizzazioni non profit attive nel Lazio al 31 dicembre 2011 sono 23.853, in crescita del 33,5% rispetto al 2001 (28% a livello nazionale). Nelle oltre 27mila unità locali insediate nel territorio regionale operano quasi 73mila addetti, più di 39mila lavoratori esterni e circa 341mila volontari1. Rispetto al 2001, gli addetti crescono del 27,9%. Nel settore Cultura, sport e ricreazione sono attive oltre 14mila istituzioni, pari al 59% del totale. I due terzi degli addetti sono invece occupati in altri tre settori di intervento: Assistenza sociale e protezione civile, Sanità, Istruzione e ricerca.

La forma giuridica più diffusa è quella dell’associazione non riconosciuta, la cui incidenza percentuale sul totale delle istituzioni (66,7%) è analoga a quella nazionale. Rispetto al 2001, sono le cooperative sociali e le fondazioni a crescere più rapidamente come numero di istituzioni (rispettivamente +185,6% e +95,1%). Il ruolo del volontariato è un elemento cardine del non profit laziale, in particolare nei settori della religione, filantropia e ambiente.

Comunicato stampa Lazio e principali risultati e processo di rilevazio: CIS_Lazio

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Video > Break teatrale in Biblioteca Renato Nicolini – serata Dacia Maraini

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Elisa Longo e Dacia Maraini




Dacia Maraini in Biblioteca: presentazione del libro “Il sogno del teatro. Cronaca di una passione”

Evento partecipato e sentito quello del 4 giugno a Corviale, nella Biblioteca Renato Nicolini con un’ ospite d’onore e d’eccezione: la scrittrice Dacia Maraini accompagnata dal giovane coautore del suo nuovo libro Eugenio Muralli. 

Dacia Maraini, Eugenio Murrali ed Antonio Trimarco nella biblioteca Renato Nicoli

Dacia Maraini, Eugenio Murrali ed Antonio Trimarco nella biblioteca Renato Nicolini

In un periodo di forte crisi culturale, in cui i tagli finanziari tolgono il respiro a tutte quelle attività e istituzioni che rendono una società libera ed emancipata, l’incontro con l’Autrice è stato entusiasmante.

Il tema trattato era denso e ricco di ricordi, una nebulosa carica di immagini, quando più sfuocate quando meno, e di esperienze vissute.

Il teatro, come sogno e utopia, è stato centrale nella vita di Dacia Maraini, pregnante dai primi esordi nel Collegio della Santissima Annunziata quando, a dieci anni, scriveva sceneggiature da recitare a ricreazione alle prime prove in un teatro vero, con la compagnia di Guicciardini Il Porcospino, agli anni Sessanta al circolo Culturale Centocelle, al teatro – cantina “La Maddalena”.

Attivista politica e impegnata tuttora nella battaglia a favore della cultura ha accolto gli inviti di partecipazione del direttore della Biblioteca, Antonio Trimarco, a protestare contro la chiusura delle biblioteche, simboli di cultura del popolo e di tutti, <<..un luogo pieno di libri, in cui mi sento come se vivessi in mezzo ai fiori, dove qualcosa mi da nutrimento>> ha commentato la scrittrice.
Una donna prima, una donna dalla parte delle donne, fatta con lo stampino “femminista”, una donna di cultura <<Basta la parola per fare il teatro>> ha affermato durante la serata.

Dacia Maraini intende il teatro come unico strumento e modo di mettere in contatto corpi veri che si realizzano nel rapporto dialettico con il pubblico, del quale ci si riempie l’anima. E intende anche il teatro come unico posto dove non c’è nulla di virtuale, un posto che va difeso “con le unghie e con i denti”.

La serata è stata accompagnata da testi teatrali e frammenti di spettacoli della Maraini: a cura di Roberta Gasparetti e Emanuela Amato accompagnate dal sax di Claudia Ciabatti.

Roberta Gasparetti e Emanuela Amato recitano durante la serata

Roberta Gasparetti e Emanuela Amato recitano durante la serata

Per Dacia Maraini il teatro è sempre stato impegno, poesia, piacere, dono, e questo libro-intervista trice ci guida alla scoperta della sua scrittura: dalla collaborazione con Alberto Moravia negli anni Sessanta alle opere realizzate negli ultimi anni, e ne restituisce tutto il suo fascino.

Una scrittrice unica nel catturare e mettere in scena le sfumature più intime dell’esistenza umana.

Un libro reportage che è la cronaca di un sogno, di una passione, citando il sottotitolo, e di un progetto che ha animato e che anima ancora lo spirito di tante persone.

Tutti diversi e con intenti differenti. A legarli e a legarci un palcoscenico.

Luci spente.

 

La serata è stata dedicata a Giuseppe Testa, un giovane e validissimo bibliotecario in servizio presso la Renato Nicolini scomparso da pochissimo tempo.




SALVA LA DATA > Anteprima congressuale A.G.C.I. Solidarietà- De Crescenzo intervista Morrone – SI FA PRESTO A DIRE SALUTE > Video

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Una riflessione sulla salute, sul curare, sul prevenire, sulla possibilità di convivenza nel nostro pianeta sempre più stretto, sempre più interconnesso con gli occhi di un medico un po filosofo e  poeta.

Aldo Morrone, medico specialista in Dermatologia e Venerologia, dal 2011 al 2014 è stato Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma. Oggi è primario presso l’IFO. Nel 2007 fonda l’Istituto nazionale per la promozione della Salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto alle malattie della Povertà (INMP). Dal 1985 si occupa di tutela e promozione della salute delle popolazioni migranti e delle persone a maggior rischio di esclusione, con équipe multidisciplinari in diversi progetti di cooperazione internazionale nel campo clinico-scientifico, sociale e della formazione sia in Italia sia in Africa, nel Sud Est asiatico e in America Latina.
Docente presso università straniere ed italiane, collabora con numerosi Organismi di ricerca nazionale e internazionale. E’ autore di oltre cinquecento articoli scientifici e di numerosi volumi.

 

 

 




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Oltre la città… Oltre la campagna…Atti del seminario ISTISSS, Roma il 16 aprile 2014

pascaleMulticulturalismo – Nuova società civile – Reti della consapevolezza – Ruralità contemporanea – Centralità del cibo – Conoscenza – Democrazia – Agricolture plurime – Ethos del mercato –Modelli di produzione e di consumo – Laicità delle istituzioni

Oggi il multiculturalismo non riguarda solo le religioni e le etnie, ma anche il rapporto uomo-ambiente, la relazione uomo-animale, l’equilibrio natura-cultura. Ed è per questo che le politiche pubbliche in queste materie dovrebbero scaturire da un confronto aperto all’insieme dei cittadini, partecipato, informato, tollerante e da una condivisione larga per evitare di ledere i principi del pluralismo, della biodiversità culturale e della libertà eguale, su cui si reggono le democrazie odierne.

Questa è la tesi di fondo del saggio Radici & Gemme. La società civile delle campagne dall’Unità ad oggi di Alfonso Pascale. Con l’autore si sono confrontati protagonisti di esperienze diverse e studiosi di differenti discipline in un Seminario organizzato dall’ISTISSS a Roma il 16 aprile 2014.

Pezzi di nuova società civile e reti della consapevolezza sono in movimento alla ricerca di strade diverse da quelle non più percorribili del passato.

La ruralità contemporanea vede le città e le campagne sovrapporsi in territori indistinti con soggetti, attività, edifici e spazi che assumono connotati polifunzionali in quanto le diverse funzioni non sono più separabili. Una ruralità che deve fare i conti con la globalizzazione e con una nuova centralità del cibo nell’ambito di problemi complessi, quali l’insicurezza alimentare, la questione energetica, la conservazione delle risorse naturali, il cambiamento climatico. Una ruralità che deve confrontarsi con la ricerca di un possibile equilibrio tra conoscenza, controllo della tecnoscienza e democrazia. Una ruralità che nei paesi ricchi – dopo l’esaurirsi della fase fordista, l’esplosione delle metropoli in territori sempre più ampi e la diffusione delle tecnologie digitali – viene ormai a coincidere con l’insieme della società.

Convivono e si confrontano più agricolture (da quella multifunzionale a quella fortemente integrata nelle filiere agroalimentari all’agricoltura prettamente di servizi), diversi modelli di produzione e di consumo, differenti stili di vita, più ethos del mercato (da quello utilitaristico a quello dell’economia civile), più visioni del rapporto tra le forme della proprietà (privata o collettiva) e l’interesse pubblico.

Sarebbe deleteria una conflittualità tra queste diverse impostazioni culturali, tutte legittime e aventi pari dignità nell’interpretare la ruralità contemporanea. Un’esasperazione dei conflitti potrebbe portare – come già sembra accadere – alla riemersione, in forme nuove, di antichi pregiudizi e tentativi di dominazione a danno dell’agricoltura e delle campagne. Guardarle ancora una volta come un mondo a sé. Proteggerle per controllarle.

Solo il riconoscimento e il rispetto del pluralismo, lo spirito collaborativo, la disponibilità al confronto e alla contaminazione reciproca può permettere alle istituzioni e alla società civile di concentrare gli sforzi in un’opera educativa e formativa per accrescere nei cittadini il senso critico, la capacità di scegliere tra diverse opzioni e di adottare comportamenti responsabili.

Naturalmente, tale visione non esclude una dialettica e un’emulazione: il valore del pluralismo si afferma nel riconoscimento reciproco ma anche nel “conflitto governato”.È per questo che le istituzioni pubbliche dovrebbero essere laiche, cioè neutrali rispetto ai modelli e alle impostazioni culturali.