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Roma, a Corviale una coop di comunità: cittadini in prima linea per il territorio

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Partecipazione, cittadinanza attiva, gestione di beni comuni, solidarietà: colmare inefficienze, valorizzare risorse e vocazioni territoriali.

Lavorare sul territorio con il territorio: una produzione di beni e servizi che migliori la qualità della vita. Nasce a Roma EudeCoop, la prima cooperativa di comunità urbana con l’obiettivo di operare a favore della comunità territoriale del quadrante Corviale. È l’area più ampia intorno al Serpentone da Casetta Mattei a Parrocchietta, dal Trullo all’asse Magliana-Fiumicino. Il fine è lavorare attraverso uno sviluppo economico integrato che valorizzi le risorse e le vocazioni territoriali, integrando modelli di aggregazione e innovazione sociale per costruire risposte condivise a bisogni collettivi, producendo benessere e vantaggi per la comunità.

La nuova cooperativa di comunità verrà presentata martedì 7 febbraio a Palazzo Valentini. EudeCoop intende operare per la valorizzazione delle risorse naturali, sociali, culturali, ambientali e relazionali del territorio e della comunità in sintonia con lo sviluppo sostenibile delle attività e in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea (Green New Deal, economia circolare). Le cooperative di comunità valorizzano la centralità del capitale umano attraverso modelli organizzativi e gestionali partecipativi e coinvolgenti basati su cittadinanza attiva, sussidiarietà, gestione dei beni comuni, mutualismo, solidarietà per colmare le inefficienze del sistema gestionale del quadrante: risposta concreta a problematiche che da tempo affliggono questa realtà, enfatizzandone un’accezione negativa che ha creato un senso di inadeguatezza e vulnerabilità tra gli abitanti.

Tra i vari interventi istituzionali, è prevista la partecipazione di Giovanni Schiavone, presidente nazionale dell’associazione generale cooperative italiane (Agci). Sostiene Schiavone: «Non poteva esserci migliore soluzione per Corviale. L’insediamento di una cooperativa di comunità può generare una fertilità economica, relazionale, di presidio anche sociale, di rianimazione di nuove energie che sembravano destinate a perdersi definitivamente. Tutto questo, perché la cooperativa dio comunità è un modello di innovazione sociale dove i cittadini, i soci, sono produttori di beni, fruitori degli stessi ed erogatori verso il mondo esterno, quindi verso la propria comunità. La cooperativa di comunità assurge dunque al ruolo di attrice dell’ambito territoriale in cui opera e agisce promuovendo lo sviluppo, che deve essere orientato alla produzione di valore aggiunto e di capitale relazionale».

Marco Olivieri, presidente di Agci Lazio, saluta «con entusiasmo la nascita di EudeCoop, prima cooperativa di comunità a Roma, una comunità territoriale che anche attraverso la cooperazione punta al riscatto sociale. Un processo lungo anni, a cui ha contribuito in maniera decisiva Eugenio De Crescenzo, insostituibile vicepresidente di Agci Lazio, che ci ha lasciato prematuramente nel 2020 a causa del covid e che vogliamo ricordare nel nome stesso di un progetto per il quale s’è speso fino alla fine. Se oggi fosse qui ci ricorderebbe, rimboccandosi le mani, che è stato raggiunto solo un primo traguardo».

Osserva Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio, che «la cooperazione sociale, promuovendo innovazione, rinnova il suo ruolo storico di promozione dell’emancipazione dei settori più fragili della nostra città agendo sia sul livello economico, sia su quello sociale. È così che il mondo del Terzo Settore deve agire per migliorare, assieme agli indicatori economici, anche gli standard di democrazia partecipativa».

A guidare la nuova cooperativa di comunità sarà Tommaso Capezzone, attivo dal 2008 nella rete di Corviale domani, una delle realtà tra le protagoniste più significative del processo di riscatto sociale del territorio: «Puntiamo su tutte le opportunità che arrivano dai processi di transizione ecologica e della transizione digitale per creare sviluppo locale a partire dai 1350 ettari del parco, ancora tutto da creare, e dai 25mila metri quadri di tetto del Serpentone, il tetto più grande d’Europa, su cui impiantare la più grande comunità energetica della città».

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