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Verbali delle Commissioni Ambiente e Cultura sul Piano Integrato di Corviale

Corviale Domani ha posto alle Commissioni Ambiente e Cultura di Roma Capitale questioni e problemi sul Piano Integrato di Corviale.

L’audizione alla Commissione Cultura si è tenuta il 22 giugno 2022 con la presenza anche di Giovanni Caudo Presidente della Commissione PNRR,  Cosimo Di Lorenzo e Federico Ciancio dei Centri di Formazione Professionale e Pino Galeota, Grazia Garavini e Adriano Sias di Corviale.

Abbiamo fatto presente la centralità del tema della sicurezza per un proficuo lavoro del previsto incubatore d’impresa che deve tener conto in modo particolare dei nuovi lavori che la rigenerazione di Corviale procurerà a cominciare dal settore energetico.

Verbale Commissione Cultura

L’audizione alla Commissione Ambiente si è tenuta l’11 luglio 2022 con la presenza anche di Alberto Belloni, Adriano Sias e  Matilde Santarelli dell’XI° Municipio e di Pino Galeota, Maurizio Geusa e Salvatore Costa di Corviale Domani.

Abbiamo denunciato la situazione di degrado del lato B di Corviale

su cui abbiamo notificato un atto di significazione che prelude ad una denuncia per danno ambientale.

Chiediamo che il Sindaco, che è il responsabile della sicurezza e della salute dei cittadini, dia alla comunità di Corviale risposte ed impegni concreti sulla situazione di pericolo ambientale e di mancanza di sicurezza.

Occorre tornare a quello spirito di collaborazione che ha permesso l’operazione IV° piano in tutta sicurezza, va ritrovato quella modalità di reale coprogrammazione e coprogettazione che spesso rimane sulla carta, chiediamo che si torni al metodo Gabrielli e che si tenga conto degli impegni da lui presi come prefetto di Roma.

Maurizio Geusa ricorda che la delibera sui Piani Integrati a pagina 18 prevede l’affidamento della progettazione entro giugno 2022 e chiede a che punto siamo rispetto al Parco Ovest.

Parchi previsti dal Piano Integrato Corviale

Adriano Sias denuncia un chilometro di rifiuti e un chilometro di orti abusivi su cui prosperano attività illecite e auspica, come è già avvenuto col Protocollo d’intesa sul Masterplan di Corviale, un tavolo congiunto dei vari attori coinvolti per riprendere in mano un territorio abbandonato da 30 anni.

Vista la complessità dei problemi e l’impegno di tutti a risolverli il Presidente della Commissione annuncia che sarà convocata su questo tema una Commissione Congiunta con la Commissione Urbanistica.

verbale Commissione Ambiente




Buona comunità

Una pausa che non è una pausa: scampati a Omicron, immersi in un’incognita campagna elettorale: questo è il ferragosto che ci tocca, tra grandinate e colpi di testa, dopo mesi di siccità e di speranze di svoltare un autunno che s’annuncia duro. Che dirvi? anzi che dirci? che l’unica chance che ci rimane per non soccombere è riscoprire un pizzico di noi. Una volta si diceva “fare sistema”, ora ci accontenteremmo di fare comunità. E allora buona comunità per un ferragosto di pausa in attesa di un futuro che stenta ad arrivare.




Zingaretti, istituito albo cooperative di comunita’

(AGI) – Roma, 19 lug. – “Le Cooperative di Comunita’ sono uno strumento importantissimo per lo sviluppo e il rafforzamento del nostro tessuto sociale ed economico perche’ valorizzano tradizioni culturali e risorse territoriali, creando opportunita’ lavorative nei territori a rischio spopolamento e nelle periferie degradate”. Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti dopo che la giunta regionale ha approvato oggi la delibera che istituisce l’albo e le Linee Guida che disciplinano le modalita’ di iscrizione e tenuta dello stesso. Le Cooperative di Comunita’ dovranno avere sede nel territorio regionale e operare: in aree montane, aree interne o a rischio spopolamento, o in zone caratterizzate da condizioni di disagio socio-economico e di criticita’ ambientale, nonche’ in particolari contesti come aree metropolitane o periferie urbane e periurbane, caratterizzati da minore accessibilita’ sociale, economica e di mercato, che si traduca in rarefazione dei servizi, dispersione scolastica e presenza di marginalita’ sociali.
“Istituire l’Albo delle Cooperative di Comunita’ significa mettere un primo tassello a sostegno dello sviluppo economico, della coesione e della solidarieta’ sociale dei nostri territori che potranno rafforzare il loro sistema produttivo integrato e valorizzare le risorse e le vocazioni delle comunita’ locali”, ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Universita’, Ricerca, Startup e Innovazione Paolo Orneli.
Potranno iscriversi all’albo Cooperative di Comunita’ che soddisfino i bisogni della comunita’ locale migliorandone la qualita’ sociale ed economica della vita sviluppando attivita’ economiche eco-sostenibili finalizzate alla creazione di beni e servizi, di offerta di lavoro e valorizzazione delle risorse umane, al recupero e valorizzazione di beni comuni, ambientali e culturali e alla valorizzazione di innovazioni e tradizioni.
L’iscrizione all’Albo sara’ condizione necessaria per accedere alle agevolazioni previste dalla legge. L’albo regionale sara’ gestito da un organo inter-direzionale costituito dal direttore della direzione regionale per lo Sviluppo economico, dal direttore della direzione regionale per l’inclusione sociale, dal direttore dell’Agenzia Spazio Lavoro e dal direttore regionale Istruzione, formazione e lavoro. Il testo passera’ ora alla XI Commissione regionale per il parere di rito.




Corviale accomplished

Uno studio per Corviale: funzione e disfunzione dell’edilizia sociale.

Il Grande Edificio pubblico di Corviale, in Roma, è universalmente conosciuto come il più grande scandalo, il più grande problema, il più grande mito dell’architettura urbana moderna. Il libro è il frutto di una ricerca sulla sua storia, i suoi autori e la sua identità, condotta in collaborazione dalla Facoltà di Architettura “L.Quaroni” della Sapienza e dall’Urban Design Program della Columbia University di New York, con la partecipazione della Regione Lazio e dell’Agenzia Territoriale Edilizia Residenziale di Roma. La grande messe di materiale documentario, di riflessioni critiche, di comparazioni filologiche costituisce non solo la summa del pensiero critico su questa grande opera, ma anche la base per una serie di progetti innovativi, realistici o visionari, elaborati dai giovani architetti americani e italiani impegnati nella ricerca. Il volume è integralmente in lingua italiana e inglese e rappresenta un esempio di ricerca integrata fra accademia e pubblica amministrazione e fra modelli formativi internazionali.

Corviale_Accomplished_Uno_studio_per_Corviale

Qui il link alla casa editrice:

https://www.editricesapienza.it/node/6733

 

 




RAPPORTO BES 2021

L’EVOLUZIONE DEL BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE IN ITALIA NEI DUE ANNI DI PANDEMIA.

L’Istat presenta la nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Il volume fornisce un quadro complessivo dei 12 domini in cui è articolato il benessere analizzati nella loro evoluzione nel corso dei due anni di pandemia, il 2020, anno dello shock dell’emergenza sanitaria, e il 2021, anno della ripresa economica e dell’occupazione, esaminando le differenze tra i vari gruppi di popolazione e tra i territori.

La pandemia da COVID-19 ha profondamente cambiato molti aspetti della vita quotidiana degli individui, delle famiglie, dell’organizzazione della società e del mondo del lavoro determinando nuovi assetti e continui cambiamenti che, di volta in volta, hanno avuto effetti sul piano della salute, dell’istruzione, del lavoro, dell’ambiente e dei servizi e, in conseguenza, sul benessere degli individui.

L’analisi dei 12 domini (Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi) è incentrata sull’andamento più recente, confrontando i due anni di pandemia con il 2019.

È reso disponibile l’aggiornamento al 2021 con dati definitivi per circa la metà dei 153 indicatori Bes, in un numero ristretto di casi i dati forniti sono stime provvisorie.

Il Rapporto è arricchito dall’osservazione del contesto europeo in cui si evidenzia la posizione dell’Italia nell’andamento della pandemia e della crisi occupazionale che ne è conseguita. Sono questi due aspetti – l’emergenza sanitaria da un lato e la crisi occupazionale dall’altro – ad aver profondamente condizionato gli ultimi due anni, determinando forti ripercussioni sul benessere degli individui.

BES_2021




Una Pasqua complicata, una Pasqua alla Corviale…e allora Buona Pasqua

Una Pasqua difficile, una Pasqua dopo la pandemia, una Pasqua con una guerra dietro l’angolo…ma quando mai la realtà di Corviale è stata semplice…eppure Corviale è sempre rinata…Pasqua dopo Pasqua…anche questa Pasqua per Corviale sarà complicata, con molte facce, ma finalmente dopo tanti progetti dall’uovo di Pasqua dell’Europa è uscita una bella sorpresa: un PNRR tutto per Corviale…e qui non ci sono trucchi italioti che tengano…se non rispettiamo i tempi e il progetto l’Italia deve restituire i milioni…e sono tanti…circa 100 per Corviale…e allora Buona Pasqua, anche se di guerra, Buona Pasqua della Rinascita di Corviale
Corviali Auguri per tutti

 




Piano Integrato Corviale: non c’è Rigenerazione Urbana senza Comunicazione

A seguito dell’accettazione di Roma Capitale della nostra proposta d’inserire il quadrante di Corviale tra i bacini progettuali da rigenerare tramite i Piani Integrati del PNRR, abbiamo preso l’impegno di verificare i vari temi di tale rigenerazione all’interno del proposto Piano Integrato Corviale.

Questa scheda si propone una prima lettura del tema della comunicazione.

Come sappiamo la comunicazione è tema integrante di un piano di marketing, in questo caso un piano di marketing territoriale.

Già nella delibera infatti il Piano Integrato Corviale si presenta come un progetto che utilizza la riqualificazione strutturale per creare un tessuto connettivo socio-economico di gestione del territorio:

Il Piano Integrato Corviale si configura come un programma di interventi finalizzati alla Innovazione sociale e all’Economia sociale e solidale che punti a favorire l’inclusione e la coesione, attivando un’azione congiunta di trasformazione del tessuto edilizio e politiche sociali di accompagnamento e di sviluppo della comunità locale attraverso la promozione di un ambiente inclusivo per le diverse generazioni.

Inoltre il Piano mette subito in chiaro la necessità di altri attori sociali:

La proposta punta al miglioramento della qualità dell’abitare nell’ambito, favorendo la costituzione di una rete di economia sociale e solidale a supporto dell’attività del terzo settore e del suo rafforzamento.

Puntare sul Terzo Settore significa aver capito che senza la partecipazione degli abitanti non si gestiscono territorio complessi.

(vedi: Prima lettura del Piano Integrato Corviale)

Anche la necessaria azione di marketing territoriale per costituire questa rete di economia ha bisogno della partecipazione degli abitanti.

Il Piano Integrato stesso prevede a pagina 49 interventi immateriali di promozione di attività sociali, culturali, ed economiche, e/o di attività di innesco e accompagnamento quali processi partecipativi, di comunicazione”.

Corviale Domani ha sempre puntato sulla necessità imprescindibile del trinomio formazione-informazione-comunicazione. Un’operazione che può avvenire solo con la sinergia tra l’uso dei sistemi di comunicazione e partecipazione digitali e il lavoro in presenza tramite associazioni e gruppi d’interesse.

(…)

nuove forme di soggettività sociali che permettano, sia tramite piattaforme digitali che con l’attività in presenza, di gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi a cominciare da quelli energetici per finire a quelli sanitari, culturali, educativi e così via.

In questa prospettiva consideriamo per la previsione di Cooperativa Urbana di Gestione prevista dal Piano Integrato Corviale non una mera funzione strumentale ma un vero e proprio motore di coesione sociale per il decollo di uno sviluppo territoriale

(vedi: Piano Integrato Corviale: non c’è Rigenerazione Urbana senza Transizione Digitale)

Un aspetto fondamentale per la riuscita dei progetti di sviluppo territoriale è lo sviluppo di uno spirito identitario della comunità. A tal scopo nel tempo si è pensato a un’infrastruttura centralizzata leggera digitale, basata su un cloud e a una rete Wi-Fi diffusa. 

L’allaccio gratuito alla rete Wi-Fi offerta agli abitanti insieme ad un account di posta dedicato, tipo @corviale.org, comincia già a creare quel senso di appartenenza identitaria a una comunità che crediamo essenziale per la buona riuscita del progetto. 

A fronte di questi servizi gli utenti dovranno condividere la loro genealogia fotografica di famiglia che, digitalizzata in un centro servizi dedicato, fornirà la base iconica ed identitaria del cloud(analogamente a quanto proposto nel Piano Integrato a pagina 11 a proposito del “Museo delle Memorie”)

In seguito il centro servizi, con la condivisione e la partecipazione degli utenti, modulerà questo cloud in una rete di rapporti (familiari, affettivi, amicali, professionali…) tra le immagini e le persone. 

Questo database, condiviso in rete aperta tra gli abitanti il territorio e la città, si configurerà nel tempo nella piattaforma di scambio di beni servizi saperi e competenze che diventerà la macchina intelligente di Corviale e contemporaneamente il suo passaporto per uscire dal palazzo ed entrare in rete con la città e l’Europa.  

Una macchina intelligente che migliorerà la vita degli abitanti aiutandoli a risparmiare tempo nella gestione quotidiana dell’abitazione e risparmiare denaro monitorando in ogni momento i flussi di energia.

(…)

In partnership con i centri di produzione culturale del quadrante (Centro di formazione professionale Campanella, Biblioteca comunale Nicolini, liceo Keplero, Mitreo…) la piattaforma sarà il veicolo di formazione informazione e comunicazione per lo sviluppo delle buone pratiche energetiche ed ambientali che permetteranno di raggiungere gli obiettivi di riqualificazione risparmio riciclo e riuso per una svolta green dell’abitare in linea con gli obiettivi che si è data l’Unione Europea realizzando, tra l’altro, a Corviale una comunità energetica rinnovabile

(vedi: Condividere Corviale)

Ma una rete di tal genere è essenziale anche sul tema della sicurezza dal momento che sicurezza e legalità significano innanzitutto prevenzione, buona gestione, presenza pubblica e condivisione con la cittadinanza.

(vedi: I nuovi strumenti della sicurezza per la nostra vita di cittadini)

Ma torniamo alla cultura che è segmento centrale di tale questione come dimostra il Mitreo che è la casa del progetto di riscatto e di rigenerazione di Corviale Domani, è il luogo della firma del protocollo con la Regione e l’oggetto dell’inizio della coprogettazione col Comune. Questo binomio istituzionale e politico mette in primo piano la rilevanza culturale di un progetto sociale complessivo e multidisciplinare di partecipazione.

Il ruolo che nei tanti Forum di Corviale hanno avuto istituzioni universitarie e di ricerca, il Ministero dei Beni Culturali, il Forum del Terzo Settore insieme a decine di Associazioni e di operatori ha sempre messo in rilievo l’importanza dell’arte e della cultura nei processi sociali di formazione, informazione e comunicazione civica.

Voglio, inoltre, ricordare il fondamentale sviluppo delle arti amatoriali che, a partire dal Mitreo, ha creato i presupposti per un rilancio dell’identità e della coscienza collettiva di una comunità: appunto “La Comunità di Corviale”.
(vedi: Il Campidoglio riconosce il valore sociale della Comunità di Corviale)

Coscienza collettiva fondamentale per ritrovare il senso civico di appartenenza tra una comunità e le istituzioni attraverso la possibilità che le piattaforme digitali offrono per intermediarie bisogni e servizi.

(vedi: Il progetto Corviale Domani)




Il progetto Corviale Domani

Corviale Domani è una Aps che ha lo scopo sociale di mettere in rete e a sistema la ricchezza associativa del quadrante di Corviale mettendolo inoltre in relazione con i vari livelli istituzionali dal municipio all’UE e con i livelli cittadini, nazionali e internazionali del sistema universitario e di ricerca pubblico e privato, del sistema mediatico tradizionale e digitale e degli stakeholders economici, sociologici, medici, psicologici, urbanistici, architettonici…

Corviale Domani nasce nel 2008 da un gruppo di operatori sociali e politici che identificano Corviale come la metafora perfetta di tutto ciò che in Italia non ha funzionato per incapacità di portare a compimento progetti nati per risolvere grandi problemi socio politici. Progetti nati bene ma che poi l’incapacità amministrativa ha impedito di realizzare appieno. Questi grandi insediamenti di edilizia popolare sono stati il contraltare dei grandi insuccessi della politica industriale pubblica: grandi cattedrali nel deserto lasciati a degradare per incapacità ed abbandono.

Corviale, come Scampia e lo Zen, era il simbolo di questa sconfitta.

La nostra scommessa, anche comunicativa, era di trasformare un brand negativo – così come era percepito allora – in un brand positivo puntando sull’innovazione insieme tecnologica, ambientale, architettonica, sociale, culturale e politica.

Una sfida insomma.

Una sfida però razionale. Infatti abbiamo per prima cosa messo in campo un’inchiesta territoriale con un finanziamento della finanziaria Filas della Regione Lazio (Corviale è di proprietà dell’Ater della Regione Lazio). Ricerca affidata alla società IsiCult esperta di ricerche culturali.

Questa ricerca ci ha consegnato – accanto ai problemi tipici di un quartiere periferico con abbandono scolastico, invecchiamento della popolazione, disgregazione familiare, disoccupazione, isolamento… – la fotografia di un quadrante ad alta concentrazione di associazioni con una sviluppata vocazione culturale, artistica e sportiva.

Da qui lo sviluppo di una progettualità distrettuale fondata su tali vocazioni.

Nel frattempo una serie di artisti, buttati fuori mercato dalla speculazione immobiliare al centro storico dove avevano gli studi, hanno scoperto gli enormi spazi vuoti esistenti a Corviale. Spazi progettati per servizi socio culturali e mai utilizzati. Questi artisti hanno occupato alcuni di questi spazi, ripulendoli, ristrutturandoli e riportandoli a nuova vita. Con l’aiuto e la collaborazione di Corviale Domani questi artisti hanno nel tempo intrapreso un percorso di regolarizzazione della loro posizione con l’Ater proprietaria degli spazi. Infatti la loro azione di animazione culturale ed artistica viene regolarizzata all’interno dell’odierno Piano Integrato Corviale finanziato col PNRR.

Dalla fondazione Corviale Domani si occupa della comunicazione del brand Corviale. Abbiamo avuto contezza del successo della nostra sfida comunicativa di trasformare Corviale da brand negativo a brand positivo quando il PD ha messo nel logo delle primarie una simbolica skyline di Roma in cui comparivano il Colosseo, il Gazometro, il Campidoglio e il Corviale.

Nel tempo abbiamo cominciato ad occuparci di nuove forme d’intermediazione sociale che potessero riempire il vuoto creatosi dal venir meno dei classici corpi intermedi quali partiti e sindacati. Questa ricerca si è sempre più intrecciata con le possibilità che le piattaforme digitali offrono per intermediarie bisogni e servizi. L’emergere prepotente della questione della transizione energetica ha man mano fatto emergere il ruolo e la necessità di nuove forme di soggettività sociali per rendere possibile questa transizione. Questa continua riflessione e discussione ci ha portato a sposare la necessità di Comunità Energetiche per governare la transizione energetica. Parallelamente e sincronicamente abbiamo scelto ed elaborato la formula della Cooperativa Urbana di Comunità per gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi. Quindi all’originale  impegno per la comunicazione si è affiancato sempre più quello per la formazione e l’informazione attraverso le Comunità Energetiche e le Cooperative Urbane di Comunità. Ciò ha portato ad elaborare un’idea ed una pratica di Innovazione Sociale.

Il progetto  si è diffuso attraverso una serie d’iniziative, a cominciare dai Forum Corviale, ha man mano aggregato università, enti di ricerca, stakeholders…

Oggi il progetto ha preso corpo istituzionale attraverso le istituzioni consorziate di Roma Capitale, Regione Lazio e Ater con la coprogettazione e coprogrammazione di 70 Associazioni firmatarie del Protocollo d’Intesa.

È il più grande progetto di rigenerazione urbana europeo. Averlo associato al PNRR darà la certezza delle realizzazioni e dei tempi di attuazione. Il coinvolgimento di una Cooperativa di Comunità nella gestione previsto dal Piano Integrato Corviale è un esperimento che unisce sviluppo locale e certezza di gestione postrigenerazione per evitare il ripetersi del degrado dovuto a mal o nulla gestione. L’impatto sugli abitanti sarà anche un salutare ritrovare il senso civico di appartenenza tra una comunità e le istituzioni in un contesto in cui si oscilla tra disincanto per le tante promesse e i tanti ritardi e aspettative e speranze di una nuova ripartenza col piede giusto. Il lavoro delle nuove forme d’intermediazione previste ha anche lo scopo di accompagnare questo percorso ed evitare altre e pericolose disillusioni.

Grande rilevanza ha nel progetto il tema ambientale.

All’interno del Piano Integrato Corviale è prevista infatti la creazione del Parco Est davanti il Palazzone e del Parco Ovest dietro.

Parchi in relazione visiva e ciclopedonale attraverso l’apertura della parte centrale del piano terra del Palazzone così come previsto dal progetto dell’arch. Peretti vincitore del bando Rigenerare Corviale. Nel Parco Est saranno messi a sistema integrato tramite percorsi ciclopedonali e alberature i vari insediamenti dal Calcio Sociale al Rugby Arvalia alla nuova scuola Mazzacurati… Nel Parco ovest con i suoi 1400 ettari di verde e i suoi 70 casali sono previsti sentieristica e servizi associati alla fruizione del verde.




Il progetto Peretti vincitore di Rigenerare Corviale

Il Corviale costituisce un modello unico di alta densità abitativa. È stato concepito come organismo autonomo ed autosufficiente a salvaguardia del territorio circostante, contro il consumo indiscriminato di suolo, tipico dello sprawl urbano. Malgrado questa qualità e malgrado il suo essere architettura iconica ed ideale, il degrado degli edifici, il non completamento del complesso e una condizione generale di disorientamento e alienazione legate ad alcuni aspetti tipologici non hanno reso possibile, negli anni, lo sviluppo di relazioni significative con il contesto immediato e con quello più esteso. D’altra parte la condizione così specifica e ricca di Corviale offre enormi possibilità di trasformazione senza offuscarne l’essenza, la connotazione simbolica, la sua capacità di essere città.

Una soglia territoriale fra città e campagna
La proposta di progetto intende ricostituire, alle diverse scale dimensionali, un sistema chiaro di relazioni degli spazi pubblici e di circolazione -“dal territorio al pianerottolo” – recuperando l’originaria intenzione di costituire un “pezzo di città”, soprattutto alla scala intermedia della città.

In questo senso, viene ricostituita una condizione geografica in cui tutto il complesso del Corviale appare come una condensazione costruita che interpreti, nell’attacco a terra, l’orografia originaria di un territorio in cui i cambi di quota sono progressivi e continui, senza strappi, con percorsi fluidi e articolati come nei processi di formazione delle città storiche che hanno metabolizzato in modo naturale ed economico ogni corrugazione del terreno.

Il progetto interpreta una sequenza sistematica di sezioni trasversali sul crinale, per considerare uno spessore di intervento che varia tra 70 e i 200 metri (e quindi non solo i 37 metri del mero attacco a terra dell Corviale, In questo “scanner territoriale” si individuano i luoghi principali di attraversamento, oltre alle permeabilità puntuale lungo il kilometro.

Un attraversamento “basso” in corrispondenza del Corpo D alla quota +51.50: eliminazione delle funzioni al p.t ivi compresa demolizione del supermercato retrostante al Corpo II per connettere Corviale all’Agro; (Vedi immagine sezione intervento artista 2)
Un attraversamento intermedio alla quota +55.50 che, intercettando l’attuale cambio di quota di 6 metri fra i blocchi D ed E, lo trasforma da “frattura” a “cerniera” con l’edificio a ponte destinato al Centro per la Ricerca sulla Biodiversità;
Un attraversamento “alto”, alla quota +61.58 in corrispondenza del Nodo EF che si riconnette anche al percorso su cui affacciano i negozi.
Lo schema rigido dei percorsi veicolari, che ingabbia oggi Corviale, segmentandolo in fasce longitudinali separate una dall’altra, viene ripensato anche a favore delle persone; viene proposta una sequenza di avvicinamento, di attraversamento dell’edificio che lo renda finalmente in grado filtrare, ordinare, orientare e riaprire verso altre prospettive.

Per allentare la “morsa” si propone un sistema carrabile più fluido: un nuovo anello paesaggistico continuo a senso unico via Ferrari-via Poggio Verde, percorribile in senso orario, con due raccordi trasversali a doppio senso di marcia, che attraversano l’Edificio in corrispondenza dei due Nodi Servizi BC ed EF.

Lungo via Poggio Verde
La via Poggio Verde viene traslata, modificandone il tracciato da strada rettilinea in curvilinea, una strada che si inflette generando spazi verdi più stretti o più ampi, producendo così un sistema di differenze spaziali che caratterizzano lo spazio pubblico e disegnano il parco mentre si attraversa per arrivare agli ingressi.

Questo spostamento produce inoltre l’introduzione della scala intermedia, segnata dal parco pubblico che dilata lo spazio del piano terra di Corviale all’esterno: la zona antistante Corviale accoglie tutte le rampe ai garage, i giardini, gli spazi gioco, i nuovi percorsi pedonali verso le residenze, l’intervento artistico, e in corrispondenza di Corviale Centro, una ampia piazza che degrada da +61.58 a +51.50, su cui si affacciano i negozi e le attività di ristoro.

Episodio centrale e spazio pubblico di riferimento della vita civile, la piazza intercetta la frattura esistente del Blocco D e la trasforma in un vero e proprio spazio di connessione trasversale, riconnettendo il percorso di attraversamento con una terrazza pubblica posta fra il corpo I e il corpo II e aperta sull’Agro romano. Dalla medesima quota si accede anche al Centro di Ricerca della Biodiversità, un edificio sospeso e connesso ai diversi livelli che raccorda le quote principali di tutto il complesso.

A ridosso di Corviale e per tutta la sua lunghezza, un nuovo percorso pedonale esterno protetto da una pensilina organizza il sistema degli accessi, arricchito dai nuovi atri e dai collegamenti verticali riqualificati e messi a norma.

Lungo via Ferrari
Per stabilire un nuovo rapporto fra il corpo I e il corpo II con una vera e propria strada di quartiere, viene eliminata la circolazione ad anelli con i relativi accessi ai garage del Corpo I (ad eccezione di quelli per il Blocco E a quota +52.50) e la strada viene abbassata in corrispondenza dei Blocchi A e B punti per ottenere una sezione longitudinale continua da +47.80 a +56,75. L’ampliamento della sezione stradale permette di costituire una vera e propria via, a servizio delle nuove funzioni, progettata per una mobilità lenta e per la fruibilità pedonale.ngo la strada sono ricavati alcuni parcheggi a raso ad uso del corpo II , mentre il lato a ridosso del corpo I, lungo il chilometro, è costituito da un’opera basamentale in cui si alternano i laboratori degli artigiani e gli spazi dedicati al co-working, e un argine/scarpata di vegetazione . Questa alternanza di settori minerale/vegetale/minerale permette una variazione del paesaggio interno della via Ferrari che gode così di una differenziazione simile a quella introdotta con la nuova Poggio verde. Sulle coperture degli atelier sono ricavati dei giardini/orti didattici, destinati in particolare ai residenti delle case in linea, che attualmente non beneficiano di nessuno spazio aperto di pertinenza.

Si prevede inoltre
Una progettazione partecipata riguardo l’istituzione e la gestione degli spazi a carattere pubblico
Un intervento complessivo di illuminazione (social light)
La realizzazione di un distretto sostenibile in linea con gli approcci smart building e smart city
Sistemi intelligenti per incrementare l’efficienza, la sicurezza e la qualità di Corviale
Efficientamento energetico delle nuove funzioni attraverso impianto fotovoltaico in coperture Corviale
Efficientamento dei collegamenti verticali
Illuminazione ad alta efficienza (led) e sistemi di gestione e controllo per l’illuminazione pubblica
Recupero delle acque meteoriche per irrigare le aree verdi.

Link al progetto




Piano Integrato Corviale: non c’è Rigenerazione Urbana senza Transizione Digitale

La digitalizzazione è completamente assente dal Piano Integrato Corviale.

Gli unici riferimenti infatti sono questi due:

Al punto 3.3 di pagina 6 “Qualità ambientale e profilo digitale” ci sono 9 capoversi su 10 riguardanti la “Qualità ambientale” e solo 1 (l’ultimo) in cui, sempre in ambito di “Qualità ambientale” è citata una fantomatica e indefinita “Sicurezza e accessibilità digitale” così come si può leggere nel sottoriportato 10° capoverso:

Che cosa significhi in pratica tale “Sicurezza e accessibilità digitale” si arguisce dalla figura 08 “Sicurezza e presidi territoriali” a pagina 27 dove sono riportate 6 (sei) “Torrette con wifi libero e sistema di videosorveglianza” “nella piazza centrale del quartiere”:

La prima ovvia e immediata costatazione è che un sistema che metta insieme wifi libero e videosorveglianza è quanto di più respingente e negativo si possa immaginare.

Immancabilmente si metterebbe in correlazione la videosorveglianza con una presunta e immaginabile sorveglianza degli utilizzi del wifi libero che infatti verrebbe subito soprannominato “wifi carcerario”.

L’assenza poi di una previsione di cablaggio del palazzone contrasta con l’articolo 135 bis del Dpr 380/2001 che prevede il seguente obbligo: “Tutti gli edifici di nuova costruzione per i quali le domande di autorizzazione edilizia sono presentate dopo il 1º luglio 2015 devono essere  equipaggiati  con  un’infrastruttura   fisica   multiservizio passiva  interna   all’edificio,   costituita   da   adeguati   spazi installativi e da impianti di  comunicazione  ad  alta  velocita’  in fibra ottica fino ai punti terminali di rete.” Inoltre, ed è il caso di Corviale, “Lo  stesso  obbligo  si applica, a decorrere  dal  1º  luglio  2015,  in  caso  di  opere  di ristrutturazione profonda che richiedano il rilascio di  un  permesso di costruire ai sensi dell’articolo  10.”

Correttamente infatti il masterplan alla voce “Cantieri di lavoro – Dettaglio dell’attività: mobilità, connettività digitalizzazione” a pagina 36 parla della “Realizzazione di un Wi-Fi di quadrante” così definendolo “Realizzazione di infrastrutture e reti dati ad alta velocità per la posa in opera della fibra ottica, nonché l’utilizzazione di infrastrutture esistenti, destinate alla installazione di reti in fibra ottica.”

Infrastruttura oltretutto necessario al “Progetto Agorà” previsto alla pagina 37 avente ad oggetto una “App che si propone di accogliere, orientare e agevolare la risoluzione dei problemi di cittadini che si trovano in stato di bisogno socio-economico e difficolta sanitarie. Obiettivo. La sicurezza abitativa in autonomia o con supporto di servizi preposti in raccordo con CITERA utilizzando piattaforme ICT” progetto sotto la responsabilità di “AGCI • Corviale Domani”.

La telemedicina e i sistemi di domotica per il risparmio energetico necessitano entrambi di una rete wifi quantomeno di palazzo.

Non averla previsto nel Piano Integrato Corviale è una grave mancanza anche perché la transizione digitale e quella energetica sono profondamente interconnese ed entrambe sono alla base del PNRR.

Corviale Domani ha da sempre infatti puntato sulla doppia transizione ambientale (a cominciare da quella energetica) e digitale. Entrambe le transizioni possono avvenire solo con la partecipazione degli abitanti. Perciò Corviale Domani ha sempre puntato sulla necessità imprescindibile del trinomio formazione-informazione-comunicazione. Un’operazione che può avvenire solo con la sinergia tra l’uso dei sistemi di comunicazione e partecipazione digitali e il lavoro in presenza tramite associazioni e gruppi d’interesse.

La riflessione e la consapevolezza che hanno da sempre mosso l’agire di Corviale Domani è che occorrono nuove forme d’intermediazione sociale per ovviare alla scomparsa delle forme storiche di corpi intermedi quali partiti e sindacati. Corviale Domani ha identificato queste nuove forme d’intermediazione nelle Comunità Energetiche e nelle Cooperative Urbane di Comunità.

Queste nuove forme di soggettività sociali permettono, sia tramite piattaforme digitali che con l’attività in presenza, di gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi a cominciare da quelli energetici per finire a quelli sanitari, culturali, educativi e così via.

In questa prospettiva consideriamo per la previsione di Cooperativa Urbana di Gestione prevista dal Piano Integrato Corviale non una mera funzione strumentale ma un vero e proprio motore di coesione sociale per il decollo di uno sviluppo territoriale che superi l’enorme gap socioeconomico che vivono gli abitanti di Corviale.