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Comunicare la periferia

“Il presidente Fico va in bus: la normalità si fa social.”

(Corriere della sera del 27/3/18)

“La Banca d’Italia monitora i social media e in particolare Twitter per calcolare le aspettative d’inflazione o per valutare la fiducia dei depositanti” perché come dice Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca, circa l’8o% dei cittadini europei (e italiani) hanno uno smartphone con il quale raccolgono informazioni da Internet e fanno attività che stanno modificando e influenzando i comportamenti. Il 40% delle persone nel nostro Paese hanno accesso al conto bancario, e molti ormai acquistano, attraverso lo smartphone. Utilizzando i dati che noi depositiamo sulle varie piattaforme e tramite l’intelligenza artificiale, le big tech sono in grado di analizzare e indicare comportamenti e aspettative dei   consumatori che potrebbero essere utilissimi per giudicare, ad esempio, il «merito di credito» di persone e aziende.”

(Sole 24 ore del 27/3/18)

Queste due news descrivono il contesto di cui occorre tener conto per affrontare il tema di come

“comunicare la periferia non solo quando è luogo di violenza e degrado ma scavando, andando oltre il problema, approfondendolo e facendo emergere anche le buone prassi di una comunità e di un territorio. Il contrario di quello che accade oggi come rileva una ricerca della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma da cui è emerso quanto l’uso degli stereotipi sia ampio nella periferia raccontata. Nei 30 servizi categorizzati come “servizi sulle periferie” andati in onda da novembre 2017 al 1 marzo 2018 nei tg sono state rilevate 1063 parole significative, in cima alla classifica c’è “quartiere” (43 volte), seguito da “bambino” (34), “paura” (30), “periferia” (25), “Napoli” (20), “droga” (20), “spacciare” (20), “ragazzini” (19) e “immigrati” (18), “sicurezza” (16), “piazza” (15), “spacciatore” (15), “rapina” (15), “degrado” (14), “scuola” (13) e “baby gang” (13).”

(G. Marota “Periferie e informazione” in Reti solidali del 26/3/18)

Ma oltre che mettere in rilievo le buone pratiche occorre creare un sentimento d’identità nelle comunità.

Questo è soprattutto il motivo della campagna “Il presidente Fico va in bus”: riaffermare lo spirito identitario anticasta degli elettori 5 stelle che hanno dovuto ingoiare il rospo dell’elezione al senato della forzaitaliota Casellati.

Gli amici di Scampia hanno ben chiaro quest’obiettivo di rafforzare l’identità della comunità, per esempio, con l’esaltazione della passione per la squadra del Napoli.

Anche gli amici del quartiere Libertà di Bari hanno presente questo scopo attraverso una puntuale campagna contro il degrado e il malaffare nel loro territorio per risvegliare un senso di orgoglio e di riscatto.(…)

La strategia comunicativa è insomma quella del sentimento di appartenenza.

Occorre studiare le pulsioni che muovono la propria comunità.

Serve ricercare le linee emotive che innervano le espressioni social degli abitanti.

Analizzare in maniera trasparente e pubblica tali linee espressive esalta l’azione etica di chi vuole rilanciare le periferie.

L’esatto contrario di chi ne fa trampolino di carriere politiche.




Bimba di 3 anni all’asilo con la droga

La piccola ha consegnato la bustina con la marijuana alla maestra. Forse l’ha scambiata per una merenda. In casa dell’uomo, un immigrato nigeriano di 31 anni che vive con un’italiana, trovati altri due grammi di erba.

Ha probabilmente scambiato la bustina di marijuana per la sua merenda. O per un gioco come un altro. Certo è che la bimba di appena tre anni non poteva immaginare che in quel piccolo involucro trovato in casa c’erano alcuni grammi di droga che ingenuamente ha portato all’asilo. Una volta in classe ha consegnato la bustina alla maestra. Fortunatamente non è finita nelle mani di altri bambini.

Degrado

Accade al quartiere Libertà di Bari, dove degrado e criminalità assillano i residenti impotenti davanti ad una situazione che non accenna a migliorare. Nonostante le iniziative delle istituzioni e il rafforzamento dei controlli delle forze di polizia. Gli episodi di microcriminalità sono quotidiani (la parrocchia San Carlo Borromeo qualche giorno fa è stata oggetto di un atto vandalico e di un furto), ma ciò che è successo l’altra mattina nell’asilo è assai più grave. La maestra intuendo il contenuto di quella bustina ha telefonato alla polizia e una pattuglia della squadra Volanti ha raggiunto l’asilo poco dopo. La droga è stata sequestrata, poi i poliziotti sono andati presso l’abitazione dei genitori della bambina, nigeriano lui e italiana lei. In casa c’era solo il padre 31enne e durante la perquisizione gli agenti hanno trovato altri due grammi di marijuana. L’uomo è stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti.

Il tribunale dei minorenni

La vicenda è stata segnalata al Tribunale per i Minorenni: la magistratura minorile in attesa dei risultati investigativi della polizia coordinati dalla procura, ha affidato la minore alla famiglia. Le indagini dovranno verificare le modalità con le quali la piccola è entrata in possesso dello stupefacente. In altre parole agli investigatori spetta il compito di capire se il padre custodiva la droga in un luogo alla portata della figlia o se la bambina l’abbia trovata nonostante fosse in un nascondiglio sicuro. Nei prossimi giorni, con ogni probabilità, sarà disposto l’ascolto protetto della minore per tentare di ricostruire quanto accaduto. Le indagini appureranno infine se lo stupefacente in possesso del 31enne fosse per uso personale o finalizzato allo spaccio. Considerato che gli introiti della criminalità del Libertà arrivano soprattutto dalla vendita di droghe che talvolta avviene anche in pieno giorno. I migranti che numerosi vivono nel quartiere grazie al «florido» mercato degli affitti in nero, vengono tante volte assoldati da esponenti di pericolosi clan del territorio proprio per lo spaccio al minuto.

Cerignola

Alcuni giorni fa un altro episodio di droga a Cerignola ha coinvolto un bambino di 14 mesi che ha rischiato di morire dopo aver ingerito un pezzetto di hascisc scambiato per cioccolato. L’hanno salvato i medici di Foggia.

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