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LA LA LAND

Ma non è un musical

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di Damien Chazelle con Ryan GoslingEmma StoneJ. K. SimmonsFinn Wittrock, John Legend, Tom Everett Scott.

Mia (Stone) è un’aspirante attrice che lavora a Los Angeles come barista presso il caffè degli studi Warner e, per due volte, si scontra con il pianista jazz Sebastian (Gosling): una volta in autostrada perché lei, intenta a studiare un copione, non si muove bloccandolo e un’altra mentre lei esce di furia dal bar per andare ad un provino e lo urta rovesciandosi addosso il caffe che lui aveva in mano. L’audizione, come mille altre, va male e le sue coinquiline (Callie Hernandez, Jessica Rothe e Sonoya Mizuno) la convincono ad andare con loro ad una tipica festa hollywoodiana. Quella falsa allegria la deprime ulteriormente e, mentre sta tornando a piedi a casa, è attirata da una musica ed entra nel locale da cui proviene. E’ Sebastian che, contravvenendo alle indicazioni di Bill (Simmons), il padrone del locale, che gli aveva intimato di suonare canzoni natalizie, si è messo ad improvvisare su di una sua composizione.   Mia fa per congratularsi ma Sebastian, che è stato appena licenziato, la ignora. Mesi dopo, Mia incontra Sebastian ad una festa dove – per sbarcare il lunario –  sta suonando in una cover band anni ’80 e, per dispetto, gli chiede di suonare il motivetto pop-punk I ran. Escono insieme dalla festa, diventano amici, lei gli racconta delle mille delusioni nella sua vita di aspirante attrice e lui le parla del suo sogno di aprire un locale dedicato al jazz, riuscendo a farla appassionare a quella musica. Sebastian, una sera invita Mia al cinema a vedere Gioventù bruciata lei accetta, ma, all’ultimo momento, il suo fidanzato Greg (Wittrock) la va a prendere per portarla a cena con suo fratello (Josh Pence) e la fidanzata (Nicole Coulon). La cena è noiosissima (i due fratelli parlano solo d’affari) e lei, lasciata bruscamente la tavola, corre al cinema, dove l’aspetta, ansioso, Sebastian; la pellicola si rompe e loro concludono la serata, ballando e baciandosi all’Osservatorio Griffith; hanno capito di amarsi. Mia, stanca di provini deludenti, decide, su suggerimento di Sebastian, di scrivere un suo monologo teatrale. Lui viene contattato da Keith (Legend), un amico musicista con il quale aveva iniziato a suonare, che gli propone di diventare il tastierista della sua band “The Messengers”. Sebastian, che aveva confidato alla sorella Laura (Rosemarie DeWitt) di essere stato tradito dall’amico, ha molte perplessità anche per la deriva pop del gruppo ma, una telefonata di Mia nella quale lei cerca di rassicurare la madre (Meagen Fay) sulle loro condizioni economiche, lo fa decidere di firmare il contratto che darà loro una stabilità. Il gruppo ha un grande successo e Sebastian inizia una lungo tour, lasciando Mia quasi sempre sola. La sera del debutto di Mia a teatro, Sebastian, costretto a sottoporsi ad un servizio fotografico con la band che il fanatico fotografo (Miles Anderson) fa andare per le lunghe, arriva a rappresentazione terminata. Mia, delusa per la sua assenza, per lo scarso pubblico e per le critiche malevole che ha sentito dal suo camerino, decide di lasciare tutto e di tornare dai genitori a Boulder City in Nevada, il paese in cui è cresciuta. Qualche giorno dopo, Sebastian riceve una telefonata della famosa casting Amy Brandt (Valerie Rae Miller), che ha assistito al monologo di Mia e la invita ad provino per un grosso film ambientato in Francia. Sebastian parte per Boulder City e convince Mia a tornare. Al provino le viene chiesto di improvvisare e lei racconta di come una zia sognatrice l’avesse ispirata a diventare un’attrice. Sebastian è sicuro del buon esito dell’audizione e la invita non lasciar cadere i suoi sogni e a cogliere l’occasione del ruolo nel film, anche se il set a Parigi e i mesi di lavorazione del film li terranno lontani. Nel salutarsi, si confessano che, comunque, si ameranno per sempre. Cinque anni più tardi, Mia è diventata un’attrice famosa, è sposata con David (Everett Scott) e madre di una bambina (Zoe Hall). Una notte, dirottando da un ingorgo, lei e il marito capitano in un locale jazz ed entrando Mia vede la scritta “Seb’s”, il nome che lei aveva suggerito a Sebastian per il suo locale. Sebastian, quando la vede tra il pubblico, suona la loro canzone, mentre Mia immagina, con tenerezza e rimpianto, come sarebbe stata la loro vita se fossero rimasti insieme. Terminata l’esibizione, Mia e Sebastian si scambiano un sorriso di intensa, prima che lei se ne vada con il marito.

Candidato a 14 premi Oscar con incassi notevoli in tutto il mondo, La La Land è il film rivelazione di questa stagione. Il trentunenne Chazelle sta bruciando le tappe: dopo un travolgente esordio con lo splendido Whiplash vincitore di 3 Oscar, rieccolo trionfare con un nuovo film incentrato sul jazz e sulla fatica della realizzazione artistica. Solo che qui la scelta è quella di costruire un musical e sin dalle prime inquadrature si parte con il numero di introduzione Another day of sun nel quale giovani aspiranti attori cantano e ballano le loro speranze e si continua con musiche tradizionali e brani scritti dal compositore-amico di Chazelle, Justin Hurwitz e dai prestigiosi parolieri di Broadway Benji Pasek e Justin Paul, culminanti in A lovely night, dichiarato (sin dalla location) omaggio al brano Dancing in the dark da Spettacolo di varietà di Vincent Minnelli. Chi però si aspettava una rivisitazione del musical ne rimarrà un po’ deluso: la forza del grande musical da Stanley Donen a Minnelli sino al coinvolgente Chicago di Rob Marshall è nella capacità della macchina da presa di danzare con i ballerini, trasportando le coreografie e i corpi in un magico universo parallelo, mentre la scelta di Chazelle è di raccontare le lacrime e il sangue (in Whiplash anche reale) della creatività. I due protagonisti, anche nella sequenza del volo sulle stelle, non fluttuano incorporei ma sentiamo, per così dire, la costruzione di ogni passo (certo anche perché  Ryan Gosling e Emma Stone non sono Ferd Astaire e Cyd Charisse) . Detto questo Chazelle si conferma un gran talento, il cast tecnico ed artistico è un’eccellenza (c’è anche un grato J.K. Simmons  – Whiplash gli ha cambiato la vita e la carriera – in un piccolissimo ruolo) e Ryan Gosling  si conferma quale miglior attore di questi anni: riesce a dare spessore interpretativo anche ai momenti di passaggio del suo personaggio: un mostro di espressività!

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