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Porrettana – Quel treno per Yuma

Le ferrovie locali in italia sono da ormai da trent’anni un progressivo e desolante declino: stazioni e linee soppresse, materiale ferroviario obsoleto, sospensione di corse, poca manutenzione, sporcizia, degrado e insicurezza. Mentre tutta la strategia ferroviaria ha scelto di puntare sull’alta velocità, sui treni superveloci che ci portano da Milano a Roma in tre ore e mezzo.

E’ la parabola di un Paese meno efficiente ma soprattutto più ingiusto, apparentemente moderno ma di fatto irrazionale, dominato da interessi oligopolistici e sospinto verso una privatizzazione dell’intero sistema pubblico, per caricare sulle spalle di chi lavora tutti i possibili costi e disservizi.

Questa situazione diffusa in tutto il paese, con punte drammatiche di caduta fino alla scomparsa del servizio in intere zone del sud ed anche in regioni del Nord; in Emilia Romagna registra una situazione solo in parte diversa.

Il Decreto legislativo n. 422 del 19 novembre 1997  stabilisce il conferimento alle Regioni ed agli Enti locali di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale, a norma dell’articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59

In forza di queste norme la gestione di molte linee ferroviarie, è stata trasferita alle regioni, senza però che ciò contribuisse a migliorare il servizio; in particolare nella provincia di Bologna, una parte delle ferrovie è in capo alFER (Ferrovie Emilia Romagna), mentre altre linee come la Porrettana sono rimaste nella gestione delle ferrovie nazionali.

L’Affidamento in concessione delle ferrovie regionali è sottoposta a gara di evidenza pubblica, entro il luglio del 2016 si dovrà attivare una nuova gestione o alla conferma dell’attuale concessionario, l’azienda di trasporti regionaliTper.

Questa situazione di differenziazione contrasta con la realizzazione del progetto di Servizio Ferroviario Metropolitano che dovrebbe gestire l’insieme delle linee dell’area bolognese, ma il completamento del progetto, strategico per tutta la mobilità provinciale, procede con notevoli ritardi e incertezze.

E’ paradossale ad esempio che la Regione abbia acquistato dodici nuovi treni, ma non ha potuto (?) impiegarli sulla Porrettana che è la linea più affollata di tutto il sistema (10.000 pendolari al giorno con punte fino a 20.000) perché non di sua competenza.

L’ingegner Luigi Marino, ex direttore del compartimento regionale FS dell’Emilia Romagna, scriveva in un articolo del 2002: ” la ferrovia Porrettana rappresenta, oggi, per l’Appennino la garanzia base minima per la sua vivibilità.…. Le grandi città come Bologna devono pretendere che le direttrici di traffico confluenti nell’area urbana, siano dotate di una funzionale, non inquinante, strada ferrata….l’area Appenninica è un territorio di diverse finalità cui andrà assicurato l’opportuno attrezzaggio: al versante toscano, un “parco” una ferrovia turistica e di collegamento; al versante emiliano, rappresentato da una valle dinamica, una ferrovia che assicuri un funzionale traffico per lo sviluppo…”.

Questo sviluppo non c’è stato come scrivono i rappresentanti dei comuni dell’Unione, nell’ordine del giorno su stato e prospettive delle ferrovie dell’Appennino del dicembre 2014: “…La qualità e soprattutto l’affidabilità del servizio su entrambe le linee continuano a essere insoddisfacenti, con il verificarsi quasi quotidiano di ritardi (soprattutto nelle fasce orarie di punta) ben più frequenti di quanto riportato dai dati ufficiali del gestore, ripetute soppressioni di treni e altri disservizi che spesso culminano in giornate catastrofiche nelle quali, di fatto, viene meno la regolarità del servizio…. ”

Sabato 7 Febbraio a Vergato, dalle ore 9.30, presso la sala dell’Unione comunale in via Enrico Berlinguer 301 (zona Coop) si discuterà nell’incontro pubblico “ Un servizio efficiente e adeguato per lo sviluppo dell’Appennino”, promosso dall’Altra Emilia Romagna.

Parteciperanno Romano Franchi presidente dell’Unione comunale dell’Appennino bolognese, Igor Taruffi consigliere regionale di SEL, Pier Giovanni Alleva consigliere dell’Altra Emilia Romagna, interverranno esperti trasportisti, rappresentanti di Istituzioni e di comitati dei pendolari, tra l’altro Giuseppe Nanni (Unione Comuni Alto Reno) Massimo Gnudi(delegato Montagna Area Metropolitana) Sergio Salsedo (Assessore Mobilità Comune di Grizzana) Giovanni Zavorri (Comitato Ferrovia Porrettana) Germano Carboni (Presidente Comitato Pendolari Direttissima)Fioretta Gualdi ( progettista nel settore della mobilità), un rappresentante di Legambiente.

Sergio Caserta, 3 febbraio 2015  © valorelavoro.com vai all’articolo originale




I perchè del 4 dicembre

Proseguire il percorso di “progettazione partecipata” con la giornata del 4 dicembre era scritto nella scelta del modello di rigenerazione urbana che perseguiamo nel Quadrante di Corviale da circa 6 anni.  Come promemoria per tutti ed in particolare per le nuove realtà presenti alla giornata di lavoro, ci sembra opportuno ricordare brevemente quanto finora svolto: i Forum del 20122013, le numerose iniziative nei diversi settori all’interno di un progetto multidisciplinare, le prestigiose sedi in cui è stato presentato e gli importanti riconoscimenti avuti, la sottoscrizione di un Partenariato pubblico-privato con relativo Atto d’Intesa da parte di 26 soggetti appartenenti ad Istituzioni, Università, Centri Ricerca, organizzazioni Profit e No-profit, Associazioni di volontariato.

Il tutto è documentato nel sito www.corviale.com.
Sono stati raggiunti importanti risultati per una scelta consapevole e grazie alla lungimiranza dell’ATER, del Ministero dei Beni Culturali, del Comune di Roma, dell’Università La Sapienza, insieme alla Comunità territoriale CorvialeDomani.
La giornata del 4 dicembre ha altresì preso atto dell’accelerazione impressa  a fine ottobre da parte della Regione Lazio sia con lo sblocco  dei lavori del Palazzo ATER, noto come “Serpentone, sia con il relativo concorso internazionale,  le cui linee guida verranno rese pubbliche  a fine marzo.
Il concorso verrà chiuso entro ottobre e presentato all’Expo’ di Milano, mentre i lavori di riqualificazione  del Palazzo avranno durata quinquennale.
La rigenerazione urbana del Corviale è una delle più rilevanti del nostro Paese: è questo il dato riconosciuto che abbiamo voluto condividere sia con la Comunità cittadina che con l’opinione pubblica nazionale, attraverso la  presentazione alla Biennale Internazionale di Venezia e la partecipazione all’incontro di Ravello lab. Le stesse modalità dei 5 tavoli di lavoro hanno fatto riferimento alle linee guida elaborate  e presentate a Venezia dall’ATER con il contributo dei sottoscrittori del Partenariato.
Le indicazioni uscite dalla giornata del 4 dicembre hanno dato indicazioni per le linee guida del concorso internazionale che  definiscono come dovrà avvenire la riqualificazione e le connessioni con il territorio di riferimento.
Il concorso internazionale rappresenta un’occasione per sperimentare nel concreto la rigenerazione urbana di una grande periferia metropolitana. Tema questo di grande attualità dopo i ben noti fatti sia di Tor Sapienza che di Parigi.
Come ribadito dal commissario ATER il 4 dicembre  “(…) idee e progettazione di ogni attività dovrà essere inserita con chiara definizione di ruoli, risorse e azioni all’interno della progettazione partecipata e secondo i valori di etica-sicurezza e legalità.”  Sostantivi su cui si è spesa la Comunità nel corso degli anni.
Multidisciplinarietà  significa che la giuria che valuterà i progetti presentati  dovrà essere formata da riconosciuti esperti delle diverse discipline interessate  (architettura e urbanistica ma anche ambiente,  sociologia urbana, economia civile e green,  comunicazione, innovazione delle reti….) come prevedono gli indirizzi europei e internazionali.
I tempi medio lunghi  previsti  dovranno altresì tenere  in conto la costruzione di un ciclo di progetto flessibile e capace di rimodularsi nel tempo. Un work in progress che interagisca  con le risultanze dei processi di animazione, formazione e tutoraggio,  gestione e  comunicazione.
Un progetto che sia in grado di guardare ben oltre “la consegna delle chiavi” tenendo conto delle nuove forme dell’abitare e  della valorizzazione del capitale sociale umano presente sia all’interno del Palazzo ATER che nel territorio circostante.
Una scommessa su cui i pochi che ci  credevano sono sempre più numerosi e ben coscienti della necessità di prevenire e governare le varie forme di conflittualità e interessi   ancorati ad elementi concreti che emergeranno, onde evitare delusioni e riverberi negativi nel sistema  delle relazioni  socio-economiche che è asse portante per la riuscita dell’operazione.
Daremo seguito prima della fine di marzo, come da diffusa richiesta, ad ulteriori incontri sia con la Comunità che con altre competenze e buone pratiche utili per una progettazione condivisa. Uno scambio che sia viatico per sperimentare al meglio una rigenerazione che dia quei risultati e riscontri che tutti noi ci aspettiamo.

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REPORT DEL 4 DICEMBRE

LA MINIERA DI CORVIALE E DEL SUO TERRITORIO

Il 4 dicembre 2014 a Roma presso il Centro Servizi per il Volontariato circa 150 operatori, studiosi, esperti, professionisti, professori a vario titolo coinvolti nel progetto di rigenerazione del Quadrante di Corviale e in un sistema di rilancio delle periferie hanno discusso per l’intera giornata in cinque tavoli di lavoro progetti da integrare nelle Linee guida del concorso internazionale per la rigenerazione di Corviale dell’ATER.

I cinque gruppi di lavoro hanno trattato le seguenti tematiche:
1.Qualità della Vita
Senza legalità e sicurezza non si fa rigenerazione urbana
2.Ambiente e Economia Verde
Dal “secchio della spazzatura al lavoro”
Coltiviamo insieme Corviale
3.Patrimonio Culturale
Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l’Europa
4.Infrastrutture e reti consapevoli
Un modello di sperimentazione di Smart Building
5.Comunicazione e partecipazione
Connessioni fra strategie di comunicazione e processi partecipativi

Questa la sintesi delle proposte emerse, riaggregate per parole chiave :

RIGENERAZIONE

Il contributo dei beni relazionali (sport, cultura, il vivere i parchi…) può apportare valore aggiunto  ad un modello di rigenerazione  che è in via di sperimentazione e che si collega direttamente ad una gestione consapevole, integrata e partecipata.
Una responsabilità sociale diffusa toglie l’acqua alle attività illegali e si traduce in sicurezza, legalità e rispetto del bene comune in sintesi una migliore qualità della vita con conseguente riduzione dei costi dell’intera filiera sociale.

SOGGETTI ATTIVI DELLA RIGENERAZIONE:
• la comunita’
• il sistema dell’istruzione e formazione
• il sistema produttivo
• istituzioni ed enti
• centri di ricerca e comunicazione
PROGETTAZIONE

Progettazione partecipata
Permette di attivare un  processo  di rigenerazione urbana autogenerantesi nel quartiere stesso secondo un orientamento ai valori di etica-sicurezza-legalità in cui le Linee guida dell’ATER sono l’indice utile per affrontare i problemi.
Occorre identificare le diverse identità /gruppi portatori di interesse. Il ciclo del progetto dovrebbe includere in sé la gestione (management) del progetto stesso:
• Found raising;
• Presenza del no-profit;
• Flessibilità progettuale.
Partire dall’individuazione dei problemi e degli obiettivi, scelta tra scenari alternativi, approfondimento di contenuti ed attività, non concludere con la mera realizzazione delle opere, bensì con l’attuazione del progetto di gestione.
Un concorso in più fasi che preveda la manifestazione di interesse ancorata a elementi concreti di partecipazione e interventi cooperativi di comunità e azionariato diffuso.
Social Mapping sulle problematiche che più stanno a cuore ai cittadini per il progetto di rigenerazione.
Open data
Strutturare le reti in open data in modo da poter accedere ai dati in maniera costante, trasparente e facile a tutti e con un flusso informativo proveniente dal basso.
Un software di interazione con i cittadini su temi legati, ad esempio, alla sicurezza e legalita’.  Ognuno potrà interagire apportando il proprio contributo e per la buona riuscita del progetto il software dovrà essere facile ed accattivante.
L’obiettivo è ottenere  una mappatura interattiva del territorio ed un costante flusso di informazioni aggiornate.
Restituzione rielaborata in una mappa delle informazioni in possesso dell’Agenzia della Mobilità riguardanti il distretto Corviale, sui tempi di attesa, quelli di percorrenza sia in tempo reale che come dato statistico ricorrente.

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PROGETTI

• Laboratorio di condivisione
• Coworking
• Laboratorio per l’artigianato digitale
• Ecopark
• Orti urbani
• Via verde
• Tetto
• Bike sharing
• Social food
• Baratto 2.0
• Reti di accessibilita’
• Reti infrastrutturali

LABORATORIO DI CONDIVISIONE
piccoli Urban Center 3.0, di terza generazione, che facciano incontrare i frequentatori dei Social Media (giovani) e delle assemblee civiche tradizionali, per attuare concretamente quei principi di democrazia partecipativa e co-deliberativa.

l’edificio di Corviale può diventare il luogo di produzione e consente di creare un ciclo sugli scarti (Cantiere di produzione di materiali)
la creazione di una EXPO permanente con proposte di sviluppo da presentare alle istituzioni

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LA COMUNICAZIONE

–   piano strutturato per l’informazione, comunicazione e condivisione per la comunita’ del Quadrante (strumenti tradizionale e multimediali)
–  ospitalità a una postazione di UndiciRadio a Corviale corredata di sala registrazione professionale e di sala montaggio video,
–   sviluppo del giornale delle periferie come spazio di costruzione di legami integenerazionali e di allenamento per gli altri strumenti
–    implementazione del social genealogico che tenga insieme la memoria storica delle generazioni che si sono succedute nel Palazzo e nel Quadrante. Il social inoltre permette di rilevare le abilità professionali e hobbistiche degli abitanti configurandosi come un data base .

LA COMUNITA’

–    attività di animazione sociale che getti le basi per una partecipazione alla gestione nonché alla manutenzione ordinaria
–    creazione di uno spazio di co-working che rappresenti l’occasione di realizzare un laboratorio supportato da wi-fi e, soprattutto, della banda larga (fibra ottica) pubblica e gratuita nel palazzo e nel quadrante
–     un     centro sociale e aggregativo giovanile
–     spazi comuni con l’attivazione di strutture partecipative pro-attive; rilevazione dei fabbisogni del territorio;

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IL SISTEMA FORMATIVO
Un laboratorio di riferimento per l’artigianato digitale romano con condivisione di strumenti per produrre prototipi.
Materiali di riciclo che possono derivare dalla ristrutturazione dell’edificio censendo i materiali di scarto per avviare un ciclo produttivo.
Un artigianato digitale che diminuisca il costo della manutenzione edile.
Formazione e certificazione di nuove competenze e professionalità con particolare riguardo alla Nuova Edilizia e Nuove figure dell’abitare.
La scuola può diventare un punto di riferimento per l’artigianato trasformandosi nel luogo adatto per costruire dopo la formazione.
Un laboratorio aperto dove creare progetti che riguardino l’artigianato, il paesaggio, l’ambiente, gli orti facendo diventare l’edificio un contenitore di professionalita’.
Un Coworking della Formazione e della produzione artigiana e agricola romana, dove costruire moduli personalizzati delle diverse competenze e delle diverse specializzazioni.

LE ISTITUZIONI
Realizzazione di un Distretto di Corviale adatto a una nuova Città Metropolitana con regole e poteri di autonomia e sperimentazione.
PARTECIPANTI

Acli Sport, AGCI, Agenzia della Mobilità,  Amate Architettura, ARCI Lazio, ATER, ATTAC Italia, Carte in Regola, CESV, Citta Visibile, Commissione Agricoltura Camera Deputati,  coop. Ciarrapani- Calabria, Cooperativa Acquario ’85, Corviale Domani, CNCA, CSV Matera, Fedim, Fo.Cus., Forum 3 Settore Lazio, Il Giornale delle Periferie, Il Laboratorio, IRFOR, Liceo Keplero, LUMSA, Mediterraid, MIBACT, Mobilitiamoci, Piattaforma Testaccio, QEA, Rai Expò, Rete Fattorie Sociali, Roma Capitale, Roma Natura, Rotecnology, La Sapienza, 3 D Italy , Tor Vergata, Una Città, UndiciRadio, UNIAT, Unimol, Verde Pensile, Zero Waste Lazio e numerosi tecnici, operatori, esperti di settori e social media.




La miniera dell’ambiente e l’economia verde

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Massimo Piras (Zero Waste Lazio), nell’ambito di una strategia rifiuti zero, presenta un progetto realizzato a Roma in affiancamento alle “domeniche ecologiche” di AMA finalizzato alla raccolta e riparazione per il riutilizzo dei prodotti.
Presenta esperienze di Buone Pratiche in atto in diverse Regioni italiane (Marche, Veneto, ..) che mostrano l’importanza del Riutilizzo sia come valore di filiera della solidarietà sia come valore di rilevanza economica .
A tal riguardo riporta i dati relativi alle città di Goteborg (Svezia), Berkley (California), Los Angeles (California) dove sono stati realizzati ECOPARCHI con caratteristiche diverse ma tutti con evidenti vantaggi sia economici che sociali.
Per Roma (simile per popolazione e per % di riuso a Los Angeles) prefigura quindi la realizzazione di Centri raccolta di quartiere (passare da 13 a 100 isole ecologiche) ed a livello pilota propone la realizzazione di un ECOPARCO nel terreno pubblico intorno all’attuale isola ecologica comunale.

Arch. Riviello presenta il progetto ECOPARCO CORVIALE con un’estensione di 7 ettari e spazi dedicati a funzionalità integrate, quali ad esempio:
• Raccolta
• Separazione tra rifiuti riutilizzabili e non
• Laboratori di riparazioni (ciclofficina, elettronica, materiali edili, …..)
• Vendita di prodotti riparati
• Produzione di compost
• Orti urbani (utilizzano il compost e producono rifiuti per la sua produzione)
• Bar – Ristorazione (utilizza i prodotti dell’orto e l’umido di scarto va in compost)
• Parco giochi
• Centro sportivo
• Centro educazione ambientale
E’ evidente quale sarebbe il vantaggio sociale ed economico per il territorio e lo sviluppo dell’occupazione!

Stefano Panunzi fa notare che l’operatività dell’ECOPARCO è strettamente legata alla raccolta nel palazzo e quindi al problema della movimentazione merci da studiare come circuiti specifici che interagiscano (da chiedere ai progettisti del Concorso ATER)
Sottolinea inoltre l’importanza di avviare dei processi in grado di trasformare Corviale in un laboratorio di riferimento per l’artigianato romano e farlo diventare un luogo dove artigiani professionisti e artisti possano organizzarsi.
Introduce il MONDO DEI MAKERS, cioè la possibilità di costruire oggetti complessi (anche da materiali di scarto) con stampanti 3D: ARTIGIANATO DIGITALE , presentando una start up innovativa a livello mondiale rappresentata dal giovane Giorgio Alliva, cofounder della 3D Italy.

Alliva espone il suo progetto di stampanti 3D Italy. Il progetto riguarda la condivisione di strumenti digitali per produrre prototipi. Parla delle sue collaborazioni. Alliva ha avviato un progetto con un istituto romano e l’università di Tor Vergata dove attualmente sta realizzando il prototipo di un rene artificiale. Durante il suo intervento introduce il discorso di un design “one to one”, o meglio di un design voluto dal singolo che non sia frutto di una produzione. Parla del ruolo degli artigiani digitali e della possibilità di realizzare le cose in modo indipendente tramite stampanti 3d

Panunzi Centra l’attenzione sull’importanza dei materiali di scarto e sul ruolo che possono avere i materiali di riciclo per avviare un ciclo produttivo. Fa emergere inoltre la necessità di censire una lista dei materiali di scarto che possono derivare dalla ristrutturazione dell’edificio di Corviale e invita Alliva a stilare una lista dei materiali possibili e dello spazio minimo necessario per una unità produttiva di FabLab.

Tommaso Capezzone interviene sottolineando la necessità di considerare i rifiuti fonte di materia prima per l’artigianato digitale che potrebbe aiutare a diminuire il costo della manutenzione edile. Gli operatori possono realizzare progetti a corviale che può diventare un contenitore capace di accogliere gli artigiani che utilizzano gli scarti derivati da progetti di riqualificazione dell’edificio stesso
Sottolinea così come il mondo 3D potrebbe ridurre il costo della manutenzione edile!
Evidenzia inoltre la necessità di formazione e certificazione di nove competenze e professionalità con particolare riguardo alla Nuova Edilizia e Nuove figure dell’abitare.

Gianni Russo del Liceo scientifico Keplero presenta un progetto di orti urbani nella scuola recentemente approvato a cui aderisce anche Corviale Domani
Inoltre parla del ruolo che la scuola può avere diventando un punto di riferimento per l’artigianato. La scuola può diventare il luogo adatto dove costruire. La formazione deve avere un ruolo prioritario. Sottolinea che il 27% dei giovani non sono diplomati e ci sono solo due scuole superiori.

Morandini interviene dicendo che la scuola a suo avviso non debba diventare un riferimento per l’artigianato. Ritiene invece che la formazione e la costruzione debbano avvenire al di fuori della scuola. Prende come esempio la piazza dei Mestieri di Torino e di Catania e propone di realizzare a Corviale un laboratorio aperto dove creare progetti che riguardino l’artigianato, il paesaggio, l’ambiente, gli orti.
Propone di portare la città a Corviale, di sostenerlo a livello turistico e porta come esempio l’opportunità di Expo 2015 e far inserire Corviale nei pacchetti turistici : fare diventare l’edificio un polo di riferimento, un Colosseo della Contemporaneità, un centro produttivo di cultura. Propone di realizzare un Ostello, realizzare Bed & Breakfast (appartamenti di oltre 100 mq ..), Ristoranti gestiti dai ragazzi., ecc. Far diventare l’edificio un contenitore di professionalità.

Bernardini sottolinea l’importanza del ruolo della scuola che potrebbe erogare, accanto all’Istruzione, Formazione professionale organizzandosi in modo opportuno (Accreditamento) e adeguando le metodologie didattiche anche per il recupero dei giovani che hanno abbandonato la scuola (formazione on job …).

Ongaretto parla della necessità di creare una metodologia partecipata per mettere a disposizione diversi strumenti e competenze a servizio della comunità per costruire spazi realmente pubblici dove costruire progetti che vadano a toccare diversi ambiti, come il paesaggio e l’artigianato.
Le aree naturali protette di Tenuta dei Massimi e Valle dei Casali devono diventare nuovi spazi di aggregazione. Interventi site-specific potrebbero consentire al mondo vegetale di riconquistare un ruolo primario non solo nel quartiere di Corviale, ma anche nei quartieri limitrofi. Incorporando i confini tra natura e quartiere, le aree naturali protette possono diventare generatori di verde per tutta la città. La realizzazione di orti urbani, laboratori ecologici e orti mobili consentirebbero alla natura di espandersi in modo virale.
Che siano workshop, oggetti di arredo urbano, incontri o architetture temporanee, orti sociali, laboratori ecologici, orti mobili o mercati di prodotti agricoli, o ancora laboratori di design, l’obiettivo non risiede tanto nel risultato quanto nel generare un processo condiviso, per capire i bisogni delle persone e studiare come lo spazio ridisegnato si possa relazionare con il contesto circostante.
La semplice idea di Dislocare la natura potrebbe permette alla stessa natura di infiltrarsi, e di aumentare. “Ecologia aumentata” potrebbe essere una parola chiave
Un esempio: per coinvolgere attivamente i cittadini, i laboratori ecologici e artistici possono essere architetture arboree costruite, coltivate, curate e gestite dagli stessi abitanti di Corviale. Gli orti urbani, e anche gli orti e i giardini mobili sono realizzati e costruiti dai cittadini.
Altro esempio: il progetto di un Ostello4All realizzato a Barcellona gestito da ragazzi down aperto a tutti che è diventato un riferimento ludico-ricreativo per la città. Una tale attività consentirebbe di avviare un processo produttivo economico, permettendo da un lato a diverse associazioni di lavorare nella formazione, dall’altro di avviare attività economiche fonti di guadagno (ristorante, ostello), e infine ai ragazzi disabili di lavorare attivamente (per es. la manutenzione del giardino, la cucina e il servizio ai tavoli sono gestiti dai ragazzi disabili, ai tavoli servono i ragazzi disabili. Un progetto simile potrebbe essere realizzato a Corviale, sia per quel che riguarda la manutenzione degli orti, sia per quel che concerne i laboratori ecologici e artigianali, e così via.

Ongaretto, relativamente al tema dell’artigianato e del design riprende il discorso di Alliva e di Panunzi indicando la necessità di realizzare a Corviale uno spazio lavorativo in cui ogni artigiano possa condividere i propri strumenti del mestiere, le competenze di cui dispone, per realizzare i propri progetti dove possa collaborare con altri utenti artigiani per avviare attività professionali che possano essere diversi come la coltivazione, l’artigianato le arti ecc..
Il quadrante Corviale deve diventare uno spazio lavorativo dove condividere gli strumenti del mestiere, dove sia possibile collaborare in sicurezza.
Il quadrante Corviale deve mettere a disposizione gli spazi e gli strumenti base per consentire alle associazioni, ai coltivatori e e agli artigiani di realizzare i propri progetti, avviare attività condividere le proprie competenze .
Corviale come un Co/Working della Formazione e della produzione artigiana e agricola romana, dove costruire moduli personalizzati delle diverse competenze e delle diverse specializzazioni.

Panunzi sottolinea la necessità di creare percorsi culturali didattici e della necessità di utilizzare l’istituzione pubblica per farla diventare un contenitore laboratoriale.

Marina Galati, della cooperativa di Lamezia Terme (ROM, Raccolta Differenziata, ..) evidenzia come fattori importanti: – sociale; – ambientale; – economico e come fattore di successo la RETE Profit-non Profit.

Gianni Russo parla della necessità di istituire il Distretto di Corviale a Statuto Speciale adatto a una nuova Città Contemporanea (Quadranti riuniti) e di costruire le Regole di questo distretto con Potere di autonomia e sperimentazione (come Ente Eur).
Si esprime la necessità di scrivere al Questore di Roma per parlare di Corviale.

Luciana Vita, con esperienza di organizzazione di eventi scientifici alla sapienza, evidenzia interesse per quanto detto e dichiara disponibilità alla collaborazione.

Augusto Pascucci (presidente Uniat – inquilini, ambiente e territorio)
Sottolinea la necessità di ricentrare i depositi valoriali della società nei luoghi abbandonati in modo da farli diventare luoghi di creatività capaci di sviluppare valori nuovi. Creare intorno alla casa il luogo di produzione. La casa deve diventare il luogo generatore per costruire la filiera dei saperi. La casa come raccoglitore ecologico domestico (processo educativo da padre a figlio)
La Ristrutturazione di Corviale per produrre materiale che non è scarto (Ristrutturazione = miniera di risorse). L’edificio di Corviale può diventare diventa il luogo di produzione e consente di creare un ciclo sugli scarti (Cantiere= produzione di materiali)

Morandini pone un quesito su quali sono le motivazioni che dovrebbero riportare una persona a tornare a scuola una volta terminato il percorso di formazione scolastica. Inoltre parla sulla Formazione – Narrazione.

Antonello Fratoddi e Monica Ardizzone (architetti paesaggisti di Mediterraid). Lavorano sulle vie verdi ed hanno vinto il bando della Regione Lazio per un progetto sulla via Francigena per il tratto all’interno del Lazio che corre da Capranica a San Pietro.
Propongono l’idea di creare una via verde, un possibile progetto di un itinerario verde virtuoso e produttivo, dove l’edificio di Corviale possa diventare la tappa di partenza o di arrivo di un percorso tematico sull’artigianato romano. Al riguardo, Ongaretto interviene dicendo che il piano terra dell’edificio di Corviale potrebbe diventare un vero punto di passaggio per accedere al parco della Tenuta dei Massimi

Eugenio de Crescenzo (AGrCI) suggerisce di fare una riflessione sul contesto, e di organizzare il consenso sul territorio. Pone dei quesiti su dove collocare le nuove figure professionali, come ad esempio il produttore-cittadino? Sarebbe auspicabile:
• promuovere lo sviluppo e misurare gli effetti nella Regione lazio,
• creare una EXPO permanente con proposte di sviluppo da presentare alle istituzioni

Massimiliano Leone presenta IRFOR una rete per l’innovazione e lo sviluppo rurale in Italia

Stefano Panunzi dal progetto complessivo emergono due linee guida:
• Corviale come piattaforma dimostrativa per la città.
• Corviale come motore per la visione della città.

Ferraretto (Roma capitale, assessorato Ambiente e lavori pubblici) Illustra l’adozione di strumenti per la lotta ai cambiamenti climatici, RESILIENZA urbana (Fondazione Rockfeller) : Corviale sarà uno dei pezzi di applicazione del progetto

Ing. G. Boldini (Verde Pensile – Ministero dell’Ambiente; WeHelpGreen) parla dei suoi progetti di giardini pensili sui lastrici solari
• Presenta il progetto di Frutteto Pensile realizzato in una casa privata sita vicino al parco di Villa Ada. Il lastrico è realizzato con rifiuti urbani (Vetro Spuma /Schiuma di Vetro che è il Vetro residuo della lavorazione del vetro. Tale materiale di scarto consente una Maggiore Ossigenazione delle radici). I Giardini pensili sono fondamentali per la cattura delle polveri sottili. Il verde assorbe le polveri sottili tramite la realizzazione di un Lastrico Solare verde.
• Luce acqua Sali minerali necessari per le piante
• Parla della collaborazione con Università della Tuscia per studiare i gli scarti del vetro in particolare del materiale formato da rifiuto vetro+ Compost
• Parla delle sue collaborazioni con ISPRA CNR ENEA.
www.aivep.org
www.wehelpgreen.it
g.boldini@wehelpgreen.it 0039335383561

Panunzi presenta il progetto di trasformare il tetto di Corviale in uno spazio produttivo di energia, alimenti e lavoro, che con le sue interconnessioni sistemiche/impiantistiche deve riuscire a trasformare il Metabolismo di Corviale da organismo energivoro Insensato, Insostenibile, Respingente da in ecosistema autorigenerante Intelligente, Sostenibile, Inclusivo.
Dalle linee guida ATER :
1) Ridurre le dimensioni appartamenti per aumentare i suoi abitanti per un minore spreco di spazi aumenterebbe il suo carico urbanistico, pertanto si devono
2) Adeguare le reti e le infrastrutture
Per ridurre ad es. lo spreco di acqua e di produzione di acque nere (es. separando le acque nere e riciclando gli scarti liquidi grigi per l’irrigazione degli orti)
Presenta un calcolo in cui dimostra che Corviale consuma normalmente 1 milione di litri di acqua potabile e produce 1 tonnellata di feci e 7000 litri di urine (vd. ricerche sulla separazione feci/urine).
Ricorda che il Progetto UNIMOL-ATER è stato selezionato a Smart City Bologna, ad Ecomondo di Rimini e da RAI Expo 2015.

Lucatello (agronomo) parla del Bando per l’accesso alle terre pubbliche.
Prefigura la Piazza che sarà costruita a Corviale come Porta di accesso alla tenuta dei Massimi

Adriano Zaccagnini (Candidato alla Camera dei Deputati) che si interessa della progettazione di smart farm, evidenzia interesse per il progetto con particolare riguardo al progettare spazi verdi e renderli più fruibili.

Alfonso Pascale (Rete fattorie sociali, Forum terzo settore, IFORD) esorta tutti a riflettere sui recenti fatti che chiedono un ripensamento del modello di rapporto istituzioni-società e farne un documento da inviare al Questore ed al Prefetto di Roma.
Presenta le linee guida per l’attuazione della programmazione del Piano di Sviluppo Rurale nella Regione Lazio ed evidenzia la necessità di animazione e formazione sulle opportunità che offrono questi strumenti
In particolare presenta la Misura 16 del PSR che riguarda il sostegno a:
• costituzione di gruppi operativi del PEI (“Partenariato europeo per l’innovazione)
• progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie
• cooperazione tra piccoli operatori nell’organizzazione di processi di lavoro comuni e la condivisione di strutture e risorse, e per lo sviluppo e il marketing turistico;
• cooperazione orizzontale e verticale tra gli attori della catena di approvvigionamento per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali
• cooperazione tra gli attori della catena di approvvigionamento per la fornitura sostenibile di biomasse per uso alimentare e produzione di energetica
CONCLUSIONI:
Tommaso Capezzone raccoglie le adesioni ai gruppi di lavoro emersi:
• Formazione x Manutenzione
• Laboratorio condivisione
• Reti
• Statuto




La miniera di infrastrutture e reti consapevoli

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Obiettivo del tavolo di lavoro: integrare le linee guida del concorso internazionale ATER riguardo la tematica delle infrastrutture e delle reti consapevoli.
Ogni tipo di infrastruttura deve trasformarsi in una rete consapevole.

TEMATICHE DISCUSSE DURANTE LA SESSIONE DI LAVORO:
Infrastrutture materiali ed immateriali per l’accessibilità urbana.
Dip.to Architettura e progetto – Univ. La Sapienza, Roma
Resp. Lucina Caravaggi, Presentano il progetto: Cristina Imbroglini ed Anna Lei.

Corviale: non solo luogo da cui spostarsi, ma luogo in cui arrivare.
Realizzazione di una linea tramviaria che connetta il polo di Corviale alla stazione Bonelli della ferrovia metropolitana. E’altresì prevedibile un’eventuale connessione tramite cabinovia alla metro Magliana.
La linea tramviaria attraverserà le aree verdi di proprietà pubblica e durante il percorso verso la stazione Bonelli, avrà la funzione di connettere i molteplici servizi già presenti sul territorio.
Problematiche affrontate nel progetto:
• garantire l’accessibilità alla metropolitana;
• favorire la ciclo-pedonabilità nel quartiere;
• garantire la sicurezza all’interno degli spazi verdi;
• favorire la flessibilità degli spazi;
Elementi indispensabili per la realizzazione:
• integrazione nel territorio;
• capacità di auto mantenimento;
• sviluppo di orti urbani nelle aree verdi attraversate dalla linea tramviaria;
• azioni di promozione costante e quotidiana della salute.
Nel corso della discussione, approfondendo il discorso sulla mobilità è stato effettuato un richiamo alla funivia urbana (Panunzi). Quest’ultima è stata classificata come infrastruttura ecosostenibile, spettacolare e turistica capace di attrarre visitatori nel quadrante di Corviale.
In vista degli ingenti investimenti su Tor di Valle con conseguente prolungamento della rete metropolitana, la funivia si pone come mezzo di collegamento tra le dorsali di comunicazione attualmente in uso nella fascia infrastrutturale del Tevere.

Progetto DOCEO. Bike sharing gratuito.
Rotecnology. Presenta il progetto Rodolfo Grimani.

Realizzare un bike sharing libero e gratuito.
L’AMA raccoglie in un mese circa 400 bici, da queste se ne possono rigenerare circa 30. Queste bici rigenerate e opportunamente assemblate, vengono rese intelligenti da sensori di varia natura e corredate di braccialetti elettronici ad uso degli utenti.
Le bici, geolocalizzate, vengono gratuitamente messe a disposizione dei fruitori del servizio.
L’utente avrà a disposizione un’applicazione con percorsi prestabiliti. Gli operatori economici potranno essere inseriti, a titolo oneroso, all’interno dei percorsi.
Si propone di produrre più biciclette rispetto al necessario in modo da scoraggiarne il furto. Le bici avranno, comunque, una catena elettronica attivabile/disattivabile con il braccialetto senza l’utilizzo delle attuali rastrelliere.
DOCEO si ricollega al laboratorio di riuso/riciclo all’interno dell’eco parco di Corviale, discusso nel tavolo mattutino.

Social Food
Rotecnology. Presenta il progetto Rodolfo Grimani.

Piattaforma tecnologica che mette insieme domanda ed offerta di derrate alimentari. I fruitori dei pasti non sono i singoli cittadini bensì le associazioni benevole.
Viene utilizzato “il concetto di piatto avanzato” con l’obiettivo di creare un pasto completo. Il tutto è geolocalizzato, sia riguardo le richieste che le offerte.
Mense, supermercati, mercati rionali, esercizi commerciali, etc… mettono a disposizione sulla piattaforma il cibo ormai in scadenza. Il cibo messo a disposizione può essere quindi ritirato gratuitamente..

Corviale bene comune
Francesco Tupone
Corviale come laboratorio per sperimentare nuove tecnologie da estendere successivamente a tutta la città.
Corviale viene posto al centro di un sistema di autoproduzione materiale ed immateriale assieme al nuovo concetto di baratto 2.0.

Partecipazione dei cittadini. Il caso del rione Testaccio.
Come una città diventa intelligente contando su cittadini intelligenti.
Piattaforma Testaccio. Francesco Pazienti

All’interno del rione Testaccio sono stati effettuati progetti in comune con l’ Università Roma Tre per la realizzazione di un’isola ambientale all’interno del rione stesso.
L’elemento essenziale è stato una forte collaborazione tra la comunità residente e la facoltà di architettura riguardo l’elaborazione di uno studio su come Testaccio potesse diventare un’isola ambientale. Lo studio non ha richiesto interventi infrastrutturali, bensì solamente organizzativi.
E’ stato sottolineato l’utilizzo del referendum di quartiere quale strumento di partecipazione pubblica per la realizzazione di interventi di riqualificazione urbana quali, ad esempio, il rifacimento della piazza di Testaccio e la sperimentazione della presa in carico da parte dei cittadini dei beni oggetto di riqualificazione.
Sempre in ambito di partecipazione, in considerazione dell’art. 118 della Costituzione, il comune di Bologna ha approvato per prima un regolamento per la partecipazione attiva dei cittadini. Altri comuni stanno seguendo questa linea.
In considerazione di quanto sopra, riguardo la tematica della partecipazione, dal tavolo di lavoro viene prospettata la realizzazione di un Social Mapping sulle problematiche che più stanno a cuore ai cittadini e che si rendono necessarie per il progetto di rigenerazione. Viene inoltre discussa (Caravaggi) la possibilità di una partecipazione degli abitanti riguardo la tematica: “si posso rendere sicure con iniziative dal basso le aree di Corviale?”.
Le reti. Trasparenza nelle informazioni.
Mobilitiamoci. Giorgio Bertini
Il tema centrale riguarda l’open data: avere a disposizione tutti i dati in maniera condivisa e trasparente.
Nello specifico, strutturare le reti a Corviale in modo da poter accedere ai dati in maniera facile e trasparente.
L’Open-Data è ormai un elemento fondamentale. Le informazioni, quanto più complete e diffuse, devono circolare in maniera costante e trasparente.
Viene posta la questione della partecipazione riguardo il flusso informativo proveniente dal basso (Caravaggi – Panunzi).
A Corviale è stata effettuata, per ora, una mappatura di natura tecnica delle aree strutturali. Ora si chiede di elaborare un software di interazione con i cittadini su temi legati, ad esempio, alla sicurezza. Ognuno potrà interagire apportando il proprio contributo e per la buona riuscita del progetto il software dovrà essere facile ed accattivante.
L’obiettivo è ottenere una mappatura interattiva del territorio ed un costante flusso di informazioni aggiornate.

Rilevazione dei dati sulla mobilità pubblica.
Agenzia mobilità. Alessandro Fuschiotto.
Dal tavolo di lavoro (Panunzi – Caravaggi) viene chiesto se è possibile una restituzione rielaborata delle informazioni in possesso dell’Agenzia riguardanti il distretto Corviale : es. una mappa, rielaborata dai tempi di attesa, sui tempi di percorrenza sia in tempo reale che come dato statistico ricorrente del trasporto pubblico.
Per l’Agenzia Mobilità questo è possibile tramite opportune rielaborazioni.

SINTESI FINALE
Sintetizzando quanto emerso dal tavolo di lavoro, le tematiche riguardo le infrastrutture e le reti consapevoli vertono su:
• Favorire sia la mobilità sostenibile all’interno del quadrante Corviale attraverso la realizzazione di una linea tramviaria che lo connetta alle dorsali già esistenti. Ma senza escludere la connessione di Corviale come attrattore eccezionale (turistico e fieristico) di interesse nazionale ed internazionale, da raggiungere tramite funivia da Muratella (raggiungibile da aeroporto Fiumicino, porto di Ostia, ferrovia Alta Velocità Termini e Tiburtina);
• Bike Sharing libero e gratuito utilizzando biciclette rigenerate e fornite di dotazioni tecnologiche. L’operazione di rigenerazione può essere effettuata in un laboratorio di riuso/riciclo all’interno di un Eco Parco realizzato nel quadrante Corviale;
• elaborazioni di Open Data Locali per informazioni accessibili e trasparenti. Creare un sistema informativo in grado di gestire l’enorme mole di informazioni provenienti da ogni fonte.
• Social Mapping riguardo le situazioni che stanno a cuore ai cittadini e che si rendono necessarie per il progetto di rigenerazione e auto-rigenerazione.




Patrimonio culturale

cultura

Lo sblocco dei lavori da parte della Regione Lazio  e il concorso internazionale  con le sue linee  guida ci sollecitano, in collaborazione con le più voci dei tavoli di lavoro, a dire la nostra   in merito  al proporre le migliori soluzioni progettuali che legano il valore del Palazzo ATER    con il suo contesto paesaggistico e la sua organizzazione sociale.

Il primo dato  importante,  acquisito da tutti i soggetti, è che   il valore dell’edificio  e del suo contesto paesaggistico sono un tutt’uno con la ricucitura e le interconessioni con il quadrante di Corviale e da qui con la città.

Il secondo dato è che stiamo confrontandoci con l’esploso tema delle periferie in modo multidisciplinare avendone acquisito titolarità dopo aver fatto inchiesta e averne analizzato  potenzialità e  criticità  del territorio , della sua Comunità  nonchè le presenze e assenze delle Istituzioni .

Il terzo dato è avere come punto di confronto e arrivo gli indirizzi comunitari che sono in fase di elaborazione su quello che viene definito patrimonio culturale su cui la commissione cultura del parlamento europeo a livello di presidenza è attenzionata rispetto al nostro progetto.

Occasione inedita che impegna noi tutti a fare un passo in avanti  rompendo le barriere delle singole competenze per dare seguito a quella coesione sociale  dove il contributo dei beni relazionali (sport, cultura, il vivere i parchi…) puo’ apportare valore aggiunto  ad un modello di rigenerazione  che è in via di sperimentazione e che si collega direttamente ad una gestione consapevole, integrata e partecipata.
Gli stessi modelli organizzativi dovranno essere in linea con le traformazioni prodotte.
Lavori in corso dunque.

C’é un oggettivo ritardo nelle politiche pubbliche rispetto al patrimonio culturale  nel riconoscerne e comprenderne il ruolo innovativo sia nelle nel contribuire attraverso presenze, attività e relazionalità  che creano  un virtuoso circuito relazionale  sia con i soggetti  già  presenti veri produttori di quei beni che con le cosidette industrie creative e dell’economia verde.

Il miglioramento del contesto attraverso specifici interventi di sostegno e il favorirne la crescita devono essere valutati attentamente dai soggetti pubblici. Nel progetto Corviale l’autogenerazione del quadrante delle attività pubbliche e private, l’utilizzo degli spazi, la loro gestione  e l’essere connessi sono stati elementi determinanti nella fase dell’avvio del progetto e nel farlo lievitare per corso del tempo rendendo possibile la diffusa consapevolezza di un progetto realizzabile.

Altro dato incontrovertibile  è che una presenza sociale e produttiva orizzontale e multidisciplinare  del profit, no- profit, del volontariato e delle Istituzioni incide nell’indentità dei diversi soggetti sia interni  alla Comunità territoriale che in quelli esterni che ne colgono le opportunità e il senso civico. Un sentirsi parte che spesso determina quel salto di qualità che rende possibili arrivare a meta. Su questo siamo coscienti che c’è tanto da fare.
Una responsabilità sociale diffusa toglie l’acqua alle attività illegali e   si traduce in sicurezza, legalità e rispetto del bene comune in sintesi una migliore qualità della vita con conseguente riduzione dei costi dell’intera filiera sociale.

Il crescere di rapporti, analisi, ricerche, sperimentazioni in vari Paesi europei  rappresentano il segno di un interesse crescente rispetto a questo tema,  indicatori per affrontare le ulteriori trasformazioni che si avranno nelle aree metropolitane dell’Europa e non solo.

La sperimentazione che da tempo stiamo praticando nel quadrante Corvale dovrà, a fronte sia del concorso internazionale che nel Corviale 2020, dovrà essere capace di selezionare e integrare saperi, esperienze, competenze per cogliere le domande che provengono dai soggetti interessati a cominciare dalle giovani generazioni, individuando soluzioni progettuali innovative che siano frutto dell’ascolto della comunità di rifermento e di un lavoro e un  contributo partecipato.

Come sappiamo la rigenerazione del quadrante Corviale avrà tempi quinquennali .
Le azioni che possono  contribuire al suo successo sono:

– la comunicazione costante e divulgativa in tutte le forme possibili  ( cartacea, internet e social, attività relazionali, iniziative culturali sportive , ambientali…..) pensate, costruite e realizzate insieme da e per le diverse tipologie dei soggetti presenti sul territorio;

– operatori pubblici e privati, associazioni, realtà sociali ( parrocchie, comunità straniere….), cittadini attivi , la Comunità,  tutti soggetti che in questi anni hanno consentito, con la loro presenza fatta di passione, capacità professionali, competenze specifiche, senso civico,  di arrivare a questo snodo,  dovranno trovarsi a proprio agio (vedi teoria dell’ “abito su misura”) in quanto generatori di consensi, suggerimenti, osservazioni e l’orgoglio di esserci.
Di testa e di cuore;

–  Importante sarà la condivisione con il sistema scolastico la cui trasversalità e il suo saper “entrare nelle case”vanno valorizzate alimentando una filiera di buone pratiche creando forme di partecipazione attiva e protagonista.
Le stesse strutture devono essere vissute come spazi dove creare un tessuto fattuale di relazioni sociali,e di buone pratiche,  antenne per messaggi, storie, azioni positive e criticità;

– le istituzioni, soprattutto quelle front-office  ( ATER Comune Roma, MIBACT ) , direttamente interessate alla riqualificazione devono saper avviare una riflessione sui propri compiti in modo da dare risposte amministrative e gestionali alle nuove dinamiche sociali e organizzative che via via si presenteranno.

In questo primo confronto si sono palesati temi   che servono a mettere a fuoco le proposte  emerse  che devono trovare una correlazione con gli altri tavoli di lavoro e di sintesi organica.
Tutoraggio flessibile; spazi pubblici come luoghi di star-up e di risposte al disagio sociale; attenzione costante per dare concretezza alle attività sociali e produttive sia in essere che quelle che possono trasformarsi in realtà; predisposizione alle innovazioni che il progetto produrrà sia nell’edificio che nel territorio; la formazione del capitale umano sia interno che esterno agli attuatori; scambi continui tra i diversi soggetti interessati alle trasformazioni; costruzione di una rete ben organizzata imprescindibile per realizzare il cambiamento;  autorevolezza e flessibilità del coordinamento attuatore.

Per rimanere al tema delle linee guida del concorso,internazionale si  dovrà trovare in sintesi il riconoscimento che il patrimonio culturale è elemento di coesione sociale, di innovazione, di realizzabilità del processo di rigenerazione previsto.
Il progetto ha una unitarietà che puo’ essere si’ segmentata, ma che va tenuta insieme  nelle presentazioni e in tutte le proposte di finanziamenti che faremo.

PinoGaleota 23 dicembre 2014




Workshop su comunicazione e partecipazione

 

Andrea Volterrani, Tommaso Capezzone, Sandro Zioni

Andrea Volterrani, Tommaso Capezzone, Sandro Zioni

Il workshop ha preso avvio discutendo delle strette connessioni fra strategie di comunicazione e processi partecipativi cercando di distinguere fra:

• La comunicazione per la partecipazione consapevole al cambiamento del proprio luogo di vita attraverso la progettazione partecipata;
• La comunicazione partecipata che consente di essere protagonisti nella costruzione di processi e percorsi di innovazione
• La partecipazione attiva che promuove una comunicazione di denuncia e di promozione del cambiamento culturale
• La comunicazione partecipata per difendersi dai processi di illegalità

Fra le proposte che sono emerse a cavallo fra comunicazione e partecipazione:

• l’ospitalità di una postazione di UndiciRadio a Corviale corredata di sala registrazione professionale e di sala montaggio video

• creazione di uno spazio di co-working a Corviale che rappresenti anche l’occasione di realizzare un laboratorio supportato da wi-fi e, soprattutto, della banda larga (fibra ottica) pubblica e gratuita nel palazzo e nel quadrante

• sviluppo del giornale delle periferie come spazio di costruzione di legami integenerazionali e di allenamento per gli altri strumenti

• Possibilità di accogliere un centro sociale e aggregativo giovanile che possa connettersi con altri spazi che costituiscono la nuova frontiera dell’innovazione della città di Roma

Tutti gli spazi dovrebbero essere contigui per aumentare la connettività necessaria per lo sviluppo di processi di innovazione partecipati.




La Miniera della Qualità della Vita

mattoni1Apre i lavori Pino Galeota sottolineando quanto l’odierna giornata rappresenti la prosecuzione di un percorso iniziato anni fa da Corviale Domani che ha consentito, grazie ad un caparbio e paziente lavoro di “tessitura” di intrecciare in una trama comune idee, relazioni, incontri, manifestazioni, progetti ed eventi. Un percorso orizzontale orientato dalla logica della progettazione partecipata che ha permesso di attivare un processo di rigenerazione urbana autogenerantesi nel quartiere stesso. I tavoli di lavoro tematici, precisa, intendono allargare e far vivere nelle linee guida del concorso internazionale tale patrimonio, arricchendolo di ulteriori contributi, con l’attenzione volta a connettere i contenuti del concorso ai fabbisogni reali e condivisi secondo criteri di concretezza.
Daniel Modigliani, Commissario dell’ATER, nel suo intervento sottolinea che il processo di azione pubblica realizzato sin qui a Corviale ha prodotto importanti risultati e quanto il concorso internazionale rappresenti l’occasione per “toccare il cuore” del processo di rigenerazione urbana insieme agli abitanti del quartiere. In molti dei 4.500 cittadini residenti anagraficamente, nella realtà 6.500, sottolinea Modigliani, è ancora oggi fortemente presente un atteggiamento di isolamento individuale con strategie difensive; recuperare la sfida utopica che Corviale contiene nella sua storia deve orientare l’intervento. La certezza dei finanziamenti, il Bando di gara, la partenza di lavori straordinari sono elementi di concretezza dell’intervento e della presenza del Pubblico. Modigliani pone l’accento su come nel concorso di idee e progettazione ogni attività debba essere inserita con chiara definizione di ruoli, risorse e azioni all’interno di un processo di coordinamento della progettazione partecipata, e secondo un orientamento ai valori di etica-sicurezza-legalità in cui le Linee guida dell’ATER sono l’indice utile per affrontare i problemi. Ribadisce l’impegno dell’ATER a sanare situazioni indefinite, ma sottolinea la necessità di azioni congiunte con le diverse realtà associative e le realtà amministrative.
Bruno Monardo, ricercatore e Professore di Urbanistica dell’Università la Sapienza, pone l’accento su una progettazione che partendo dai luoghi tenga conto del valore del capitale sociale umano. La centralità di Corviale rispetto al quadrante del territorio chiede di tenere in considerazione oltre alle persone residenti anche i soggetti “fluttuanti” che vi transitano dando valore e amplificandone la presenza. Sottolinea quanto la comunità non sia un soggetto monolitico bensi occorre identificare le diverse identità /gruppi portatori di interesse spesso tra loro in conflitto e non sempre disponibili a dialogare. E’ pertanto necessario produrre sinapsi tra i diversi soggetti. Il ciclo del progetto dovrebbe includere in sé la gestione (management) del progetto stesso:
• Found raising, a patto che le istituzioni siano capaci di avviare percorsi “rassicuranti” attraverso la loro stessa presenza e un forte investimento;
• Presenza del no-profit, quale soggetto legittimato a intervenire in percorsi di rigenerazione urbana che contemplino la valorizzazione del capitale umano;
• Flessibilità delle proposte progettuali , capace di rimodularsi nel tempo e sulle realtà di identità, appartenenza, che a oggi risultano deboli e vanno co-costruite;
• Luoghi di partecipazione di tipo proattivo, quale sintesi delle esperienze precedenti (Urban Center di III generazione).
Bruno Monardo conclude l’intervento ipotizzando la partecipazione della facoltà di Urbanistica La Sapienza anche attraverso il coinvolgimento degli studenti in attività laboratoriali.
Gianni Palumbo, portavoce del Forum del Terzo settore,nel rimarcare il ruolo del no-profit come soggetto che si occupa del bene comune, esprime la disponibilità a realizzare sinergie utili a favorire la riuscita del progetto.
Carte in Regola riporta l’esperienza dei contratti di quartiere nel Comune di Gela come superamento di visioni particolaristiche e di contrasto all’illegalità. Il Bene comune è inteso come principio etico non astratto, in cui il cittadino si riappropria del controllo sociale e diviene artefice del proprio habitat, trasformandosi da semplice residente in reale abitante. Sono richiamate le linee guida sulla partecipazione che superano la Del. 57/06, che dovrebbero essere recepite dai Municipi, e che a oggi è presentata e in parte accolta nel Municipio Roma 1. Si sottolinea l’importanza di sommare e unire competenze (urbanistica, architettura..) con l’immaginario e l’esperienza delle persone, affinchè la partecipazione possa entrare in modo più “robusto” nelle Linee Guida.
Fiammetta Caluosa, docente di sociologia urbana presso la LUMSA, sottolinea la necessità di sottolineare un punto di forza rappresentato dall’ubicazione di Corviale e rigenerare i punti di debolezza quali l’occupazione del 4° piano. Nella progettazione occorre un’analisi volta ad individuare le risorse della popolazione di Corviale, per comprendere se e come vi è capitale sociale.
Sergio Giovagnoli, presidente dell’Arci Lazio, presenta l’esperienza dell’Associazione che da oltre 20 anni è impegnata nei luoghi più “marginali” del quadrante (il campo Rom prima Muratella e poi Candoni) in un percorso che si è evoluto e ampliato nella gestione del Centro di Aggregazione Giovanile Corviale e negli interventi di contrasto alla dispersione scolastica. Egli sottolinea la Partecipazione non come mero mezzo ma come fine della progettazione, e come i cambiamenti nei contesti urbani avvengano laddove c’è l’impegno ad orientarli.
Roberto Latella presidente dell’associazione Il Laboratorio, riafferma l’importanza della partecipazione come processo permanente, richiamando al riguardo la significativa esperienza dei Centri Sociali di Marsiglia. In tal senso espone l’interesse manifestato da parte del Municipio XI a una progettazione finalizzata ad attivare processi partecipativi da potersi realizzare nel quartiere Corviale.
Martini pone l’accento sulla necessità di dare concretezza all’azione progettuale, tenuto conto dei principi di Legalità, Trasparenza nella partecipazione, e in cui vi risulta importante l’accompagnamento sociale e l’opportunità di tenere in debita considerazione i costi connessi. Sottolinea quanto il processo di riqualificazione possa innescare conflittualità tra gli abitanti, da prevedersi, e che necessita dell’azione di mediazione dei diversi soggetti coinvolti nell’intervento di riqualificazione.
Mimmo Buccolieri, presidente della Cooperativa Acquario ‘85, presente a Corviale dal 1987, esprime il valore dell’essere presenti nel territorio, rimarcando la necessità di una progettazione che parta e ponga in sinergia le risorse esistenti.
L’architetto Giangrande, da anni impegnato in soluzioni per il quartiere, esprime la preoccupazione che la progettazione sia sostenibile e partecipata. In particolare pone l’attenzione sui metodi della partecipazione, e sulla necessità di accogliere la visione futura, che dialoghi e tenga conto delle proposte e delle “visioni” degli stessi abitanti, le uniche capaci di garantire la sostenibilità nel tempo del processo di rigenerazione. Sottolinea inoltre l’importanza del concorso in più fasi che prevedano la manifestazione di interesse ancorata a elementi concreti di partecipazione e interventi cooperativi di comunità e azionariato diffuso, con l’attenzione volta alla sostenibilità e al tipo di economia che si intende produrre.
Eugenio De Crescenzo, presidente dell’ AGCI, esprime perplessità sulle linee guida e su quanto sia partecipato il percorso di elaborazione. Rileva aspetti di debolezza qualora la costruzione delle relazioni non venga affidata a soggetti competenti (figure professionali sociali) mentre viene assegnata massima rilevanza alla parte architettonica e urbanistica.




Acqua potabile ed elettricità dai rifiuti organici umani, il progetto riuscito della fondazione di Bill Gates

Progetto Omniprocessor è stato finanziato dal magnate americano Bill Gates

Acqua potabile dai rifiuti umani. E’ questo l’ultimo progetto finanziato da Bill Gates attraverso la sua fondazione, la Bill & Melinda Gates Foundation.

Il progetto, che prende il nome di Omniprocessor, è stato sviluppato dalla società di Seattle Janicki Bioenergy per trasformare i rifiuti umani in energia rinnovabile e acqua potabile.

E lo dimostra lo stesso Gates sorseggiando un bicchiere d’acqua e dichiarando:

Un bicchiere di deliziosa acqua potabile. Come quella di una bottiglia.

Il progetto Omniprocessor è stato creato principalmente per affrontare sia il problema della scarsa igiene che la frequente mancanza di acqua potabile ed energia elettrica nei Paesi in via di sviluppo.

COME FUNZIONA. Al momento l’impianto di prova si trova a Seattle, ma presto ne sarà realizzato uno in Senegal, nella città di Dakar, dove entrerà in funzione a pieno regime per la sperimentazione a fine 2015. Grazie ad un motore a vapore questo macchinario è in grado di trasformare i rifiuti organici in elettricità e acqua potabile producendo esclusivamente cenere come rifiuto da smaltire. Il macchinario impiega solamente cinque minuti per trasformare rifiuti organici solidi in acqua potabile ed è in grado di produrre fino a 86.000 litri di acqua al giorno e 250 kW di energia elettrica con i rifiuti organici di circa 100.000 persone.

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