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Siamo tutti statuine: nei supermarket la nostra copia in 3D

stampanteLa miniatura, alta 20 centimetri, è realizzata con una scansione del corpo e le stampanti di ultima generazione. Riproduce i tratti nel minimo dettaglio: è già in vendita a Londra e sarà tra i regali più ricercati del Natale 2013.
Il regalo-novità del Natale 2013 da mettere sotto l’albero siete voi. Bè, non proprio voi, impacchettati dalla testa ai piedi, bensì un modellino, un bambolotto, una versione ridotta del prodotto originale, peraltro identica in ogni più piccolo particolare. Si chiama “Mini-me” ed esce dalle stampanti in 3D che secondo gli economisti produrranno una nuova rivoluzione industriale. A Londra si può già comprare, per 40 sterline (circa 50 euro) nei supermercati Asda, e per un po’ di più, da 70 a 120 sterline (85-150 euro), da Selfridges, i grandi magazzini di Oxford street che competono con Harrods per la palma di più eleganti department stores della capitale. Ma conviene sbrigarsi, perché a dicembre, prevedono gli esperti di marketing, ci sarà la ressa per portarsi via una di queste statuine che sono la perfetta copia di chi le compra.
Non è neanche un anno che si sente parlare di stampanti tridimensionali: macchine potenzialmente in grado di fare anzi rifare tutto, da un portachiavi a un aeroplano, sicché in un giorno di un futuro non molto lontano non saranno più necessarie le fabbriche, basteranno le fotocopiatrici in 3D per darci una serie infinita di qualsiasi cosa di cui abbiamo bisogno. Ma se quello è il futuro e ad alcuni di noi sembra ancora fantascientifico (non a scienziati e futurologi, come Christopher Barnatt, autore di “3D Printing: the next industrial revolution”, e Chris Anderson, autore di “Makers: the new industrial revolution”, due fra i tanti studi sul fenomeno pubblicati negli ultimi mesi), il presente è già pronto a sbarcare sulle strade dello shopping natalizio. Ieri il Sun, tabloid popolare londinese, ha pubblicato il “mini-me” di un cronista, andato a farsi fare una copia tridimensionale di se stesso al supermarket Asda di York: modica spesa di 40 sterline, ma bisogna aspettare una settimana per farsi consegnare una bambola che ci somiglia come se ci guardassimo allo specchio. Uno specchio che fa sembrare più piccoli: è alta 20 centimetri. Ma riproduce qualsiasi dettaglio, dai vestiti che indossiamo al giornale che Daniel Jones, questo il nome del reporter del Sun, teneva in mano. Funziona così: un addetto ti scansiona con una macchinetta che tiene in mano, quindi un computer cuce insieme centinaia di minuscole immagini fino a costruire un ritratto in 3D, che viene poi inviato a una stampante da 100mila sterline (120mila euro) da cui sbuca il prodotto finito. La nostra mini-copia.
Prima di Natale sarà possibile sottoporsi alla medesima procedura in qualunque altro dei 27 supermarket dell’Asda sparsi per l’Inghilterra; e tra pochi giorni, dal 24 ottobre, lo stesso servizio sarà disponibile da Selfridges, nel cuore di Londra, dove i prezzi saranno un po’ più alti ma i tempi di consegna del “Mini-me” più brevi (due giorni). Nei grandi magazzini saranno in vendita anche stampanti in 3D per tutte le tasche, da 750 a 3mila sterline l’una, così come, nella corsa allo shopping di Natale, in negozi di elettronica come Curry e Maplin. “Prevediamo che le copie tridimensionali sostituiranno le fotografie come modo migliore per avere immagini di sé”, dice Phil Stout, capo del dipartimento digitale dell’Asda. “Che sia il primo giorno di scuola o la laurea, la cerimonia di nozze o il primo vagito di un bebè, ci sarà presto un Mini-me per tutte le occasioni da regalare a parenti, innamorati e amici”. Invece di bambole e soldatini, insomma, sotto l’albero del Natale 2013 cominceremo a trovare copie di noi stessi. C’è solo da augurarsi che si possano migliorare, rispetto all’originale, come Photoshop permette di fare con le foto. “Mi somiglia proprio”, scrive il giornalista del Sun rimirando il modellino di se stesso, “eccetto per il naso, naturalmente, il mio non è certo così grosso”.

ENRICO FRANCESCHINI

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I progetti del governo sui Fondi Europei coincidono con le linee del progetto Corviale

ueDalla Nota governativa sulla programmazione dei Fondi Europei 2014-2020:
“La valorizzazione dei beni ambientali e culturali – oggetto nei cicli precedenti di importanti investimenti di tutela e rifunzionalizzazione al fine di promuovere impresa e occupazione assume un ruolo estremamente importante nel programma
Il programma conferma, altresì, investimenti rilevanti sia per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, sia nell’investimento nella scuola e nella formazione.
Inoltre, viene proposto un nuovo programma di intervento sulle città. Le città possono essere il motore della ripresa dell’economia italiana, luoghi nei quali più facilmente nascono e sviluppano nuove imprese utilizzando i saperi delle persone. I programmi urbani saranno costruiti mirando ad una pluralità di ambiti fra loro integrati, fra cui spiccano per importanza le forme di mobilità sostenibile, gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico, per l’economia digitale e l’inclusione sociale.
(…)
azioni contro la dispersione scolastica e per rafforzare le competenze degli studenti.
La programmazione conterrà programmi operativi regionali, con interventi che richiedono attenzione alla dimensione territoriale (come le strategie regionali di specializzazione intelligente richieste dall’Unione Europea), e richiedono adattamenti e specificazioni; in una logica, tuttavia, di sempre maggiore integrazione fra le diverse misure sui territori.”




Programmazione dei Fondi europei 2014‐2020

soldiwww.governo.itNei prossimi giorni, dopo l’imminente definizione finale da parte delle istituzioni europee del bilancio pluriennale e dei regolamenti sulle politiche di coesione, il governo italiano su iniziativa del Ministro per la coesione territoriale presenterà alla Commissione europea la bozza dell’Accordo di partenariato (vedi allegato)sulla programmazione dei fondi strutturali 2014‐2020.
Si tratta di un documento importante, nel contesto della gravissima crisi che da tempo colpisce l’Italia. Queste politiche svolgeranno un ruolo fondamentale per la crescita, per il rilancio del sistema produttivo, l’incremento dell’occupazione e il miglioramento della coesione sociale nel nostro paese, in tutte le sue regioni.
In base ai principi europei, le politiche di coesione riguardano l’intero territorio nazionale, pur con modalità diverse: le regioni del centro nord sono incluse nel gruppo delle regioni europee più sviluppate; Sardegna, Abruzzo e Molise fra le regioni in transizione, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, fra le regioni meno sviluppate.
In base agli stessi principi, alle Regioni è destinato, per il periodo 2014‐20, complessivamente un contributo europeo di circa 30 miliardi di euro, di cui 7 per le regioni più sviluppate, 1 per le regioni in transizione e 20 per le regioni meno sviluppate.
A tali cifre vanno aggiunti gli importi del cofinanziamento nazionale (obbligatorio per le politiche di coesione europee), pari agli stanziamenti comunitari. Nel quadro degli interventi per lo sviluppo regionale, le politiche comunitarie si sommano alle politiche nazionali, incardinate sul Fondo Sviluppo e Coesione che ha una allocazione nella legge di stabilità di circa 54 miliardi distribuiti negli anni di attività dei fondi.
Nel complesso le politiche di sviluppo e coesione conteranno su circa 100 miliardi di euro.
Tali risorse devono svolgere, nel ciclo 2014‐20, un ruolo duplice, ma strettamente integrato: da un lato continuare nell’azione di potenziamento e miglioramento dei contesti regionali; dall’altro assicurare un sostegno, strutturale e non congiunturale, ai processi di rafforzamento delle imprese, di incremento dell’occupazione, di miglioramento del tessuto sociale dopo la grande crisi.
A tal fine, la programmazione 2014‐20 opera una prima grande scelta innovativa rispetto alle esperienze precedenti di utilizzo dei fondi: quella di specializzare il Fondo Sviluppo e Coesione nel finanziamento delle grandi opere infrastrutturali, in particolare nel campo dei trasporti e dell’ambiente. Ciò consente di poter disporre di una tempistica di spesa più adatta a realizzazioni grandi e complesse sotto il profilo amministrativo e tecnico. Inoltre, permette di non vincolarsi alle scadenze che riguardano i fondi strutturali di solito difficilmente compatibili con la durata dei processi di realizzazione delle opere infrastrutturali.
Così, le politiche nazionali (Fondo Sviluppo e Coesione in corso e previsto per il 2014‐20) si orienteranno sulla infrastrutture più importanti, oltre che su ambiti nei quali le politiche europee
non intervengono; i Fondi Strutturali invece investiranno sulle imprese e sulle aree territoriali, sulle persone e sulle infrastrutture leggere, in coerenza con i regolamenti comunitari.
La strategia europea indica per i Fondi Strutturali 11 grandi aree di intervento. In questo quadro, la strategia italiana opera alcune scelte che tendono a concentrare le risorse in pochi obiettivi segnando una innovazione rispetto al passato ciclo di programmazione. In particolare, agli obiettivi ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione e competitività delle piccole e medie imprese è destinato il 37% delle risorse, con un incremento rispetto al ciclo di programmazione precedente del 10%. All’obiettivo promozione dell’occupazione è destinato il 14% delle risorse con un incremento rispetto al ciclo di programmazione precedente del 4,1%.
La valorizzazione dei beni ambientali e culturali – oggetto nei cicli precedenti di importanti investimenti di tutela e rifunzionalizzazione ‐ al fine di promuovere impresa e occupazione assume un ruolo estremamente importante nel programma
Il programma conferma, altresì, investimenti rilevanti sia per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, sia nell’investimento nella scuola e nella formazione.
Inoltre, viene proposto un nuovo programma di intervento sulle città. Le città possono essere il motore della ripresa dell’economia italiana, luoghi nei quali più facilmente nascono e sviluppano nuove imprese utilizzando i saperi delle persone. I programmi urbani saranno costruiti mirando ad una pluralità di ambiti fra loro integrati, fra cui spiccano per importanza le forme di mobilità sostenibile, gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico, per l’economia digitale e l’inclusione sociale.
Allo stesso modo attenzione particolare viene dedicata alle aree interne del paese, per rompere i vincoli dell’isolamento, garantire quantità e qualità dei servizi pubblici, mettendole in grado di contribuire maggiormente al rilancio del paese.
Nell’ambito della strategia nazionale, le azioni per il Mezzogiorno sono caratterizzati da uno sforzo maggiore di individuazione di interventi a scala macroregionale, evitando i rischi di isolamento delle programmazioni regionali e definendo temi comuni di lavoro, a partire dal rafforzamento di filiere produttive di specializzazione (nel manifatturiero, nell’agricoltura, nell’agroindustria e nel turismo di qualità) e dalla realizzazione di infrastrutture leggere di connessione e integrazione delle reti.
Le scelte per la programmazione di queste risorse sono finalizzate ad assicurarne un impatto rapido ed efficace sull’economia di tutte le regioni italiane, per accompagnare progressivamente i primi segnali di ripresa a partire dal 2014. Apprendendo dall’esperienza ciò ha portato ad alcune scelte di fondo di rilevante importanza.
Viene rafforzato il presidio nazionale dei Fondi Comunitari. Ciò non significa ricentralizzare la spesa, ma assicurare l’impegno e la responsabilità politica delle istituzioni nazionali per una loro efficiente e rapida attuazione, per la definizione di regole ed indirizzi comuni, per la coprogettazione, il sostegno tecnico e il monitoraggio di interventi e azioni, per un incisivo ruolo della costituenda Agenzia nazionale per la coesione territoriale. Le risorse europee mirano ad incrementare il benessere dei cittadini e la competitività delle imprese: è compito di tutte le istituzioni, a tutti i livelli, collaborare perché ciò accada, indipendentemente dalle specifiche responsabilità gestionali.
Presidio nazionale significa assicurare l’integrazione delle politiche comunitarie, oltre che con l’azione del Fondo Sviluppo e Coesione, anche con l’insieme delle politiche ordinarie; contemperare l’obiettivo di avere sull’intero territorio nazionale pratiche e metodi omogenei, con le opportune esigenze di adattarli agli specifici contesti territoriale; sostenere senza discriminazioni cittadini e imprese; promuovere interventi rapidi, valorizzando la diffusione delle buone pratiche da territorio a territorio.
A tal fine la programmazione conterrà alcuni schemi di intervento per l’intero territorio nazionale e/o per il Mezzogiorno, mirati a sostenere: i processi innovativi delle imprese, in particolare di minore dimensione, e di ampliamento della capacità produttiva, materiale e immateriale; l’assunzione a tempo indeterminato nelle imprese di giovani ad alta qualifica, come fondamentale elemento di un rafforzamento strutturale delle aziende; la riduzione del cuneo fiscale attraverso misure di decontribuzione attive su un periodo prolungato di tempo e coerenti con gli interventi già in corso; schemi di contrasto alla povertà attraverso l’inclusione attiva.
La programmazione conterrà altresì, all’interno di programmi operativi nazionali, per l’intero territorio nazionale e/o per il Mezzogiorno, azioni che richiedono una uniforme capacità attuativa, nell’interesse della parità di trattamento e del costo e dell’efficacia nella gestione delle misure: tipiche di questi casi sono le azioni contro la dispersione scolastica e per rafforzare le competenze degli studenti.
La programmazione conterrà programmi operativi regionali, con interventi che richiedono attenzione alla dimensione territoriale (come le strategie regionali di specializzazione intelligente richieste dall’Unione Europea), e richiedono adattamenti e specificazioni; in una logica, tuttavia, di sempre maggiore integrazione fra le diverse misure sui territori.
Per superare i rilevanti problemi attuativi di queste politiche, che hanno interessato in passato tutti i livelli istituzionali, centrali e regionali, pur con differenze significative, si prevede una notevole riduzione del numero dei programmi operativi e, soprattutto, al loro interno, del numero di azioni da perseguire.
I programmi diventano ovunque davvero operativi: non più solo documenti generali di orientamento. Dovranno indicare ciò che si farà, definendo con precisione i risultati attesi, le azioni per perseguirli e i tempi necessari. Sarà inoltre assicurata la collaborazione con il partenariato istituzionale e la trasparenza di tutte le informazioni anche attraverso il portale OpenCoesione.
http://www.opencoesione.gov.it/
bozza_dell_accordo_di_Partenariato




Partenariato Pubblico-Privato

pascaleAlfonso Pascale: “A Corviale abbiamo dato vita ad un Partenariato Pubblico-Privato che intende allargarsi anche ad altri quartieri del Quadrante per candidarsi a a gestire in modo integrato i Fondi Europei 2014-2020.
Spetta alla Regione Lazio decidere se estendere l’approccio Leader, finora utilizzato solo nelle aree rurali, anche alle città e se i Partenariati che nasceranno potranno utilizzare contestualmente i diversi Fondi comunitari.
Il Comune di Roma farebbe bene a sollecitare la Regione a compiere questa scelta. Solo in questo modo si potranno creare nei territori delle vere e proprie comunità, capaci di dotarsi di progetti territoriali condivisi e definire regole comuni per realizzarli, nel quadro degli obiettivi Europa 2020.”




COSTRUIAMO IL CAMBIAMENTO: cronichetta in diretta su facebook

pagina facebook di Corviale Domani
ore 17 incontro con i cittadini e le associazioni, iniziano i lavori !!!
incontrofoto di Elisa Longo

E’ cominciata al Mitreo la presentazione del forum Corviale. Pino Galeota sta aprendo i lavori illustrando il percorso gia’ compiuto e i progetti in costruzione.

Pino Galeota: “posti di lavoro e inserimento sociale”

Presidente Veloccia: “le istituzioni devono rispondere alle esigenze del territorio”
velocciafoto di Elisa Longo

Ancora Veloccia: “a Corviale i finanziamenti ci sono bisogna avviare i lavori”

Veloccia:” i progetti saranno partecipati”

“Con l’assessore Masini abbiamo bloccato i fondi contro il rischio di perderli”

“Stiamo parlando di 10 milioni di euro”

“Legalità e diritti vanno coniugati insieme”

Daniel Modigliani (commissario ATER): “Corviale ha cambiato completamente faccia per la perseveranza dei suoi abitanti”
modiglianifoto di Elisa Longo

“Corviale é una delle eccellenze urbanistiche di Roma”

” A Corviale ci saranno altri 30/40 alloggi”

“Corviale non può essere affrontato per parti ma unitariamente perché é un monumento dell’architettura”

“Rendere Corviale più praticabile e sicuro”

Galeota: “30 cittadini hanno messo in campo una class action contro il blocco dei lavori a Corviale”

Coni:” ritorno a Corviale dopo 25 anni e trovo una realtà completamente rinnovata. Lo sport farà la sua parte nel laboratorio Corviale, modello da esportare”

Stefano Panunzi:” il progetto del tetto .verde é pienamente fattibile ”
panunzifoto di Elisa Longo

“I tetti verdi sostituiscono i cortili di un tempo: luoghi di socialità oltre che di produzione di energia, isolamento termico , rete di connettivita’ ”

“Firmato un protocollo tra l’ATER e l’università di Termoli per sperimentare a Corviale le nuove tecnologie dal riciclo dei rifiuti alle stampanti 3 D”

Galeota:”Corviale ha tutte le caratteristiche per diventare una smart comunity”

Alfonso Pascale:” il progetto di Corviale rientra in pieno nelle caratteristiche che l’Europa ha scelto per i programmi d’investimento 2014/20″
pascalefoto di Elisa Longo

“La comunità progetta dal basso la forma della città a cominciare dalla qualità paesaggistica”

“Voglio concludere con l’augurio di passare dall’utopia (che vuol dire letteralmente non luogo) di Fiorentino (l’architetto di Corviale) all’eutopia che vuol dire bel luogo”

Monica Melani:” l’arte e la cultura sono i linguaggi che stanno cambiando la vita e la percezione del quartiere”

Mariagrazia Belisario (MIBAC):” il progetto Corviale ha un’alta valenza culturale e per questo motivo il Ministero partecipa alla valorizzazione di un monumento dell’architettura moderna nazionale”

“Corviale é un esempio interessante di riqualificazione di un impianto architettonico e rientra appiena nei nuovi indirizzi europei di tutela e valorizzazione del paesaggio sia ambientale che agricolo”

“Stiamo lavorando a un progetto condiviso nello spirito dei programmi europei”




Incontro del 16 ottobre per organizzare il Forum Corviale‏

dreamContinuiamo ad avere positivi riscontri istituzionali al nostro lavoro per la riqualificazione del Quadrante di Corviale.
E’ con grande soddisfazione che vi alleghiamo la lettera d’invito del Presidente dell’XI° Municipio Maurizio Veloccia alle realtà territoriali.
Nell’invito il Presidente ricorda che nel suo programma elettorale era presente il progetto di “sviluppo e riqualificazione Quadrante di Corviale”.
Diciamo la verità: non sempre ai programmi elettorali sono seguiti coerenti fatti istituzionali.
Siamo perciò soddisfatti di condividere con tutti voi, che con tanta passione seguite questo progetto, quest’inizio di percorso istituzionale che porterà all’avvio dei “lavori previsti e progettati per ben 42 milioni di Euro riguardanti sia il palazzo Ater, sia il suo ambito territoriale”.
Per questo sarà importante che mercoledì 16 ottobre alle 16,30 tutti voi partecipiate all’incontro presso il Mitreo, via Marino Mazzacurati 61/63.lettera invito Presidente Veloccia




Parte il progetto “Puglia digitale 2.0”

pugliaUna piattaforma innovativa con servizi digitali messi a disposizione di imprese, PA e cittadini: il progetto “Puglia digitale 2.0”.
Diventa sempre più concreto il progetto Puglia digitale 2.0, la piattaforma che nascerà grazie all’accordo tra la Regione e sette imprese del Distretto produttivo dell’informatica locale ponendo le basi per la creazione di una filiera industriale dell’IT nel territorio.
Grazie a un investimento regionale di 630 mila euro e al contributo di Openwork pari a oltre 1,5 milioni di euro, Puglia Digitale 2.0 rappresenterà una vera e propria filiera dei servizi digitali fruibili sia da parte delle imprese sia della PA, come anche dagli stessi cittadini che potranno scegliere e acquistare applicazioni software verticali.
Il progetto coinvolge anche l’Università del Salento e l’Università e il Politecnico di Bari, vantando come capofila la società Exprivia di Molfetta affiancata da Computer Levante Engeneering di Bari, Gei Inform di Brindisi, Link Management and Technology di Lecce, Omnitech con sedi a Bari, Roma, Milano e Stoccolma, Openwork di Bari e Parsec di Cavallino, in provincia di Lecce. Salvatore Latronico, CEO di Openwork, sottolinea l’apporto innovativo del progetto:

«La nuova filiera industriale dell’IT che sta nascendo in Puglia rappresenta una novità importantissima: le aziende informatiche stanno imparando a concepire i loro prodotti come componenti da aggregare per creare un nuovo valore aggiunto, esattamente come accade nell’industria automobilistica. Questo porta alla nascita di un sistema industriale che consentirà alle aziende di competere su nuovi mercati, sia nazionali che internazionali. La piattaforma “Puglia Digitale 2.0” avrà un valore inedito per ogni azienda che collabora al progetto: ogni società metterà a disposizione degli utenti servizi applicativi specifici , creando un nuovo modello di business e un servizio innovativo a disposizione delle altre aziende del Distretto dell’Informatica e della comunità tutta».

di Teresa Barone

http://www.pubblicaamministrazione.net/connettivita/news/3731/parte-il-progetto-“puglia-digitale-20”.html




Incontro in prepazione del forum Corviale

municipio XIMercoledì 16 ottobre alle 16,30 al Mitreo incontro in prepazione del forum Corviale.
Saranno presenti il Presidente dell’XI° Municipio Maurizio Veloccia, il Direttore “Architettura e Arte Contemporanea” del Ministero dei Beni Culturali Maria Grazia Bellisario, l’Assessore alle Infrastrutture Politiche abitative e Ambiente Regione Lazio Fabio Refrigeri, l’Assessore Lavori Pubblici Paolo Masini, il Commissario ATER Daniel Modigliani.
invito all’incontro in prepazione del forum Corviale




El Pais: Abbiamo lasciato i nostri lavori per creare orti urbani

ortiRuben Garcia e il suo partner, Daniel Roig, sono i fondatori della
societa’ GrowinPallet, che vende orti urbani, dalla struttura per piantare in casa fino alla
manutenzione con un agricoltore a domicilio. Il loro sogno: riempire i tetti di Barcellona
di ortaggi e frutta. E creare un’attivita’ che sia subito redditizia.

Domanda. Come e’ nata l’idea di vendere orti urbani a domicilio?

Risposta. L’idea e’ nata alla fine dello scorso anno quando io e il mio socio Daniel
Roig abbiamo tenuto un corso di orti urbani come hobby mentre lavoravamo nei nostri
posti di lavoro che non avevano niente a che fare con gli orti. Un giorno, vedendo lo
spazio sottoutilizzato che c’e’ sui tetti di Barcellona, c’e’ nata l’idea di renderli produttivi
coltivando ortaggi biologici e al tempo stesso migliorando l’aspetto attuale delle terrazze
inospitali e abbandonate della citta’.

D. E l’idea e’ ormai un’impresa…

R. Come societa’ siamo nati di recente. Il mio socio e io abbiamo lasciato i nostri
lavori ben remunerati per dedicarci a questo progetto nel febbraio 2013, senza sapere
ancora se era fattibile. Ma abbiamo voluto dedicare piu’ tempo di quanto avremmo
potuto fare tenendo i nostri posti di lavoro.

D. Vivete di questo nuovo lavoro?

R. Anche se sulla carta l’azienda e’ redditizia, lo sapremo solo tra un po’ di tempo. Al
momento non abbiamo un reddito con cui vivere ma questa e’ una scommessa a lungo
termine e nessuno aveva detto che sarebbe stato facile o veloce. Al momento siamo i
nostri unici dipendenti e con l’aiuto dei nostri collaboratori siamo in grado di soddisfare
le esigenze attuali.

D. Quali sono i vostri piani per crescere e fare di GrowinPallet un progetto redditizio?

R. Per la stagione estiva contiamo di realizzare sperimentazioni pilota con potenziali
utenti del nostro prodotto e del nostro servizio di agricoltori urbani. In questo modo
riceveremo un prezioso feedback per migliorare tutte le possibili carenze. E anche
lavorare con i clienti che abbiamo conquistato: un ristorante, un albergo e una comunita’
di condomini che vogliono disporre del servizio del contadino urbano per l’orto
GrowinPallet che hanno gia’ installato sul loro tetto. Inoltre, stiamo offrendo formazione
a giovani a rischio di esclusione sociale, in collaborazione con la fondazione Formació i
Treball. Questi giovani acquisiscono conoscenze sugli orti urbani e, in questo modo,
siamo in grado di offrirgli posti di lavoro nella nostra azienda come agricoltori urbani.

D. Con i vostri orti non c’e’ piu’ bisogno di andare al supermercato a comprare i
pomodori?

R. Le necessita’ coperte devono dipendere dal cliente a cui e’ diretto il prodotto. Mi
spiego: la ragione principale per cui un ristorante vuole un orto e il servizio di contadino
urbano, e’ quello di attirare clienti nel proprio locale offrendo ai commensali la
possibilita’ inconsueta di gustare piatti cucinati con verdure raccolte nell’orto accanto a
loro. Un prodotto, peraltro, ecologico e di qualita’, che non ha nulla a che fare con quelli
trovati nei grandi supermercati. In un condominio o in una casa per anziani, invece,
l’esigenza principale e’ quella di avere uno spazio per il tempo libero, una piccola oasi di
natura nel cuore della citta’ per riposarsi e per raccogliere qualche verdura con i figli e i
nipoti, senza tenere troppo conto del prezzo di cio’ che si sta raccogliendo. Anche se
abbiamo adeguato le nostre tecniche di coltivazione in modo che il prezzo per
chilogrammo di verdure sia il piu’ vicino possibile a quello dei negozi biologici, le nostre
verdure non saranno mai piu’ convenienti di quelle che si possono comprare al
supermercato.

D. Quanto costa un GrowinPallet?

R. Al prezzo dell’impianto, che varia da modello a modello, bisogna aggiungere
anche il costo di installazione. Inoltre, bisogna aggiungere il costo di manutenzione da
parte di un agricoltore urbano che viene una volta a settimana nel vostro orto. Per
esempio, il prezzo di un impianto di coltura di base e’ di 38 euro piu’ la spedizione. Il
costo di installazione (montaggio, miscela del substrato e semina) e’ di 125 euro. Un
totale di 163 euro.
Alejandra Agudo
link all’intervista




Importante post dell’assessore allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana Paolo Masini

periferiaOggi è un giorno importante per le nostre #periferie. Assieme all’Assessore Fabio Refrigeri, abbiamo incontrato la Direzione Generale per le Politiche Abitative del Ministero delle Infrastrutture e chiesto che venissero “salvati” i 9 milioni di euro destinati ai Contratti di Quartiere di #Primavalle e #Corviale. La Direzione ha preso atto dell’importante lavoro svolto in questi mesi grazie al coordinamento fra i due assessorati e con i Presidenti dei Municipi XI e XIV, Maurizio Veloccia e Valerio Barletta, e si è resa disponibile a non revocare i fondi, che rischiavano di essere sprecati a causa dell’incuria, dell’immobilismo e della mancanza di una progettualità condivisa con la cittadinanza da parte della precedente amministrazione.
In un momento complesso dal punto di vista delle finanze di Roma Capitale è fondamentale che neppure un euro vada perso. E questo è possibile solo con quel lavoro di squadra tra istituzioni e con i territori che assieme al Sindaco IGNAZIO MARINO stiamo mettendo in campo ogni giorno.