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Forum Corviale 2015 – Atti

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ATTI – EBOOK GRATUITO

ANTEPRIMA


CONSULTA L’E-BOOK COMPLETO E GRATUITO

ISBN. 978-88-6027-114-3

PROGRAMMA
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1° laboratorio – LE OPPORTUNITA’ DELL’ECODISTRETTO
Innovazione, servizi, lavoro e imprese
 
VIDEO

Maurizio Veloccia
(presidente XI Municipio)

Daniel Modigliani
(Ater Roma)

Pino Galeota
(Corviale Domani)

Stefano Panunzi
(Unimol)
Federico Canoppia
(Economista)

Federico Canoppia
(Economista)

Federico Fiume
(Ingegnere)

Luca Lo Bianco
(Green Community)

Alfonso Pascale
(Fattorie sociali)

Anna Moreno
(Enea)
Laura Bongiovanni
(ISNET)

Angela Magistro
(La Sapienza)

Angela Magistro
(La Sapienza)
Lucina Caravaggi
(La Sapienza)
Francesco Truglia
(Ricercatore)

Giovanni Caudo
(Roma 3)

Rappresentante
(Ryder)

   
DOCUMENTI
2° laboratorio – GLI ATTORI DEL CAMBIAMENTO
La centralità dell’animazione sociale
 
VIDEO

Eugenio De Crescenzo
(AGCI)

Maurizio Fiasco
 

Francesca Danese
 

Antonietta Cosentino
(La Sapienza)

Angelo Barbato
(ASL RM A)

Giovanna Micaglio
(Biblioteca Nicolini)

Folco Cimagalli
(LUMSA)

Massimo Taddia
(Il Laboratorio)

Mariangela Maci
(ARCI)

Mimmo Buccoliero
(Acquario85)
Rappresentante
(Mitreo Iside)

DOCUMENTI
3° laboratorio – USCIRE DALLA NUVOLA, ENTRARE NELLA REALTÁ
Consapevolezza formazione e informazione, fattori di successo
 
DOCUMENTI
REPORT

Dopo una approfondita introduzione di Teresa Bernardini che ha fatto la cronistoria del progetto di Corviale Domani dal 2008 ad oggi Tommaso Capezzone introduce il tema del tavolo: “Pensavo d’introdurre l’argomento partendo dal paradosso dei social attuali che rapportati al tempo di Van Gogh funzionano offrendo all’autore tele, pennelli e colori e pretendono in cambio tutte le opere, ma poi ho visto questa copertina della Repubblica di oggi con questa foto sporca, fuori fuoco e mossa e ho pensato di partire da questa copertina anomala che ben fotografa la realtà della comunicazione al tempo attuale. Una comunicazione che deve rincorrere l’attualità, gli stati d’animo, la velocità, l’istantaneità dei social per avere ancora una funzione.” (E’ la foto probabilmente scattata da uno smartphone di sera di persone in fuga per un falso allarme bomba a Parigi il giorno dopo gli attentati). “Do a questo punto la parola a Mariarosaria Danza che, da psicodrammatista, può dirci qualcosa su questo tema della comunicazione al tempo della paura e dell’insicurezza”.

Mariarosaria Danza presenta il suo lavoro in un casale alla Pisana con gli adolescenti e spiega come con lo psicodramma si riesce a superare quei blocchi che spesso impediscono la comunicazione coi giovani. Ci racconta in particolare come con la drammatizzazione anche i più chiusi riescono a narrare sentimenti profondi e complessi come la rabbia e il dolore.

Il conduttore prende spunto da queste due tag significative (rabbia e dolore) e chiede a Salvatore Gallo dell’Arvalia Rugby come funzioni il suo lavoro di coach nella trasformazione di questi due stati d’animo in spirito di sana competizione sportiva.

Salvatore Gallo racconta una lunga serie di episodi di ragazzi che superano i loro complessi e le loro problematiche esistenziali nell’attività sportiva del rugby, uno sport che lavora molto sull’aggressività trasformandola in sana competitività e soprattutto in spirito di corpo abituando al lavoro di squadra e al rispetto per l’altro che va visto solo come un competitor e non come un avversario.

Un tema particolarmente sentito, soprattutto nelle periferie, in questi dolorosi giorni di morti e di riflessione sulla necessità d’integrazione tra civiltà e sensibilità diverse.

Su questo tema interviene a questo punto Antonio Carabelli del Centro di Formazione Professionale Campanella che racconta la situazione dei giovani non scolarizzati di Corviale che stanno sempre lì, che fanno sempre parte dello stesso gruppo per cui basta un elemento deviante a volte per trascinare l’intero gruppo su strade pericolose. Ma Antonio Carabelli ci racconta pure di come questi ragazzi cambino dopo poche settimane di centro professionale appassionandosi alla scuola e ai primi rudimenti professionali che gli vengono impartiti. Lamenta poi la mancanza di attività sportive che tengano impegnati questi ragazzi in attività sane.

Interviene Capezzone che propone a Gallo e Antonio Carabelli di studiare una collaborazione per attivare percorsi comuni d’impegno nello sport usando i rispettivi spazi. Lamenta inoltre una scarsa diffusione all’esterno di queste due importanti attività di Corviale e chiede a Antonio Carabelli di fornirgli qualche nominativo di chi segue i corsi di web per coinvolgerli nella redazione di cronache degli incontri di rugby.

Panunzi propone:

– WEB RADIO, far fare una cronaca di una partita di Rugby (Arvalia – Salvatore Gallo) ai ragazzi del Centro di Formazione Professionale Campanella (Antonio Carabelli)
– LAVORATORIO, proseguire nel Centro di Formazione Professionale Campanella l’esperienza interrotta presso l’ARCI di Corviale 3D :
Dialogo intergenerazionale per workshop di stampa 3d con materiali di riciclo prodotti dagli appartamenti di Corviale, racconti di anziani sulle loro passate esperienze (abilita’ frutto di passioni e lavoro) e adolescenti sui loro desideri per il futuro queste due narrazioni possono incrociarsi completandosi nel progetto e nella realizzazione di un accessorio prototipale per migliorare il Palazzone, es. citofono figurato a forma di Corviale per orientarsi (materiale in plastica tenera reperito dalle cucine).

Alessandro Mauriello parla poi dello sviluppo locale in ambito metropolitano come possibile nuovo modello di sviluppo che faccia da volano per le vocazioni produttive di un territorio sfruttando le sue potenzialità e basandosi su un percorso partecipativo e condiviso di costruzione di una crescita economica e sociale.

Sergio Bellucci ci ha fatto vedere un grafico in cui si evidenziano 10 milioni di storia umana in cui il progresso è, di fatto, una linea piatta e poi dal 2000 in poi questa linea si innalza vertiginosamente con livelli di moltiplicazione continua di ogni tipo di parametro economico, demografico, tecnologico.

Questo tipo di grafico sicuramente porterà ad un certo momento a una rottura drammatica.

Poi ci racconta di una sua visita a Genova ad un Istituto di alta tecnologia dove ha potuto visionare in azione i robot che nei prossimi 3/5 anni sostituiranno le badanti. Questi robot sono autoapprendenti, per esempio imparano a riconoscere un viso, una voce e via via le necessità di quella persona. Ma la cosa più interessante è che tutte queste informazioni apprese da ogni robot vengono condivise in cloud con tutte le decine di migliaia di robot del mondo che così apprenderanno molto velocemente dalle esperienze di ogni singola unità.
Capezzone aggiunge “da inguaribile ottimista voglio però mettere in rilievo che questo sistema di apprendimento veloce collettivo può anche essere messo in piedi per la costruzione di nuovi modelli di sviluppo locale nei territori metropolitani policentrici in modo da condividere le ricchezze, le esperienze, i processi e creare davvero una società dello sharing che non sia solo un nuovo meccanismo di frantumazione del lavoro ma anche e soprattutto una crescita collettiva delle comunità metropolitane.” E conclude chiedendo ad Aurelio Mancuso come questi processi possono essere supportati dalla politica.

Mancuso risponde che non crede assolutamente che oggi la politica sia attrezzata per questo tipo di domande ma che sicuramente le istituzioni si dovranno porre questo problema per governare un cambiamento soprattutto del lavoro che non può essere lasciato solo al mercato e alla tecnologia.

Racconta delle sue esperienze sociali e politiche e di come si è sempre trovato a confrontarsi con realtà in cui la società era più avantidella politica nel porre domande e soluzioni a problemi nuovi.

Questo cambio di passo necessario della politica e delle istituzioni richiederà tempo e volontà anche alla luce del grafico presentato da Sergio Bellucci.

Capezzone chiude invitando a continuare la discussione su questi temi sia online che in prossimi incontri per ideare davvero un modello autoapprendente collettivo di governo del cambiamento.

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Foto di Ivan Selloni

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