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Rassegna Stampa – Bando internazionale “Rigenerare Corviale” e telegramma della comunità di Corviale al Presidente Zingaretti

Un nuovo volto per il Corviale: scopri il bando internazionale

La lotta al degrado e alla criminalità passa anche attraverso la riqualificazione. Chiamiamo i migliori architetti internazionali. Il bando riguarda la rigenerazione e riqualificazione degli spazi comuni del corpo centrale dell’edificio, per rendere questa struttura più confortevole e vivibile

Da quando siamo arrivati uno degli impegni che avevamo preso e che abbiamo voluto mantenere fortemente è quello per far rinascere e dare un volto nuovo a Corviale, un posto alla periferia di Roma che fino a qualche anno fa era abbandonato e fatiscente. Siamo già intervenuti con tanti progetti per rigenerare questa struttura, dal campo di calcio sociale  realizzato con materiali naturali anche grazie all’aiuto di cittadini, giovani e volontari fino alla  mensa della legalità e della sostenibilità, per dare un’opportunità e un sostegno a chi vive in situazioni di difficoltà.
Un bando internazionale per rigenerare Corviale. Chiamiamo i migliori architetti internazionali alla sfida di regalare un futuro diverso e migliore per Corviale, perché siamo convinti di una cosa, e cioè che la lotta al degrado e alla criminalità passa anche attraverso la riqualificazione.
9,5 milioni di euro per essere vicini alle periferie. In particolare il bando riguarda la rigenerazione e riqualificazione degli spazi comuni del corpo centrale dell’edificio: l’obiettivo è proprio quello di aumentare la qualità della vita degli abitanti con spazi più confortevoli e vivibili. Nicola Zingaretti

Vai qui per tutte le info sul bando.

Testo del telegramma:

A Zingaretti Nicola
Presidente della Regione Lazio
Via Rosa Raimondi Garibaldi 7
00145 Roma

Vogliamo ringraziarla per avere iniziato a mantenere gli impegni assunti promulgando il bando internazionale  per il Corviale aspettiamo a breve e con ansia quello per la ristrutturazione del quarto piano che dara un segno concreto che a Corviale si e’ voltata pagina ancora grazie  e buon lavoro

La comunita’ di Corviale

ANSA.it

Zingaretti: 9,5 milioni a Corviale

“Segno tangibile del rilancio delle periferie”

ROMA, 31 LUG – “Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del Bando internazionale ‘Rigenerare Corviale’ si volta finalmente pagina. Un finanziamento regionale di 9,5 milioni di euro segno tangibile dell’attenzione alle periferie. Corviale finalmente cambierà volto, era un impegno preso che abbiamo voluto fortemente mantenere”. Così il presidente della Regione Lazio Zingaretti sulla riqualificazione di Corviale.

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Fabio Grilli da Roma Today.it

Corviale saluta Le Corbusier: con 9,5 milioni il Serpentone cambia look

Stanziati 9,5 milioni di euro dalla Regione Lazio, per il rilancio di Corviale. Attraverso un bando internazionale gli architetti dovranno ripensare i 980 metri del Serpentone, nei suoi spazi interni ed esterni

“Rigenerare Corviale”. E’ questo il nome del bando internazionale, che la Regione Lazio ha promosso per la nuova veste del Serpentone. Stanziati 9,5 milioni di euro, per consentire una trasformazione radicale degli spazi interni, ma anche di quelli esterni.

LE CORBUSIER IN SALSA ROMANA – Addio all’approccio razionalista dell’architetto svizzero Le Corbusier. La sua idea, quella dell’ “unità di abitazione” in via Mazzacurati, nel mezzo della campagna romana, fu portata alle estreme conseguenze. E generò, sotto la guida dell’architetto Fiorentini, un palazzo che fosse anche un quartiere. Un luogo in grado di ospitare 6mila persone. Tanti infatti erano gli abitanti inizialmente previsti nei 980 metri di cemento armato e pareti a vetri. Rapidamente divennero molti di più, perchè i centri commerciali progettati al suo interno, finirono per l’essere occupati e trasformati in abitazioni.

L’IMPEGNO PRESO – Ora il Serpentone cambierà look, e lo farà grazie ad un bando che l’Ordine degli Architetti promette sarà aperto anche ai giovani professionisti. E che sarà in grado di raccogliere proposte, arrivate dagli studi di tutto il mondo. “Corviale finalmente cambierà volto – annuncia soddisfatto il Governatore Zingaretti – era un impegno preso che abbiamo voluto fortemente mantenere. La lotta al degrado e alla criminalità passa anche attraverso la riqualificazione. I migliori architetti internazionali sono ora chiamati alla sfida di regalare un futuro diverso e migliore per Corviale. Parte sostanziale del bando internazionale – ha poi aggiunto il Presidente della Regione – sarà non solo la riqualificazione del nucleo centrale di Corviale, ma anche quella delle aree esterne e degli spazi comuni”.

LA SCOMMESSA – Soddisfatto è anche il Presidente del Municipio XI Maurizio Veloccia. “Questo intervento, insieme a quello per la riqualificazione del quarto piano iniziato con lo sblocco dei finanziamenti, rappresentano i segni concreti di come si vuole agire per avviare una nuova stagione per Corviale, unendo alla riqualificazione delle aree esterne del palazzo che ha caratterizzato gli ultimi anni anche quella delle aree interne – osserva Veloccia  – La volontà è costruire un nuovo patto tra Istituzioni e cittadini che faccia perno sulla responsabilità e sul reciproco interesse, al contrario di quanto è invece avvenuto fino a poco tempo fa. In questo percorso  il Municipio farà la sua parte e continuerà nell’opera di risanamento e lotta all’illegalità perché il futuro si costruisce con gli investimenti pubblici ma anche con interventi civici condivisi e con una forte attenzione al ripristino della legalità”. Dunque un investimento dalla duplice prospettiva. Estetico-funzionale e legalitaria. Una scommessa importante.

IL NUOVO LOOK – In concreto la “Rinascita di Corviale” prevede un ripensamento complessivo delle funzioni presenti nella struttura. Il quarto dei nove piani presenti, non sarà più il fulcro che, trent’anni fa, l’architetto Fiorentini aveva pensato. Si punterà molto di più a trasformare il piano terra come spazio comune. Il luogo della socialità, con aree verdi e spazi collettivi, in grado di dialogare con lo spazio interno e quello esterno, sarà proprio quello. E poi, bisognerà prendere in considerazione l’ubicazione. Sotto Corviale c’è una bellissima vallata , dove oggi pascolano capre e bruca l’erba qualche asinello. Un motivo in più per scommettere, come Regione e Ater hanno fatto col nuovo bando, su un look che fosse anche ecosostenibile. E funzionale. Insomma su tutto quello che, finora, il Serpentone non è riuscito ad essere.

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Iltempo.it

Ecco il bando per la rinascita del Serpentone di Corviale

È pubblico sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana il bando dell’Ater Roma per il Concorso Internazionale di Progettazione «Rigenerare Corviale», promosso e finanziato dalla Regione Lazio con la consulenza scientifica e l’assistenza alla procedura concorsuale dell’Area Concorsi dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. La Regione Lazio ha stanziato 9,5 milioni di euro per la realizzazione del progetto vincitore.
Al centro della rinascita di Corviale la conversione del piano terra del complesso edilizio a «strada urbana»: superata nei fatti l’idea progettuale della rue interieur, prevista in origine al quarto piano, si dovrà progettare un masterplan generale che ripensi percorsi interni ed esterni, aree verdi e spazi comuni con la massima attenzione al contesto ed al territorio circostante. Non sarà trascurato l’aspetto ecologico: il bando prevede, infatti, studi di ecosostenibilità e bioarchitettura. È inoltre previsto il coinvolgimento degli abitanti nelle fasi progettuali successive per renderli partecipi del progetto di rigenerazione, che ha tra le finalità quella di migliorare la qualità di vita dei residenti e garantire loro maggiore sicurezza. Per l’architetto Paola Rossi, Responsabile dell’Area Concorsi dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia: «L’Ordine degli Architetti di Roma ha fortemente voluto un concorso aperto a tutti per permettere la partecipazione anche di gruppi nuovi e giovani, possibili portatori di pensieri e immagini innovative: proposta immediatamente condivisa da Ater Roma». Il concorso richiede un gruppo interdisciplinare di progettazione al cui interno siano previsti anche la figura di un sociologo ed un artista che possa integrare e ripensare anche il sistema di orientamento all’interno del complesso, risolto in origine con una apposita segnaletica.

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Altre fonti:

AbitareaRoma.net

AgenziaGiornalisticaGlobalpress

Libero.it

 MunicipioRoma.it

Professionearchitetto.it

Regioni.it

YahooNotizie.it




Riflessioni sul Social Housing

Collocato a metà strada tra l’edilizia popolare e la proprietà privata l’Housing Sociale ha l’obiettivo di fornire alloggi, di qualità, a canone calmierato con valori non oltre il 30% della busta paga.

La formula così messa a punto è rivolta a famiglie e coppie con redditi insufficienti per l’acquisto dell’abitazione a prezzi di mercato e allo stesso tempo troppo elevato per accedere alle liste di assegnazione per la casa popolare.

Perlopiù rientrano in questa fascia i giovani colpiti dal precariato, immigrati, studenti e anziani in condizioni di svantaggio economico e sociale.

La casa Social Housing prevede l’assegnazione permanente dell’abitazione con contratto di locazione residenziale 4+4 e l’opzione di riscatto da parte del conduttore.

Successivamente alla “Carta di Dublino” molti urbanisti e architetti hanno convenuto che i centri storici delle nostre città si prestano naturalmente ad interventi di Housing sociale, sia per la presenza di immobili in disuso sia per la loro origine di edilizia sociale contraddistinta dall’abbondanza di spazi aperti e di corti interne .

Ripensare le città rientra tra le sfide più rilevanti a cui rispondere nei prossimi anni resa ancora più dura per le scarse risorse, pubbliche e private, da investire nello stock immobiliare esistente, risorse esigue da condividere anche con le spese necessarie al recupero e manutenzione degli immobili di pregio storico e artistico.

Per la formulazione di un quadro più esatto dello stato di disagio in cui versano le politiche abitative in Italia ha contribuito, il 29 maggio, l’arrivo in Gazzetta Ufficiale del Decreto che da il via al programma di recupero degli alloggi IACP-ERP.

Il provvedimento mette a disposizione delle Regioni 467,9 milioni di euro per il recupero e l’efficientamento energetico degli immobili inagibili, da assegnare prioritariamente alle famiglie in regolare attesa di alloggio popolare e a quelle sotto procedimento di sfratto esecutivo.

Ora le Regioni hanno 4 mesi di tempo per elencare gli immobili oggetto degli interventi da far finanziare al Ministero delle Infrastrutture.

Le prime stime, provenienti dalla raccolta delle fonti Regionali, indicano in circa 16.400 le unità immobiliari IACP-ERP che ad oggi sono inagibili e inutilizzabili e che potrebbero parzialmente fronteggiare il disagio abitativo.

Questo dato, congiuntamente al numero degli sfratti esecutivi fornito dal Ministero dell’Interno, è stato utilizzato per il riparto dei fondi alle Regioni per poter intervenire nelle due linee di recupero manutentivo e di efficientamento energetico degli immobili individuati.

Secondo le stime di Federcasa risulta programmabile il recupero di 4.500 immobili con interventi fino a 15.000 euro nell’arco di tempo 2014-2017 e di circa 8.000 immobili con interventi fino a 50.000 euro nel periodo 2014-2024.

Alla luce del disagio abitativo misurato dai dati, 650.000 le domande di assegnazione di alloggio popolare, 150.000 richieste di esecuzione di sfratto, 77.278 i provvedimenti diventati esecutivi e 36.083 sfratti eseguiti nel 2014, è facilmente intuibile che i fondi disposti dal piano casa Lupi sono insufficienti a dare risposte adeguate al disagio abitativo in corso.

A fronte di dati così allarmanti è del tutto evidente che occorrono politiche diversificate, articolate, che favoriscano la produzione di una offerta abitativa pensata per categorie di utenti in proprietà e in affitto, in grado di rispondere alla composizione sociale mista oggi presente nelle maggiori aree urbane.

In questo senso, le politiche urbane e dell’abitare, devono essere parte integrante dei progetti di sviluppo delle città, saperne interpretare per tempo i processi di trasformazione e spezzare le contrapposizioni categoriali ricchi-poveri, giovani-vecchi, italiani –stranieri.

Dentro questa angusta cornice il Social Housing, se opportunamente sostenuto dai Fondi di Investimento per l’abitare, rappresenta un secondo pilastro, non trascurabile, per governare le politiche abitative e interpretare le nuove forma dell’abitare.

Una soluzione abitativa di tipo sovvenzionato in grado di restituire funzioni ai centri storici e integrare gli spazi urbani con nuove costruzioni realizzate per rispondere ai criteri di rigenerazione urbana in linea con le migliori pratiche europee, senza consumare suolo e con minore impatto ambientale a canoni sostenibili.

Un secondo pilastro abitativo che risponde anche alle nuove esigenze di coesione sociale e che contribuisce al rilancio delle micro economie locali.

Fonte : uniat.it apri l’articolo originale



Proroga sfratti 2015 in scadenza, cosa potrebbe accadere dal mese di luglio

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Proroga 2015 degli sfratti sta per scadere. Sì, perché per l’anno in corso il differimento non ha la durata di un anno.

La proroga 2015 degli sfratti sta per scadere. Sì, perché per l’anno in corso il differimento non ha la classica durata di un anno in quanto è in vigore solo una mini-proroga la cui scadenza è fissata al prossimo 28 giugno del 2015. Senza un’ulteriore proroga sono di conseguenza migliaia le famiglieche in Italia rischiano lo sfratto esecutivo. A denunciare questa situazione di grave incertezza è stato il Codacons che ha di conseguenza lanciato un appello al Governo italiano affinché si eviti una vera e propria condizione di caos specie se si considera che a perdere la casa saranno nella maggioranza dei casi famiglie dove ci sono portatori di handicap e malati gravi. Secondo l’Associazione dei Consumatori e degli Utenti una ulteriore proroga degli sfratti è necessaria in quanto in Italia siamo ben lontani da una soluzione definitiva contro l’emergenza abitativa anche perché i fondi stanziati sono insufficienti. Il Codacons al riguardo, infatti, fa presente come ogni anno i fondi stanziati per il contrasto all’emergenza abitativa siano attualmente pari a soli 35 milioni di euro. Questi finanziamenti appaiono palesemente ed oggettivamente insuffcienti per far fronte negli anni ai provvedimenti di sfratto che in Italia, nel periodo dal 2008 al 2013, sono stati oltre 332 mila dei quali quasi 290 mila permorosità.

La mini-proroga fu decisa dall’ex ministro Maurizio Lupi, mentre ora secondo il Codacons tocca a Graziano Delrio, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, andare a concordare con il Premier Matteo Renzi un intervento che una volta per tutte possa andare a sanare in Italia l’attuale situazione di emergenza abitativa. Sulla questione, tra l’altro, i Ministri del Governo Renzi sono chiamati a dare una risposta in Parlamento a seguito della presentazione di alcune interrogazioni parlamentari. Una di queste è stata presentata dall’Onorevole Angelo Attaguile dellaLega Nord, ed un’altra da parte dell’Onorevole Walter Rizzetto di Alternativa Libera-Gruppo Misto.

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Fonte : uniat.it apri l’articolo originale




Edilizia: nuovi modelli unici semplificati per CIL e CILA

I nuovi modelli sono stati redatti in conformità alla nuova Legge 160/14 che ha modificato l’intervento edilizio relativo alla Manutenzione Straordinaria. In particolare con la nuova normativa è possibile il frazionamento delle unità immobiliari anche con l’aumento della SUL e l’accorpamento con aumento del carico urbanistico. Quindi la Manutenzione Straordinaria ora prevede interventi edilizi che sono anche onerosi. Nel caso di Roma Capitale oltre agli oneri concessori, nel caso di aumento del carico urbanistico, è necessario calcolare gli oneri della monetizzazione calcolati in base alla deliberazione di C.C. n. 73/2010.
Con la vecchia procedura questo era possibile sono con la presentazione della DIA al municipio di appartenenza, attendere 30 gg. per l’inizio dei lavori. Ora la CILA elimina i tempi di attesa per l’inizio dei lavori, riduce i costi relativi ai diritti di segreteria e rende più snella la procedura per il cittadino in quanto nei modelli è stata eliminata la dimostrazione della legittimità del fabbricato poichè i titoli edilizi essendo in capo all’A.C. non devono essere più forniti dal cittadino.
Pertanto la nuova modulistica è più gravosa per l’Amministrazione Comunale, in termini di verifiche tecniche ed amministrative, in quanto dovrà verificare in tempi stretti se la documentazione è completa, se devono essere acquisiti pareri di Enti alla tutela dei vincoli, e se l’immobile risulta legittimo. Ciò comporta che i Municipi dovranno modificare la loro organizzazione a tal fine.

La nuova modulistica qui pubblicata è attualmente in fase sperimentale presso i Municipi ed entrerà in vigore a partire dal 1 marzo 2015.

Documenti scaricabili:
modello-cil
modello-cila

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Stop ai residence comunali e nuove graduatorie: ecco il piano del Campidoglio

residence e sfrattiL’assessore alle Politiche abitative, Danese: ” Chiuderemo i centri di assistenza alloggiativa e daremo i buoni casa”. Poi l’appello al ministro Lupi: “Proroghi il blocco degli sfratti”

Dalla chiusura dei centri di assistenza alloggiativa temporanea al buono casa (a cui hanno aderito già 200 famiglie), dalla richiesta di riapertura dei termini per la morosità incolpevole al tavolo sulle graduatorie. Francesca Danese ha già redatto un suo Piano casa. L’assessore alle Politiche abitative di roma capitale, in carica da poco più di un mese, sembra quasi lo avesse già pronto nel cassetto, come ha raccontato in un’intervista all’agenzia Dire: “Il 23 dicembre, nello stesso giorno in cui sono diventata assessore, come primo atto del mio mandato ho fatto una delibera che contiene una programmazione triennale sulla città, a partire dallo svuotamento dei centri di assistenza alloggiativa temporanea (caat), che ci costano tanti soldi, per consentire l’erogazione del buono casa”.

A riguardo l’assessore ha ricordato che a Roma “abbiamo 31 centri di assistenza alloggiativa temporanea e ogni famiglia che ci vive costa 1700 euro al mese, una cosa indecente per come sta messa l’economia del nostro Paese”. Tuttavia “già 200 famiglie hanno fatto richiesta di fuoriuscita”, aderendo alla possibilità di ricevere il buono casa del Comune (iniziativa in continuità con quella lanciata già dall’ex assessore Daniele Ozzimo) e andare a vivere in affitto al di fuori dei residence. “Il Comune darà questo buono casa tra i 400 e i 700 euro, cifre frutto del patto territoriale roma del 2004”.

Danese ha riconosciuto che il Comune sta pagando “anche lo scotto dei piccoli proprietari che non si fidano, in particolare su Roma dopo quello che è successo. Garantisco che il Piano casa partirà e anche il buono casa. Subito dopo avere tracciato le linee da riprendere con questo tavolo (quello per l’attuazione della delibera regionale, ndr), ne partirà un altro con i piccoli proprietari e i sindacati su come investire tutta la città di una responsabilità”.

Il Piano casa e l’effettivo inizio del percorso di svuotamento dei residence sono strettamente correlati tra loro: “Sarà mia premura, quando consegneremo il primo buono casa, fare una conferenza stampa. Anche il sindaco ci tiene moltissimo, per fare ripartire la fiducia e studiare la città. Vorrei fare a roma una conferenza nazionale sull’abitare con tutti gli attori che a vario titolo si occupano di questo tema, anche urbanisti, sociologi e su questo sbloccare qualcosa che è immobile da più di trenta anni su questo paese”.

Ma il dossier casa è composto anche di altri elementi: “Abbiamo il problema della morosità incolpevole, con tante persone che perdono il lavoro, gli esodati, il ceto medio. Sto verificando con gli uffici come riaprire i termini sulla morosità incolpevole che sono scaduti il 31”. E ancora, sulle graduatorie per chi ha diritto all’alloggio popolare: “Aono partite 11.500 lettere, le ultime 2.500. Qualche giorno fa, che servono per dire alle persone il tipo di punteggio che hanno acquisito ed entro dieci giorni si possono appellare. E’ mia premura fare partire il tavolo delle graduatorie prestissimo, non c’è un attimo da perdere”.

Infine, l’assessore Danese ha ribadito l’appello lanciato anche dai sindaci Marino e Pisapia affinchè il ministro Lupi “”proroghi il blocco degli sfratti, perchè non possiamo buttare per strada persone che hanno anche patologie o altri problemi. Ci sono famiglie con portatori di handicap e anziani con malattie invalidanti, non è che gli amministratori delle città sono stati con le mani in mano”.

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Delibera emergenza casa, tavolo spaccato: si riparte ma senza i movimenti

emergenza case1Censimento delle occupazioni, del patrimonio pubblico e risorse da mettere in campo i punti al centro del piano. Intanto dagli sfratti alle occupazioni le politiche del Governo complicano il lavoro“

Censire gli abitanti delle occupazioni. Reperire risorse. Stilare una mappatura del patrimonio immobiliare che Comune e Regione, tra stabili Ater, Ipab ed enti controllati, e infine il Demanio possono conferire. È ripartito il tavolo interistituzionale sulla delibera regionale che mette in campo circa 260 milioni di euro per il Piano straordinario per l’emergenza abitativa puntando anche sul recupero e il riuso del patrimonio pubblico. Un tavolo ripartito sotto il segno di un certo ‘nervosismo’ verso le politiche nazionali in tema di politiche abitative. Da un lato l’emergenza sfratti e i ripetuti appelli da parte delle istituzioni locali al Governo per il ripristino della proroga per le sentenze di finita locazione per le categorie protette. Dall’altro l’articolo 5 del Piano casa, contro nei giorni scorsi cui si è espressa l’assessore comunale alla Casa Francesca Danese e che ha dato vita nelle scorse settimane a occupazioni e proteste da parte dei movimenti. Al lungo incontro tra l’assessore comunale Danese e quello regionale Fabio Refrigeri hanno partecipato infatti esponenti del sindacato di base Asia Usb, Action e altri movimenti mentre hanno deciso di disertare Blocchi precari metropolitani e Coordinamento di Lotta per la Casa che fino a quel momento avevano lavorato per arrivare all’approvazione della delibera.

Lunedì infatti per quest’ultimi è arrivato lo sgombero da parte delle forze dell’ordine dell’occupazione agli uffici dell’anagrafe in via Petroselli portata avanti per protestare contro la negazione delle utenze e della residenza per gli edifici occupati. “La scelta di sgomberare e di perseguire gli occupanti, fino a rinchiuderne tre dentro a un Cie, con rischio di espulsione e separazione dai percorsi sociali di cui sono parte, non può essere in nessun modo risarcita dal tavolo proposto per il 28 gennaio dall’assessore Danese” hanno spiegato in una nota. “Siamo indisponibili a riprodurre passaggi di confronto deboli e viziati da una mancanza di prospettive strutturali, a continuare con la gestione di un’emergenza infinita che si ha tutto l’interesse a mantenere” continuano. “Sono molto dispiaciuta per quel pezzo di movimento non presente perché quando c’è stata l’occupazione della anagrafe sono andata e ho avuto più colloqui. Purtroppo non posso cambiare una legge nazionale, mi rendo conto che non dare la residenza ai bambini che devono andare a scuola o non dare l’accesso alle cure per le persone è un tema importante che è stato sollevato fortemente” ha dichiarato all’agenzia Dire l’assessore Danese che nel corso della stessa intervista ha inoltre chiesto alla Regione di accelerare lo sblocco dei circa 196 milioni di euro di fondi ex Gescal stanziati dalla regione che riguardano la Capitale.

“Riparte finalmente il tavolo di confronto tra Regione, Roma Capitale e movimenti per il diritto all’abitare” il commento congiunto al termine del lungo incontro nella sede del dipartimento alle politiche abitative capitoline dell’Eur. “Il contesto di questa ripresa è segnato” hanno spiegato i due assessori “sia da un’emergenza casa in espansione, sia dalla messa a disposizione di strumenti che aspettano una rapida attuazione: dalla legge regionale sul recupero e il riuso del patrimonio pubblico e l’acquisizione dell’invenduto, fino al piano operativo triennale del Comune per l’assistenza alloggiativa”.

L’iter per l’approvazione della delibera intanto continua. Come ha spiegato l’assessore: “Stiamo organizzando un calendario di incontri su temi specifici, ci rivedremo presto. Ripartiremo dai quattro gruppi di lavoro istituiti prima che diventassi assessore”. A partire dal lavoro per il censimento di quanti vivono nelle occupazioni, annunciato più volte dal suo predecessore Ozzimo, che aveva anche presentato una memoria di giunta, ma che oggi non è stato possibile portare al tavolo. L’assessore ha poi lanciato anche un asse col Patrimonio: “L’assessore Cattoi è d’accordo, dovremmo vederci tra oggi e domani. E poi portare avanti anche una ”relazione” con Caudo e gli altri assessori per mettere insieme le capacità di tutti e rivedere tutto ciò con il tavolo” ha spiegato, sempre all’agenzia Dire, Danese. Gli incontri proseguiranno anche nei prossimi giorni. Prima però, sabato pomeriggio (ore 15 da Piramide), i movimenti per il diritto all’abitare torneranno a manifestare per le strade della Capitale.“

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Mutui: ora riparte anche l’erogato

mutuiGli ultimi tre mesi del 2014 hanno segnato un’inversione di rotta sul mercato dei mutui.

La situazione era a forte rischio di cortocircuito dal luglio del 2013, quando la domanda di credito per l’acquisto della casa è tornata a crescere, a fronte di banche non ancora disposte a concedere liquidità.

A fissare la curva dei prestiti per la casa è una ricerca dell’Ufficio studi Tecnocasa, che ha messo a confronto erogato e domanda dal 2008 al 2014.

Lo scorso anno ha fatto segnare un cambio di passo – con le prime avvisaglie già a novembre – con un ritorno in area positiva (dopo 7 anni consecutivi a segno meno) sia alla voce erogato (+10%) sia alla voce domanda (+12%) (si veda anche tabella in allegato).

Sul bilancio del settore pesano sempre e molto le surroghe e le sostituzioni.

Ma accanto, sempre per quanto riguarda il 2014, va dato il giusto peso ad un paio di indicatori: i tassi di riferimento sono scesi ai minimi storici – si legge nel dossier – si sono ridotti gli spread sui prodotti destinati all’acquisto dell’abitazione principale, la domanda di mutui è aumentata costantemente.

L’offerta bancaria è migliorata, sia come prodotti e approccio alla clientela, ma la qualità del portafoglio resta un fattore determinante per le scelte di erogazione, così come la qualità del debito.

Mutui sì, dunque, ma con molta prudenza.

Non a caso il mercato residenziale, che resta comunque in cattive acque, ha chiuso l’anno con un bottino di compravendite meno risicato del solito: il 2013 si è fermato a quota 410mila case transate, mentre le stime sul 2014 segnalano un mini rimbalzo tra le 415-420mila unità residenziali scambiate.

Se facciamo un passo indietro all’anno precedente – il 2013 – da registrare invece i volumi delle erogazioni di mutui in ribasso.

E’ insomma ancora crisi, anche se il calo inizia a rallentare la sua corsa, soprattutto nella seconda metà dell’anno.

La Bce avvia una serie di manovre di riduzione dei tassi e si riduce il differenziale tra Btp e Bund.

La fiducia dei consumatori comincia a dare qualche segnale di ripresa: la domanda di mutui in discesa dal 2010, torna a salire.

Prima di allora, tre anni orribili per il credito destinato all’acquisto della casa hanno segnato il mercato.
Nel 2012 proseguono le tensioni sia sulla domanda che sull’offerta di credito.

I bassi tassi di riferimento sono in parte neutralizzati da prodotti più costosi.

Viene così meno l’interesse su sostituzione e surroga: si assiste anzi all’uscita dal mercato di alcuni player bancari che fino ad allora avevano offerto prodotti di mutuo.

Le tensioni sul mercato del lavoro, nelle sue componenti di occupazione e reddito, rallentano drammaticamente anche la domanda.

Gli italiani in questa fase non si informano neanche sulle possibilità di mutuo.

Verso la metà dell’anno precedente – siamo nel 2011 – si innescano le prime tensioni sul debito sovrano di alcuni Paesi dell’area Euro, tra cui l’Italia.

Si impenna il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi che comporta un innalzamento dei costi di approvvigionamento degli istituti italiani.

Rincarano i prodotti di mutuo: è qui che parte la crisi da cui stiamo uscendo solo oggi.

Nel 2010 invece l’incremento della domanda registrata l’anno precedente influisce positivamente sui volumi erogati.

Le banche, esaurita l’onda lunga dei mutui subrpime, tornano a registrare interesse per il prodotto mutuo.

Il 2010 segna decisamente il miglior anno per il settore degli ultimi cinque.

Nel 2009 continua l’attenzione nelle politiche di credito da parte degli istituti che incidono negativamente sui volumi di mutui erogati.

L’accesso al credito si restringe a favore dei cittadini Italiani.

Il sentiment dei consumatori è (ancora) in una fase positiva, i dati macroeconomici sembrano trasmettere fiducia: assistiamo ad un rimbalzo della richiesta di finanziamento.

Nel 2008 – ultimo anno preso in analisi – le erogazioni diminuiscono per il secondo anno consecutivo, influenzate dall’attenzione alle politiche del credito degli istituti che registrano un aumento delle sofferenze sui mutui erogati negli anni precedenti.

La domanda di credito cala, ma in maniera moderata, il mercato resta ancora influenzato dal fenomeno “subprime”.


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Città grandi e immobili commerciali, il mercato riparte da lì

citta1Che fosse una ripresa a zig zag lo si era capito dai dati sullo stato di salute del mercato immobiliare italiano che si sono succeduti degli ultimi trimestri, dove a cifre con davanti il segno più si sono alternate altrettante cifre a segno meno.

Niente cambio di rotta deciso e preciso, dunque, piuttosto un limbo, dove ad un passo avanti spesso e volentieri segue un passo indietro.

E in attesa di una vera svolta, meglio accontentarsi dei rimbalzi di mercato su volumi di vendite scesi a livelli “che più bassi non si poteva”.

Questo dicono anche gli ultimi dati diffusi dall’Istat che riguardano gli atti firmati davanti ai notai per compravendite e mutui chiusi nel corso del terzo trimestre del 2014.

Da luglio a settembre dell’anno passato, il mercato immobiliare ha ripreso a crescere – scrive l’Istat nel dossier scaricabile in allegato in versione integrale – segnando un +3,7% sul terzo trimestre 2013, dopo la battuta d’arresto del secondo trimestre.

Nei primi nove mesi dell’anno, la crescita è stata dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2013 (per un totale di 425.975 le convenzioni rogate).

Sempre rispetto al terzo trimestre del 2013, i segnali di miglioramento riguardano sia il comparto delle abitazioni (+3,7%), sia il comparto economico (+4,8%), definizione sotto il cui cappello finiscono negozi, uffici e gli altri spazi commerciali, artigianali e industriali.

Le case in termini assoluti pesano per oltre il 90% delle transazioni totali, ma si stanno muovendo più lentamente rispetto agli altri asset.

I notai che hanno sede nelle grandi città italiane sono i principali beneficiari di questi segnali positivi che arrivano dal mercato, con aumenti del 4,8% sul comparto abitativo (contro il +2,8% degli archivi notarili con sede nelle città più piccole) e del 14,7% sul comparto economico (a fronte dello -0,9% nei centri minori).

Bene anche i mutui per comprare casa, che registrano uno spiccato aumento (+13,9%, per un totale di 66.350 nuove pratiche).

Nei primi nove mesi dell’anno, la crescita è stata del 7,8% per un totale di 201.079 rogiti firmati.

Numeri tutt’altro che scontati, viste le difficoltà che le banche hanno avuto ad erogare credito negli ultimi anni.

Anche in fatto di finanziamenti si replica quindi il gap tra grandi e piccole città già visto nel conteggio delle compravendite, dove le “big” sembrano fare da apripista: il balzo in avanti dei mutui negli Archivi notarili dei grandi centri è stato stato del 16 6,1%, mentre nei centri più piccoli del 12,4%.


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Immobili produttivi: nel 2015 gli imprenditori restano in affitto C.G. 28/01/2015

immobili produttiviPer il segmento degli immobili non residenziali il 2015 si prospetta ancora un anno dominato da prezzi d’acquisto e canoni di locazione in calo.

Anche per i volumi di compravendite niente di nuovo all’orizzonte: il 2015 sarà un anno simile al precedente.

La scelta di prendere in affitto gli spazi dove svolgere la propria attività sarà quindi un diktat per gli imprenditori.

Questo il quadro per l’anno appena iniziato tracciato da un report Tecnocasa.

La novità potrebbe essere una maggiore facilità da parte dei proprietari a trattare in ribasso i canoni di locazione rispetto alle resistenze del passato, fanno però sapere dall’ufficio studi del gruppo di agenzie immobiliari in franchising, coordinato da Fabiana Megliola (foto).

Colpa del fisco: l’aggravio di tasse, che su questo segmento di mercato si è fatto sentire in modo importante, sta portando ad una maggiore flessibilità dei proprietari che puntano alla continuità dei pagamenti.

Anche i grandi marchi, alla ricerca di negozi per nuove aperture, chiedono un ribasso dei canoni di locazione, focalizzando il loro interesse sulle top location dello shopping delle grandi città italiane.

Rimarrà sempre alta l’attenzione per negozi in cui insediare attività legate al food.

Le vie non di passaggio soffriranno di più rispetto a quelle più transitate.

Sul fronte uffici lo scenario si profila simile, anche se c’è da segnalare qualche segnale di maggior interesse da parte delle aziende, per lo più multinazionali, in cerca di spazi direzionali.

Le location centrali o posizionate in zone ben servite dalla metropolitana sono e rimarranno le preferite.

Per risparmiare si riducono le metrature o si decentra la posizione (si registra a questo proposito un ritorno d’interesse sui centri direzionali di nuova costruzione posizionati nell’hinterland delle grandi città, facilmente raggiungibili e con ampi parcheggi).

Milano, ad esempio, sotto questo aspetto fa testo: sono infatti attesi nuovi spazi dedicati agli uffici, ristrutturati e adeguati ai nuovi standard.

Le posizioni centrali tengono per l’insediamento di uffici di rappresentanza.


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