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“Emergenza casa” A Bari 2000 sfratti e 18mila alloggi sfitti

BARI - Famiglie senza casa, persone sbattute per strada da un contratto scaduto, gente alla disperata ricerca di un alloggio: l’emergenza nel settore delle abitazioni è sempre all’ordine del giorno, complice la crisi che imperversa seminando povertà e disastri umani e sociali. Nel solo capoluogo sono circa duemila i nuclei familiari

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BARI – Famiglie senza casa, persone sbattute per strada da un contratto scaduto, gente alla disperata ricerca di un alloggio: l’emergenza nel settore delle abitazioni è sempre all’ordine del giorno, complice la crisi che imperversa seminando povertà e disastri umani e sociali. Nel solo capoluogo sono circa duemila i nuclei familiari in difficoltà – anche a causa della mancata proroga del blocco degli sfratti per finita locazione -, mentre i dati Istat rivelano la presenza di ben 18mila appartamenti sfitti disponibili sul territorio cittadino.

Dati drammatici sui quali l’amministrazione comunale intende intervenire a partire dall’avvicinare le associazioni di proprietari immobiliari ed i sindacati degli inquilini, con l’obiettivo di trovare soluzioni adeguate ed efficaci al fine di mitigare le criticità del mercato privato delle locazioni. Ci sta provando l’assessore Vincenzo Brandi (Patrimonio ed Erp) che ieri ha riunito attorno allo stesso tavolo Confedilizia, associazione Piccoli proprietari, Sunia, Uniat, Assocasa, Uniacep, Unione tutela inquilini e Unioni inquilini Bari nel tentativo di arginare l’emergenza che sta colpendo numerose famiglie e cittadini.

Allarmanti i dati che a fine 2014 rivelano ben 500 casi di sfratto esecutivo per fine locazione, 1.200 situazioni di sfratto per morosità incolpevole, mentre sono ben 100 i nuclei familiari rimasti senza alloggio alla disperata ricerca di soluzioni alternative alla strada. Così, anche alla luce della conclamata disponibilità di migliaia di abitazioni sfitte – anche se i numeri non concordano in quanto le associazioni dei proprietari riducono ad un terzo (!) le cifre ufficiali fonte Istat – l’assessore ha avanzato la proposta di procedere nel più breve tempo possibile alla costituzione dell’Agenzia della casa su territorio comunale, destinata poi ad estendersi su scala metropolitana. L’idea, condivisa all’unanimità, potrebbe concretizzarsi già nei prossimi mesi.

Tra le ipotesi suggerite, al fine di rendere disponibili gli appartamenti sfitti, c’è la possibilità di ricorrere alle locazioni a canone concordato (l. 431/98), stabilendo che il canone d’affitto non superi il 30% del reddito percepito dall’affittuario. Al tempo stesso, verrebbero individuate alcune forme di garanzia per i proprietari degli appartamenti: l’istituzione di un fondo di garanzia (che copra un anno e mezzo di canoni rispetto ai 5 anni – 3+2 – di contratto) in alternativa alla stipula di una polizza assicurativa.
«Sono soddisfatto – commenta Brandi – per aver avviato un confronto costruttivo. Grazie a questo primo incontro abbiamo cominciato un percorso condiviso per giungere a soluzioni strategiche che possano ridurre il numero di famiglie senza casa. Ora dobbiamo concentrarci sull’attivazione delle procedure di contratti di locazione a canone calmierato che consentano alle fasce della popolazione con un reddito medio di poter prendere in fitto le migliaia di appartamenti oggi sfitti in città. Insieme abbiamo anche programmato una serie di incontri finalizzati alla nascita dell’Agenzia della casa e per le locazioni, lo strumento attraverso cui dovremo affrontare tutte le situazioni di emergenza abitativa» .

Il Sunia nel condividere l’istituzione dell’Agenzia suggerisce anche la stesura del nuovo accordo comunale sui canoni di locazione agevolati (l’ultimo risale al 2004). «Le famiglie chiedono aiuto nel pagare l’affitto: basti pensare che a fronte di 2.200 domande di case popolari al Comune ogni anno vengono presentate oltre 7mila richieste di contributo di integrazione canone. La famiglie chiedono case in affitto a canoni sostenibili», afferma il segretario provinciale Angelo Garofalo. [n.perch.]

 

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