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Iniziativa per il sociale nella periferia romana di Corviale

Coni e Lottomatica assieme per ‘Vincere da grandi
‘Vincere da grandi’, il progetto sportivo, culturale e sociale destinato alle famiglie italiane che vivono in contesti disagiati voluto da Coni e Lottomatica con il brand di Gioco del Lotto, arriva al Corviale, periferia sudovest della Capitale. Il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, assieme al presidente di Lottomatica Holding, Fabio Cairoli, e al calciatore della Roma, Alessandro Florenzi, hanno presentato l’iniziativa che fa tappa presso la struttura Ssd Calciosociale del Corviale.

Partito il 23 aprile dello scorso anno, il progetto ha coinvolto ad oggi circa 800 ragazzi 4 tappe: presso il Foro Italico di Roma, a Napoli (Scampia) con Giovanni Maddaloni presidente e maestro dell’Asd Star Judo Club, a Palermo (Zen) con Rachid Berradi, le prossime due tappe saranno Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, e appunto Corviale.

In un contesto sportivo ed educazionale di eccellenza, tutte le attività verranno seguite da tecnici federali e da campioni olimpici che seguiranno da vicino i ragazzi durante i corsi di calcio, atletica, ginnastica ritmica e calcio freestyle. Sono inoltre previsti percorsi e attività specifiche per i giovani con disabilità.

“Scampia e lo Zen di Palermo sanno quanto sia stata vincente l’idea grazie al gruppo Lottomatica che ha deciso di investire nel sociale attraverso il mondo dello sport –sottolinea Malagò durante il suo intervento-. Devo solo dire una parola: grazie, all’azienda Lottomatica. E’ stata una scelta vincente”.

“Questa per noi è una opportunità di realizzare in maniera concreta qualcosa per la collettività –aggiunge il presidente e ad di Lottomatica Holding Cairoli-. Nello specifico farlo per i giovani con la collaborazione del Coni è un onore. Con Malagò ci siamo trovati subito a definire questo progetto e, tappa dopo tappa, ci siamo convinti sempre più della bontà dell’iniziativa. In azienda si dice che una impresa di successo è quella che ha visione, voi qui siete una ambizione realizzata e dovete esserne orgogliosi”, conclude il numero uno di Lottomatica.

“Sono orgoglioso di far parte di questa famiglia, io sono romano. Conosco il lavoro che state facendo, voi bambini avete fatto un applauso a me ma dovete applaudire i vostri genitori, chi si impegna per farvi avere una infanzia felice e chi ha fatto sì che tutto questo fosse possibile”, aggiunge il giocatore della Roma Florenzi.

A prendere la parola è poi Massimo Vallati, responsabile del centro sociale di Corviale. “Questa è una storia che viene da lontano, in questa periferia il calcio sociale sta costruendo qualcosa che vuole cambiare questo quartiere. I ragazzi faranno tante cose imparando gli articoli della Costituzione, vogliamo costruire un futuro diverso per Corviale. L’anno scorso volevano bruciare il ‘Campo dei miracoli’ perché faceva paura, questo progetto è una risposta a chi voleva chiudere questa esperienza per paura della cultura, dei sorrisi e della energia di questi ragazzi”.

Infine Giovanni Maddaloni, padre della medaglia olimpica nel judo a Sydney, Pino Maddaloni che sottolinea come “con queste iniziative lo sport trasforma il futuro di un ragazzo”.

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Sport e Periferie, definito il piano dei 183 interventi.

Il Premier Renzi: facciamo politica con lo sport.
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, hanno presentato – nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi – il piano degli interventi analitici infrastrutturali che saranno realizzati attraverso il fondo “Sport e Periferie”. La proposta pluriennale, istituita dalla legge 185 del 2015, prevede un investimento complessivo di 100 milioni nel triennio 2015-2017, con una serie di iniziative urgente già approvate, tra cui lo Zen, Scampia, Barletta, Ostia, Reggio Calabria, Milano – Cardellino, Corviale, 15 playground a Roma e, recentemente, Amatrice ed Accumoli.

Il Presidente Malagò (nella foto Mezzelani GMT) ha illustrato le finalità e l’importanza del progetto. “Un uomo di sport deve saper perdere e vincere ma dal giorno dopo ha la possibilità di iniziare una nuova partita. Ringrazio il Premier per la sua disponibilità, siamo felici che abbia lui la delega allo sport perché c’è la possibilità di interagire in modo diretto rappresentando le nostre istanze. Sport e Periferie ci dà la possibilità di sanare situazioni difficili in territori importanti. Le 142 mila società che caratterizzano il nostro mondo hanno bisogno di una casa. Ci sono 3 criteri con cui si è agito nell’ambito di questo piano. Il completamento del censimento dell’impiantistica sportiva con 3 milioni (fondamentale per programmare dove fare gli interventi in futuro), la ristrutturazione, rigenerazione e realizzazione impianti sportivi e la previsione di interventi nell’ottica di quella che era la candidatura di Roma 2024. Per individuare gli interventi da proporre alla Presidenza del Consiglio, il CONI – volendo allargare il proprio patrimonio di conoscenze – ha invitato sul proprio sito chiunque a segnalare entro il 15 febbraio 2016 le proprie proposte di intervento: sono arrivate 1.681 proposte, per circa 1 miliardo e 300 milioni di euro di richieste di contributo. A questo punto, il CONI, con il supporto del Prefetto Riccardo Carpino, ha nominato un Comitato indipendente di giuristi di chiara fama per istruttoria e analisi delle proposte pervenute: Consigliere Carlo Deodato (Consigliere di Stato), Avv. Vincenzo Nunziata (Vice Avvocato Generale dello Stato), Avv. Danilo Del Gaizo (Avvocato dello Stato).

All’esito del lavoro del Comitato indipendente, la Giunta del CONI, sulla base di criteri di politica sportiva, ha individuato gli interventi da sottoporre alla Presidenza del Consiglio. Le decisioni sono state assunte con l’obiettivo di garantire massima diffusione degli interventi su tutto il territorio nazionale, con la rappresentanza del maggior numero di discipline sportive possibile. Prima però, alla luce del devastante terremoto del 24 agosto, la Giunta ha deciso di intervenire con 480 mila euro a favore delle proposte pervenute dai Comuni maggiormente colpiti dal sisma, Accumoli e Amatrice. In futuro cercheremo di fare qualcosa anche per Arquata del Tronto, che non aveva presentato richieste. In tutto saranno 183 gli interventi, oltre a quelli di Accumoli e Amatrice. Nell’individuazione dei progetti, sono rappresentate tutte le Regioni d’Italia, eccezion fatta per Trentino e Val d’Aosta dalle quali non sono pervenute proposte oppure non sono pervenute proposte incomplete. Le Regioni del Sud sono maggiormente rappresentate con particolare riferimento a Calabria (34), Sicilia (22), Campania (19), anche in ragione del maggior numero di proposte ricevute. Al Nord la Regione con più progetti è la Liguria (9), mentre al Centro sono le Marche (15). Sono presenti i Comuni di tutte le dimensioni: piccoli (meno di 10.000 abitanti), medi (tra i 10.000 e i 20.000 abitanti) e grandi (più di 20.000 abitanti).

Il gruppo di Comuni con più di 20.000 abitanti è quello in cui è stato individuato il numero più ampio di progetti (91). Nelle scelte c’è anche un equilibrio dal punto di vista economico, per assicurare la maggiore diffusione sul territorio italiano e tutte le tipologie di intervento (piccole e grandi). Circa il 70% ha valore fino a 200.000 euro. Qui la scelta è stata quella di privilegiare interventi che potessero generare valore economico-sociale sul territorio a fronte di limitati valori di investimento. Sono infine rappresentate quante più discipline sportive possibili: al netto di calcio e calcetto, le palestre e i centri polivalenti rappresentano il 39% dei progetti. Anche qui, l’intento è quello di raccogliere un bacino potenziale di utenza più ampio possibile e di favorire la sostenibilità degli impianti, consentendo la pratica di più discipline. A seguire tennis, atletica leggera, rugby e pattinaggio. La rinuncia a Roma2024 prevede che le somme programmate per gli impianti polifunzionali previsti nelle periferie verranno ri-destinate nel resto d’Italia. La Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrà approvare il Piano. Fino a quel momento, dunque, il Piano non ha valore definitivo. Successivamente si passerà alla fase esecutiva. Prima della fase esecutiva, però, dovranno essere firmate le Convenzioni con gli enti proponenti e pertanto andrà preliminarmente verificata la sussistenza di tutti i requisiti dichiarati all’atto della proposta, incluso il valore stimato e la congruità dell’intervento. È fondamentale comprendere che se qualcosa non dovesse quadrare, non verrà stipulata la convenzione e pertanto non verrà realizzato l’intervento. Per l’esecuzione degli interventi sarà costituita un’Unità organizzativa apposita del CONI, sarà applicata la convenzione già stipulata con INVITALIA, che utilizza l’accordo di vigilanza collaborativa con l’ANAC, e saranno individuate insieme a Palazzo Chigi le modalità operative migliori per realizzare gli interventi di piccole dimensioni.

Voglio ringraziare ancora una volta il Governo, perché con l’istituzione di questo Fondo ha fatto contenti tutti. Sarebbe bello venisse confermato anche per il futuro. Grazie Governo e viva lo sport”.

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha voluto sottolineare l’importanza strategica del Fondo. “Oggi è giornata particolare, perché arriva dopo l’annuncio dell’interruzione della candidatura di Roma 2024. Oggi è un giorno bello per Malagò e per il CONI. La sintesi è che noi pensiamo che lo sport sia fondamentale per costruire comunità, per promuovere i valori fondanti che caratterizzano il vostro movimento. Li dove c’è comunità il Paese è più forte. Questo mondo è tenuto in piedi dai volontari e in passato la politica ha fatto poco. Questo fondo non è un omaggio ma è il minimo per lo sport, per allenare le ambizioni dei giovani in luoghi belli. E sono sicuro che l’aver tarpato il volo il sogno olimpico ai bambini non comprometterà il processo di crescita. Ieri hanno fatto festa le periferie di Parigi e delle altre città candidate non quelle di Roma. Il fatto che la candidatura della Capitale – ora lo possiamo dire – fosse in vantaggio, amplifica le responsabilità di chi si è arrogato il diritto di negare questa possibilità con miopia. Noi però non ci arrendiamo da veri uomini dello sport e per questo offriamo opportunità di fare attività fisica. Questo progetto vuol dire orgoglio e senso di appartenenza e faremo in modo di accogliere l’invito del Presidente Malagò e di confermarlo. Perché significa portare lo sport ovunque, creare comunità e far crescere la civiltà. accanto a questa attività deve stringersi il Paese. Entro ottobre vogliamo chiudere la pratica burocratica, senza entrare nel merito di ogni singolo intervento. Per noi va bene quel che ha deciso il CONI. Fondamentale l’attenzione mostrata verso il Sud e il Mezzogiorno ed è nevralgico far dialogare questi impianti con la scuola. Vanno anche agevolate e semplificate le procedure a carico delle società. Il primo investimento sanitario è fare attività fisica e sta tutto nello sport. In Italia si fa politica con lo sport, nel senso che la politica si occupa di sport e riconosce nello sport un valore universale e di cittadinanza”.

Alla conferenza hanno partecipato anche il Presidente di Coni Servizi, Franco Chimenti, i Presidenti federali Maurizio Casasco (FMSI), Carlo Magri (FIPAV), Angelo Sticchi Damiani (ACI), Carlo Tavecchio (FIGC) e il membro di Consiglio Nazionale Bruno Molea (AICS).

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UISP – lo sport Sociale alla Biennale di Venezia

L’allestimento Sportivo #periferiainazione alla Biennale di Architettura di Venezia.
Il saluto ai Giochi Olimpici di Rio che stanno per partire, l’Uisp lo dà così: ricordando che sport è parola dai mille significati sociali e culturali. Seguiremo le imprese dei campioni ai Giochi di Rio cercando di raccontare il sociale attraverso lo sport, un’occasione per dare forma e contenuto al fenomeno del nostro tempo.

Chi non può andare a Rio de Janeiro faccia un salto a Venezia, alla Biennale Architettura, Padiglione Italia: troverà un allestimento inedito, dedicato allo sport come “bene comune” del nostro tempo insieme a salute, ambiente, cultura, legalità.

Il tema del Padiglione è “Taking Care – Progettare il bene comune” e per la prima volta l’archietettura punta su cinque allestimenti e cinque associazioni fortemente radicate nel sociale, una per ogni “bene comune”. Per lo sport è stata scelta l’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti (guarda le pagine del Catalogo ufficiale della mostra dedicate all’allestimento sportivo To Move).

Le altre sono: Emergency, Libera, Legambiente, AIB Associazione Italiana Biblioteche. L’obiettivo della creazione degli allestimenti mobili che da novembre, data della chiusura della Biennale Architettura di Venezia, gireranno varie città è quello di abbracciare una causa comune, in un programma di recupero sociale e culturale delle periferie italiane.

Da “Taking Care-Progettare per il bene comune” (curata dal team TAMassociati), nasce il primo progetto di crowdfunding civico per agire nelle periferie italiane. Con i fondi raccolti saranno realizzati i 5 dispositivi e garantita la loro operatività nelle periferie italiane per il primo biennio. Il progetto ha una piattaforma dedicata, www.periferieinazione.it, messa a disposizione da Banca Popolare Etica, che garantisce che tutte le transazioni avvengano nel circuito virtuoso della finanza etica.

Una volta realizzati, i dispositivi si caleranno dunque nella realtà, in luoghi in cui potranno dimostrare la loro utilità sociale, portando, in un progetto di sussidiarietà, qualità, bellezza e diritti laddove questi ora manchino o risultino limitati.

In mostra a Venezia sono esposti i fac-simile di cinque dispositivi mobili, moduli carrabili frutto di un lavoro congiunto tra da cinque studi italiani e le cinque associazioni: quello sportivo ideato dall’Uisp verrà realizzato dallo studio Nowa.

Così gli altri: Emergency con Matilde Cassani, Legambiente con ARCò, Libera con Antonio Scarponi / Conceptual Devices, AIB (Associazione Italiana Biblioteche) con Alterstudio Partners,

I cinque dispositivi mobili diventeranno un presidio per l’educazione alla convivenza e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco e lo sport, un ambulatorio mobile e centro di mediazione culturale, un centro di monitoraggio e sensibilizzazione ambientale, uno spazio di socializzazione per adulti e bambini nonché punto prestito e reference di informazioni su cultura, biblioteche e tempo libero e, in ultimo, un presidio, situato nel cuore di un bene confiscato alle mafie, aperto alla riflessione e azione della cittadinanza.

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“L’altro scudetto”. Il Napoli a Scampia contro il disagio e la devianza giovanile

Sono diverse le iniziative sociali della Società Calcio Napoli e riguardano soprattutto i più giovani. È esteso agli oratori di 60 parrocchie cittadine e coinvolge circa 2 mila e 500 ragazzi il progetto dell’Arriap Football Team. Diverse anche le attività a favore dei giovani reclusi di Nisida.
Ufficialmente non se ne vanta anche sono diverse le iniziative sociali della Società Calcio Napoli e riguardano soprattutto i più giovani. Lo scorso aprile la società ha presentato con il Comune di Napoli il progetto “Fratellanza Italiana Calcio”: un’iniziativa “di contrasto alla devianza della sub cultura sportiva in tutte le sue forme e alla violenza dentro e fuori gli stadi”, che prevede, a partire dal prossimo anno scolastico, l’avvio di attività sociali e sportive nel centro polifunzionale di Scampia dato in comodato d’uso all’associazione “Ciro vive”, intitolata alla memoria del tifoso del Napoli ucciso da un ultrà romanista due anni. Nel centro, che è in fase di ristrutturazione, si terranno attività sportive ma anche corsi per la formazione di pasticcieri, pizzaioli e cuochi, in modo da sottrarre all’emarginazione e al rischio di devianza i ragazzi del territorio.

È esteso invece agli oratori di sessanta parrocchie cittadine e coinvolge circa 2 mila e 500 ragazzi il progetto dell’Arriap Football Team, forse la più grande Associazione Sportiva Dilettantistica d’Italia nata dopo due anni di sperimentazione del programma Tutoring ideato dall’Arcidiocesi di Napoli e realizzato grazie al contributo del Calcio Napoli, dell’Asl Napoli 1 e di sponsor tecnici. Il torneo si tiene in parallelo al campionato di calcio di serie A e vede gareggiare oltre 150 squadre delle parrocchie dell’Arcidiocesi, con la competizione finale a maggio alla presenza sia del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che del presidente della Società Calcio Napoli Aurelio De Laurentis.

“Il Torneo – spiega don Rosario Accardo, responsabile della Pastorale dello Sport della Chiesa di Napoli – è nato con l’intento di togliere dalla strada i nostri ragazzi, quelli che non possono partecipare alle scuole calcio private, facendoli giocare ed allenare gratuitamente nelle strutture parrocchiali. Inoltre ogni atleta ha avuto gratuitamente un’assicurazione e una visita medica e va qui ricordato un altro grande risultato umano e sportivo: anche quest’anno un ragazzo è stato salvato, mediante un intervento chirurgico, da un serio problema fisico”. Il campionato, diviso per quattro categorie diverse di età e articolato in mesi di allenamento e oltre seicento gare, coinvolge tutti i quartieri di Napoli e ragazzi molto diversi per provenienza sociale, che si confrontano tra coetanei grazie allo sport.

Diverse infine le attività a favore dei giovani reclusi di Nisida, che la Società Calcio Napoli realizza in collaborazione con associazioni e cooperative sociali. Come quella che nel dicembre scorso ha visto chiudere la cena natalizia di Jorginho, Strinic, Rafael e Pepe Reina con panettoni prodotti nel laboratorio di pasticceria dell’Istituto Penale dei minorenni a Nisida.

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Ostia, inaugurata la pista di atletica al Giannattasio

È stata inaugurata la pista di atletica dello stadio Giannattasio di Ostia.

L’impianto sportivo è candidato ad ospitare le Olimpiadi del 2024 ed “è la prima opera realizzata con contributo governativo” ha detto Malagò.

Oltre al presidente del Coni era presente il sottosegretario di Stato Luca Lotti e il vicesindaco di Roma con delega allo sport, Daniele Frongia.

A Roma l’altro intervento riguarda la realizzazione del palazzetto di Corviale.

“Sono due zone, Ostia e Corviale, molto complicate, dove c’è un altissimo tasso demografico e molta fame di sport. Il Coni ci ha messo la faccia scegliendo questa struttura ad Ostia e quella a Corviale, sono scelte molto importanti” ha aggiunto Malagò.

“Credo che lo sport sia la medicina migliore per risolvere i problemi. Ora bisogna bandire la nuova gara per le infrastrutture, per spogliatoi e servizi”ha aggiunto il presidente del Coni.

Presente anche il presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli.

“È un giorno importante, era una promessa che il nostro governo aveva fatto – ha sottolineato il sottosegretario di Stato Lotti – Avevamo lanciato una sfida: 100 milioni di euro per le periferie e lo sport e ora si iniziano a raccogliere i primi frutti anche se c’è ancora molto lavoro da fare”.

Il vicesindaco di Roma ha detto: “Siamo contenti di esserci oggi per l’inaugurazione della nuova pista Giannattasio. Questa giornata per noi è molto importante, è una risposta in un territorio che è stato sciolto per mafia: il valore dello sport è esattamente questo, riqualificare l’ordinario e dare risposte concrete ai cittadini”.

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Lo sport sociale alla Biennale di Venezia

Lo sport è un bene della comunità che fa bene a tutti, il simbolo per eccellenza dello stare insieme, emblema del valore della partecipazione e del coinvolgimento di tutti, senza lasciare nessuno ai margini. L’architettura, a sua volta, è uno strumento al servizio della collettività. Ecco perché lo sport sociale arriva alla Biennale d’architettura di Venezia con l’Uisp, l’Unione Italiana Sport per Tutti, che presenta il progetto To Moves – Torino Movement, Values, Expression, Sport, ovvero un presidio stabile per l’educazione alla convivenza civile, al rispetto e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco, lo sport e il movimento.

“L’Uisp è alla Biennale Architettura di Venezia perché è parte di un progetto promosso dal ministero della Cultura”, ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. “Abbiamo costruito, insieme ad uno studio di architetti, un dispositivo che possa essere installato nella periferia di Torino, al Parco Dora. Con questo strumento l’Uisp animerà le periferie con giochi di strada, sport, animazione e giocoleria. Lo facciamo perché c’è bisogno di rigenerare le periferie e costruire relazioni positive. Quel dispositivo sarà un presidio di costruzione di cittadinanza attiva, rispetto dell’ambiente e dei valori di solidarietà e fratellanza tra i popoli”, ha affermato.

Marco Navarra, l’architetto dello studio Nowa che ha pensato il dispositivo per l’Uisp, ha presentato il progetto spiegando che “lo sport cambia la vita delle persone perché riesce a cambiare lo spazio in cui vivono le persone, rompendo i confini in cui spesso siamo costretti a vivere. Stiamo lavorando ad un dispositivo mobile che può essere utile per le attività che l’Uisp svolge nelle periferie italiane, offrendo una serie di spazi e articolazioni che si prestano a diverse attività”.

Il progetto è stato presentato alla Biennale, nel Padiglione Italia, intitolato Taking care – Progettare per il bene comune, che promuove 20 progetti nati “dal basso”. Organizzato nelle tre sezioni Pensare, Incontrare e Agire, mostra cosa significhi utilizzare l’architettura per incidere sulle trasformazioni sociali ed economiche dell’ambiente costruito e sottolineare come l’architettura possa fare la differenza anche in contesti con grande limitazione.

To Moves fa parte del progetto più ampio Periferie in Azione e punta alla realizzazione di altri quattro container carrabili diversamente allestiti che da Venezia come destinazione cinque periferie urbane. C’è appunto lo Sport-box curato da Uisp che andrà a Torino (Nowa), un ambulatorio mobile gestito da Emergency (progetto di Matilde Cassani), un Green-box realizzato con Legambiente (cooperativa Arcò), un Legality-box che andrà a Cerignola su un terreno sequestrato alla mafia e gestito con l’associazione Libera (progetto di Antonio Scarponi) e, infine, un Culture-box con libri a disposizione realizzato con l’Associazione biblioteche italiane (Alterstudio).

Se l’idea vi piace, se credete che le periferie italiane siano luoghi ricchi di potenzialità e progettualità, se pensate che valga la pena sostenere processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, allora potete visitare il sito dedicato al progetto Periferie in Azione, sul quale è stata lanciata la compagna congiunta di crowdfunding civico che contribuirà alla realizzazione di tutti i dispositivi.

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Quella palestra di Scampia che salva i ragazzi dalla violenza

Per 8 anni consecutivi la migliore in Italia di karate.
“Per me è una missione. Sogno una città normale”.
C’è un posto che, in un mondo giusto, sarebbe famoso per i campioni di karate che sforna, per le medaglie che riportano in Italia quando tornano dai campionati in ogni angolo del globo,per le coppe e i trofei che riempiono gli scaffali. E invece questo posto – che poi è Scampia, periferia nord di Napoli – è tristemente noto per Gomorra, le sparatorie, lo spaccio, le sentinelle che ululano quando ci si avvicina alle «Vele».

Il luogo di cui stiamo parlando è la palestra di una scuola elementare, dove un’ottantina di ragazzi si allenano nei loro kimono bianchi e, una quarantina di ragazze studiano danza e lo fanno all’ombra di un tabellone per il basket piazzato lì per gli altri, quei bimbi che frequentano l’istituto la mattina. Devono fare tutto presto e in fretta perché il tempo a loro disposizione è tra le 17 e le 20, non un minuto in più. In questa palestra, la A.s.d. Champion Center, ci sono medaglie vere: sessanta ori, cinquantadue argenti, 48 bronzi e il premio – per otto anni consecutivi – di migliore società italiana di karate. Il tutto, a partire dal 2002, certificato dalla Fijlkam, Federazione italiana judo karate arti marziali. Medaglie significa anche volti, storie. Come quella di William,che è arrivato terzo al campionato mondiale e dopo il diploma di geometra sta studiando – grazie ad una borsa di studio – ingegneria all’università o Pasquale, oro alle paraolimpiadi, alle quali, tra l’altro, era iscritto come «partecipante più giovane». O ancora, Emanuele, ventidue anni come William, secondo ai campionati europei e una stretta di mano che ti trasmette tutto il suo orgoglio e la voglia di farcela.

A fondarla è stato Massimo Portoghese, atleta, oggi allenatore della squadra italiana giovanile di karate. «Io sono nato qui, a Scampia, ed ho sempre desiderato che la mia società potesse nascere in questo quartiere. Chiediamo da anni uno spazio più consono, che non ci costringa a concentrare tutte le attività in un tempi così brevi, ma non abbiamo mai avuto ascolto», racconta. Cintura nera quinto Dan, insegnante di body building, ha iniziato a fare karate a sei anni, quasi quaranta anni fa, e nel 1996 ha costituito la prima società.

«Il primo fu don Aniello Manganiello: concesse alla mia associazione una struttura all’Oasi del Buon Pastore e proprio lì, in una palestra sprovvista persino di un tappeto, nel pieno centro della piccola criminalità, iniziai a costruire un primo gruppo. Poi, in un secondo momento, un amico aprì una palestra in via Appia verso Scampia e ci concesse una struttura per poterci allenare; poi siamo venuti qui. Vorrei che le istituzioni ci consentissero di utilizzare uno dei tanti beni confiscati alla criminalità organizzata, perché questo avrebbe anche un valore simbolico», aggiunge. Lo sport è uno strumento che ragazzi e ragazze utilizzano per mettere il naso fuori da una realtà difficile, dura. «Ci sono ragazzi che sono arrivati qui con gravi problemi personali, famiglie distrutte,genitori violenti che entrano ed escono dal carcere, ed oggi sono brillanti atleti, studiano all’università, ce l’hanno fatta. Ho la bellezza di sei ragazzi agonisti che oggi, grazie anche al sostegno economico della Fondazione Pavesi, diventeranno dottori», ricorda.

Molti ce la fanno, ma non tutti. «Penso spesso ad Antonio che trafficava droga e che, per questo, si trova ancora in galera», ammette il maestro, che ha organizzato una struttura nella quale chi vince una medaglia poi mette a disposizione le cose che ha imparato a favore dei più piccoli, diventa maestro a sua volta. «Voglio diventare forte per combattere i cattivi», dice Salvatore, otto anni, nato a Scampia, ospite fisso della palestra. «Io invece voglio diventare un maestro di Karate, così aiuto i bambini a non stare in mezzo alla strada», racconta invece il piccolo Christian. E le bambine? Per loro c’è la danza. E ad insegnare loro piroette,volteggi, ma soprattutto regole e disciplina, c’è Caterina Gibelli, moglie di Massimo Portoghesi da venti anni. Due figli, Morena e Alessandro che a 17 anni è già campione italiano di Karate, studia al liceo scientifico e aiuta il papà ad allenare i piccoli campioni. «Voglio solo che realizzino i loro sogni», dice Massimo parlando dei suoi figli. E a volte, per inseguire i sogni, non bisogna andare molto lontano. A Scampia, all’ombra delle Vele, c’è una palestra dove nascono i campioni.

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La palestra anti-illegalità dei Maddaloni

Un “presidio di legalità” tra le vele di Scampia che “non può restare al buio” E’ così che ha definito la palestra dei Maddaloni nel quartiere di Napoli Antonio Bassolino, il candidato alle primarie e a Sindaco di Napoli alle elezioni comunali 2016. Il commento è stato riportato da La Repubblica in un articolo in cui Gianni Maddaloni, allenatore e padre di Pino, Oro Olimpico di Sidney 2000, denuncia di essere stato “abbandonato da comune e regione”: “Voglio prendere le distanze da Comune e Regione, non siamo solo la palestra delle visite istituzionali: buoni si ma fessi no. De Magistris e la Regione di Caldoro ci hanno abbandonato: il progetto Sandro Pertini, finanziato in passato da Palazzo San Giacomo, con diecimila euro ci permetteva di fare attività sportive per 50 ragazzi di Secondigliano e di pagare le utenze. A gennaio però non è ripartito”. E stasera a Le Iene Show su Italia 1 andrà in onda un’intervista a Maddaloni dell’inviato Giulio Golia. Sulla pagina Facebook della Star Judo Club Centro Gianni Maddaloni è pubblicato il post che ricorda l’appuntamento: “Questa sera vi aspettiamo su Italia Uno ore 21.00, ESCLUSIVA – “Le Iene” – si parlerà di JUDO e di ciò che di noi non si è mai detto. Giulio Golia intervista un maestro Maddaloni stanco e senza peli sulla lingua. NON MANCATE”.

VELE DI SCAMPIA, UN’OASI PULITA IN MEZZO ALLA TERRA DEI FUOCHI (LE IENE SHOW, MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2016) – Le vele di Scampia rappresentano anche un’opportunità in controtendenza rispetto al clima che si respira nella Terra dei Fuochi. E’ di questo che si parlerà, fra le altre cose, nella puntata di questa sera de Le Iene Show. La Iena Giulio Golia ci parlerà della situazione in cui versa quella la Terra dei fuochi fra Caserta e Napoli, dove per decenni la Camorra ha sepolto e sversato rifiuti tossici in modo illegale. Questa volta non sarà al centro del servizio de Le Iene la situazione disastrosa delle vele di Scampia, ma un’altra realtà, quella promettente che offre la palestra di Gianni Maddaloni, allenatore e padre di Pino, Oro Olimpico di Sidney 2000. Sono tante le iniziative della struttura che si propone di mettere al centro lo sport per ridonare ai ragazzi del luogo energia e bellezza. Si ricorda in particolare un gemellaggio avvenuto nel 2015 e riportato dalla Gazzetta, fra il quartiere Corviale di Roma e Scampia di Napoli che hanno permesso ai ragazzi di partecipare ad una partita di calcio “onorevole”. La partita in quel caso si è svolta al Serpentone del Corviale, un complesso comprensivo di due palazzi lunghi 1km ed alti nove piani. Gianni Maddaloni ha racchiuso nel suo libro “L’oro di Scampia” il suo impegno sia nella società sportiva sia nel ridonare speranza a molti ragazzi, grazie, per esempio, a corsi di judo anti-bulli. Questo è quanto riporta invece La Repubblica, parlandoci di quel “codice comportamentale del clan Maddaloni” che implica coraggio, altruismo, fedeltà, umiltà e rispetto per gli altri. Nel 2012 i ragazzi di Scampia dello Star Judo Club hanno conquistato il podio per quanto riguarda il campionato nazionale di judo, una vera conquista per Maddaloni, l’uomo che tutti chiamano “o maestro”. I comandamenti a cui devono sottostare i ragazzi parlano il linguaggio di strada, quello dei clan a cui sono abituati i giovani di Scampia. In questo modo Maddaloni comunica con loro stravolgendo in positivo tutto ciò che possono aver appreso in anni di disagio. “Abbiamo insegnato ai bimbi le regole attraverso lo sport”, ha spiegato Maddaloni a La Repubblica”, “con delle scenette ginniche abbiamo ridicolizzato e ridimensionato la figura del boss e del bullo”. Quella della palestra Maddaloni si tratta a tutti gli effetti di una prevenzione del disagio psicofisico e sociale che colpiscono i più giovani e che grazie al progetto “Vincere da grandi”, come riporta Il Giornale, aderiscono al principio del diritto allo sport per chiunque, anche per quelle famiglie che versano in gravi difficoltà.

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