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Fotovoltaico, per alimentare l’Europa è sufficiente usare lo 0,6% del suo territorio

Secondo uno studio del Cnr una superficie inferiore allo 0.6% del territorio europeo sarebbe sufficiente per garantire con i pannelli fotovoltaici la copertura completa del fabbisogno elettrico dell’Unione Europea.
Il fotovoltaico gioca un ruolo importante all’interno della rivoluzione energetica mondiale. Ma a che punto siamo in termini di capacità produttiva, ritorno economico, affidabilità delle tecnologie e struttura dell’industria? E quali le conseguenze, sopratutto da un punto di vista di consumo di suol di una diffusione capillare degli impianti solari? E, infine, quali gli ostacoli ancora da superare?
Cerca di dare delle risposte a queste domande uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet-Cnr) e dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn-Cnr) del Consiglio nazionale delle ricerche, pubblicato da Energy Science & Engineering con il titolo “The Great Solar Boom: A Global Perspective into the Far Reaching Impact of an Unexpected Energy Revolution” (IN ALLEGATO).

Per coprire il fabbisogno elettrico europeo basta un consumo di suolo dello 0,6%
La capacità fotovoltaica installata globalmente vale 200 GigaWatt, pari al fabbisogno annuo dell’Italia e al 10% della potenza globale. Il fotovoltaico conviene perché, a seconda dei materiali utilizzati- spiega Francesco Meneguzzo dell’Ibimet-Cnr di Firenze – restituisce da 10 a 50 volte l’energia impiegata nella sua costruzione. Mentre le diffuse perplessità rispetto all’occupazione di territorio paiono superate dalla valutazione che una superficie inferiore allo 0.6% del territorio europeo sarebbe sufficiente per garantire con i pannelli fotovoltaici la copertura completa del fabbisogno elettrico dell’Unione Europea”.

Prezzi in forte calo
I vantaggi e i costi della tecnologia, evidenzia lo studio, sono chiari: l’elettricità fotovoltaica è venduta a prezzi inferiori a quella da fonti convenzionali, anche senza incentivazioni e non soltanto nei Paesi più soleggiati, ma persino in Francia che è il Paese con la maggiore penetrazione del nucleare a livello globale. La disponibilità crescente di elettricità ottenuta dalla luce solare durante le ore di punta ha fatto crollare il prezzo del kWh nei Paesi più solarizzati come Germania (dai 51 Euro/MWh del 2006 a 33 Euro/MWh del 2014) e Italia (dai 75 euro/MWh del 2006 ai 52 Euro/MWh del 2014), in cui la componente dovuta alla generazione fotovoltaica ha pesato molto più della crisi della domanda.

Ed è stata l’Italia, attraverso l’impianto installato nel 1984 nell’isola di Vulcano- sostiene Mario Pagliaro dell’Ismn-Cnr di Palermo- a mostrare al mondo come la tecnologia fotovoltaica per generazione elettrica fosse affidabile e robusta, con un modesto 6% di perdita di produzione registrato in oltre 30 anni di funzionamento.

L’ultima frontiera è quella dell’accumulo
L’ultima barriera per la sostituzione dei combustibili fossili tanto nel riscaldamento degli edifici, con le pompe di calore, quanto nel trasporto pubblico e privato delle persone attraverso tram, treni ed auto elettriche- concludono Pagliaro e Meneguzzo- è quella dell’accumulo necessario a rendere disponibile l’elettricità solare in inverno e durante la notte, in via di superamento grazie alle evoluzioni rapidissime della tecnologia e dell’industria delle batterie e delle celle a idrogeno che, in quanto a capacità e costi, ricalcano le orme dei recenti sviluppi della tecnologia e dell’industria fotovoltaica.

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The_great_solar_boom




La nuova era dell’accumulo domestico di elettricità

Chimiche avanzate a base di ioni di litio promettono una operatività più efficiente e una vita utile più lunga.

Spinto dalla crescente diffusione di impianti fotovoltaici residenziali, il mercato degli accumulatori domestici di elettricità – che fino all’inizio di quest’anno, quando Tesla ha annunciato la sua batteria Powerall, non attirava particolare interesse – sta crescendo notevolmente.

In occasione dell’evento Solar Power International, tenutosi ad Anaheim, una società di nome SimpliPhi Power ha presentato un sistema di batterie da destinare ad abitazioni e piccole imprese che offre una vita utile maggiore rispetto ad altre batterie agli ioni di litio e non richiede costosti sistemi di ventilazione e raffreddamento.

La società entra in gioco a poche settimane dall’introduzione di un altro impianto plug-and-play della Orison che, a differenza delle opzioni presentate da SimpliPhi e Powerall, non richiede elaborate installazioni o permessi per un allestimento domestico o nelle piccole imprese.

Orison ha avviato una campagna Kickstarter e si aspetta di avviare la vendita a partire dal 2016
Orison non ha ancora avviato le vendite: ha avviato una campagna Kickstarter per raccogliere preordini e si aspetta di avviare la vendita a partire dall’anno prossimo. Le sue innovazioni sono incentrate attorno ai sistemi di controllo e comunicazione delle batterie: è sufficiente connettere il sistema ad una presa a muro per permettere alle batterie di trasferire la corrente secondo lungo un flusso bidirezionale e caricarsi o trasferire corrente nel sistema domestico.

La crescente popolarità dei pannelli solari per abitazioni sta accrescendo l’interesse per batterie in grado di accumulare l’elettricità ricavata. In futuro, i residenti potrebbero beneficiare di sistemi del genere ed assumere un maggiore controllo sulle modalità e le tempistiche di ottenimento dell’energia, aiutando gli operatori a gestire la domanda durante il giorno e alleggerire il carico sui loro sistemi.

Per il momento, nonostante l’appariscente ingresso di Tesla nel mercato, batterie simili continuano a essere troppo care e ingombranti per la maggior parte dei clienti. SolarCity, il più grande fornitore solare negli Stati Uniti, ha cominciato a offrire un sistema combinato per la produzione e l’accumulo di energia elettrica con il Powerwall a partire dall’estate, ma il sistema è disponibile solamente per le abitazioni di nuova costruzione.

Prima ancora, la rivale SunEdison ha acquisito la Solar Grid Storage, una società specializzata nell’integrazione fra pannelli solari e sistemi di accumulo – anche se non è ancora certo cosa questa manovra comporterà per il mercato domestico.
Il traguardo finale, per alcuni utenti, sarà l’interruzione totale del collegamento alla rete elettrica
Il traguardo finale, per alcuni utenti, sarà l’interruzione totale del collegamento alla rete elettrica grazie a un numero sufficiente di pannelli solari e batterie per lo stoccaggio. Per la maggior parte delle persone, però, questo non accadrà troppo presto. “Il nostro mercato guarda alle persone che sono ancora legate alla rete, ma con una produzione ed un accumulo distribuiti è la rete a diventare la fonte di backup”, spiega la CEO di SimpliPhi Catherine Von Burg.

I prodotti della Orison utilizzeranno batterie a litio e manganese-cobalto provenienti da un fornitore che il CEO Eric Clifton non ha voluto divulgare. SimpliPhi, d’altro canto, sta utilizzando una chimica relativamente nuova e conosciuta come litio ferro fosfato. L’assenza di cobalto nel catodo rende queste batterie meno soggette alla scarsità di materiali (il cobalto è un materiale scarso e costoso) ed al surriscaldamento – un problema comune alle batterie agli ioni di litio, che hanno dimostrato una allarmante tendenza all’instabilità termica (un surriscaldamento incontrollato che può distruggere la batteria) o all’incendio.

Le batterie in litio ferro fosfato vengono utilizzate in un certo numero di applicazioni – la BAE Systems, ad esempio, produce autobus ibridi che ricorrono a questa tecnologia – ma non sono ancora stati ampiamente applicate nei sistemi di accumulo stazionari. Nei primi anni 2000, Stuart Lennox, CTO e fondatore di SimpliPhi, ha ottenuto la licenza per la tecnologia da parte del pioniere delle batterie John Goodenough.

Lo svantaggio con le batterie in litio ferro fosfato sta nella loro inferiore capacità volumetrica rispetto ad altre batterie a ioni di litio – intorno al 50 percento in meno rispetto al litio ossido di cobalto, stando allo scienziato Stanley Whittingham, direttore dell’Institute for Materials Research dell’Università di Binghamton. “Se disponete di un garage in cui riporle, allora si può fare”, dice. “Occuperà tutto lo spazio disponibile”.

I sistemi della Orison saranno disponibili a partire da $1.600 per due kilowatt-ora di energia (una comune abitazione americana consuma intorno a 30 kilowatt-ora di elettricità al giorno). Il Powerall parte invece da $3.000 per sette kilowatt-ora, abbastanza da tenere le luci accese per diverse ore, ma non da alimentare una intera abitazione per un giorno. SimpliPhi non ha ancora rilasciato i prezzi per i suoi sistemi. Per il momento resta ancora da scoprire se privati e piccole imprese saranno interessate a investire in questi sistemi di accumulo.

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Fotovoltaico e integrazione architettonica nel Mediterraneo

FOSTEr in MED pubblica gratuitamente le Linee guida sulle tecnologie fotovoltaiche e la loro integrazione architettonica, estetica e funzionale.

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SOLARE TERMICO FAI DA TE, CON LE BOTTIGLIE DI PLASTICA. IL VIDEO

Realizzare un sistema solare termico fai da te con delle bottiglie di plastica non e’ difficile e sembra essere la giusta soluzione per riscaldare l’acqua per fare la doccia. Guarda il video.
E’ possibile costruire un sistema solare termico fai da te? Si, riciclando le bottiglie di plastica e i cartoni del latte. José Alano, un meccanico brasiliano in pensione, ha costruito, grazie all’arte del riciclo, un sistema di riscaldamento solare dell’acqua semplice ed economico. Il prototipo di Josè è in funzione dal 2002 e da allora lui cerca di divulgare l’idea in Brasile, con conferenze e laboratori. Oggi più di 7.000 persone sfruttano il pannello solare fai da te, realizzato o il riciclo delle bottiglie di plastica.

Realizzare un sistema di solare termico con le bottiglie di plastica non è difficile. Basta munirsi di numerose bottiglie di plastiche, di tubi di gomma e collettori. Chi ha realizzato l’impianto, in Italia, afferma che basta posizionare tante bottiglie di plastica una sull’altra, facendo passare al loro interno un tubo di gomma in cui passa l’acqua fredda prelevata dal rubinetto. All’estremità di questo impianto di deve allacciare un collettore per termosifoni a 4 entrate (entra acqua calda), un’entrata (entra l’acqua fredda tramite tubo da giardino) e un’uscita (acqua calda da utilizzare per la doccia) e un pompa che permette all’acqua di circolare. Il meccanismo sembra difficile, ma in realtà è semplice, basta farsi aiutare da chi ha dimestichezza con i tubi.

Chi vuole seguire, invece, il procedimento brasiliano per la costruzione di un sistema di solare con le bottiglie di plastica può affidarsi a questo video, in cui si spiega come poter dare vita al sistema:

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Modello unico per piccoli impianti fotovoltaici sui tetti

MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Visto l’articolo 7-bis del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28,
come introdotto dall’articolo 30, comma 1, del decreto-legge 24
giugno 2014, n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 11
agosto 2014, n. 116;
Visto, in particolare, il comma 1 del predetto articolo 7-bis, con
il quale si dispone che dal 1° ottobre 2014, la comunicazione per la
realizzazione, la connessione e l’esercizio degli impianti di
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai
paragrafi 11 e 12 delle linee guida di cui al DM 19 settembre 2010
nonche’ per l’installazione e l’esercizio di unita’ di
microcogenerazione, come definite dall’articolo 2, comma 1, lettera
e), del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, viene effettuata
utilizzando un modello unico approvato dal Ministro dello sviluppo
economico, sentita l’Autorita’ per l’energia elettrica e il gas ed il
sistema idrico, che sostituisce i modelli eventualmente adottati dai
Comuni, dai gestori di rete e dal Gestore Servizi Energetici S.p.A.;
Considerato che il medesimo comma 1 stabilisce che, con riferimento
alle comunicazioni destinate al Comune di cui agli articoli 6, comma
11, e 7, commi 1, 2 e 5, del decreto legislativo n. 28 del 2011, il
modulo contiene esclusivamente:
a) i dati anagrafici del proprietario o di chi abbia titolo per
presentare la comunicazione, l’indirizzo dell’immobile e la
descrizione sommaria dell’intervento;
b) la dichiarazione del proprietario di essere in possesso della
documentazione rilasciata dal progettista circa la conformita’
dell’intervento alla regola d’arte e alle normative di settore.
Ritenuto che con il modello unico puo’ essere ottenuta una
significativa semplificazione in particolar modo per gli interventi
di realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici integrati su
edifici operanti in scambio sul posto e che non comportino un
incremento dell’impegno di potenza sulla rete;
Considerato, in particolare, che per tali tipologie di impianti e’
possibile ridurre i numerosi adempimenti attualmente previsti a due
soli passaggi verso un’unica interfaccia: la trasmissione del modello
unico e la comunicazione della fine lavori;
Considerato inoltre che, per le suddette tipologie di impianti,
l’adozione del modello unico da parte dei soggetti destinatari
risulta di piu’ immediata applicazione;
Ritenuto, quindi, di approvare un primo modello unico riferito ai
suddetti impianti, rimandando a successivi provvedimenti
l’implementazione di modelli unici per le altre casistiche piu’
complesse;
Vista la delibera nr. 172/2015/i/efr del 16 aprile 2015 con la
quale l’Autorita’ per l’energia elettrica, il gas ed il sistema
idrico, nel seguito Autorita’, ha espresso parere positivo formulando
le seguenti tre raccomandazioni:
a) la prima raccomandazione riguarda il vademecum informativo
previsto dall’articolo 5, comma 6, per il quale l’Autorita’ non
ritiene necessaria una sua preventiva approvazione;
b) la seconda raccomandazione il codice IBAN per i pagamenti del
servizio di scambio sul posto, che l’Autorita’ ritiene debba essere
inserita nella parte II del modulo, per poi essere trasmesso dal
richiedente al GSE all’atto della sottoscrizione del contratto di
scambio sul posto da effettuarsi presso il medesimo GSE;
c) la terza raccomandazione riguarda l’inserimento, fra i dati da
trasmettere alla fine lavori, della marca e del modello degli
inverter, dei sistemi di protezione d’interfaccia e degli eventuali
sistemi di accumulo presenti;
Ritenuto di accogliere integralmente le raccomandazioni sub a) e
sub c), e di accogliere parzialmente la raccomandazione sub b)
spostando nella seconda parte del modello – quella da trasmettere
alla fine dei lavori – la richiesta del codice IBAN per regolare i
rapporti con il GSE, inserendo un campo dedicato, senza prevedere,
tuttavia, un ulteriore passaggio presso il GSE; cio’ al fine di
mantenere un’unica interfaccia per il cittadino, elemento fondante
della semplificazione amministrativa introdotta dal presente decreto.

Decreta:

Art. 1

Finalita’

1. Il presente decreto disciplina la semplificazione delle
procedure per realizzare piccoli impianti fotovoltaici integrati
sugli edifici, razionalizzando altresi’ lo scambio di informazioni
fra Comuni, gestori di rete e GSE.
2. Al fine di minimizzare gli oneri a carico dei cittadini e delle
imprese, per la realizzazione, la connessione e l’esercizio degli
impianti di cui al comma 1, e’ approvato il modello unico di cui
all’allegato 1, parte integrante del presente decreto. L’allegato 1
e’ costituito da una parte I recante i dati da fornire prima
dell’inizio dei lavori e da una parte II con i dati da fornire alla
fine dei lavori.
Art. 2

Campo di applicazione

1. Decorsi 180 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto,
il modello unico e’ utilizzato per la realizzazione, la connessione e
l’esercizio degli impianti fotovoltaici aventi tutte le seguenti
caratteristiche:
a) realizzati presso clienti finali gia’ dotati di punti di
prelievo attivi in bassa tensione;
b) aventi potenza non superiore a quella gia’ disponibile in
prelievo;
c) aventi potenza nominale non superiore a 20 kW;
d) per i quali sia contestualmente richiesto l’accesso al regime
dello scambio sul posto;
e) realizzati sui tetti degli edifici con le modalita’ di cui
all’articolo 7-bis, comma 5, del decreto legislativo n. 28 del 2011;
f) assenza di ulteriori impianti di produzione sullo stesso punto
di prelievo.
Art. 3

Modalita’ di trasmissione e lavorazione delle richieste inviate con
modello unico elettrico

1. Le parti I e II del modello unico sono trasmesse dal soggetto
richiedente al gestore di rete competente solo per via informatica.
2. Nell’ambito della redazione del modello unico, il soggetto
richiedente, prima di iniziare i lavori, fornisce i dati indicati
nell’allegato 1, parte I, e, alla fine dei lavori, quelli indicati
nella parte II del medesimo allegato.
3. In fase di presentazione della parte I e per le finalita’ di cui
al comma 5, il soggetto richiedente, prende visione e accetta le
modalita’ e le condizioni contrattuali definite dal gestore di rete
per la connessione e i relativi costi nel caso di lavori semplici.
4. Il gestore di rete, entro 20 giorni lavorativi dalla ricezione
della parte I del modello unico, verifica che:
i. la domanda sia compatibile con le condizioni di cui all’articolo
2, comma 1, lettere da a) a d), dandone comunicazione al soggetto
richiedente;
ii. per l’impianto siano previsti lavori semplici per la
connessione limitati all’installazione del gruppo di misura.
5. In caso di esito positivo delle verifiche di cui al comma 4
punti i) e ii), la presentazione della parte I del modello unico
comporta l’avvio automatico dell’iter di connessione e non e’
prevista l’emissione del preventivo per la connessione. In tal caso,
il gestore informa il soggetto richiedente e provvede a:
a) inviare copia del modello unico al Comune, tramite PEC;
b) caricare i dati dell’impianto sul portale Gaudi’ di Terna;
c) inviare copia del modello al GSE;
d) addebitare al soggetto richiedente gli oneri per la connessione,
come stabilito all’articolo 4, comma 4;
e) inviare copia delle ricevute delle suddette trasmissioni al
soggetto richiedente;
f) inviare i dati dell’impianto alla Regione, tramite PEC, qualora
da questa richiesto ai sensi dell’articolo 4, comma 2.
6. Fermo restando la verifica positiva delle condizioni di cui al
comma 4, punto i), nel caso sia accertata la necessita’ di lavori
complessi per la connessione ovvero la necessita’ di lavori semplici
non limitati all’installazione del gruppo di misura, il gestore di
rete ne da’ informazione al soggetto richiedente, specificandone i
motivi e allegando il preventivo per la connessione.
7. Nei casi di cui al comma 6, ai fini della connessione alla rete,
trovano applicazione tutte le tempistiche e le modalita’ definite
dall’Autorita’ in materia di connessioni. In seguito all’accettazione
del preventivo, il gestore di rete provvede comunque alle attivita’
di cui al comma 5, lettere a), b), e d).
8. Terminati i lavori di realizzazione dell’impianto, il soggetto
richiedente trasmette al gestore di rete, la parte II del modello
unico.
9. In fase di presentazione della parte II, il soggetto
richiedente, prende visione e accetta:
a) il regolamento di esercizio;
b) il contratto per l’erogazione del servizio di scambio sul posto,
fornito dal GSE e messo a disposizione dal gestore di rete.
10. A seguito del ricevimento della parte II, il gestore di rete
provvede a:
a) inviarne copia al Comune, tramite PEC;
b) inviarne copia al GSE per la richiesta del servizio di scambio
sul posto;
c) caricare sul portale Gaudi’ l’avvenuta entrata in esercizio,
validando i dati definitivi dell’impianto;
d) addebitare l’eventuale saldo del corrispettivo di connessione di
cui all’articolo 4, comma 4, lettera c);
e) inviare copia delle ricevute delle suddette trasmissioni al
soggetto richiedente.
11. Il soggetto richiedente resta in ogni caso obbligato a mettere
a disposizione le informazioni e la documentazione eventualmente
richieste dai soggetti deputati al controllo sulla veridicita’ delle
dichiarazioni rese con il modello unico.
Art. 4

Compiti dei soggetti interessati

1. In attuazione dell’articolo 3, i gestori di rete, entro 180
giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, aggiornano i loro
portali informatici, anche per consentire l’interoperabilita’ con gli
altri soggetti interessati.
2. Fatto salvo il comma 1, il GSE, Terna, le Regioni e i Comuni
possono stipulare accordi con i gestori di rete per stabilire
protocolli semplificati e agevolare lo scambio dei dati presenti nel
modello unico. A tal fine, le Regioni che hanno attivato siti web di
interfaccia per la presentazione delle domande di autorizzazione,
possono richiedere al gestore di rete di ricevere copia delle
comunicazioni inviate al Comune per l’inserimento dei dati nei
database regionali.
3. L’installazione degli impianti fotovoltaici di cui al presente
decreto, effettuata con le modalita’ di cui all’articolo11, comma 3,
deldecreto legislativo n. 115 del 2008, su edifici non ricadenti fra
quelli di cui all’articolo136, comma 1, lettere b) e c),deldecreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, non e’ subordinata
all’acquisizione di atti amministrativi di assenso, comunque
denominati, ivi inclusa l’autorizzazione paesaggistica. Resta ferma
la facolta’ dei Comuni di procedere al controllo sulla veridicita’
delle dichiarazione rese dal proponente con le modalita’ di cui al
D.P.R. n. 445 del 2000.
4. L’Autorita’ vigila sull’attuazione del presente decreto da parte
dei gestori di rete e aggiorna i provvedimenti di competenza in
materia di accesso al sistema elettrico entro 30 giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, prevedendo, in particolare
che:
a) i soggetti richiedenti per gli impianti di cui all’articolo 3,
comma 5, per cui siano previsti lavori semplici per la connessione,
siano tenuti al pagamento di un corrispettivo unico standard
inclusivo dei costi per la connessione;
b) il corrispettivo di cui alla lettera a) sia reso noto dal
gestore di rete al soggetto richiedente nella fase di cui
all’articolo 3, comma 3;
c) il corrispettivo di cui alla lettera a) sia addebitato dal
gestore di rete al soggetto richiedente all’atto della comunicazione
di cui all’articolo 3, comma 5; nel caso di importi complessivi
superiori a 100 euro, tale corrispettivo puo’ essere addebitato, su
richiesta del richiedente, in due rate, di cui, la prima all’atto
della comunicazione di cui all’articolo 3, comma 5, e la seconda
all’atto della comunicazione di fine lavori;
d) l’importo del corrispettivo di cui alla lettera a) e le rate di
cui e’ composto siano determinati e aggiornati dall’Autorita’ in modo
da riflettere il costo medio nazionale delle relative attivita’,
riferite agli impianti ricadenti nella categoria di cui all’articolo
3, comma 5.
5. Fino all’emanazione del provvedimento di cui al comma 4, si
applica il corrispettivo di cui all’articolo 12, punto 12.1, allegato
A alla deliberazione ARG/elt 99/08 e successive modificazioni e
integrazioni, come vigente alla data di entrata in vigore del
presente decreto.
6. Il gestore di rete fornisce al soggetto richiedente, anche
tramite il proprio sito internet, un vademecum informativo che
elenchi gli adempimenti cui e’ tenuto il richiedente durante la fase
di esercizio dell’impianto e che indichi i soggetti, e i relativi
riferimenti, cui dovra’ rivolgersi per le varie evenienze che avranno
luogo nel corso della vita dell’impianto.
Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla data
di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 19 maggio 2015

Il Ministro dello sviluppo economico: Guidi




Tutti i buoni motivi per investire nel fotovoltaico residenziale

Anie Rinnovabili ha stilato un apposito elenco che evidenzia i benefici, economici ma non solo, derivanti dall’installazione di pannelli solari.

Gli incentivi del Conto energia ormai da tempo non ci sono più, ma esistono lo stesso una serie di ottimi motivi per cui un comune utente dovrebbe installare un impianto fotovoltaico nella propria abitazione. Anie Rinnovabili, associazione di categoria aderente a Confindustria, ha stilato un vero e proprio decalogo di buone ragioni.

Innanzitutto, l’investimento nel solare permette di accrescere il valore dell’immobile, perché consente di ottenere un notevole risparmio economico in bolletta, grazie alla riduzione consistente dei prelievi dalla rete. Tutto questo favorisce un miglioramento della classificazione energetica dell’edificio (A, B, C, D, ecc) che, a sua volta, porta con sé un incremento del suo valore commerciale. Insomma, un vero e proprio investimento che, inoltre, è molto più accessibile rispetto a qualche anno fa, con costi che si sono abbattuti fino al 75%. La spesa per un impianto, secondo Anie, oggi varia tra i 2.000 e i 3.000 euro per kW per quanto riguarda l’ambito residenziale, a fronte dei 20.000 euro necessari un tempo.

Senza contare che questo limitato esborso iniziale può essere abbattuto della metà grazie al sostegno pubblico: l’installazione di un impianto fotovoltaico residenziale per la produzione di energia elettrica rientra infatti nelle opere di ristrutturazione edilizia residenziale che beneficiano di uno sgravio fiscale pari al 50% delle spese sostenute. Le somme sborsate per tale intervento sono quindi deducibili per la metà dalla quota Irpef, spalmando la cifra nell’arco di 10 anni. La stima di Anie, dunque, è che l’acquisto di un classico impianto familiare da 3 kW possa essere recuperata in soli 5 anni. Insomma, pur essendo terminata l’epoca delle tariffe incentivanti, il fotovoltaico resta conveniente perché permette una riduzione notevole dei costi in bolletta.

Tra i buoni motivi che dovrebbero spingere gli italiani a investire nel solare, Anie Rinnovabili cita anche l’assenza di controlli periodici obbligatori sull’impianto. Nel caso si voglia comunque procedere ad attività di verifica del buon funzionamento la spesa è stimata in circa 100 euro l’anno. Per quanto riguarda, invece, i costi di sostituzione di quei componenti soggetti a usura, l’intervento più delicato riguarda l’inverter, il cui ricambio, comunque, avviene in media ogni 10 anni (con un costo di circa 250 euro per kW). Senza contare, poi, l’aspetto prettamente ambientale, che potrebbe ulteriormente “motivare” il consumatore: l’installazione di un impianto che produce energia pulita e rinnovabile contribuisce a ridurre lo sfruttamento di risorse naturali esauribili ed evita l’emissione di CO2. Quella del fotovoltaico poi, come ricorda Anie Rinnovabili, è stata una scelta già effettuata da moltissime persone: si stima infatti la presenza nel nostro Paese di circa 648.183 impianti installati con una potenza totale di 18.325 MW. Circa il 60% della capacità è rappresentata da impianti fino a 20 kW, ossia installazioni di taglia medio-piccola.

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Il materiale che fa crollare il prezzo del fotovoltaico

Si chiama perovskite, è una cella solare in grado di aumentare l’efficienza energetica del 50%

Depositando un nuovo materiale fotovoltaico su una convenzionale cella solare è possibile incrementarne la capacità complessiva della metà. Alcuni ricercatori della Stanford University hanno aggiunto una tipologia di materiale conosciuta come perovskite a una cella solare in silicio, avvalorando un’idea che era stata suggerita diversi anni fa per incrementare l’efficienza dell’energia solare.
I perovskiti sono materiali con una particolare struttura cristallina. Il perovskite utilizzato dal team di Stanford contiene materiali relativamente abbondanti ed economici quali l’ammoniaca, il piombo e lo iodio.
Gli scienziati dei materiali hanno cominciato a dimostrare il potenziale fotovoltaico dei perovskiti nel 2009. Da allora, diversi gruppi di ricerca hanno creato perovskiti con efficienze fotovoltaiche paragonabili a quelle di diverse celle solari in commercio oggi.

I perovskiti, però, convertono alcune parti dello spettro solare meglio del silicio, e viceversa, per cui l’impiego migliore dei perovskiti potrebbe consistere nel potenziare, piuttosto che sostituire, la maggior parte delle celle solari esistenti (vedi “I ‘perovskiti’, materiali che potrebbero far crollare il costo dell’energia solare” e e “What’s Tech is Next for the Solar Industry?”). Ora, i ricercatori di Stanford hanno dimostrato che questa idea può funzionare.
Una delle sfide principali all’abbinamento delle celle in perovskite con quelle in silicio stava nella necessità di far sì che le prime fossero trasparenti per permettere alla luce che non viene assorbita di raggiungere le celle in silicio. Le precedenti celle solari in perovskite utilizzavano un materiale opaco sul retro per raccogliere la corrente elettrica. I ricercatori di Stanford hanno sviluppato un processo produttivo che permette loro di produrre un elettrodo trasparente in nanofili di silicio.

I ricercatori hanno quindi preso una cella solare economica con un’efficienza dell’11,4 per cento e, aggiungendo la cella in perovskite, ne hanno potenziato le prestazioni fino al 17 per cento.

Prima che queste celle entrino in commercio, diversi aspetti andranno risolti. Al momento, le cellule in perovskite non durano molto a lungo, e i ricercatori stanno ancora cercando di sviluppare versioni che non utilizzano il piombo, che è tossico.

Anche il modo in cui la luce interagisce con i due materiali non è del tutto compreso. Quando il gruppo di Stanford ha aggiunto il perovskite a celle solari in silicio le cui prestazioni erano già del 17 per cento, ad esempio, l’incremento di potenza registrato è stato ben inferiore; appena uno 0,9 percento in più.
Ciononostante, i perovskiti potrebbero potenziare l’industria del solare. I ricercatori ritengono che celle solari in perovskite-silicio possano convertire il 30 per cento dell’energia solare in elettricità. Un simile incremento permetterebbe quasi di dimezzare il numero di celle solari necessarie in alcune installazioni, riducendo enormemente i costi di installazione.

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Nuova cella solare a concentrazione con un’efficienza del 45,7%

Dagli Usa una cella solare multigiunzione ideata per moduli a concentrazione che, grazie a uno strato aggiuntivo assorbente, riesce a catturare porzioni più ampie dello spettro solare

Il centro di ricerca statunitense National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’energia statunitense (DOE) ha annunciato di aver ottenuto un’efficienza di conversione del 45,7% per una cella solare a concentrazione a quadrupla giunzione. Secondo quanto comunicato dal NREL, tale risultato rappresenta una delle efficienze più alte mai raggiunte per qualsiasi tipo di cella solare.

Strato assorbente aggiuntivo di alta qualità
La nuova cella solare, progettata per funzionare in un sistema fotovoltaico a concentrazione (CPV) riesce a raggiungere un fattore di concentrazione di 1000 soli in totale, migliora notevolmente i precedenti standard, grazie a uno strato assorbente aggiuntivo di alta qualità.
Le celle solari multigiunzione sono una tecnologia molto promettente perché riescono a catturare porzioni più ampie dello spettro solare rispetto a quelle tradizionali. La combinazione di materiali caratterizzati da un ‘band gap’ (conosciuta anche come ‘energia proibita’) ottimale è fondamentlae per ottenere l’alta efficienza. La sfida sarà quella di  mantenere l’alta qualità dei materiali, integrandoli in una cella complessa capace di una fotoconversione efficiente.

La caratteristica di questo dispositivo multigiunzione è l’altissima qualità delle sub-celle reticolari non corrispondenti, ha dichiarato Ryan France, scienziato del NREL  e progettista della cella solare. I materiali reticolari corrispondenti richiedono l’introduzione di alcuni elementi nel dispositivo, chiamati ‘dislocazioni’ che possono drasticamente ostacolarne le prestazioni.

Il NREL è riuscito a controllare e limitare queste dislocazioni nelle zone inattive del dispositivo, consentendo anche ai materiali altamente non corrispondenti di essere utilizzati in una cella multigiunzione. La massima efficienza della cella, pari al 45,7% è stata misurata con uno spettro AM 1,5 a una concentrazione di 234 soli. Secondo gli sviluppatori la tecnologia è però in grado di raggiungere il 45,2% di efficienza anche con una concentrazione di 700 soli.

Risultati convalidanti dal laboratorio NREL, si attende la verifica esterna

Il laboratorio di misurazioni cellulari del NREL ne ha convalidato l’efficienza. In particolare, le misure ad elevata concentrazione sono state verificate con simulatore flash (T-HIPPS), in grado di controllare in modo accurato lo spettro di luce concentrata e di garantire che ciascuna giunzione del dispositivo riceva una quantità di luce rappresentativa dello spettro solare, riducendo notevolemente gli errori nella misurazione. La cella è stata inviata ad un laboratorio esterno accreditato per testarne la validità e per una conferma dei risultati ottenuti.

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Efficienza energetica: nuovo decreto del governo Renzi

energiaIl consiglio dei ministri ha varato un provvedimento che completa la strategia energetica nazionale in tema di efficienza energetica. Previsto, tra le altre cose, un fondo da 800 milioni di euro per l’edilizia pubblica

Lo schema del decreto approvato oggi introduce un set di nuove misure finalizzate a promuovere l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione centrale, nell’edilizia pubblica e privata, nei processi produttivi, nei sistemi di produzione, trasmissione e distribuzione di energia e nel settore domestico, per conseguire l’obiettivo di riduzione dei consumi di energia al 2020 già fissato dalla Strategia energetica nazionale.

“La sfida dell’efficienza energetica – ha sottolineato il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti – può rappresentare un volano per la ripartenza del Paese, perché innescherà lavoro e quindi sviluppo sia nel pubblico che nel privato nell’ambito della Green Economy. Otterremo così, in prospettiva, un rilevante risparmio sia ambientale, in termini di minori emissioni di gas serra e polveri sottili, che economico grazie al minore consumo di energia. – Se pensiamo che il consumo degli edifici pubblici è pari al 18% di quello generale dello Stato, si comprende come acquisisca assoluto rilievo già il solo obiettivo di ‘ambientalizzazione’ del nostro patrimonio pubblico immobiliare”.

Più in dettaglio, il decreto prevede:
– interventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della pubblica amministrazione;
– la previsione dell’obbligo per le grandi imprese e le imprese energivore di eseguire diagnosi di efficienza energetica;
– l’istituzione di un Fondo nazionale per l’efficienza energetica per la concessione di garanzie o l’erogazione di finanziamenti, al fine di favorire interventi di riqualificazione energetica della PA, l’efficienza energetica negli edifici residenziali e popolari e la riduzione dei consumi di energia nell’industria e nei servizi.

“Consumare meno e meglio: un’economia più efficiente sotto il profilo energetico è la chiave di volta per rilanciare la crescita economica e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro connessi alla diffusione di soluzioni tecnologiche innovative – ha commentato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.- Il Governo mette a disposizione quasi 800 milioni di euro dal 2014 al 2020 per promuovere l’efficienza energetica. Sono inoltre previste – conclude il Ministro – iniziative che mirano ad accrescere la consapevolezza dei consumi energetici tra le famiglie”.

Sul decreto saranno acquisiti i pareri delle competenti commissioni parlamentari.

(da ecodellecitta.it)




Il più grande ponte solare del mondo inaugura a Londra

ponte tamigi apre4.400 pannelli fotovoltaici che forniscono la metà dell’energia necessaria per la stazione ferroviaria di Blackfriars

La stazione ferroviaria di Blackfriars, nel centro di Londra, trae metà della sua energia da 4.400 pannelli solari installati sul tetto.

Dopo quasi cinque anni di lavoro, Network Rail (l’Ente ufficiale delle ferrovie inglesi) ha inaugurato qualche giorno fa quello che è già stato a più voci definito “il più grande ponte a energia solare del mondo”, il Blackfriars Bridge che attraversa il fiume Tamigi.

TAGLIARE 511 TONNELLATE ALL’ANNO DI EMISSIONI INQUINANTI. Nell’ambito di un progetto condotto in collaborazione con la società di impianti solari Solarcentury, il tetto del ponte è stato rivestito con 4.400 pannelli fotovoltaici.
First Capital Connect, gruppo che gestisce di Blackfriars, ha fatto sapere che ci si aspetta che i pannelli arrivino a tagliare le emissioni di carbonio della stazione di circa 511 tonnellate l’anno.

PUNTO DI RIFERIMENTO ICONICO. “I treni elettrici sono già la forma più verde di trasporto pubblico: ora, con questo tetto, forniamo ai nostri passeggeri un viaggio ancora più sostenibile,” ha commentato David Statham, amministratore delegato di First Capital Connect. “Il tetto ha anche trasformato la nostra stazione in un punto di riferimento iconico visibile per chilometri lungo il Tamigi.”

UN PROGETTO SOLARE CHE SI SPERA SARÀ DA ISPIRAZIONE. Il progetto è stato uno dei più complessi feffettuati fino ad oggi per l’azienda Solarcentury, che ha installato i pannelli in una serie di fasi successive nel corso degli ultimi due anni, fermandosi durante i Giochi Olimpici del 2012. Un progetto complesso che si spera possa essere da esempio, ispirando altre infrastrutture del genere e non solo a Londra (da anni impegnata per diventare una città modello per sostenibilità).

“Il fatto che un’istituzione storica come Network Rail abbia investito fondi nel progetto è un grande segno per l’industria solare” ha commentat Statham di First Capital Connect.

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