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Sala presenta il piano periferie: annullare il divario con il centro

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Previsto un piano di investimenti complessivi da 356 milioni di euro, di cui la maggior parte, 296 per gli “ambiti strategici” e 60 per gli interventi diffusi.
Annullare il divario tra centro e periferie: è questo l’obiettivo per Milano annunciato dalla giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala, che ha presentato ieri il suo programma di governo per i prossimi quattro anni e mezzo.
Previsto un piano di investimenti complessivi da 356 milioni di euro, di cui la maggior parte, 296 milioni per gli “ambiti strategici” e 60 per gli interventi diffusi. Per la riqualificazione degli scali ferroviari dismessi gli interventi di rigenerazione partiranno dal 2019, ma nel prossimo biennio 2017-2019 la giunta punta ad inaugurare gli usi temporanei delle aree e a partire con i concorsi internazionali di progettazione. Nell’ambito delle politiche sociali, si punta ad estendere il sistema di welfare dai 24mila cittadini di oggi a 50mila entro fine mandato. Il nuovo piano infanzia è invece di 11 milioni di euro e comprende bonus tata e interventi per la socialità nei quartieri. L’anno prossimo saranno stanziati 35 milioni di euro contro le povertà, il 75% da bilancio comunale, mentre da gennaio parità anche il reddito di maternità. In cima alla lista, comunque, restano le periferie, di cui Sala sin dall’inizio del mandatosi è assunto le deleghe. Sono cinque i quartieri periferici interessati: da quello di Lorenteggio – Giambellino (117 milioni di euro, dove arriverà nei prossimi anni la nuova metropolitana “blu”, M4) al quartiere Adriano – via Padova (63 milioni), da Corvetto – Rogoredo – Porto di Mare (49 milioni) a QT8 – Gallaratese (32) fino a Niguarda – Bovisa (35). Un piano ambizioso, come hanno confermato il delegato del sindaco sulle periferie, Mirko Mazzali, e l’assessore alla Casa e Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti: “sarà il più grande intervento di riqualificazione urbana dal dopoguerra”. Gli interventi riguarderanno la manutenzione straordinaria degli edifici popolari, il recupero di circa 800 alloggi sfitti di edilizia pubblica. Sono previsti inoltre 60 milioni di euro per i cantieri a valenza sociale per le periferie, e saranno lavori che riguarderanno anche luoghi di aggregazione e socialità. I fondi per le periferie arrivano dal bilancio comunale, dal governo, dall’Europa e da Fondazione Cariplo. Resta comunque il nodo delle risorse. Tanto che sul patto per Milano siglato a metà settembre con Matteo Renzi “sono pronto a armi sentire da subito con il nuovo presidente del Consiglio” ha detto Sala a margine della presentazione del programma (ovvero i fondi promessi da Renzi per lo sviluppo della città da 1,3 miliardi, tra cui il prolungamento della metropolitana fino a Monza). “Oggi i fondi sono finanziati per poter arrivare agli studi tecnici e quindi essere in condizione di partire ­– ha spiegato il sindaco –. Nel patto poi c’è l’impegno del governo a reperire i fondi. Le metropolitane si riescono a fare nella misura in cui il governo finanzia al 60-65%, altrimenti non è possibile. Ma questo è scritto con chiarezza nel patto”. E ha poi rassicurato: “non credo ci siano rischi che il patto e sul fatto che possa diventare lettera morta con un nuovo governo. Certamente richiamerò con forza e farò sentire la voce di Milano”.

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