1

Seminari – La riforma degli appalti di servizi

L’Osservatorio sul Non Profit e il Dipartimento di Diritto ed Economia delle Attività Produttive propongono un ciclo di seminari di studio e approfondimento su temi di attualità ed impatto per lo sviluppo del Terzo Settore:

La riforma degli appalti pubblici. Opportunità per il Terzo Settore e criticità sistemiche

 ■ Misurazione e valutazione degli impatti economici e sociali del Terzo Settore

 ■ Accesso al credito del Terzo Settore. Criticità attuali e prospettive future

Leggi il Programma

13715_locandina

 

Fonte : sofiaonline.it apri l’articolo originale



La nave della buona scuola e gli scogli nostrani

Oggi è stata varata la nave della “buona scuola” una bianca nave elegante piena di tante promesse: 100.000 o 150.000 posti di lavoro stabili (non si è capito), un po’ di sano dirigismo, e tanta innovazione: smart life, coworking, transition town, internet of things, ma, l’insieme di queste novità non riescono a sconvolgere la nostra abituale, tranquilla banalità dell’innefficenza.
Ascoltare, capire, programmare, sembra perdersi all’orizzonte e così ci ritroviamo dentro un bel giallo scolastico. Ecco la nostra storia.
Come saprete noi abbiamo una scuola d’avanguardia che tutti include, nessuno discrimina, e su questo assunto si è realizzata l’integrazione scolastica della disabilità. Fino a poco tempo fa se ne occupava la Provincia di Roma per gli Istituti Superiori, ottimamente guidata dall’ex Assessore Claudio Cecchini che in due successivi mandati ha promosso reti scolastiche, percorsi innovativi, linee guida e tanto altro condiviso tra l’organizzazione amministrativa provinciale, le Scuole e il Terzo Settore. È sempre mancata la certezza dei fondi e la definizione operativa da parte della Regione, compresa la figura professionale dell’Assistente ma c’era una linea e una guida. Ora la Provincia è EX, la Città Metropolitana di Roma deve ancora esserci e 3.500 famiglie con figli disabili rimangono al palo, nessuno dice cosa succederà.

Sembra che l’EX Provincia non abbia le risorse, il Governo taglia gli Enti Locali esistenti figurarsi quelli che devono scomparire, la Regione nicchia e l’Anno Scolastico si chiude con una suspense: sembra che i fondi ci siano fino al 31 dicembre ma come sappiamo l’anno scolastico è un pò più lungo; ed ecco quali sono i nostri scogli. La buona scuola rischia il naufragio.

Forse non è evidente ai più ma una famiglia con un figlio disabile è un organismo molto fragile in cui si combatte quotidianamente con una tenacia che sa di coraggio estremo per avere qualche certezza, piccolo spazi di assistenza, pause di relazioni, palestre di espressività, una educazione sentimentale e tante altre cose, insomma amore, accudimento e rispetto delle individualità.

Come è possibile che ciò avvenga senza una collaborazione collettiva? Come è possibile non sentirsi coinvolti nelle responsabilità dei singoli e delle Istituzioni? Come è possibile che tutto ciò si svolga in modo informale, senza certezza, senza una comunicazione capillare ad una utenza così sensibile?

A tutto ciò c’è da aggiungere un dato: un buon servizio sociale oltre alla corretta analisi dei bisogni e al contesto, si basa sulla qualità degli Operatori Sociali, che, sembrerà strano, ma investono emotività e intelligenza nel costruire queste reti di relazioni. La tranquillità del lavoro e una giusta remunerazione sono elementi importanti in questi percorsi. Bene, le Cooperative Sociali che coprono questo servizio, chiamato convenzionalmente “scolastica”, stanno stabilizzando tutti i contratti scommettendo sullo sviluppo del welfare, anche tramite formazioni mirate. Non è così semplice stabilizzare 1.000 Assistenti a tempo indeterminato partendo dalla condizione che la “scolastica” offre sette, otto mesi di lavoro effettivo! Serve un cambiamento importante nella organizzazione dell’impresa e una grande dose di fiducia.

Ecco, come vedete – navighiamo a vista – non è il solo esempio ma credo che meriti una attenzione speciale come le vite speciali che contiene.

Eugenio de Crescenzo

 

Fonte : tiresiapress.it apri l’articolo originale



Horizon 2020: 15 bandi aperti per l’innovazione sociale

Presentate a dicembre, nell’ambito del pilastro “Sfide nella Società” del Programma Horizon 2020, sono quindici le forme di finanziamento diretto che vi segnaliamo come un’opportunità da non perdere per città, centri di ricerca, università ma anche attori privati come imprese, associazioni e cooperative sociali . I bandi finanziano quasi totalmente gli interventi, ma richiedono un elevato livello di innovatività nelle azioni proposte: alcuni infatti sono destinati a finanziare anche solo cinque o sei progetti.

E’ richiesta una forte capacità sia progettuale che di gestione agli enti che intendono partecipare con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative ed efficaci in collaborazione con i partner europei.

Di seguito le quindici opportunità finanziarie più interessanti, i cui termini scadono tra aprile e maggio:

Le città che cambiano tra partecipazione e innovazione sociale

1. Strengthening the knowledge and capacities of local authorities MG-5.4-2015
Scadenza: 23/04/2015
Il bando finanzia proposte progettuali dai 2 ai 4 milioni di euro e punta a creare un impatto maggiore soprattutto nelle regioni dove il tema dei trasporti urbani puliti non è ancora centrale per l’economia locale.
Le proposte dovranno focalizzarsi su due ambiti principali: tecniche e strumenti utili per la preparazione di Piani per la mobilità urbana sostenibile, capaci di integrarsi con il resto delle politiche urbane attraverso il coinvolgimento dei cittadini e dell’intera amministrazione locale, e pianificazione e della realizzazione di misure innovative in materia di mobilità sostenibile, con particolare attenzione alla loro sostenibilità finanziaria e alla creazione di modelli innovativi di business.

2. ICT-enabled open government INSO-1-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando si focalizza sulla creazione di nuovi servizi a partire dall’utilizzo di tecnologie innovative per favorire l’open government e la partecipazione dei cittadini al governo del territorio.
Attraverso la creazione di reti fra città e stakeholder già attivi in questo campo, saranno individuati sistemi e applicazioni utili per rafforzare la trasparenza dei processi decisionali. Il bando finanzierà inoltre la creazione di servizi innovativi, personalizzati e accessibili attraverso piattaforme mobili e l’utilizzo di open data.
Saranno quindi finanziati progetti fra uno e tre milioni di euro, nell’ambito dei quali sarà necessario indicare l’impatto socio-economico sul territorio da raggiungere attraverso una semplificazione burocratica e l’introduzione di nuovi servizi e applicazioni tecnologiche.

3. Social innovation Community INSO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di un terreno comune fra esperti settoriali e la definizione di figure (come i “facilitatori locali”) e strategie per la diffusione di ricerche e innovazione sul piano locale figura tra le azioni principali del bando che finanzia progetti fino a tre milioni di euro.
Il bando punta quindi a favorire la replicabilità su scala più ampia di iniziative urbane di innovazione sociale, contribuendo così in pratica a chiarire tale formula favorendo al contempo una nuova spinta alla crescita dei territori.

Le città tra efficienza energetica e sostenibilità finanziaria

4. Project development assistance for innovative bankable and aggregated sustainable energy investment schemes and projects EE-20-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando finanzia azioni di studio e assistenza tecnica per favorire la realizzazione di grandi investimenti locali nel campo dell’efficienza energetica. Decisivo il coinvolgimento di una pluralità di attori, dalle città alle imprese, per la definizione di interventi su vasta scala che saranno testati grazie al finanziamento del bando.
Il bando finanzia interventi da 500 mila a due milioni di euro, a condizione che per ogni milione di euro ottenuto da Horizon 2020 sia possibile sostenere mobilità di investimenti almeno per 15 milioni.

5. Demand response in blocks of buildings EE-06-2015
Scadenza: 4/06/2015
L’attivazione di sistemi di gestione energetica intelligente nei quartieri urbani è il tema del bando che finanzia soluzioni innovative e in linea con smart grid e standard che emergono dalla direttiva europea del 2012 sull’efficienza energetica.
I progetti finanziati andranno da un minimo di tre a un massimo di cinque milioni di euro.

6. New ICT-based solutions for energy efficiency EE-11-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il coinvolgimento dei cittadini verso un cambiamento delle abitudini in materia di consumo energetico rappresenta la sfida che le azioni finanziate dal bando intendono cogliere attraverso lo sviluppo e la diffusione di applicazioni per smartphone e tablet. Il bando finanzia soluzioni che uniscono l’uso delle nuove tecnologie al rilevamento di informazioni sui consumi energetici dei cittadini, ricavabili sia dai contatori intelligenti che persino dai social network.
Gli interventi promossi dal bando, che finanzia progetti tra 1,5 e 2 milioni di euro, saranno testati in edifici di interesse pubblico e in spazi di social housing.

7. Technology for district heating and cooling EE-13-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando punta all’integrazione tra fonti differenti di energia con particolare attenzione alle energie rinnovabili. Oltre a promuovere una maggiore efficienza nelle tecniche di realizzazione di tali sistemi, il bando finanzia l’ottimizzazione delle soluzioni strategiche e di controllo per ridurre gli sprechi e migliorare le modalità di consumo energetico.
Attraverso i nuovi progetti, finanziati dal bando con stanziamenti tra 1,5 e 2 milioni di euro, si punta a ridurre il consumo energetico per tali operazioni dal 30 al 50% rispetto ai livelli attuali.

Le nuove soluzioni per le smart city

8. Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through lighthouse (large scale demonstration – first of the kind) projects SCC-01-2015
Scadenza: 5/05/2015
L’integrazione tra sistemi innovativi di teleriscaldamento e teleraffreddamento con le più ampie strategie di innovazione urbana per la smart city è il tema del bando che finanzia progetti pilota in partenariati contenenti almeno tre città. A tali contesti urbani, già dotati di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia si affiancheranno due o tre città “follower” (una per ogni paese coinvolta) che intendono replicare le attività sperimentali messe in piedi dalle città-guida.
Il bando finanzia quindi progetti su vasta scala, dai 18 ai 25 milioni di euro, suddivisi in rimborso dei costi ammissibili e costi unità per metro quadro calcolati direttamente negli edifici dove saranno testate le soluzioni elaborate dai progetti.

9. Development of system standards for smart cities and communities solutions SCC-03-2015
Scadenza: 5/05/2015
La definizione di tecnologie e sistemi standard per l’innovazione urbana rappresenta l’obiettivo del bando che favorisce l’identificazione di soluzioni tecnologiche adattabili a diversi contesti economici e sociali. Allo stesso tempo sarà assicurata una rilevazione uniforme di set di dati attraverso standard comuni e misurazioni dei risultati, in stretto coordinamento con gli esiti dei bandi su Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through light house projects
Ogni progetto sarà finanziato da 500mila a un milione di euro e costituirà un deciso avanzamento verso un quadro europeo in materia di smart cities and smart communities.

Le città fra ricerca e innovazione

10. Innovation ecosystems of digital cultural assets REFLECTIVE-6-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di ecosistemi locali di innovazione basati sulle risorse digitali che consentono l’accesso ai beni culturali è il tema promosso dal bando, che introduce nuove modalità di comprensione e produzione di conoscenza in Europa.
I progetti, finanziati dai due ai quattro milioni di euro ciascuno, favoriranno la creazione di nuove reti tra studiosi, professionisti dell’ICT e operatori culturali.

11. Topic: The young as a driver of social change YOUNG-4-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il ruolo dei giovani come agenti di innovazione e cambiamento sociale nell’organizzazione degli spazi urbani e, più in generale, della vita economica e sociale dei territorio è al centro del bando che finanzia azioni di ricerca capaci di porsi alla base di una nuova tipologia di politiche pubbliche in favore dei giovani. Il bando finanzia progetti che vanno da 1,5 a 2,5 milioni di euro.

12. Topic: Meeting new societal needs by using emerging technologies in the public sector EURO 6 – 2015
Scadenza: 28/05/2015
L’applicazione delle nuove tecnologie per un miglioramento del settore pubblico, capace di coniugare partecipazione, efficienza e riduzione dei costi, è il tema affrontato dal bando. I progetti, finanziati dal bando dai 2 ai 5 milioni di euro, studieranno l’impatto sulle pubbliche amministrazioni dell’utilizzo di innovazioni come il web 3.0, l’internet delle cose, open data e interoperabilità semantica.

13. European cohesion, regional and urban policies and the perceptions of Europe REFLECTIVE-3-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando finanzia studi e ricerche comparative sull’applicazione delle politiche di coesione europee, le differenze storiche, culturali e amministrative tra le regioni e il contributo delle politiche regionali per favorire l’integrazione delle società europee. Principali destinatari del bando, che finanzia progetti da 1,5 a 2,5 milioni di euro, sono centri di ricerca, università, associazioni e autorità pubbliche.

14. The cultural heritage of war in contemporary Europe REFLECTIVE-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Esplorare l’eredità culturale della Guerra nell’Europa contemporanea attraverso un’azione di ricerca multidisciplinare e comparativa è quanto intende favorire il bando, che si concentra sulla mappatura di esperienze legate all’impatto sui territori dei diversi conflitti avvenuti negli ultimi secoli in Europa.
I progetti, finanziati da 1,5 a 2,5 milioni di euro, approfondiranno il ruolo dei conflitti nella creazione delle identità nazionali e locali.

15. ERA-NET on Smart Urban Futures EURO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Sostenere la creazione di città più sostenibili e inclusive a partire da un’azione di ricerca che individui elementi di forza e di debolezza dei processi di sviluppo urbano è l’obiettivo del bando che finanzia studi comparativi su esperienze realizzate in città e regioni europee. Il bando selezionerà una sola fra le idee progettuali presentate, fino ad un massimo di cinque milioni di euro.

link all’articolo




Internet delle cose, un mercato da 1700 mld di dollari al 2019

Business Insider: l’Internet of Things diverrà in 4 anni il più grande mercato al mondo, grazie agli usi governativi e domestici (smart home). La sfida è migliorare la sicurezza dei device

Da diversi anni a questa parte innovazione fa rima con interconnessione. E il futuro andrà sempre più in questa direzione. Il mercato del cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT) sta crescendo in modo esponenziale, trainato dallo sviluppo tecnologico ma sopratutto da una sempre maggiore consapevolezza, di consumatori e aziende, dei vantaggi ottenibili dalla connettività diffusa.
Secondo un recente report di BI Intelligence, servizio di ricerca di Business Insider, l’Internet delle cose sarà il più grande mercato al mondo, il cui valore entro il 2019 sarà più del doppio di quello generato da smartphone, pc, tablet, automobili connesse e tecnologie indossabili. Parliamo di un valore di circa 1700 mld di dollari, che includerà  hardware, software, costi di installazione, servizi di gestione.

La smart home farà da traino al mercato IoT

Il numero degli oggetti connessi venduti sarà di 6,7 miliardi nel 2019 con un tasso annuo di crescita del 61%. Le entrate generate dalla vendita dell’hardware sarà pari ad appena l’8% delle entrate totali generate dall’IoT. A guidare lo sviluppo della tecnologia sarà il settore del business, che attualmente detiene una quota di mercato del 46%, ma nei prossimi anni cresceranno notevolmente gli utilizzi in campo governativo (destinato entro il 2019 a diventare il mercato leader, quello con più dispositivi connessi) e domestico, dove lo scenario di smart home diventa di anno in anno sempre più reale.

Il problema della sicurezza
Se i vantaggi più evidenti dello sviluppo dell’IoT sono legati all’efficienza, alla facilità di utilizzo dei dispositivi e a un abbattimento dei costi, i maggiori limiti sono legati alla sicurezza (leggi). Perché ‘mettere in rete’ alcuni dati personali e sensibili significa anche renderli vulnerabili ad attacchi esterni.
L’industria sta infatti concentrando i propri sforzi, conclude lo studio, su due fronti: quello del miglioramento della sicurezza dei device e quello di una maggiore standardizzazione e compatibilità dei sistemi.

link all’articolo




SVILUPPO GREEN ECONOMY: LA NOTA DI LETTURA DEL SENATO

Il Servizio Studi del Senato della Repubblica ha pubblicato la nota di lettura riguardante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Il documento, già approvato dalla Camera dei Deputati, è articolato in XI capi, ognuno dei quali affronta uno specifico settore della green economy. Una riflessione particolare la merita il Capo IV, che si interessa di green public procurement. L’articolo 10, recante disposizioni per agevolare il ricorso agli appalti verdi, interviene sulla disciplina delle garanzie a corredo dell’offerta nei contratti pubblici, di cui all’art. 75 del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, al fine di prevedere la riduzione del 30% dell’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema di ecogestione e audit EMASo e una riduzione del 20% per quelli con certificazione ambientale ai sensi della norma tecnica UNI EN ISO 14001, nonché per gli operatori in possesso del marchio di qualità ecologica dell’Unione europea Ecolabel, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50 per cento del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture l’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, è ridotto del 15 per cento per gli operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o Carbon footprint di prodotto ai sensi della norma UNI EN ISO/TS 14067. All’articolo 12, invece, vengono identificati i criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi. La norma, modificata dalla Camera dei deputati, disciplina con l’introduzione dell’articolo 68-bis nel Codice dei contratti l’applicazione dei “criteri ambientali minimi” (CAM) negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi nell’ambito delle categorie previste dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PANGPP). In particolare, la norma prevede l’obbligo per le amministrazioni pubbliche, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali attraverso l’inserimento, nei documenti di gara relativi ai predetti appalti e affidamenti, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali adottati in attuazione del PANGPP. L’articolo 13, infine, presenta una ulteriore specificazione rispetto a quanto stabilito dall’articolo precedente perchè reca ulteriori disposizioni volte all’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) nei contratti pubblici. Nello specifico, il comma 1 e 1-bis integrano le competenze dell’Osservatorio dei contratti pubblici assegnando all’Osservatorio il monitoraggio dell’applicazione dei criteri ambientali minimi disciplinati nei relativi decreti ministeriali e del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione (PANGPP), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il comma 2, modificando l’articolo 64, comma 4-bis,del Codice dei contratti pubblici, prevede che i bandi-tipo, sulla base dei quali sono predisposti i bandi da parte delle stazioni appaltanti, devono contenere indicazioni per l’integrazione dei criteri ambientali minimi. Il comma 3, nel modificare l’articolo 83, comma 1, lettera e), del Codice dei contratti pubblici, integra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente alle caratteristiche ambientali e al contenimento dei consumi energetici e delle risorse ambientali, specificando che tali criteri devono riferirsi anche al servizio, e non solo al lavoro e al prodotto, e che, quanto al prodotto, occorre tenere conto anche delle “specifiche tecniche premianti” previste dai criteri ambientali minimi.

link all’articolo

dossier-senato




Il lavoro «alla spina». Modernità e opportunità

La copertina con cui l’Economist ha inaugurato il 2015 non passa inosservata: un rubinetto dal quale esce un getto di lavoratori autonomi (dai tassisti, agli addetti alle pulizie, ai manutentori) e di liberi professionisti (dai consulenti di direzione ai medici, passando per avvocati e commercialisti), disponibili su chiamata a prestare la loro opera per fare ciò che serve, quando serve e finché ce n’è bisogno.

Ad aprire il rubinetto, ci pensa una nuova generazione di imprese, con le competenze per intercettare la domanda di servizi di ogni tipo e per soddisfarla con una rete capillare di freelance qualificati, attivata e coordinata dalla potenza di connessione delle app per smartphone.

Si chiama «on-demand economy», sta ridefinendo il funzionamento dell’economia dei servizi in tutto il mondo e, con lo sbarco di Uber a Padova, ha fatto breccia anche in Veneto. Tutto fa pensare che siamo di fronte all’ennesimo fenomeno dirompente per il lavoro. Per i prestatori di servizi sarà come esternalizzare la funzione commerciale.

I più giovani ne trarranno vantaggio: entrano subito nel network di un operatore specializzato, aumentano la probabilità di incrociare richieste di servizi coerenti con le loro competenze ancora acerbe e così fanno rapidamente esperienza.
Per i lavoratori autonomi e i professionisti più anziani, esposti al rischio di essere messi fuori mercato dall’età e dalle innovazioni, l’accesso al portafoglio clienti dell’intermediario è la via più semplice per raggiungere l’età della pensione.

Per quelli che si rifiuteranno di lavorare «alle dipendenze di un’anonima app» per rimanere ostinatamente indipendenti, la via maestra è differenziare il portafoglio di servizi con soluzioni più qualificate o più economiche della concorrenza: qualunque sarà la modalità scelta, i clienti ringrazieranno.

A dirla tutta, esiste anche un’altra strada da esplorare: mettersi nella scia della «on-demand economy» e avviare forme di imprenditorialità collaborativa, con l’obiettivo di condividere la funzione commerciale invece di affidarla ad altri e perderla per sempre.

In Veneto, esistono già esperienze positive di network territoriali di esperti e professionisti. Queste reti saranno tanto più competitive quanto prima faranno propri i nuovi modelli di gestione e di coordinamento.
Non si tratta di scimmiottare i grandi operatori emergenti, ma di individuare con cura i leader a cui ispirarsi e poi scegliere le pratiche da imitare (e da adattare). È una strategia nobile: copiare da uno è plagio, ma copiare da tanti è ricerca.

link all’articolo




Bandi europei, qui tutta l’informazione

Un clic e tutti i bandi europei sono sotto gli occhi. Puntando il mouse sul banner News dall’Europa, qui sulla nostra home page a destra (il Colosseo con la bandiera europea sullo sfondo), si accede a un nuovo servizio informativo di TECLA (l’associazione degli enti locali per la cooperazione territoriale), cui Roma Capitale aderisce: un sito con le novità del settore, lo scadenzario dei bandi, rassegna stampa, tg web sulle attività dell’Unione e notizie specifiche.

In questo modo i cittadini – e anche i Municipi, che dai fondi comunitari possono trarre grandi opportunità – hanno a disposizione una vera e propria “bussola” europea.

Il Campidoglio ha stimolato la partnership con TECLA nel quadro di una speciale attenzione all’Europa. Attenzione testimoniata – sottolinea l’assessore Alessandra Cattoi (Patrimonio, Politiche UE, Comunicazione e Pari Opportunità) – “dalla recente istituzione di un dipartimento ad hoc, denominato Progetti di sviluppo e finanziamenti europei. Uno strumento concreto per sfruttare appieno le risorse che ci offre l’Europa, in settori strategici come l’ambiente, la cultura, il sociale, la raccolta differenziata, la mobilità, l’inserimento lavorativo dei giovani”.

link all’articolo




Spazi vuoti rianimati dalle startup sociali

Erano le ciminiere a delineare, nell’Ottocento, il profilo delle città. Oggi sono i palazzi e i capannoni, simboli del mix tra terziario e manifatturiero. Nell’economia della conoscenza quali saranno i luoghi che disegneranno il profilo del futuro? Per scoprirlo basta seguire le tracce dei luoghi dell’innovazione e della creatività, come i fablab, i coworking, gli incubatori, i luoghi culturali come le esposizioni d’arte, co-housing, nuove residenze d’artista, luoghi di nuovo welfare. Queste attività stanno trovando una nuova casa nei tanti luoghi abbandonati disseminati per l’Italia. All’insegna della sostenibilità.

Il paese dispone di un patrimonio di oltre sei milioni di beni inutilizzati o sottoutilizzati (significa più di due volte la città di Roma) tra abitazioni ed altri immobili pubblici, parapubblici e privati, come ex fabbriche e capannoni industriali dismessi, ex-scuole, asili, oratori e opere ecclesiastiche chiuse, cinema e teatri dismessi, monasteri abbandonati, spazi di proprietà delle società di Mutuo Soccorso e delle Cooperative Case del Popolo, Cantine Sociali, colonie, spazi comunali chiusi (sedi di quartiere ed altri spazi di proprietà quali lasciti), beni confiscati alla mafia, “paesi fantasma”. E la lista dell’Italia lasciata andare a se stessa è lunghissima.

È proprio in questi luoghi marginali, in questi residui della storia che si stanno scrivendo pezzetti di futuro, fatto di innovazioni, micro-impresa e talenti creativi, accompagnata sempre dall’entusiasmo delle comunità. «Non è la grande industria, l’infrastruttura che in altre epoche cambiava i destini di un paese. Si tratta di nuove nicchie di mercato, magari piccole e locali, ma che funzionano» spiega Giovanni Campagnoli, che ha raccolto le migliori best practice sul sito www.riusiamolitalia.it. Ne emerge un’Italia in fermento, con luoghi marginali che tornano a rinascere grazie soprattutto alla spinta di giovani. Non si tratta solo di presidi sociali sul territorio ma di vere e proprie attività economiche nell’ambito del welfare, dell’educazione, del turismo, della green economy. «I giovani mettono in campo piani di sostenibilità economica con startup sociali e culturali – aggiunge Campagnoli, autore del libro Riusiamo l’Italia (edito da Il Sole 24 Ore) –. Puntano alla diversificazione delle entrate, dipendono sempre meno da enti pubblici e sono più autonomi, grazie alla raccolta fondi, alle fondazioni ex bancarie, alla partecipazione a bandi». Così ad esempio a Rovereto lo spazio giovani Smart Lab, gestito da un’associazione di promozione sociale, nei primi sei mesi di avvio ha oltre 3.200 soci, l’80% under 35, occupandosi di programmazione musicale, artistica, incubatore di imprese, spazi co-working, sale prove, culture giovanili (generando un fatturato previsto, per questo primo anno, di circa 250mila euro).

«Questi spazi sono veri e propri “beni comuni” – scrive Campagnoli nel libro – che possono rappresentare una piccola, ma significativa misura “anticiclica”, perché producono occupazione giovanile, risorse economiche, socialità, cultura, aggregazione, sviluppo locale». Campagnoli, che lavora da anni nel sociale ed è di formazione bocconiana, ha anche calcolato l’impatto sull’occupazione: l’intervento anche solo sull’1 per mille degli immobili indurrebbe la creazione di 73mila posti di lavoro, con un contributo al calo dell’occupazione del 4,8 per cento. La stima potrebbe certamente crescere laddove il pubblico agisca da facilitatore. E proprio con questa consapevolezza il Comune di Bologna ha approvato a febbraio di quest’anno il «Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani». Altri 15 Comuni lo hanno adottato e un’altra cinquantina ci stanno lavorando. Perché il problema maggiore è come risolvere alcuni ostacoli, anche burocratici, come per esempio l’assunzione di responsabilità.

Cosa succede se qualche genitore si fa male mentre sistema la scuola del figlio il sabato? Il regolamento scioglie questo e altri nodi riuscendo così a dare applicazione concreta al principio di sussidiarietà. «Di fatto il regolamento libera risorse – spiega Gregorio Arena, docente di Diritto amministrativo all’Università di Trento e presidente di Labsus, che ha lavorato due anni col Comune per il regolamento –. E permette un salto culturale per cui agli occhi dello Stato i cittadini diventano portatori di capacità, di risorse, non più oggetto di bisogni da soddisfare». E a Bologna da due anni il Comune offre gratis gli spazi abbandonati nei quartieri. Sono un centinaio di palazzi e 1.200 aree di edilizia pubblica concessi a costo zero o a bassi canoni per far ripartire l’aggregazione e l’economia.

Anche lo Stato, a livello centrale, si muove. L’anno scorso il ministero della Difesa ha annunciato la concessione gratuita di 700 tra caserme, depositi, fortificazioni, bunker, terreni e rifugi alpini. La formula prescelta dovrebbe essere la valorizzazione d’onore con una concessione gratuita per dieci anni a chi presenterà un adeguato progetto. Il ministero conferma l’intenzione di dare seguito all’annuncio, con iniziative nei primi mesi del 2015.

 

link all’articolo