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Un canale web tutto dedicato al sociale: nasce “Strana Tv”

Lanciato lo scorso 23 novembre per festeggiare i 30 anni dalla cooperativa sociale “Stranaidea” a Torino, ogni settimana il canale offrirà al pubblico un diverso punto di vista sulle attività dell’ente: dai servizi “a domicilio” all’ospitalità notturna per i senza dimora
Una tv tutta dedicata al mondo del volontariato, che conduca lo spettatore nella quotidianità di utenti, associazioni e operatori. Così, una cooperativa sociale ha deciso di festeggiare i suoi primi 30 anni di attività, traguardo non da poco in un mondo che, più di altri, deve vedersela quotidianamente con tagli, flessioni di budget e “chiusure per crisi”. Accade a Torino, e la coop si chiama “Stranaidea”, una realtà che dal 1986 opera nel capoluogo sabaudo con progetti di integrazione sociale, sostegno alla cittadinanza attiva e incremento dell’occupabilità, coprendo l’intero scibile relativo al
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sociale: disabilità, infanzia e minori, adulti in difficoltà, politiche attive per il lavoro e la sanità. Il traguardo dei tre decenni di attività, a dirla tutta, Stranaidea lo ha tagliato già da qualche mese: il lancio ufficiale del sito web (www.stranaidea.it) risale al maggio scorso, ed è su quella stessa piattaforma che i soci della cooperativa hanno deciso ora di raccontarsi “in diretta”, lanciando una web tv che, settimana per settimana, aggiornerà il pubblico sulle attività messe in piedi dall’ente.

Le trasmissioni di “Strana tv” sono iniziate ufficialmente il 23 novembre scorso: da allora, e fino al maggio prossimo, ogni settimana il canale proporrà un diverso punto di vista sulle attività messe in piedi dagli 81 soci e dagli oltre cento lavoratori della cooperativa. Il taglio è quello documentaristico proprio dell’informazione in rete: ma a differenza che altrove, qui si parla esclusivamente di cooperazione, volontariato e cittadinanza attiva. L’ultimo episodio, online dallo scorso venerdì, è una panoramica sui servizi offerti dal Ser “L’Orobilogio”, un centro educativo e riabilitativo rivolto agli adolescenti over 16 in condizione di disabilità intellettiva o con disturbo della relazione e del comportamento. Il servizio di lancio, invece, si era occupato di “Stranarte”, lo spettacolo di varietà con cui ogni anno la coop porta sul palcoscenico ragazzi con la sindrome di Down o con forme di disabilità intellettiva.

“L’idea – spiegano dalla cooperativa – è mostrare ciò che accade quotidianamente in Stranaidea, dall’apertura della segreteria fino all’accoglienza dell’ultimo ospite delle Case di Ospitalità Notturna. Nei prossimi episodi, ad esempio, porteremo il pubblico nella giornata di un Easy trainer, un particolare tipo di operatore ‘a domicilio’ che utilizziamo in percorsi personalizzati di sostegno all’apprendimento. E ancora, Marco, un operatore del nostro servizio notturno, ci porterà per una notte nel mondo dei senza dimora per le strade di Torino”. Ogni episodio, oltre che sul sito web, verrà rilanciato sui canali Facebook e youtube di Stranaidea. Per informazioni su questa e altre iniziative è possibile visitare la sezione “30 anni in diretta” del sito web.

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SECRET MILLIONAIRE / Armando Saggese protagonista: il web commosso dal programma

Ieri sera è andata in onda su Italia 1 la prima puntata di “Secret Milionaire”, il nuovo format in cui un imprenditore vive per 10 giorni nella periferia di una città in cerca di persone meritevoli del suo aiuto. Il protagonista della prima puntata è stato Armando Saggese, mentre l’imprenditore della seconda puntata in onda il 21 luglio sarà Fabrizio Rigolio. Il programma ha trovato larghi consensi sul web e su Twitter sono molti i commenti degli utenti che promuovono il reality: “#secretmillionaire ho visto la prima puntata. Commovente e influenzante!”, “Complimenti agli autori di #secretmillionaire. Dopo anni di miseria intellettuale in tv, finalmente un programma interessante” e “Beh, avete trasmesso un programma davvero speciale, complimenti! Sensazioni stupende!”. Non manca qualche critica: “#SecretMillionaire vorrei vede le reazioni senza telecamere ma con i soldi tutti si diventa gentili”.

SECRET MILLIONAIRE, COMMENTO PRIMA PUNTATA: LA VERA COMMOZIONE DI ARMANDO SAGGESE (OGGI, 15 LUGLIO 2016) – Ieri sera è andata in onda su Italia 1 la prima puntata di “Secret millionaire” che ha visto raccontata la storia di Armando Saggese. Egli è un grande imprenditore napoletano dalle poche rinunce, ma per 10 giorni si è messo alla prova in un paese vicino a Roma, Corviale. Questa puntata dà il via ad un nuovo format che si presenta ricco di spunti interessanti per tutti. Se dobbiamo analizzare i lati positivi di questo format, possiamo sicuramente evidenziare la sincerità palese dei protagonisti che si trovano ad avere a che fare con situazioni difficili e disagiate. I lati negativi potrebbero essere trovati nel fatto che probabilmente la presenza delle telecamere non porta la persona in questione a vivere veramente fino in fondo gli eventi quotidiani della vita in questi luoghi poveri in Italia. Nonostante questo, prevalgono i lati positivi di un format che sicuramente avrà colpito una grande parte degli spettatori e che vedrà un seguito nella prossima puntata del 21 luglio.

SECRET MILLIONAIRE, DIRETTA PRIMA PUNTATA DEL 14 LUGLIO 2016, ARMANDO SAGGESE: GLI ULTIMI RINGRAZIAMENTI – Si giunge alla fine di questa prima puntata di “Secret millionaire” dove, alla fine della sua esperienza a Corviale, Armando Saggese si reca alla mensa dei poveri per raccontare la verità al prete e alle donne volontarie. A loro, in mezzo alle molte lacrime, dona molti soldi e persino tanti suoi vestiti portati da Napoli. Alla donna, che gli ha raccontato la storia di suo figlio, egli fa un particolare dono. Armando giunge poi da Iliana, davanti alla quale è piuttosto teso dato che la donna è una persona molto diretta. Infine come segno di riconoscenza le dona scatoloni pieni di sacchi a pelo che potranno aiutare molto i senza tetto di cui Iliana si occupa. L’ultima tappa di Armando Saggese è a Corviale, presso le persone che gli sono state più a fianco. Per loro vi è un assegno che potrà aiutarli a realizzare il loro progetto. Commosso e riconoscente l’imprenditore napoletano torna a casa.

SECRET MILLIONAIRE, DIRETTA PRIMA PUNTATA DEL 14 LUGLIO 2016: IL CONCERTO DEI RAPPERS DI CORVIALE. ARMANDO SAGGESE E FABRIZIO RIGOLIO – Si procede su Italia 1 con “Secret millionaire” che vede la storia di Armando Saggese, uno stilista sotto copertura nel piccolo paese di Corviale nella periferia di Roma. Armando torna ancora a fare volontariato, ma questa volta presso la mensa dei poveri. Una delle volontarie gli racconta della tragedia di suo figlio morto all’età di 20 anni, di cui gli mostra delle foto che porta sempre con sè. Tornato a Corviale egli si reca assieme ai rappers ad un concerto a cui parteciperanno. Uno di questi ragazzi racconta ad Armando dello scopo dell’hip hop e del fatto che tutti questi artisti portano rispetto per gli altri. Alla mensa dei poveri l’imprenditore napoletano incontra un uomo distinto che gli racconta la sua vita: egli aveva una famiglia ed un lavoro ma poi ha iniziato a giocare e questo lo ha portato al declino. Questa storia gli fa capire una cosa fondamentale: chiunque potrebbe trovarsi in quella situazione. VOLONTARIATO ALLA STAZIONE DI TERMINI – L’avventura di Armando Saggese continua quando conosce una donna che lavora per la strada ad aiutare i barboni e gli immigrati, ma lui non è sicuro che avrà il coraggio di accompagnarla. Alessandro, uno dei partecipanti al progetto di Corviale, spiega lo scopo del suo lavoro in questo paese: vuole dare la possibilità alle persone che abitano qui di vivere in un modo migliore. Infine egli decide che alla sera seguirà Iliana alla stazione di Termini per aiutare i senza tetto. Nonostante la paura iniziale egli rimane colpito da questa esperienza. Con questa ultima sera finisce la sua esperienza a Corviale ma, prima di andare, rivelerà la sua identità a tutti coloro che ha incontrato. Ai rappers “luci soffuse” offre la possibilità di registrare in uno studio di registrazione.

SECRET MILLIONAIRE: DIRETTA PRIMA PUNTATA, PARTE ORA LA MISSIONE DI RIGOLIO E SAGGESE – Comincia proprio ora su Italia 1 la prima puntata del nuovo format “Secret millionaire” che vedrà due uomini dalla vita piuttosto agiata e piena di lussi abbandonare la propria vita per 10 giorni. In questo periodo si dovranno trasferire in zone poco ospitali dell’Italia e mettersi all’opera con lavori umili e a stretto contatto con gente molto povera e in difficoltà. Il loro scopo, oltre ovviamente a resistere per 10 giorni senza le comodità solite, sarà quello di trovare persone meritevoli e altruiste che si meriteranno di essere aiutate con donazioni e regali affinché possano realizzare i loro sogni. Questa sera i due grandi protagonisti saranno Fabrizio Rigolio e Armando Saggese, entrambi amministratori delegati in grandi aziende nel nostro Paese. I PRIMI INCONTRI DELL’IMPRENDITORE DI NAPOLI – Si inizia questa prima puntata di “Secret millionaire” con la presentazione della vita del napoletano Armando Saggese. Egli racconta come si svolge la sua giornata tipo: fa poche rinunce, a partire dagli orologi per cui ha una grande passione. Egli si traferirà per 10 giorni a Roma, precisamente nel paesino chiamato Corviale, soprannominato “il serpentone” dai romani. Arrivato a Roma si trova subito in difficoltà nella ricerca della sua nuova casa. Nel momento in cui Armando entra nel suo appartamento rimane scioccato dal palazzo e dal fatto che ci possa essere gente che viva così. Egli incontra nel cortile di fronte al palazzo due uomini che lo recano da un terzo uomo che gli racconta del suo progetto di ristrutturazione del serpentone. Dopo aver affrontato la prima notte a Corviale, il giorno seguente si reca alla mensa dei poveri. LA VITA DI CORVIALE. ARMANDO SAGGESE E FABRIZIO RIGOLIO – L’imprenditore napoletano Armando Saggese è il primo protagonista di “Secret millionaire” in onda su Italia 1. Dopo la prima giornata di volontariato con padre Alberto incontrato alla mensa dei poveri, Armando torna a casa e si sente molto solo, triste, ma soprattutto spaventato dalla situazione. Il giorno successivo egli incontra tre ragazzi che nel tempo libero scrivono canzoni rap. Sotto richiesta di Armando i ragazzi gli raccontano la loro vita: uno di loro per esempio afferma che non si potrebbe permettere nemmeno una ragazza, perchè non avrebbe soldi per comprarle neppure la pizza. Mentre Armando sta tornando nel suo appartamento a Corviale, incontra gli uomini che il primo giorno gli hanno raccontato del loro progetto, e così li aiuta a lavorare.

SECRET MILLIONAIRE, ANTICIPAZIONI PRIMA PUNTATA 14 LUGLIO 2016: IL FORMAT – Giovedì 14 luglio su Italia 1 avrà inizio “Secret Millionaire”, un nuovo programma che avrà come protagonista due milionari pronti a mettersi alla prova in condizioni mai sperimentate prima. I due imprenditori lasceranno il lusso e la ricchezza delle loro abitazioni per trasferirsi in periferia e vivere con pochi soldi e in una modestissima casa dove resteranno per 10 giorni sottocopertura.I due affronteranno i lavori più umili ed entreranno in contratto con persone umili ma anche discriminate o economicamente in difficoltà. La loro missione sarà quella di trovare persone meritevoli e altruiste che hanno fondi per realizzare le loro aspirazioni. Alla fine del viaggio potranno rivelare la loro vera identità e aiutarli, con donazioni in denaro o regali inaspettati a far sì che i loro progetti e desideri diventino realtà.

SECRET MILLIONAIRE, ANTICIPAZIONI PRIMA PUNTATA 14 LUGLIO 2016: I PROTAGONISTI – I protagonisti della prima puntata di “Secret Millionaire” saranno Fabrizio Rigolio e Armando Saggese. Fabrizio Rigolio, 41 anni di Gallarate, è l’amministratore delegato di un’azienda di accessori per le moto, che recentemente ha lanciato sul mercato una bicicletta di design in carbonio e alluminio. L’imprenditore si trasferirà per dieci giorni a Marcianise, nella terra dei fuochi. Armando Saggese, 44 anni di Napoli, è l’amministratore delegato e fondatore di un’azienda di abbigliamento. Maggese si trasferirà nella periferia di Roma precisamente a Corviale, il mostro architettonico soprannominato dai romani “Il serpentone”.

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Vivere 10 giorni con 150 euro

Due imprenditori «diventano» poveri In «Secret Millionaire» due manager di successo traslocano per 10 giorni in quartieri disagiati e provano a vivere con un budget molto ristretto: Su Italia 1 dal 14 luglio.
Quando il tuo hobby è collezionare orologi o auto sportive, può capitare di non avere ben presente cosa significhi vivere in una situazione di disagio. Quando abiti in un bel appartamento del centro, succede che non sia sempre chiarissimo capire come possono essere quelli delle periferie più degradate. Quando si è abituati a mangiare in ristoranti stellati, non sempre ci si rende conto di cosa vuol dire mettersi in coda in una mensa per poveri o cercare qualcosa direttamente nei cassonetti. Eppure le esistenze di persone che appartengono a mondi tanto diversi si sfiorano ogni giorno, il più delle volte senza entrare mai veramente in contatto, senza andare mai oltre qualche sguardo di sfuggita, spesso carico di paure e pregiudizi. «Secret Millionaire», il nuovo programma in onda su Italia 1 a partire dal 14 luglio, ha cercato di azzerare questa distanza. Per farlo, ha scelto due imprenditori molto ricchi e li ha fatti vivere per dieci giorni come fossero persone in difficoltà: per loro soltanto un tetto fatiscente, e 150 euro in tutto, 15 al giorno.

Uno dei due imprenditori è Fabrizio Rigolio, 41enne di Gallarate, amministratore delegato di un’azienda di accessori per moto. L’altro è Armando Saggese, titolare di un’azienda di abbigliamento, ha un centinaio di negozi. Ha accettato di cambiare la sua identità per questa trasmissione «per vedere come potrei essere io in altre condizioni». Le altre condizioni si sono rivelate essere un appartamento con le sbarre alle finestre all’interno del Corviale, un ammasso di cemento, carcasse di auto bruciate e case occupate, simbolo del fallimento dell’edilizia popolare a Roma. Vedendo l’imprenditore entrare in quell’alloggio spoglio e degradato viene automatico pensare: è tutto finto. «Non è così — spiega —. È stata un’esperienza molto impegnativa dal punto di vista emotivo, mi ha segnato. Davo per scontata la mia normalità e rendermi conto di come possono vivere altre persone mi ha aperto gli occhi».

Non è stato semplice: «La prima notte in cui ho dovuto dormire, solo, in quell’appartamento, ho avuto paura. Tanta paura. Ho saputo che sarei dovuto stare per dieci giorni al Corviale solo quando ho aperto la busta durante il programma, quelli del programma non mi avevano preparato prima. E la notte nessuno è rimasto con me, assolutamente nessuno. Mi sono chiuso dentro con il lucchetto e ogni rumore mi spaventava». All’interno di quel contesto degradato, fingendosi un disoccupato, Saggese ha conosciuto diverse persone. «Gente che non ha nulla e che non si tira indietro se può offrirti un piatto di pasta. Non hanno quasi niente, ma quel poco lo condividono anche con uno sconosciuto». Sentimenti ben diversi rispetto a quelli a cui è più solito. «Più si ha e più si è invidiosi di quello che possiedono gli altri. Conoscere queste persone è stata una lezione».

Non se lo aspettava quando la tv lo ha cercato. «Mi avevano detto che stavano contattando degli imprenditori di successo e mi sono fatto incuriosire. Per fortuna». Perché attraverso il docu-reality ha incontrato non solo chi vive con poco o nulla, ma anche chi ha scelto di dedicare la sua vita agli altri. Fingendosi una persona con molto tempo libero a disposizione, ha dato così una mano a un parroco che aiuta i più poveri e alla titolare di un gruppo di volontariato. Ha poi parlato con chi non ha nulla, ha servito alle mense dove si rivolge chi non ha soldi per sfamarsi e ha distribuito vestiti e sacchi a pelo usati a chi ne aveva bisogno.

«La differenza tra me e chi ho conosciuto è solo l’occasione di potersi esprimere», racconta lui, che al termine della trasmissione ha aiutato economicamente molte delle persone che ha incontrato e con cui, a distanza di qualche mese, è ancora in contatto. «Se mettiamo tutto sulla bilancia, non so chi ha dato di più all’altro. Da questa esperienza, quello che ne esce davvero arricchito sono io».

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Cronache di Frontiera su Sky

La docu-serie che racconta le periferie italiane in presa diretta.
Ci sono frontiere che non si trovano ai confini tra gli stati. Sono nelle nostre città, in quelle periferie dove convivono culture e povertà diverse, dove si mescolano storie di immigrati, di nuovi e vecchi italiani. Sky TG24HD ha scelto di raccontare questa realtà che vive sottotraccia, in cui tradizioni, credenze e religioni differenti coesistono con difficoltà, con “Cronache di frontiera”, un documento con un linguaggio nuovo, in onda in quattro puntate dal 30 settembre tutti i mercoledì alle 21.10 su Sky TG24HD (canali 100 e 500 di Sky) e in chiaro, visibile a tutti, sul Canale 27 del digitale terrestre. “Cronache di Frontiera” sarà disponibile anche su Sky On Demand.

Basato sul format originale inglese Benefits Street e prodotto in Italia da FremantleMedia, “Cronache di frontiera” è una narrazione in presa diretta, senza alcuna intermediazione giornalistica o documentaristica, della vita in una periferia romana, particolare per le sue peculiarità, ma in realtà uguale per tensioni sociali e paure a quella di molte altre città italiane. Una fotografia, che mostra le mille sfaccettature e i sentimenti contrastanti di chi si trova a vivere e affrontare realtà estreme, spesso al limite della legalità, dove non esistono buoni o cattivi.

Persone dal futuro incerto, del quale non conoscono ancora i contorni. E da qui nascono le paure e la rabbia, ma anche la speranza e la
voglia di reinventarsi un’esistenza in un paese sconosciuto, un desiderio di riscatto che entra in contrasto con chi si vede sottratte le proprie poche sicurezze.

“In “Cronache di Frontiera” – spiega Andrea Scrosati, Executive Vice President di Sky Italia, responsabile di intrattenimento, Cinema, News e Canali Partner – il racconto della realtà, che è l’essenza e la missione più pura del giornalismo, si fonde con un linguaggio visivo innovativo, quasi cinematografico, costruendo il solco di una nuova narrazione, capace di coinvolgere anche quella generazione che cerca
un’informazione distante anni luce dai salotti e dai dibattiti, che parli la lingua delle immagini e della realtà che ci circonda”.

La docu-serie è stata girata all’interno del VI Municipio, che comprende un insieme di quartieri (Tor Bella Monaca, Torre Angela, Torre Maura, Giardinetti, Torrespaccata), i cui nomi riempiono le cronache dei giornali per l’elevato numero di reati commessi. Una zona in cui tutti i giorni si combatte per la sopravvivenza, tra case popolari occupate abusivamente e la vicinanza di alcuni insediamenti Rom.

Un’area vasta e popolosa, abitata per un terzo da extracomunitari: 74 etnie diverse costrette a una convivenza non semplice. Un luogo in cui ogni giorno si vive uno scontro di culture e religioni, ma anche dove è possibile trovare la solidarietà tra la gente bisognosa. C’è chi, come Regina, cerca di sfamare la sua famiglia numerosa con ogni mezzo lecito, e chi, come Jonas, vive da anni occupando un locale pubblico e lotta per non essere cacciato. O ancora chi, come Agostino, combatte contro una concorrenza spietata per non chiudere la propria attività. E ci sono le nuove generazioni, con le storie di Tangir, Memhet e Mattia, alla ricerca dell’integrazione e di un futuro migliore.

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Sutka City Tv, la prima televisione rom

Punta al modello Cnn.
Trasmette da un bilocale a Parigi ed è stata creata da Andrijano Dzeladin, giovane rom di origini macedoni. Punta a infrangere i pregiudizi e diffondere la “cultura ricca” di una popolazione che supera i 15 milioni di persone, ma non ha una nazione.
«Nel 2010 stavo ascoltando alla radio un programma che raccontava dello sgombero di un campo rom. Parlavano di noi utilizzando i soliti luoghi comuni, allora ho preso il telefono e ho chiamato l’emittente radiofonica per spiegare che noi rom non siamo tutti mendicanti e ladri. Ero arrabbiato e quando mi hanno collegato con lo studio sono riuscito a dire solo: “Vi mostrerò il vero volto dei rom”. È stato allora che mi è venuta in mente l’idea un po’ folle di creare una tivù dedicata alla mia gente».
Adrijano Dzeladin

Due anni dopo quel suo goffo intervento radiofonico, Andrijano Dzeladin, trentatreenne rom di origini macedoni, realizza il suo sogno e fonda Sutka City Tv, la prima televisione rom al mondo, l’unica interamente in lingua romanì. Per spiegare a tutti chi sono veramente i rom. «L’ho chiamata Sutka, come il quartiere di Skopje in cui sono nato, l’unico al mondo in cui i rom sono la maggioranza», spiega Andrijano.
La sede di Sutka City Tv si trova nel diciannovesimo arrondissement di Parigi in un bilocale di una cinquantina di metri quadrati con la moquette blu e i cavi elettrici che corrono dappertutto. Una stanza con tre monitor e un mixer fa da regia e l’altra con le telecamere, i microfoni, una scrivania e due sedie messe davanti a una parete verde serve per le riprese televisive. La magia della televisione trasforma la parete verde nello sfondo di uno studio televisivo degno delle migliori emittenti francesi e su questo sfondo ogni giorno, dalle 19 alle 20.30, Andrijano conduce il suo programma culturale in romanì. I telespettatori chiamano da casa e si discutono insieme a lui degli argomenti più vari, discutono di questioni che riguardano la comunità, fanno dediche e chiedono di ascoltare canzoni zigane. Per il resto della giornata il canale trasmette programmi di cucina e tantissimi video musicali. «Nella cultura rom la musica è importantissima e negli ultimi anni la nostra musica viene sempre più apprezzata anche al di fuori delle comunità rom», dice Adrijano.
L’obiettivo di Andrijano è infrangere i tanti pregiudizi sulla cultura rom. «Al mondo ci sono più di 15 milioni di rom – spiega il fondatore di Sutka City Tv -, la maggior parte di questi vive in maniera sedentaria. La gente ci crede tutti fannulloni e furfanti, ma non è così. Ci sono rom attori, medici, ingegneri, pittori, insegnanti, giornalisti. La nostra è una cultura ricca: abbiamo la nostra lingua, la nostra bandiera, il nostro inno ma non abbiamo una nostra nazione».
Per il momento a Sutka City Tv ci lavorano solo in due, ma il sogno di Andrijano sarebbe quello di portare la sua piccola emittente televisiva in ogni nazione. «Vorrei creare una Cnn dei rom» dice, un po’ scherzando e un po’ credendoci davvero. Ma neanche le frequenze televisive sono immuni dai pregiudizi e la piccola tivù deve lottare ogni giorno per restare accesa.
«Facciamo fatica a trovare sponsor», racconta Andrijano. «Quando vedo che canali con un audience inferiore alla nostra riescono a prendere sponsor importanti, mi dico che Sutka non è trattata come le altre televisioni». Ma l’anchorman non si dà per vinto: «Noi rom abbiamo qualcosa che nessun altro possiede: sappiamo cavarcela anche nelle situazioni più difficili».

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Quando l’emittenza è di palazzo, nuova frontiera della comunicazione

Dopo l’esperienza di “Teletorre 19″ a Bologna, a Roma la tv condominiale è sbarcata a Corviale
Volete essere aggiornati sui fatti del condominio? Avete voglia di comunicare ai nuovi vicini il vostro arrivo a palazzo? Adesso si può fare anche via cavo. Basta collegare un videoregistratore all’antenna centralizzata: in tal modo, sfruttando un canale libero, potrete divulgare a circuito chiuso – dopo averle opportunamente filmate e montate – le news della vostra comunità.
L’esempio bolognese
Un esempio efficace in tal senso è quello di “Teletorre 19”, un’emittente televisiva condominiale nata in una delle quattro Torri del quartiere Pilastro di Bologna. Le Torri sono grattacieli di 18 piani con 72 appartamenti ciascuno, costruiti a metà degli anni ’70: in realtà più che grattacieli sono dei piccoli paesi avvitati intorno agli ascensori, perché tra gli abitanti è forte lo spirito comunitario, frutto anche di tante cose fatte assieme.
Teletorre 19 è in qualche modo figlia di questo spirito, e l’andare dentro le case con la telecamera è servito a cementare ulteriormente la comunità: ha fatto diventare i suoi abitanti in qualche modo dei protagonisti, dei personaggi pubblici all’interno del condominio.
Dai nuovi vicini con la telecamera
Tra le iniziative di Teletorre 19 c’è il coinvolgimento dei nuovi abitanti del condominio. Quando arrivano dei nuovi vicini, gli viene proposto di presentarsi agli altri condomini attraverso la televisione. E se sono d’accordo si va a casa loro con la telecamera per una piccola intervista di 3-4 minuti cercando di trasmettere ai nuovi arrivati il senso di appartenenza che anima la comunità, per far sì che non si chiudano dentro le proprie mura ignorando ciò che gli accade intorno. Teletorre possiede circa diciotto rubriche che si occupano degli avvenimenti del condominio. Con “Diciotto piani più tre” ci si occupa delle notizie dagli interni, poi c’è “Uso e manutenzione”, una rubrica di servizi di utilità che illustra, ad esempio, come funziona l’ascensore, come si usa il depuratore, oppure come vengono eseguite le piccole riparazioni.
Verifica dei problemi
“Tramite questa rubrica – spiega l’ideatore del progetto Gabriele Grandi – abbiamo avvisato gli abitanti del palazzo di un guasto all’impianto di riscaldamento e siamo anche riusciti ad addebitare ad alcuni condomini la rottura dei caloriferi. Inoltre, prima di ogni riunione condominiale, facciamo un’intervista all’amministratore per illustrare i problemi all’ordine del giorno, in modo che i condomini vadano alla riunione già preparati. E anche questo è un appuntamento fisso. Inoltre facciamo le dirette delle riunioni condominiali, così chi non può o non vuole partecipare viene informato del loro andamento rimanendo a casa. Esiste inoltre una rubrica dedicata all’autogestione, cioè il modo in cui il nostro condominio è organizzato. Poi ci sono le rubriche più generali come “La sicurezza” – quella più apprezzata dai condomini – che mette in luce i problemi del quartiere come ad esempio il livello di sicurezza stradale. In seguito a ciò abbiamo preso a cuore la questione e attraverso Teletorre abbiamo sensibilizzato gli abitanti su questo problema. I condomini hanno recepito il messaggio e insieme abbiamo deciso di fare una raccolta di firme (che dalla nostra Torre si è estesa alle Torri vicine) per chiedere al Comune un adeguamento delle misure di sicurezza stradale nel quartiere: un’illuminazione migliore, la riasfaltatura, ecc”. All’interno del condominio esistono varie salette condominiali e in una di queste è stato collocato l’impianto di trasmissione. In un’altra, un po’ più grande, si fanno le riprese per determinati servizi oppure la presentazione del notiziario. Per fare la programmazione dei film invece ci si trova a casa delle varie persone.
L’esperienza di Corviale tv
Ma quale è la situazione nella Capitale? A Roma, sempre in tema di televisioni di condominio, è nota l’esperienza di Corviale Tv: un progetto che prevedeva news dal condominio e non solo, nato per valorizzare questo chilometro di edificio grazie anche alla collaborazione del Comune di Roma e della Fondazione Olivetti. Si è trattato di un lavoro molto articolato che ha interrogato per esempio l’intera città su come appare dall’esterno la realtà di Corviale. Il piano ha inoltre coinvolto architetti e vari artisti in un vero e proprio laboratorio di ricerca. L’esperienza è però ad un certo punto terminata. Condominio a parte, esistono poi le televisioni di quartiere, quelle che raccontano la vita dei vari rioni: nella capitale trasmette ad esempio Monti Tv. Quest’ultima, per la messa in onda dei programmi relativi alla vita del Rione Monti, utilizza però il web e i palinsesti di altre televisioni come ad esempio Roma Uno.
Un buon apprendistato
Teletorre 19 rappresenta inoltre un vero apprendistato, e per alcuni potrebbe anche diventare una scelta professionale. In fondo saper tenere in mano una telecamera, un microfono, sapersi rapportare alla gente facendo domande intelligenti, è un buon inizio. Certamente, se non ci fosse stata questa realtà condominiale così particolare, la televisione non sarebbe nata. Insieme questi condomini hanno avuto la costanza di insistere e adesso hanno ottenuto persino una collaborazione con Rai 3 con un programma in cui vengono trasmessi dei pezzettini realizzati da Teletorre.
Nessuna autorizzazione
Prima di mettere in moto tutta la faccenda gli organizzatori hanno chiesto alla Siae se, ed eventualmente a quali costi, sarebbe stato possibile inserire nei programmi normali videocassette di film. Dopo alcuni tentennamenti la Siae di Bologna ha accettato di rilasciare una dichiarazione scritta in cui si afferma in sostanza che, trattandosi di trasmissioni a circuito chiuso limitato all’ambito condominiale per le quali non viene richiesto alcun canone di abbonamento e nelle quali non trovano posto inserimenti pubblicitari, tutta la faccenda si configura come “visione domestica”.
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#L’Oriana, miniserie di Marco Turco

 

email mascheroni - mascheroni -

È arrivato il momento di dire la verità, di alzare lo sguardo verso la luce,  guardare la realtà vis-à-vis. Il film-fiction L’Oriana, di due puntate, andato in onda il 16 e 17 febbraio su Rai 1, non merita l’attenzione del pubblico. La Puccini non gratifica e non onora il “personaggio” Oriana Fallaci, né tantomeno la mirabile avventura della più grande giornalista degli anni 70. Il poco gusto di un prodotto confezionato, e pronto per l’estero, pacchetto compreso. Molti i commenti sul web e sui social network utilizzando l’hashtag #l’oriana. Nessuno è rimasto soddisfatto. Forse perché il personaggio era troppo complesso per essere inquadrato in due puntate, forse perché la sua opera è stata travisata, la sua persona filtrata dal romanzesco. Un’anziana Fallaci che illustra la sua vita, con disprezzo e maleducazione, ad una giovane studentessa di giornalismo la sua vita è l’escamotage narrativo – un episodio mai accaduto – con cui si apre il sipario sulla telenovela “la Fallaci e la sua vita alternativa”. Non erano di certo le basi della sua vita la ricerca dell’amore, ossessivo, maniacale, le “pieghe rosa” della fiction, e la smania per una maternità che non arriverà mai. Fare il giornalismo, “non l’ho studiato” dice Oriana, era il suo impegno vitale. Ma non sappiamo che tipo di messaggio voleva veicolare il produttore, il regista, per poter dire di non aver assolto al suo compito.  Se questa miniserie si prefigura lo scopo di essere una biografia, fallisce. Se si sofferma sullo sfondo storico, con l’obiettivo di riproporre tematiche e scenari diversi dalla nostra attualità, brancoliamo nel buio. Le ricostruzioni e i paesaggi mendaci sono il frutto di una mediocrità e di una superficialità dilagante e una pochissima attenzione ai dettagli sono; le scene, che si susseguono, banali, insipide, senza suspence, ricostruiscono Saigon in una sorta di periferia romana, per riproporre dei dialoghi estrapolati dai suoi libri e altri scritti con poca cura.

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E quando mi viene detto che “fare un po’ di cultura significa provarci” io mi indigno. Come si indignava Oriana a vedere sporcata la sua Piazza, a Firenze, quando, nell’estate del 1999 un gruppo di “musulmani somali sfregiarono e oltraggiarono per tre mesi e mezzo piazza del Duomo a Firenze. La mia città”. [1] E per conoscere veramente l’Oriana, di cui i giornali e i media si fanno portavoce nei loro articoli arrivisti, per discutere dell’Islam e della minaccia terroristica, bisognerebbe rileggere la prefazione del suo libro “La rabbia e l’Orgoglio”, nato e cresciuto in lei, dopo tanti anni di silenzio, che recita: “Ma vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci può sottrarre”[2]  Allora, se mi affido alle sue parole, e ai suoi libri, mi sento offesa. Perché la cultura non si da a pillole. La cultura non si “fa”. Non si crea, “piano piano”; la cultura non è un prodotto commerciale, non si guadagna.
Quando mi viene detto “è comunque cultura” oppure “meglio di niente”, mi sento indignata. La cultura o c’è o non c’è. Continuo a pensare che la cultura è leggere le opere di prima mano.  Penso che per conoscere veramente Oriana Fallaci bisogna aprire un suo libro. E leggerlo. Tutto. Dall’inizio alla fine. Leggere la storia con Alekos Panagulis in Un uomo, se vogliamo mettere al centro l’amore e le mille sfaccettature dolorose. Bisogna leggere le sue interviste ai grandi della terra per sapere veramente cosa aveva chiesto a Khomeini. Bisogna leggere “Intervista con il Potere”, allora.
Per capire il suo dramma individuale nella lotta contro il cancro e l’amore spasmodico per la Vita bisogna leggere Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci. In un’intervista la Fallaci aveva detto, parlando di sé “su ogni esperienza personale lascio brandelli d’anima”.

A questo punto le tue parole, Oriana, rimangono sulla carta e nei nostri cuori di lettori. Zì! Zì! Zì! Vive! Vive! Vive! – urlava il corteo al funerale di Alekos, il  5 maggio 1976, in cui i “grappoli di persone”  strisciavano verso la chiesa, in un’unica direzione, tutti insieme a forma di “piovra” – allo stesso modo i tuoi lettori dicono Zi! Zi! Zi !
Vivi Oriana, vivi dei tuoi pensieri e dei tuoi bei ricordi.

[1] Cit. Oriana Fallaci, La rabbia e l’orgolio, BUR Rizzoli, 2009, p. 96

[2] Oriana Fallaci, La rabbia e l’orgoglio, BUR Rizzoli, 2009

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Il giornale che si unisce alla tv per sbarcare sul web

rnewsRNews, il tg che nasce dal web si rinnova
RNews è trasmesso in diretta ogni giorno alle 13.45 su Repubblica.it e su laEffe, canale 50 del digitale terrestre. Il notiziario diventa più dinamico, può contare su tutte le firme del quotidiano e Twitter Time lascia aperta una finestra sui social network
RNEWS si rinnova. Il primo telegiornale online di un grande quotidiano – prodotto da RepubblicaTv, trasmesso da Repubblica. it e in onda su laEffe, la tv Feltrinelli sul canale 50 del dtt – si ripresenta da oggi in una nuova edizione più ricca e più estesa: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, 15 minuti di notizie, analisi, approfondimenti e commenti con le firme e gli inviati di Repubblica. La formula elaborata in questi primi mesi, che ha portato RNews a superare la media di 70mila visualizzazioni al giorno, si perfeziona: alle 13.45 va in onda una edizione più lunga (15 minuti di durata contro i 10 attuali) e alle 19.45 la riproposta delle opinioni e delle storie del giorno con il rullo aggiornato delle notizie.

Una formula insieme più asciutta e più elaborata. Più spazio ai commenti delle firme, un notiziario più rapido e dinamico, un maggiore utilizzo dei collegamenti video per garantire la fruizione di un prodotto ancora più televisivo e allo stesso tempo sempre più appetibile per il web, capace di durare – in tv e online – ben oltre l’attuale segmento segnato dalle due edizioni quotidiane. Come nelle edizioni precedenti, ogni giorno RNews continuerà a rilanciare e a far rivivere il giornalismo dell’intero Sistema Repubblica, con le inchieste e i reportage di Affari & Finanza, del Venerdì e di D, le anteprime della Domenica di Repubblica e di Cult, gli approfondimenti di Salute e di Viaggi, le esclusive digitali di Repubblica. it e di RSera.

Riprendendo l’innovazione avviata in questi mesi con Twitter Time, dal lunedì al venerdì RNews continuerà poi a proporre alle 13.45 l’hashstag per commentare le notizie e i temi del giorno. I tweet degli utenti e dei telespettatori verranno quindi raccolti e rilanciati per tutta la giornata su Repubblica. it: esaltando così l’interattività del primo e unico telegiornale prodotto da un quotidiano, trasmesso dalla tv e aggiornato in tempo reale su Internet.

La nuova edizione di RNews è solo l’ultimo passo del lungo cammino di RepubblicaTv, che a novembre 2013 ha registrato 218 mila utenti unici giornalieri, 2,5 milioni di utenti unici nel mese, 431mila pagine viste al giorno e 13 milioni di pagine viste nel mese. Ampliando la straordinaria offerta di dirette e video, nei mesi recenti RepubblicaTv ha lanciato tra l’altro nuovi format televisivi ideati esclusivamente per il web: da WebNotte, il programma di Ernesto Assante e Gino Castaldo che fra diretta e on demand viaggia verso il mezzo milione di visualizzazioni, a WebCorner, lo speciale curato da Fabrizio Bocca e in onda in occasione dei grandi eventi sportivi, fino a RPrima, il programma dedicato alle anteprime al cinema, nella musica e in libreria, in una formula innovativa tra approfondimento e show interattivo.
di FRANCESCO FASIOLO
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