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“Siamo pentiti di aver fatto eleggere Ignazio Marino”. Il mondo della cultura romano in rivolta dopo il Palladium-gate di Romaeuropa

"una scatola vuota"

Antefatto di cui vi abbiamo già parlato: la Fondazione Romaeuropa – che organizza a Roma uno dei più prestigiosi festival di teatro contemporaneo a livello nazionale – è stata impossibilitata per i tagli a continuare ad utilizzare il Teatro Palladium, di proprietà dell’Università Roma Tre, dove allestiva una stagione teatrale aggiuntiva al festival. Sono arrivate Regione e Comune che, belli belli, hanno messo sul piatto un “progetto di rilancio” che è sembrato a molti solo un blitz per sfilare la struttura alla Fondazione. Con tanto di hashtag dedicato (#Laversionediromaeuropa), pompato giorni prima sui social network, la Fondazione ha deciso di dire la propria sulla faccenda nella sua sede romana.
Una folla notevole, inaspettata forse. Una folla carica di energia e di voglia, ha detto qualcuno, una folla triste e sempre più sfiduciata, ha sottolineato non senza ragione qualcun altro. Al di là dei problemi attorno al Palladium, il tema è politico e generale. Ed è emerso da molti degli interventi della conferenza aperta che la Fondazione Romaeuropa ha organizzato nella sua sede romana: “cosa vuole fare il Comune di Roma sulla cultura? Quali sono i progetti sugli spazi, sulle strutture, sui contenitori culturali e sui loro contenuti?”. Questo il mood. Purtroppo a domande legittime, non esistono risposte concrete. Da mesi. E un mondo come quello della cultura, specie se di alto livello, che si confronta sul palcoscenico internazionale, se rimane senza risposte e nell’incertezza, perde autorevolezza. E se perde autorevolezza nei confronti di partner e competitor mondiali, muore. “Il Comune di Roma si sta rendendo conto che questo atteggiamento uccide talenti, strutture, sacrifici e anni di costruzione di una narrazione e di un prestigio?”. Non si sa.
Restano i fatti che sono abbastanza inconfutabili, anche se ci piacerebbe essere smentiti fin da domani. Il Macro fermo, qualche teatro ripartito dopo mesi di agonia. AltaRoma – se parliamo di moda – annichilita dall’immobilismo dell’amministrazione. Le Biblioteche in ambasce. La Soprintendenza ferma ai box in attesa di Soprintendente.
E allora giù, è inevitabile, con le richieste di dimissioni per l’assessore comunale alla cultura Flavia Barca. Giù anche con chiavi di lettura pesanti secondo le quali non ci sarebbe “un disegno o chissà quale macchinazione dietro a tutto ciò, solo incapacità. Questa storia è la fotocopia di quel che è successo a noi” per dirla con l’ex direttore del Macro Bartolomeo Pietromarchi, applauditissimo. Fino ad arrivare a Monica Scanu, candidata croppiana (a proposito, l’ex assessore era in prima fila) che da candidata consigliera comunale ha raccolto voti a favore di Ignazio Marino durante le elezioni amministrative nell’ambito di un accordo Croppi-Marino ad oggi completamente disatteso: “mi sento pentita di aver sostenuto il Sindaco”, ha dichiarato la Scanu, “non mi rivedo in quello che sta succedendo. Sono davvero afflitta”. L’allegro chirurgo, insomma, si starebbe giocando il consenso di chi lo ha sostenuto strenuamente contro Alemanno, se ne rende conto?

Fabrizio Grifasi, capo di Romaeuropa assieme a Monique Veaute, ha sottolineato come al Teatro Palladium non ci sia nulla da rilanciare perché si rilanciano, semmai, le cose in crisi. Qui i dati erano tutti in salita, fuorché quello del sostegno pubblico. Non è un problema di contenuti né di lamentele (forse eccessive in questa circostanza, anche con derive completamente fuori asse della serie “spostiamo gli spettacoli all’ex Mattatoio” gentilmente offerto da Roberto Grossi, neorettore dell’Accademia, oppure grida belluine tipo: “occupiamo il Palladium”), è un problema di comunicazione (il mondo della cultura non riesce ad avere una interlocuzione serena con il suo assessore, e questo deve cambiare) ed un problema di risorse. Che non ci sono più, non ci saranno più, saranno sempre meno in mancanza di rivoluzioni gestionali che sarebbero alla portata – sia a livello nazionale che locale – ma che invece non vengono neppure contemplate. “Budget zero per il 2014 al Palladium? Non è vero”, tuona l’assessoreFlavia Barca, spiegando che “i capitoli a budget zero, in questa fase durante la quale il bilancio non è stato ancora neppure discusso, sono tantissimi, ma ciò non significa che poi non si riusciranno a trovare risorse”. Okkay, assessore, ma vi siete impossessati di un teatro due minuti dopo di chi ha dovuto rinunciare a gestirlo, stremato dalle insicurezze finanziarie. “Non è andata così. Romaeuropa ha dichiarato l’impossibilità di organizzare la stagione prossima, i padroni di casa dell’Università Roma Tre – il teatro è il loro – hanno manifestato la volontà di non chiudere la struttura, la Regione si è fatta avanti con un progetto orientato sulla formazione e io ho partecipato a questa presentazione, dicendo che, per qualsiasi iniziativa volta a salvare lo spazio, il Comune c’era come interlocutore”. E Romaeuropa? “Ma nessuno ha detto che Romaeuropa non possa far parte del prossimo progetto sul Palladium. Tra l’altro io ho sempre difeso e considerato valido il loro progetto, lo scorso anno complessivamente gli abbiamo dato 750mila euro a fronte dei 950mila euro dell’anno precedente, un taglio molto inferiore rispetto ad altre realtà”. Decisione troppo precipitosa di Grifasi e dei suoi, dunque, o melina insostenibile da parte del Comune? In entrambi i casi occorre rendersi conto che l’offerta cultura della città ci sta rimettendo. Dai musei, alle biblioteche, alla moda, ai festival. Necessario per l’assessore Flavia Barca cambiare passo e aggredire il problema con un atteggiamento differente rispetto a quello adottato fino ad oggi.

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ROMA SU UNA BARCA CHE AFFONDA – 7 DOMANDE DI ALESSANDRA MAMMI’ ALL’ASSESSORE ALLA CULTURA

"una scatola vuota"

“una scatola vuota”

(PER MANCANZA DI PROVE) FLAVIA BARCA SUL DISASTRO DEL TEATRO PALLADIUM, ENNESIMA MERITORIA ISTITUZIONE CULTURALE SVENTRATA DALLA GIUNTA MARINO

Domani l’annuncio che il Teatro Palladium sarà tolto alla gestione di RomaEuropa, l’associazione internazionale che nel mese di gennaio, grazie a Peter Stein ed Emma Dante, ha contatto 28 “tutti esauriti” – 10 anni di successi, pubblico fedele, conti in ordine. Ora diventerà una scatola vuota “per la formazione”. Ma di chi? Perché?…

Che dirà Flavia Barca assessore alla cultura, domani alle 12 a Roma in via dei Magazzini Generali 20, quando gran parte della cultura romana si riunirà per l’infausto annuncio che il teatro Palladium verrà tolto alla gestione di Roma Europa?

Ci sarà? Verrà a spiegare il perché di fronte a artisti, addetti ai lavori, giornalisti più quel che resta del Macro dopo analogo trattamento?

Elencherà i motivi che l’hanno convinta dopo 10 anni di programmazione, un bilancio in equilibrio, uno scenario internazionale, un pubblico fedele, a dimezzare il budget di uno degli appuntamenti più seguiti della capitale e a togliere il Teatro alla gestione del festival?

Dirà che cosa intende per “Rilanciare il teatro Palladium puntando, come elemento strategico, anche alla formazione”, visto che in gennaio il medesimo teatro puntando invece sulla buona programmazione con Peter Stein ed Emma Dante ha contato 28 tutti esauriti?

E poi lo sa Flavia Barca cosa le rimarrà in mano mercoledì 12 febbraio quando a soli tre giorni dall’ultima replica di Emma Dante, Roma Europa armi e bagagli sarà sfrattata senza colpa come gli anarchici di Lugano?

E’ consapevole che quel teatro che ha visto arrivare in Italia i più importanti artisti, registi,coreografi, ballerini che si chiamino Kentridge o Jan Fabre, Peter Stein o Bob Wilson è stato costruito pezzo a pezzo dal festival?

Sa che appartengono a Roma Europa le luci, le griglie dell’illuminotecnica, le apparecchiature del suono, tutta le scenotecnica insomma e persino un pezzo di palcoscenico che era inesistente e che è stato da loro allungato e allargato?

E Roma Europa porterà giustamente via anche quello, lasciando però le seggioline colorate che a rigor di logica son moralmente sue, visto che le ha disegnate in omaggio al festival il molto famoso scenografo Richard Peduzzi, il quale non avrebbe sollevato una matita per il Rettore di Roma 3, che ora rivendica la proprietà dello stabile.

Una scatola vuota, signora Barca, dove può giusto puntare sulla formazione. E spero ci spieghi presto quale. Come se la migliore formazione per un paese, per una città e per i suoi abitanti non fosse invece quello che ha fatto Roma Europa finora, trasformando il Palladium in un crocevia dell’eccellenza artistica internazionale.

Alessandra Mammì

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