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Colorare Corviale!!! Firma anche tu la petizione popolare.

di Antonio Trimarco

Una petizione da firmare.

Il palazzone di Corviale ha tanti problemi da risolvere, ma trasformarlo visivamente colorandolo e disegnandolo con immagini artistiche significative avrebbe un grande impatto simbolico per rilanciarne la rigenerazione. Proviamo con questa petizione ad ottenerlo.

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firma e fai firmare

https://www.change.org/p/assessore-alla-cultura-ed-alla-creativit%C3%A0-di-roma-luca-bergamo-colorare-corviale?recruiter=245797971&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

Si parla molto di rigenerazione urbana, Corviale ha tutte le caratteristiche per un intervento complessivo di riqualificazione e rigenerazione, molte sono le risorse economiche che servono, nonostante gli stanziamenti importanti in corso dalla Regione Lazio.

Rendere questa grande opera di architettura urbana, dove vivono circa 1500 famiglie, ancora più visibile grazie ad un intervento artistico di questo genere significherebbe renderla un simbolo di una rinascita dell’intera città di Roma.

Potrebbe essere anche una grande opportunità per attirare capitali privati, in altre capitali europee questo è stato fatto in tante occasioni, chiedere quindi all’attuale Assessore alla Cultura di avere una visione a tutto campo della città è una occasione importante, per questo vi chiediamo di firmare questo appello.

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Rilanciamo così anche una proposta lanciata nel 2013 dal titolo Corviale 2020 dagli stessi abitanti del quartiere.

Per saperne di più su Corviale linka qui




Il Sindaco Marino non ama le biblioteche comunali e ne decreta il ridimensionamento?

3 milioni di euro in meno

3 milioni di euro in meno rispetto al 2014

Diventa una corsa a ostacoli l’approvazione del bilancio 2015 da parte del CdA di Biblioteche di Roma. Il taglio imposta dalla Giunta lascia pochi margini ad una possibile approvazione, infatti il fondo di 16milioni e 800mila euro basterà a malapena per coprire gli stipendi del personale, 13 milioni circa e il contratto di servizio con Zetema 3 milioni e 500 mila euro. Si pensi che con pulizie e spese per la rete telematica e telefonica si arriva a 17 milioni e 800 mila euro. Quindi i conti non tornano.

Che cosa succederà non è per ora dato sapere. In teoria secondo le norme vigenti il CdA dovrebbe approvare il proprio bilancio entro aprile, ma in queste condizioni come farà? Inoltre ancora non possiamo sapere come reagirà il personale ad un taglio del salario accessorio pari ad almeno 2500 euro all’anno, che significa il 10% circa del salario LORDO annuale.

Nei prossimi giorni sapremo dirvi di più, Per il momento quello che abbiamo capito è che una pesante scure è calata su questo servizio e francamente non capiamo bene si sia scelto quello che sembra un percorso di forte ridimensionamento della presenza delle biblioteche comunali nella città.

Insomma l’avevamo già intuito, ma questa è la conferma che questo Sindaco non ama le biblioteche comunali, probabilmente le ritiene un servizio superfluo.

Vedremo, speriamo di sbagliarci, vi terremo informati.

biblioteca vaccheria nardi

biblioteca vaccheria nardi




Mia Madre

 

il ballo

il ballo

A fine film la maggior parte degli spettatori sono rimasti seduti più di quanto non accada normalmente, fermi lì al loro posto, ho pensato che fosse la commozione che suscita il film a creare quella sorte di fermo immagine nella sala, si, commozione, perché il film di Moretti “Mia madre” di questo sentimento ne suscita tanto.

Ci sono almeno due narrazioni in questo film, una intima che riguarda tutti coloro che vivono, seppur da punti di vista diversi, la perdita di Ada e quella dei protagonisti maggiori del film, tra cui l’attore Burry Huggins interpretato splendidamente da John Turturro; l’altra che guarda invece, con un film accanto al film, alla realtà esterna, ed in particolare al lavoro, alla sua mancanza, al conflitto in atto nel mondo del lavoro.

in ospedale

in ospedale

Giovanni e Margherita sono i due figli che seguono l’ultimo percorso della loro cara madre, Ada. Lentamente ma inesorabilmente arriva il momento in cui i due fratelli capiranno che la vita della loro mamma sta giungendo al termine, questa presa di coscienza li riavvicina e nello stesso tempo segna la tragica consapevolezza che la vita ha una fine e che tutto ciò che ha rappresentato quella vita non sappiamo dove andrà. Quel tempo trascorso insieme svanisce quando la persona che lo rappresentava non c’è più, muore. Così un vuoto incolmabile si apre dentro di noi, un vuoto che fa emergere dolore e smarrimento. Ecco, questo sentimento ci viene trasmesso con grande forza dal film di Moretti.
Ma come nella realtà il lutto deve convivere con lo scorrere della vita così il film ci offre oltre alla commozione altri sentimenti e momenti veramente notevoli.
La smemoratezza del protagonista del film che sta girando Margherita, ma anche la sua simpatia e il suo talento che possiamo ammirare in una meravigliosa scena di ballo che rifà il verso a Quentin Tarantino.
L’amore filiale di Margherita e il primo marito che traspare in modo semplice quando i due insegnano alla loro figlia ad andare in motorino.
Ma su tutto aleggia lo smarrimento, il grande dolore della morte, si può e si deve non esserne travolti, ma non si può evitare, così il pianto di Livia quando la nonna muore, la decisione di Giovanni rispetto al suo lavoro per seguire la madre giorno per giorno e l’andare via dal set di Margherita quando viene chiamata perché Ada sta morendo; la stessa Ada che affronta con dignità la fine, ma anche con grande dolore e smarrimento.
Così dopo Habemus Papam, Nanni Moretti torna al biografico e questo tema gli offre la possibilità di farlo con una scrittura universale, con un film che riesce a parlare con grande misurazione di un momento che prima o poi la maggioranza delle persone deve affrontare.

mia madrePoi come sempre Moretti divide anche e alcuni tra gli amici che lo hanno visto non hanno gradito quell’aria che può sembrare o minimalista se vissuta in positivo o ruffiana e distante se vissuta in negativo. Moretti o si ama o non si sopporta, eppure io credo che soprattutto dopo La stanza del figlio e Habemus Papam, la stoffa di grande regista si vede.

Trailer:
https://youtu.be/hGtT3H1rBjI

Così scrive chi non ha invece gradito:
http://www.badtaste.it/2015/04/19/bad-movie-mia-madre-di-nanni-moretti/124147/

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Perché l’assessore Marinelli vuole sciogliere Biblioteche di Roma?

salviamo biblioteche di roma

Con due decisioni di Giunta una del 30 dicembre e una del 14 gennaio la Giunta di Roma Capitale vorrebbe decretare la fine dell’Istituzione Biblioteche di Roma. Forse non tutti sanno che questo servizio, nato nel 1996 come Istituzione (una sorta di Agenzia del Comune, prevista dalla Riforma delle Autonomie Locali, con autonomia gestionale ed economica) non solo ha sempre avuto il pareggio di bilancio (tra i pochi enti pubblici italiani ad avere questo record) ma ha rilanciato il sistema bibliotecario cittadino,  prima decentrato ai municipi, con performance incredibili che hanno reso d’eccellenza le biblioteche comunali di Roma Capitale.
Per dare un idea di questo diamo i dati relativi a tre indicatori:

  • La crescita nel numero delle sedi da 26 a 41 se conteggiamo due bibliopoint di prossima apertura.

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Dati  del 2014:

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  • L’affluenza di pubblico più 440%

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  • I prestiti annui dei documenti più 353%

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Sorge quindi naturale la domanda sul perchè la Giunta Marino vuole sciogliere Biblioteche di Roma, nel comunicato stampa del 14 gennaio degli Assessori Marinelli e Scozzese, che segue le due decisioni di Giunta (si tenga conto anche dello strano particolare che il CdA di Biblioteche di Roma è stato informato a decisione presa) si parla di economie di scala e di necessità di rilancio, ma di questo nella delibera non c’è cenno di motivazione, si dice nello stesso comunicato che nulla cambierà nè per i cittadini nè per il personale, ma allora perchè questa decisione se nulla cambierà?
Non solo ma in ben due riunioni della Commissione Consiliare Cultura di Roma Capitale non è emerso nessun elemento che desse ragione reale concreta e verificata di tali motivazioni al punto che tutti i Consiglieri di maggioranza e opposizione si sono pronunciati contro questa scelta.
In sostanza si boccia l’autonomia ed il lavoro di questo servizio senza un perchè.
L’Assessore Marinelli, presente nella seconda riunione della Commissione Cultura ha parlato della “necessità di un rilancio, di risparmi, economie ed efficientamenti” che lei si appresterebbe a dimostrare con dati alla mano, ha inoltre affermato della necessità di una più stretta collaborazione con gli altri enti culturali della città.
Ma chi conosce la storia di biblioteche di Roma e del settore più esteso della situazione culturale romana continua a chiedersi a che cosa servirà davvero questa internalizzazione. Tutto ciò che l’Assessore Marinelli ha affermato potrebbe essere fatto ugualmente con l’Istituzione Biblioteche viva e vegeta.
Nello scontro ormai aperto tra l’Assessorato alla Cultura ed il Consiglio di Amministrazione delle Biblioteche (Consiglio di Amministrazione a costo zero per Roma Capitale) la questione è dunque la sopravvivenza di un servizio che perdendo la sua autonomia non potrà mantenere le caratteristiche che lo hanno portato ai risultati odierni.
Intanto il risultato reale di questa decisione fa si che non si discuta di quanto investire sulle Biblioteche, lo stanziamento per ora fissato è di 18 milioni e 800 mila contro una richiesta di 19 milioni e 400 mila e contro una spesa del 2014 di più di 20 milioni di euro, ma sulla forma di gestione.
Ma anche su questo c’è molto da capire, nella legge di stabilità ad esempio le Istituzioni non sono messe in discussione. E nella normativa relativa alle Autonomie Locali ancora in vigore una gestione in forma diretta di tali servizi non è prevista salvo che si tratti di servizi residuali.
Possibile che gli Assessori Marinelli e Scozzese e che gli altri Assessori della Giunta Marino ignorino questi aspetti?
Al momento non è dato sapere come si concluderà questa vicenda ciò che è certo che è un peccato che la questione sia stata posta come un diktat dal quale dovrà uscire un vincitore e un vinto, per questo la domanda ulteriore che vorremmo rivolgere all’Assessore Marinelli è non sarebbe meglio vincere insieme utilizzando Biblioteche di Roma come grimaldello e parte nel rilancio del SISTEMA CULTURA ROMA?

 




Memoria, alla biblioteca corviale lunedì “Brundibar”: opera lirica per bimbi

 

 

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“La biblioteca Renato Nicolini di Corviale ricorda la Shoah con «Brundibár», un’opera lirica (in due atti) per bambini del compositore ceco ebreo Hans Krása su libretto di Adolf Hoffmeister, composta nel 1939 e originariamente rappresentata dai bimbi del campo di concentramento di Terezin nella Cecoslovacchia occupata nel 1942. L’edizione in dvd che verrà proiettata in biblioteca è la versione italiana di Clara e Daria Domenici con adattamento di Marina Bianchi, eseguita dall’Ensamble della scuola di musica di Fiesole.
Introduce e commenta la rappresentazione il professor Massimo Laurenza. L’appuntamento è per lunedì 26 gennaio alle ore 17.30 (via Marino Mazzacurati, 76 – Municipio XI). Ingresso libero. L’opera racconta la storia di Aninka e Pepicek, due fratelli in cerca di una bottiglia di latte da portare a casa per la mamma malata. Ma i bimbi non hanno soldi per comprarlo e decidono di cantare in strada nel tentativo di raccogliere qualche moneta tra i passanti. Si imbattono così nel cattivo Brundibár, suonatore ambulante che incarna Hitler, il quale li caccia dalla strada.
Con il supporto di un cane, un gatto e un passerotto allora i ragazzini si uniscono ai bambini del quartiere e tutti insieme intonano una dolce ninna nanna che verrà gradita e ricompensata dai passanti”.

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La storia dell’Opera

Il 23 settembre 1943 ebbe luogo la prima rappresentazione dell’opera per bambini Brundibár nella fortezza di Theresienstadt (in ceco Terežín), a 60 km da Praga, dove a partire dal 1942, vennero concentrati ebrei di una certa notorietà.
Nonostante a Terežín le condizioni di vita del campo fossero in tutto simili a quelle degli altri campi di concentramento, le autorità naziste lo avevano organizzato in modo tale da ingannare l’opinione pubblica internazionale: gli stessi ebrei avevano infatti facoltà di promuovere una serie di iniziative culturali nell’ambito dell’Organizzazione del tempo libero, gestita da artisti e pienamente riconosciuta, dopo un periodo di semiufficialità, nel marzo 1943.
La presenza di un gran numero di compositori, strumentisti e cantanti rese possibile realizzare numerose manifestazioni musicali, vennero allestite opere del grande repertorio e lavori dei compositori deportati. La messinscena che ebbe maggior successo fu quella di Brundibár (“Lo strimpellatore”), opera per bambini composta dal musicista ceco Hans Krása, deportato a Terežín e incaricato di dirigere la Sezione Musica dell’Organizzazione del Tempo Libero.
Dalla prima rappresentazione l’opera fu messa in scena cinquantacinque volte, fino all’ultima recita del giugno del 1944 in occasione dell’ispezione della Croce Rossa Internazionale, in seguito alla quale i protagonisti furono trasferiti ad Auschwitz. Il 18 ottobre di quell’anno Krása trovò la morte in una camera a gas.
Brundibár va letto come una limpida denuncia della situazione dell’epoca. Il piccolo apologo è in realtà un manifesto etico che invita ad aver fiducia nel bene che non potrà non trionfare sul male, qui incarnato da Brundibár, un suonatore d’organetto arrogante e prepotente, dietro cui sembra stagliarsi l’ombra del dittatore. Gli ideali di solidarietà e convivenza civile consentono anche a chi è debole e indifeso di riaffermare la voce della verità e della giustizia. In tal modo la tenue favola si trasforma nella vittoria contro la tirannide grazie a un risveglio collettivo. Ed è stato senza dubbio questo messaggio a infondere ai martiri di Terežín la speranza nel futuro e la forza di conservare dignità e rispetto per se stessi.
(da http://www.operaroma.it/ita/opera-brundibar-14.php)

 

 




POETITALY a CORVIALE ESTATE ROMANA 2014. Dall’1 al 5 settembre in biblioteca, la Renato Nicolini e poi presso l’anfiteatro di Corviale una settimana di poesia in uno dei luoghi simbolo della periferia romana che vuole riscattare la propria immagine.

Dall’1 al 5 settembre in biblioteca, la Renato Nicolini e poi presso l’anfiteatro di Corviale una settimana di poesia in uno dei luoghi simbolo della periferia romana che vuole riscattare la propria immagine.

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ANTEFATTO: Giugno 1979: sulla spiaggia di Castelporziano accade qualcosa di imprevisto e di mai sperimentato negli ambienti e nei luoghi tradizionali della poesia.

Un festival internazionale, tra l’happening e la kermesse, dilata l’esperienza della fruizione nello spazio e nel tempo e sulla spiaggia del litorale laziale, pubblico e poesia si incontrano fisicamente in quella che sarebbe rimasta nella memoria collettiva, come “la Woodstock dei poeti”.

Settembre 2014: a trentacinque anni dall’evento cataclismatico di Castelporziano e a venti dal Festival dei poeti di Ostia antica, con una formula rinnovata e inserita nell’orizzonte attuale delle mescolanze e delle ibridazioni di forme e di linguaggi, l’artifex teatrale Simone Carella porta avanti quella sua originaria intuizione, realizzando nell’emblematico quartiere romano di Corviale, un inedito incontro tra la Poesia e il Luogo, resi entrambi protagonisti.

POETITALY è il nome del format ideato da Carella (con la collaborazione di Gilda Policastro, Lidia Riviello e Teatroinscatola) a rimarcare la vivacità e la trasversalità della poesia italiana contemporanea.

Il programma prevede una prima parte dall’1 al 5 settembre che si svolgerà presso la Biblioteca Nicolini e poi tre serate, il 5 e il 6 settembre, a partire dalle ore 18.00, nella cavea esterna di Corviale, l’anfiteatro dove si incontreranno molti poeti di  varie generazioni, tendenze e controtendenze rappresentative della nostra attuale identità poetica, dai lirici ai postneoavanguardisti, dai testuali ai performer, dai classici viventi ai rapper, dai popolari ai procedurali, fino a un esperimento di poesia virtuale live, con la conduzione di un catalizzatore concettuale come Andrea Cortellessa ed altre imprevedibili presenze.

L’evento avrà poi un suo coup de poesie nella votazione da parte del pubblico del miglior poeta e testo letto, performato, proiettato, agito in ciascuna delle due serate.

Dalla liaison dangereuse tra poesia e teatro nascerà un pubblico nuovo?

Giorni di poesia, in un mix di generazioni e tendenze letterarie. A cura di Simone Carella assieme a Lidia Riviello e Gilda Policastro, con realizzazione del Teatroinscatola e la collaborazione della Biblioteca Renato Nicolini. L’evento si svolgerà prima nella moderna biblioteca comunale di Corviale e poi nello splendido e suggestivo Anfiteatro del palazzone dove dal tramonto potremo ascoltare le letture con i poeti invitati.

ATTIVITA’ PRESSO BIBLIOTECA RENATO NICOLINI

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Dal 1 al 5 settembre 2014 si terranno delle attività gratuite presso la Biblioteca Renato NIcolini (ex Corviale) collegate alla manifestazione POETITALY :

1/5 settembre 2014 – dalle 17.30 alle 19
Omaggio a Maria Luisa Spaziani – laboratori poetici
condotti da Carla De Angelis, con la partecipazione degli attori “Scuola di arte ella parola” diretta da Angelo Filippo Jannoni Sebastianini e Giovanna Moscetti
Pannelli sonori da Giovanna Sandri
Dalla poesia visiva alla vibrazione del segno
Intermedialità di Francesco Cuoghi
Proprietà perdute – Presenza delle arti – dopo Castelporziano
Una tavola rotonda alla biblioteca «Renato Nicolini» di Corviale, in occasione del festival PoetItaly, venerdì 5 settembre dalle 16.30 (17.00 reali) alle 18.30
intervengono Stefano Chiodi, Mario Gamba e Attilio Scarpellini
conduce Andrea Cortellessa – alla presenza di Simone Carella e Franco Cordelli

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ATTIVITA’ PRESSO LA CAVEA/ANFITEATRO 

venerdì 5 settembre h. 19

Canio Loguercio voce, chitarra
Alessandro D’Alessandro organetto, live electronics
TRAGICO AMMORE
Introduzione e presentazione
Andrea Cortellessa
poeti
Nanni Balestrini con Luigi Cinque sax soprano
Giulia Niccolai
Jolanda Insana
Franco Buffoni
Silvia Bre
Carlo Bordini
Marco Caporali
Daniela Rampa
Giacomo Trinci
Plinio Perilli
Giovanna Marmo
Michele Fianco
Giulio Marzaioli
Elisa Davoglio

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sabato 6 settembre h.19

Introduzione e presentazione
Andrea Cortellessa
poeti
Maria Grazia Calandrone
Luigi Socci
Giovanni Fontana
Chiara Daino
Michele Zaffarano
Laura Pugno
Marco Giovenale
Mario Benedetti
Rosaria Lo Russo
Francesco Gambaro
Renata Morresi
Cetta Petrollo
Vincenzo Ostuni
Gilda Policastro
Lidia Riviello
Sara Ventroni
Francesco Ruggiero – Gruppo Sparajurij

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domenica 7 settembre h. 19

i Poeti der Trullo
poesie lette da
Alessandra Vanzi
Marco Solari
musicisti performers
Luigi Cinque
David Riondino
Areta Gambaro
Taiyo Hist Yamanouchi
Francesco Cuoghi/Giovanna Sandri

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h. 20
Facebook Poetry – Laboratorio telematico di Poesia – a cura di Luigi Socci.Decine di Poeti in collegamento da tutta Italia (e non solo) daranno vita alla singolarissima sfida in rete della Facebook Poetry. Il pubblico presente (e a casa) potrà sia partecipare che votare il testo più riuscito.

Inserita nella programmazione ESTATE ROMANA 2014, la manifestazione POETITALY A CORVIALE è realizzata con il sostegno di Roma Capitale in collaborazione con Acea, Siae e la Biblioteca Renato Nicolini – Biblioteche di Roma.

 

http://www.teatroinscatola.it/?page_id=3133

http://www.doppiozero.com/materiali/interviste/romanzo-di-un-giovane-povero#.U6w2Jd4S_0M.facebook

 




Perché non viene insediato il Consiglio di Amministrazione di Biblioteche di Roma? Senza CdA e con 7 milioni di euro in meno si rischia di nuovo una grande contrazione del servizio e “orari comunali” con due sole aperture pomeridiane fino alle 18 e il sabato chiuso.

biblioromaA dieci mesi dall’insediamento della Giunta Marino sarebbe necessario un pensiero chiaro sulla sorte di Biblioteche di Roma.

Il Sindaco sin dal suo insediamento ha sempre, a proposito di biblioteche, parlato della necessità di salvaguardare e rafforzare questo prezioso presidio di cultura e inclusione.

Anche nella sua visita alla Biblioteca Franco Basaglia di metà marzo ha ripetuto davanti al numeroso pubblico di cittadini utenti questa necessità tessendo le lodi dei servizi di biblioteca.

Nel 2013 e’ stata garantita l’integrità dei fondi a fronte del taglio che era intervenuto sempre di 7 milioni di euro, ma ora che siamo nel 2014 immaginiamo che si sappia che la situazione si sta ripetendo nello stesso identico modo.

In questo momento le biblioteche comunali stanno funzionando per 12mi con un bilancio (provvisorio?) di 15 milioni di euro a fronte di una necessità di 21 milioni di euro per garantire l’attuale livello di aperture, servizi e attività.

Inoltre il Consiglio di Amministrazione previsto per legge è che non ha costi ancora non viene nominato.

Perché queste incertezze?

Conosciamo le difficoltà del bilancio di Roma Capitale, ma si chiede di considerare e valorizzare il fatto, unico tra le aziende comunali, che questo servizio parzialmente esternalizzato (giuridicamente un Istituzione) ha dalla sua nascita. nel 1996, mantenuto il pareggio di bilancio.

In questo caso tagliare non significherà risparmiare su sprechi, che in questo caso non ci sono, ma ridurre pesantemente i servizi, gli orari e le attività.

Immaginiamo che il sindaco sappia che il 90 per cento delle nostre attività culturali sono a costo zero per l’amministrazione capitolina.

E sono note anche le notevoli performance di prestiti, presenza e altro, come e’ noto, d’altronde, che rispetto agli standard internazionali questi servizi sarebbero da incrementare.
Per fare questo c’è bisogno di una governance certa e stabile nel tempo (un CdA un Presidente e un Direttore) e gli stessi fondi dello scorso anno (tra l’altro già in diminuzione sugli anni precedenti).

Francamente non si capisce cosa si sta aspettando?

Serve solo buon senso e il rispetto delle norme perché il nostro sistema bibliotecario possa vivere:

  • 21 milioni di euro che sono il minimo per garantire l’attuale livello di aperture, servizi e attività per il nostro pubblico ( i cittadini romani, gli studenti, i bambini e tutti coloro che ogni giorno si rivolgono a noi).
  • Un Consiglio di Amministrazione come prevedono anche le norme di Roma Capitale (che costa zero).
  • Una Direzione non soggetta a proroghe trimestrali.
  • Una certezza di fondi per il personale comunale e Zetema.
  • Il ricambio del turn over in vista dei massicci pensionamenti.
  • Un piano pluriennale di rilancio del servizio (un cosiddetto piano industriale).

Si consideri anche che tutti i risparmi possibili sono stati prospettati e sono conosciuti dall’Assessore alla Cultura.

Perché dopo 10 mesi si aspetta ancora?

Il 31 marzo su questi temi ci sarà un incontro con l’Assessore alla Cultura Flavia Barca, il Presidente della Commissione Capitolina alla Cultura Michela De Biase e le OO.SS. e le RSU di Biblioteche di Roma.

I cittadini e il personale chiedono risposte certe, il tempo dell’attesa è scaduto si è aspettato anche troppo.

 

Ringraziamo per il comunicato stampa inviatoci
Antonio Trimarco  RSU CISL Biblioteche di Roma

Cell. 3331406341
a.trimarco@bibliotechediroma.it




Invito alla lettura. Alice Munro e Raymond Carver.

“I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s’allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono.”   Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979

Partiamo da questa provocazione di Calvino per parlare di due autori che hanno fatto del genere breve la loro scrittura.
Alice Munro è nata nel 1931 in Canada, Raymond Carver è nato invece nel 1938 negli Stati Uniti. Entrambi, pur provenendo da famiglie comuni, più umile quella di Carver, hanno sviluppato e si sono appassionati di letteratura e scrittura fino a diventare punti di riferimento importanti di un genere e di uno stile narrativo poetico e fotografico che descrive vite e persone comuni del loro tempo.
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“Il racconto è una composizione narrativa in prosa, relativamente breve. Per quanto riguarda la lunghezza, esso può essere di 1-2 pagine, definito racconto brevissimo o di una decina di pagine, per cui si parla di racconto breve; oltre la trentina si inizia a parlare di racconto lungo, o più frequentemente di un romanzo breve. Proprio a causa delle sue ridotte dimensioni, il racconto richiede un’attenta misura nei dettagli e comporta necessariamente alcune caratteristiche strutturali. Un racconto presenta un’unica trama che ruota attorno a un solo evento principale; presenta e approfondisce pochi personaggi e non sviluppa molti intrecci. Tutto questo è dato dal fatto che un racconto nasce quando si vuol narrare il verificarsi di un evento: è la fotografia di un fatto, realistico o fantasioso, che solitamente viene scritto a fini di semplice divertimento o con intenti allegorici o altro. I personaggi e lo scenario (tempo e luogo) sono ben espressi in poche righe; possono essere presenti dei dialoghi che aiutino a vivacizzare il racconto. Dopo lo svolgimento della storia si ha sempre un finale, inaspettato o meno e talvolta può essere presente il cosiddetto “finale aperto“ (di Marina Mancusi).
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Per avvicinarci a questi due autori ho scelto due racconti: Il “Cowboy della Walker Brothers” della Munro e “Perché non ballate?” di Carver.
In entrambi i racconti il protagonista è un uomo, in entrambi i racconti la storia si snoda intorno a una giornata della loro vita, una giornata sicuramente particolare.
Nel racconto della Munro l’uomo porta con sé i figli nel suo giro quotidiano da rappresentante e la figlia fa da voce narrante.
L’uomo vorrebbe che anche la moglie andasse, ma lei preferisce rimanere a casa a “riposare”.
Capiterà così (per caso?) da una vecchia amica che vive con la madre, l’amica si farà bella e metterà una musica in onore del loro incontro “fammi ballare Ben…”. La figlia è incuriosita e osserva ciò che accade, poi con il suo fratellino e il padre risalgono in macchina per tornare a casa “mio padre non mi dice di non parlare di quello che è successo ma lo so da me…”.
Nel racconto di Carver l’episodio ha invece uno spunto surreale, il protagonista decide di mettere in mostra nel proprio giardino l’arredo della propria camera da letto.
Ci sono i comodini e le lampade “…dalla parte di lui e dalla parte di lei” lui osserva il tutto bevendo un “whiskey”.
Una giovane coppia è incuriosita da quella singolare esposizione e vuole acquistare qualcosa, ma l’uomo li invita a ballare.
Ballerà lui stesso con la ragazza e “lei si sentì piena di una insopportabile felicità”.Short stories con “un che” di inquietudine che trapela dall’incedere delle parole che leggiamo, sguardi su vite accennate e incerte che fanno sentire afflati e distanze, paure, speranze, gioie e difficoltà dell’esistenza quotidiana, “… andiamo a vedere se il lago c’è ancora”.Le raccolte che contengono i due racconti proposti sono:
Alice Munro “Danza delle ombre felici” Einaudi;
Raymond Carver “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” minimum fax.
da: http://webappunti.blogspot.it/2014/03/invito-alla-lettura-alice-munro-e.html
Antonio Trimarco



Un baule pieno di gente: storia e storie di Antonio Tabucchi, a Corviale in biblioteca

Lunedì 31 marzo vi invitiamo a passare una bella serata su Antonio Tabucchi. Si inizia alle 19 presso la Biblioteca Renato Nicolini, via Marino Mazzacurati 76, Nuovo Corviale.
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Antonio Tabucchi
A due anni dalla scomparsa dello scrittore e traduttore pisano la biblioteca Renato Nicolini dedica a lui una serata, ci accompagnerà dentro la vita e l’opera di Tabucchi Dario Pontuale giovane critico e scrittore romano. La serata sarà allietata anche dalle note del musicista Alfredo Tagliavia. A seguire, ore 20.30, proiezione del film tratto dal romanzo  “Notturno Indiano”.Dario Pontuale ha collaborato con l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico ed attualmente collabora con le riviste letterarie “Aghios: quaderni di studi sveviani”, “Esperienze Letterarie”, “Soglie”, “Narrativa” e “Medioevo Letterario italiano”. Autore nel 2007 del libro “La biblioteca delle idee morte” premiato con il “Mario Soldati”, nel 2009 de “L’irreversibilità dell’uovo sodo”, entrambi edizioni Il Filo e nel 2012 “Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno” ed. Bordeaux.

Il Film
Un viaggiatore senza nome arriva a Bombay alla ricerca di un amico. Prosegue verso sud, verso Goa, passando per Madras, ma è una pista falsa. Il mistero non è nel ricercato, ma nell’investigatore: il suo è un viaggio iniziatico. Se non fosse per la conclusione ciancicata, sarebbe un film perfetto come una conchiglia chiusa in sé stessa, ma piena di echi. Il suo fascino inquietante nasce dal contrasto tra la concretezza della realtà e lo sguardo assorto e perplesso del viaggiatore, ora angosciato, ora attraversato da lampi di follia. La musica di Schubert risuona misteriosamente intonata a questo film multitonale. Adattato da un romanzo breve (1984) di Antonio Tabucchi, vinse il 1° premio al Florence Film Festival.AUTORE LETTERARIO: Antonio Tabucchi.
L’incipit del libro
Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli e un codino legato con un nastro bianco. Pensai che fosse un sikh, perché la mia guida li descriveva esattamente così. La mia guida si intitolava: India, a travel survival kit, l’avevo acquistata a Londra più per curiosità che per altro, perché forniva sull’India informazioni assai bizzarre e a prima vista superflue. Solo più tardi mi sarei accorto della sua utilità. L’uomo correva troppo forte per il mio temperamento e suonava il clacson con ferocia. Mi parve che sfiorasse i pedoni di proposito, con un sorriso indefinibile che non mi piaceva. Alla mano destra portava un guanto nero, e anche questo non mi piacque. Quando imboccò Marine Drive parve calmarsi e si allineò tranquillamente in una delle file del traffico, dalla parte del mare. Con la mano guantata indicò le palme del lungomare e l’arco del golfo. «Quello è Trobay», disse, «e davanti a noi c’è l’isola di Elephanta, ma non si vede. Sono certo che vorrà visitarla, i battelli partono ogni ora dal Gateway of India».

https://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?contentId=NEW597675&jp_pagecode=newsview.wp&ahew=contentId:jp_pagecode

 Antonio Tabucchi
Dario Pontuale – http://www.stradariopontuale.com/



Pillole di letteratura. “Perchè non ballate?” di Raymond Carver maestro di racconti

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Brevi cenni sullo scrittore

Raymond Carver  (1938-1988) è stato uno dei grandi scrittori americani del 900. Nato nello stato di Washington in una  famiglia molto umile, la madre una cameriera il padre un operaio, Raymond coltivò sin dalla tenera età una grande passione per la letteratura e per la scrittura. Come dice lui stesso forse prese questa passione dai racconti che ascoltava dal padre con grande attenzione.

Non a caso Carver era uno scrittore di racconti e un poeta, non amava scrivere romanzi, il racconto era il suo modo di interpretare l’arte dello scrivere e descrivere la vita, le vite. Per questo è considerato un maestro del racconto, un maestro di sintesi che comunque lascia intravedere storie, in parte inspiegabili, come anche nel racconto che proponiamo, dense di vissuti e di flash descrittivi che vengono proposte come fotografie il più delle volte in bianco e nero “Ai piedi del letto, una poltroncina di vimini con cuscino” a volte a colori “Una tovaglia di mussola gialla, troppo grande, un regalo, copriva il tavolo e pendeva tutto intorno”.

Ebbe due figli dal primo matrimonio e due mogli che lo sostennero molto rispetto alla sua passione per la scrittura, Maryann Burk da cui si separò nel 1977 e la poetessa Tess Gallagher con la quale rimase insieme dal 1979 fino alla fine della sua vita.

Raymond Carver morì a 50 anni al culmine della sua produzione creativa.

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Il racconto “Perchè non ballate?”

In queste brevi note vi presentiamo il suo racconto “Perchè non ballate?” che troviamo nella raccolta Principianti *

Nel racconto c’è un uomo che prende tutti i suoi mobili di casa e li porta in giardino, arriva una coppia di ragazzi che si ferma pensando che si tratti di una vendita, chiede i prezzi degli oggetti. L’uomo contratta poi li fa sedere sul divano in mezzo al giardino bevono insieme birra e whisky, poi il padrone di casa, Max, spegne il televisore e mette la musica. I ragazzi ballano un lento, là in mezzo al vialetto, poi sarà Max a ballare con la ragazza mentre i vicini li guardano.

E’ una scena onirica e surrealista, in questa realtà sognante tre estranei si incontrano in un presente sospeso pieno di inspiegabile e “insopportabile felicità”  che in particolare la ragazza vive nell’abbraccio con Max, lei sapeva che “c’era dell’altro… ma non riusciva a metterlo in parole” e “smise di parlarne”.


Incipit e video del racconto

Illustration by Ruth Gwily, based on a photograph by Bob Adelman/Corbis

Illustration by Ruth Gwily, based on a photograph by Bob Adelman/Corbis


“In cucina si riversò da bere e guardò la camera da letto sistemata sul prato davanti a casa…” video dal racconto “Perchè non ballate?”

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Qui l’anteprima dal sito Einaudi
http://www.einaudi.it/var/einaudi/contenuto/extra/978880619623PCA.pdf

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*versione originale della seconda raccolta di Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, pubblicata nel 1981…Oggi possiamo leggere finalmente i racconti nella loro ricchezza e complessità e scoprire le ragioni che rendono Carver uno dei maggiori scrittori americani del Novecento.” (da Einaudi – presentazione della raccolta).