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Patrimonio comunale, superbonus 110% e periferie: toccherà al prossimo Sindaco riprenderlo per i capelli

La Regione Lazio attraverso l’ATER da mesi ha messo in cantiere l’utilizzo del Superbonus 110%  per riqualificare 36 ambiti territoriali in cui vivono oltre 40 mila abitanti considerati periferici e con complesse diversità sociali. Ad oggi è l’intervento più imponente a livello nazionale per quanto riguarda l’abitare sociale.

Molti di questi interventi sono in località  in cui coesistono palazzine ATER e palazzine comunali: Ostia, Tufello, Torre Maura, Spinaceto, Valmelaina, San Paolo, Torbellamonaca, San Basilio, Serpentara, Tormarancia.

Ad oggi il Comune di Roma su questa opportunità che consentirebbe di riqualificare diverse periferie della nostra città non ha  messo in campo nessuna iniziativa concreta per ridare dignità e risposte ai cittadini che ci vivono.

Eppure il Superbonus 110% è in campo da oltre un anno, tempo in cui si doveva programmare una semplificazione delle procedure ben sapendo che la struttura amministrativa del Comune è  incapace di mettere in campo una operazione così importante. Nemmeno la mozione approvata dall’Assemblea Capitolina il 4 maggio u.s. ha avuto i dovuti riscontri.

Ora siamo all’emergenza ed è ora di prendere di petto il problema. Lo dovrà fare il prossimo Sindaco a cui consigliamo di assumere presso di sè il coordinamento dei  dipartimenti che si contendono le competenze oltre che mettere sulla graticola il ministro Brunetta per farsi assegnare nuove assunzioni. La verità è che siamo  in una follia burocratica in cui  l’Ufficio Condoni e l’Archivio Storico sono l’esempio più lampanti.  L’Archivio Storico situato in un capannone nel Comune di Pomezia ancora in fase di eterna digitalizzazione e l’Ufficio Condoni con circa 60 mila pratiche del condono 1985  bloccate. A queste si aggiungono quelle dei due condoni successivi e   del Superbonus 110%.

Questo stallo crea una visibile  disparità  tra le abitazioni Ater e quelle comunali spesso contigue. Una situazione inconcepibile.

Bastava guardare fuori dal Raccordo Anulare per trovare soluzioni già in atto in altre città italiane. Noi ci permettiamo di consigliare di guardare la soluzione applicata dal Comune di Milano.

Eppure non  mancano nello sterminato parterre delle società capitoline – vedi Aequa Roma o Risorse per Roma – chi potrebbe assumere il ruolo di gestore delle richieste come sta facendo Ater per la Regione Lazio.

A tutt’oggi tutte le sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Una “patata bollente” lasciata in eredità al Sindaco che verrà. I tempi sono stati allungati dal governo.

Speranzosi chiudiamo con gli  Auguri al prossimo Sindaco.