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Lo stato delle nostre città: Rapporto Istat “Urbes 2015”

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Le differenze nel nostro Paese sono anche a livello urbano. E’ quanto ha cercato di evidenziare il Rapporto Urbes 2015.
Lo studio ha analizzato la situazione nelle 10 città metropolitane (Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Basi e Reggio Calabria) e in altri 15 Comuni.
Urbes 2015 mette in risalto il ruolo delle città come luogo dell’innovazione, “soprattutto rispetto ai contesti provinciali di riferimento, livelli di scolarizzazione e di reddito più elevati; una maggiore propensione alla specializzazione produttiva e alla connettività; biblioteche e musei più frequentati; una migliore conciliazione tra lavoro e impegni familiari di cui si fanno carico soprattutto le donne”.
Tra le differenze territoriali ci sono, ad esempio, più furti nelle città settentrionali e più omicidi nel meridione, al Nord abbiamo  cittadini più ricchi e longevi, mentre la qualità dell’aria è migliore al Sud, nel contempo “emergono anche casi che evidenziano dinamiche positive e potenzialità su cui investire”.
“Differenziali negativi si osservano, come era da attendersi, rispetto al reddito, alle condizioni materiali di vita e all’occupazione, ma toccano – sottolinea lo studio Urbes – anche elementi significativi in altri domini del Bes (Benessere equo e sostenibile), dalla speranza di vita ai livelli di scolarizzazione, dalla conservazione del patrimonio edilizio alla ricerca e innovazione, dalla diffusione del non profit alla dotazione e fruizione di servizi come quelli culturali o per la prima infanzia”.
Per quanto riguarda le condizioni di salute in Italia sono in continuo miglioramento. La speranza di vita alla nascita, che vede l’Italia ai primi posti anche tra i paesi europei, continua ad aumentare, raggiungendo nel 2013 84,6 anni per le femmine e 79,8 anni per i maschi. Il Mezzogiorno presenta una situazione complessivamente meno favorevole, con alcune significative eccezioni (Bari e Cagliari): la vita media è più breve, 79,2 anni per gli uomini e 83,9 per le donne, contro valori di circa 1 anno più alti al Nord. Speranza di vita più alta a Firenze, Bologna, Bari e Milano (con livelli superiori a 80 anni per i maschi e 85 per le femmine); più bassi a Napoli, Palermo e Catania (maschi sotto 79 anni e femmine sotto 84 anni).
Nel 2012, il reddito disponibile delle famiglie, ricorda lo studio, è stato pari a 17.307 euro pro capite, inferiore di circa 420 euro a quello stimato per il 2011. Un andamento simile si ha per le 3 ripartizioni geografiche. Milano presenta nel 2012 un reddito medio pro capite delle famiglie di oltre 26 mila euro e Bologna di oltre 23 mila; Catania, Napoli, Messina e Reggio Calabria non raggiungono invece i 13 mila euro. Tra le altre città UrBes soltanto Bolzano, Trieste, Parma e Forlì-Cesena superano i 21 mila euro di reddito provinciale pro capite mentre Potenza e Catanzaro oltrepassano di poco i 13 mila.
rapporto istat
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