1

Raccolta differenziata, il progetto di Napoli per il recupero cartone

 
Raccolta differenziata, il progetto di Napoli per il recupero cartone
Un progetto sperimentale valorizza e conferisce rinnovato vigore all’importante tema della raccolta differenziata in Campania
Un nuovo progetto sperimentale che valorizza e conferisce rinnovato vigore al tema della raccolta differenziata in una città delicata come Napoli: l’iniziativa è stata lanciata da due economisti napoletani Paolo Caputo e Roberto Celentano, con il sostegno, tra gli altri, anche del Comune di Napoli stesso.

Il progetto riguarda nello specifico il tema della raccolta differenziata di cartone all’interno del Rione Sanità : a partire dal 1 dicembre per 6 mesi i ragazzi della Parrocchia Santa Maria dei Miracoli di Napoli si impegneranno nella raccolta di cartone nel quartiere , che registra un’alta densità di popolazione e di esercizi commerciali.

La virtuosa iniziativa si prefigge l’obiettivo di sostenere l’imprenditorialità nel Rione Sanità, rivalutando in chiave moderna la figura dei “cartonai”, preziosi alleati dell’ambiente. Il progetto inserisce le sue fondamenta in un percorso di animazione sociale del quartiere che punta ad incrementare la raccolta di cartone prodotto da commercianti e artigiani del Rione, a sviluppare una maggiore attenzione all’ambiente e nel contempo alla creazione di imprenditorialità locale. Un’iniziativa che mescola la ripresa delle tradizioni (l’antica figura del cartonaio) con la costruzione lungimirante di un sistema e di una cultura che faccia del riuso l’elemento centrale per risolvere la questione dei rifiuti nel comune napoletano.

Articolo Originale




Rifiuti zero: la storia della ragazza più ecologica degli Usa

Produce a casa il proprio dentifricio, non compra nei negozi di abbigliamento ma in quelli dell’usato, e fa la spesa solo nei mercati rionali per evitare cibo incartato, o chiuso dentro scatole di cartone o plastica. Mai una cannuccia, un tovagliolo di carta. Quando esce di casa porta con sé una bottiglia d’acqua vuota, una borsa di cotone. E se ha bisogno di un fazzoletto, nel taschino ne ha sempre uno di stoffa, come facevano i gentiluomini di tanto tempo fa. « Rifiuti zero », è una filosofia che vale solo se applicata letteralmente.

Rifiuti zero
Lauren Singer ha 23 anni, un aspetto alla moda – per nulla hippie – e una parlantina vivace: vive da due anni con quello che è strettamente necessario, come   missione per ridurre drasticamente il suo impatto con l’ambiente   e – dice – «iniziare a realizzare quanta spazzatura un singolo individuo può produrre in un solo giorno». Mostra un barattolo di vetro (forse un ex vasetto di marmellata): dentro è riuscita ad assemblare i suoi rifiuti di un mese. Un involucro di plastica trasparente, uno scontrino, qualche etichetta di cibo biologico, la carta di un cerotto. La storia della ragazza più ecologica d’America, inizia sui banchi della New York University dove seguiva studi ambientali. «Ho iniziato a pensare a come sarebbe stata una vita più sostenibile quando ho osservato una compagna di università che arrivava in aula con   bicchieri di plastica e bottigliette, cibo in busta e poi dentro contenitori », racconta Lauren in un’intervista su Skype. «A fine lezione la mia compagna – puntualmente – riempiva il cestino della classe. Ho iniziato a realizzare quanto un singolo individuo possa inquinare. Poi ha conosciuto una famiglia in California partita con l’obiettivo di ridurre i propri rifiuti e passando a zero».

Condividere l’esperienza
Ha iniziato ad arrivare all’università con il pranzo dentro i vasetti di vetro, a comprare solo il necessario, a pensare. Poi ha aperto un blog   Trash is for tossers (La spazzatura è per spreconi): «Volevo semplicemente condividere con altre persone un’esperienza che mi ha permesso di essere fedele all’amore per questo pianeta, salvando denaro, tempo, un po’ di sensi di colpa. Ho capito che i risultati che ho ottenuto potessero essere raggiunti da chiunque ». Lauren ha vinto con la popolarità, a dimostrare che certe storie singole danno una mano a smuovere gli animi: il blog ha ottenuto milioni di accessi tanto da spingere il progetto più in là. Su Kickstarter ha lanciato una campagna per produrre e lanciare sul mercato una propria linea di detersivi biologici.

Il progetto
Non sapeva all’inizio che scrivere un blog sarebbe stato come mettere una grande radice per costruire un’azienda.   The simply Co.   è nata con l’intento di produrre un detergente per la lavatrice fatto con soli tre ingredienti (tre: sapone di marsiglia, bicarbonato e carbonato di sodio) «sarà vegano, biodegradabile e privo di qualunque sorta di conservanti, fragranze sintetiche e prodotti chimici», spiega. Lauren ha raccolto più di 40 mila dollari da finanziatori privati (tra cui Julien Lennon che dice «È stato tra le star sostenitori “imprevisti” del progetto», dice. «Prima di metterlo online guardando tutti i progetti interessanti che stavano sul sito mi sono chiesta: chi mai metterà un soldo per finanziare una campagna che vuole produrre un detersivo ecologico? Invece ho raccolto 30 mila dollari in 48 ore».

Diffondere il messaggio
Un’artista di Brooklyn ha disegnato il dosatore per il detersivo, usando argilla riciclata, mentre la magliette a supporto della campagna, senza etichetta e di cotone biologico, sono state prodotte a San Francisco. «Avrò un ufficio e un piccolo team a lavorare con me ma voglio che questo resti un prodotto   fatto in casa». La missione resta diffondere il messaggio: diminuire quel che si butta inutilmente e considerare alternative. Spazzolini biodegradabili al posto di quelli normali, stracci di stoffa e non fazzoletti di carta, olio di cocco al posto di latte detergente. Socialmente, Lauren Singer non si è mai veramente sentita a disagio: «Anzi, mi sono resa conto di quante persone sia riuscita a ispirare semplicemente andando a una festa e rispondendo a domande di chi era curioso. Molte persone hanno iniziato a pensare a come cambiare il proprio modo di produrre rifiuti giusto da una chiacchierata. Questo ha iniziato a rendermi orgogliosa».

Guardare nella spazzatura
Ma come si fa a partire? Il primo passo è quasi disgustoso. «In parole schiette andate letteralmente a vedere nel vostro cestino della spazzatura. Bisogna porsi delle domande. Quanti e quali rifiuti produco? Posso evitare di usare tutta questa plastica? Per poi chiedersi: cosa non uso, di cosa non ho veramente bisogno? Diminuire è il primo vero passo. Donate quel che non serve. E poi riflettete:   quanto sono brutte le stoviglie e i bicchieri di plastica   per esempio? Legno, acciaio inossidabile e ghisa sono materiali belli da vedersi. Usarli è molto più sexy».
http://www.corriere.it/foto-gallery/ambiente/14_dicembre_09/lauren-singer-ragazza-rifiuti-zero-07e93fde-7f9a-11e4-92ce-497eb7f0f7a3.shtml


Articolo Originale




Ispra: Rapporto 2014 sul recupero energetico da rifiuti urbani

rifiutiDiminuiscono nelle nostre discariche i rifiuti speciali, ma aumentano quelli pericolosi. Sono alcuni dei dati forniti dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale nel “Rapporto sul Recupero Energetico da Rifiuti Urbani in Italia 2014”.
Vista l’attualità della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea che ha multato pesantemente l’Italia per il mancato rispetto delle direttive sulle discariche, sono forniti alcuni dati.
Le discariche che smaltiscono rifiuti speciali sono 418 (237 al nord, 66 al centro e 115 al sud; di queste solo 10 per rifiuti pericolosi). Nel 2012 vanno in in discarica circa 11,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (90,7% non pericolosi e 9,3% pericolosi). Gli impianti di incenerimento di rifiuti speciali sono 90 e nel 2012 hanno trattato oltre 856 mila tonnellate di rifiuti speciali; i rifiuti sanitari sono il 13,4% del totale di quelli inceneriti (115 mila tonnellate).
Pertanto aumenta la produzione di rifiuti pericolosi (+8,1%) e diminuisce quella dei non pericolosi (-2,7%), rispetto ad un calo della produzione totale di rifiuti speciali (-2,1%).
Sull’andamento generale del sistema rifiuti sembra pesare anche la crisi economica, in particolare “tra il 2011 e il 2012, la produzione totale di rifiuti speciali registra una flessione del 2,1%, passando da 137,2 milioni a 134,4 milioni di tonnellate”.
La riduzione riguarda “i soli rifiuti speciali non pericolosi, soprattutto i rifiuti da costruzione e demolizione: la flessione, rispetto al 2011, è del 2,7%, corrispondente a circa 3,5 milioni di tonnellate”. Mentre “la produzione totale di rifiuti pericolosi, quasi 9,4 milioni di tonnellate, aumenta dell’8,1% (700 mila tonnellate)”. La maggior parte dei rifiuti pericolosi è attribuibile al settore manifatturiero: 40% del totale, pari a oltre 3,7 milioni di tonnellate; il 26,9% deriva da trattamento rifiuti, mentre il 19,8% proviene dal settore servizi, commercio e trasporti (che produce anche 1,2 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso).
I rifiuti speciali non pericolosi provengono in gran parte dal settore costruzioni e demolizioni (42,1%) e da attività manifatturiere (24,5%). La forma di gestione prevalente è il recupero di materia (62,1% del totale dei rifiuti gestiti); tra le altre operazioni di smaltimento, la discarica con l’8,4%.
Esclusi gli stoccaggi, la quantità di rifiuti speciali avviati a recupero e smaltimento nel 2012 è di circa 118 milioni di tonnellate, di cui 110,5 milioni (93,8%) rifiuti non pericolosi.
Per i rifiuti pericolosi l’operazione più diffusa è il “riciclo e recupero dei metalli o composti metallici” che riguarda 546 mila tonnellate (29,1% del totale dei rifiuti pericolosi recuperati).
Gli impianti industriali che nel 2012 utilizzano i rifiuti speciali come fonte di energia sono 469. I rifiuti pericolosi avviati a recupero energetico sono oltre 149 mila tonnellate (7,3%); quelli non pericolosi sono 1,9 milioni di tonnellate (92,7%).

link all’articolo

link al rapporto




Città e sostenibilità, come cambia la classifica nel 2014

Inquinamento atmosferico a livelli d’emergenza e tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti altalenante e trasporto pubblico in crisi.
Segnali positivi dal calo delle polveri sottili e dall’aumento costante della raccolta differenziata dei rifiuti. Nella classifica in testa Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone. Questo il quadro che emerge dalla ventunesima edizione di Ecosistema Urbano,  il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e presentato a Torino.
CASACLIMA.COM

Articolo Originale




Rifiuti: ANCI dai Comuni italiani la lotta a tutti gli sprechi

Creata la rete delle Amministrazioni locali contro gli sprechi
ROMA :  Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) hanno firmato a  Bologna, lunedi 24 novembre, un protocollo d’intesa con l’associazione nazionale Sprecozero.net per promuovere l’azione degli Enti Locali nella diffusione delle pratiche contro lo spreco.
GLOBALPRESS.IT

Articolo Originale




Rifiuti e riciclo – Presentato Rapporto Anci-Conai, Bernocchi: “Dati dimostrano che abbattere costi e produrre risorse si può”

ricicloSpagnolli: “Non ci sono cittadini più bravi o meno bravi in tema di differenziata e riciclo. Serve un sistema che metta in grado i cittadini di riciclare e riutilizzare, altrimenti tutto è inutile”

“Sono già sette le Regioni che, con sette anni di anticipo rispetto alla scadenza del 2020 fissata dall’Europa, hanno raggiunto il 50% di riciclo; altre tre Regioni stanno per arrivare all’obiettivo. Questo è un messaggio positivo per l’Italia, perché riciclare e riutilizzare i rifiuti vuol dire abbattere costi per i cittadini e produrre risorse per l’economia nazionale”. E’ quanto ha dichiarato il delegato Anci a Energia e Rifiuti, Filippo Bernocchi, che oggi, nella sede Anci a Roma, ha presentato i dati del IV rapporto del Rapporto Banca Dati Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti.
“I numeri che presentiamo oggi – ha detto il delegato Anci – confermano un trend di progressivo miglioramento. I livelli di raccolta differenziata hanno registrato un incremento, pur rimanendo ancora distanti dagli obiettivi nazionali imposti dalla normativa. Dal 2010 – ha aggiunto – la produzione dei rifiuti si è ridotta progressivamente, grazie anche alle politiche di prevenzione messe in atto e al contesto socio-economico che ha visto una riduzione dei consumi. I Comuni sono in prima linea – ha concluso Bernocchi – e mirano a perseguire da protagonisti quella circulary economy chiesta dall’Europa, al fine di far diventare le nostre città delle vere e proprie ‘miniere urbane’”.
Tornando al rapporto, le Regioni che hanno superato nell’anno di riferimento la percentuale del 50% di materiali avviati a riciclo sono il Trentino-Alto Adige, il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia-Giulia, le Marche e la Sardegna.
Scendendo a livello comunale, sei sono stati i Comuni ad aver ricevuto un riconoscimento per aver centrato l’obiettivo “2020” della direttiva europea del 1998. Si tratta di Capannori, Trento e Pordenone, premiati per aver raggiunto il tasso di avvio a riciclo più elevato, e Perugia, Belluno e Treviso per aver contribuito significativamente alla riduzione della CO2.
Presente alla presentazione del rapporto anche il presidente della commissione Ambiente Anci e sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, che ha confermato quanto “indispensabile sia far crescere il sistema dei rifiuti in Italia. Tuttavia – ha però rimarcato – i dati ci dicono quanto sia ancora disomogenea la situazione in Italia. La Banca dati presentata oggi può essere quindi una buona sintesi per far conoscere su tutto il territorio nazionale le buone pratiche in tema di riciclo e differenziazione dei rifiuti”. Sul fatto che gli esempi migliori di virtuosità siano al Nord, Spagnolli ha voluto ricordare come “realtà virtuose ci sono anche nel Meridione, penso a Portici e Andria. Quindi la questione non è avere cittadini più bravi o meno bravi ma essere in presenza di un sistema che metta in grado i cittadini di riciclare e riutilizzare, altrimenti tutto è inutile”.
A margine della conferenza stampa è intervenuto anche un esponente del governo, il sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Barbara Degani: “Voglio ringraziare i Comuni – ha detto – per il grande lavoro svolto, che dimostra come il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti non rappresentano solo un problema quotidiano per gli amministratori che devono gestirlo ma anche una risorsa economica nazionale su cui puntare”. Sempre a margine della presentazione del Rapporto la dichiarazione di Alessandro Mazzoli, parlamentare e membro della commissione Ambiente della Camera. “Nei prossimi giorni – ha ricordato Mazzoli – andrà in Aula a Montecitorio il collegato Ambiente alla Legge di stabilità. Un provvedimento – ha spiegato – che contiene misure importanti proprio sulle tematiche illustrate oggi. E’ intenzione del Parlamento puntare forte su questo filone – ha quindi concluso Mazzoli – perché la qualità di un Paese si misura anche da come gestisce e ricicla i propri rifiuti”.

link all’articolo

link all’articolo




Tecnologie intelligenti per le città, da ENEA 10 progetti

Servizi smart per l’illuminazione pubblica, la mobilità sostenibile, la gestione energetica di edifici, il monitoraggio ambientale, l’ICT, la sicurezza, il ciclo dei rifiuti, le reti idriche ed energetiche.Presentati alla Smart City Exhibition a Bologna i 10 i progetti ‘smart’ di ENEA e sono incentratisull’applicazione di tecnologie ‘intelligenti’ ai centri urbani
rassegna stampa:  CASAECLIMA.COM

 

 

Articolo Originale




Rifiuti tecnologici

Lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti tecnologici http://www.remediaservizi.it/it/servizi/raee500/

Articolo Originale




Gestione rifiuti

“Non diventeremo la pattumiera d’Italia”: così l’assessore all’Ambiente
Terzi a proposito dell’art. 35 del Decreto Sblocca Italia http://www.ediliziaurbanistica.it/pf/testo-news/40806/Gestione-rifiuti-la-Lombardia-approva-mozione-contro-lo-Sblocca-Italia  

Articolo Originale




Calabria: buoni spesa per chi ricicla i rifiuti

Concedere un incentivo economico ai cittadini che si impegnano nella raccolta differenziata dei rifiuti,  su questo meccanismo si basa l’introduzione dei riciclatori selettivi
ideati e prodotti dalla veneta Eurven recentemente approdati anche in Calabria. Chi consegna i rifiuti ai riciclatori ottiene in cambio un eco-bonus per ciascun pezzo, un voucher da spendere presso le attività commerciali che aderiscono al progetto

http://www.pmi.it/economia/green-economy/news/85399/calabria-buoni-spesa-per-ricicla-i-rifiuti.html 

Articolo Originale