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I rischi del gioco d’azzardo

“L’incontro quotidiano con persone che soffrono di dipendenza patologica da gioco d’azzardo, i percorsi di riabilitazione che abbiamo accompagnato e la soddisfazione di aver assistito alla rinascita di molti sono la prima motivazione del nostro lavoro; a partire da queste esperienze abbiamo deciso di costruire la proposta progettuale di Rischi da giocare, perché esperienze così dolorose non si ripetano più o perché si sappia intervenire prima per non dovere farlo dopo”. Così Don Armando Zappolini nella Presentazione dello Year Book 2016 del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) dedicato al gioco d’azzardo che è in distribuzione a partire dalla giornata di oggi.

La pubblicazione nasce dal progetto “Rischi da giocare”, finanziato al CNCA nel 2015 dal Ministero del lavoro e politiche sociali con i fondi della legge 383/2000, la cui finalità è il contrasto del gioco d’azzardo con l’obiettivo di diminuire il numero di persone esposte al rischio di sviluppare comportamenti problematici e patologici attraverso un mix di strategie (comunicative e di sensibilizzazione, d’intervento psicosociale e di sviluppo di comunità) articolate su base territoriale nelle Federazioni regionali del CNCA.

Il lavoro rappresenta una prima presa di posizione del CNCA per aprire il confronto e la riflessione su un fenomeno complesso al quale non è semplice avvicinarsi per le diverse articolazioni degli approcci che vanno dalla totale cancellazione di tutti gli strumenti, le opportunità e le possibilità di gioco d’azzardo (No slot e divieto di qualsiasi gioco) alla possibilità di educazione al “gioco responsabile” ed alla regolazione dei tempi, dei luoghi e delle modalità di accesso ai giochi, nonché della presa in carico di chi perde questa capacità. A ciò si aggiunge la drammaticità dei problemi connessi all’azzardo che la Federazione si trova ad affrontare sui territori e che produce differenti gradi di dipendenza e/o difficoltà di gestione delle crisi familiari, rischi connessi di indebitamento, usura, fino al coinvolgimento della criminalità.

Lo Year Book 2016 (il 4° dopo la nuova serie inaugurata nel 2012 con il trentennale dell’Associazione, quello sulle Reti di famiglie accoglienti del 2014 e quello sull’Agricoltura sociale del 2015) contiene una serie di materiali elaborati da esperti con la partecipazione del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) frutto di un’indagine nazionale sul gioco d’azzardo.

Il volume presenta dei contributi ad ampio raggio che articolano un ragionamento complessivo sul fenomeno in questione fornendo dati, informazioni, e strumenti in grado di supportare interventi di prevenzione e implementazione di progetti in questo settore.

La pubblicazione, proprio per restituire la complessità del fenomeno, declina vari aspetti connessi al gioco d’azzardo e lo fa con un’attenzione speciale alle trasformazioni culturali che hanno interessato il gioco d’azzardo negli ultimi anni, offrendo un utile spaccato dei vari giochi disponibili sul mercato e mettendo in evidenza le differenze, le cifre e i rischi specifici. Una parte consistente è dedicata alla statistica, con dati nazionali che presentano un quadro generale del fenomeno, della sua diffusione, in particolare tra i giovani, delle differenze a livello regionale, della relazione tra dati epidemiologici e presenza di interventi da parte di associati al CNCA. Uguale attenzione è rivolta alla letteratura scientifica sul gioco d’azzardo, con l’analisi di studi e ricerche su caratteristiche dei giocatori, fattori di rischio associati allo sviluppo di comportamenti problematici e conseguenze che ne derivano. La legislazione europea, nazionale e regionale italiana e la maniera in cui il fenomeno è normato in diversi Stati della Unione europea è un altro importante contributo presente nello Year Book.

Oltre ai dati di scenario e di contesto generale la pubblicazione getta uno sguardo approfondito sui contesti locali, mediante un’indagine sulle organizzazioni associate al CNCA impegnate nella gestione di servizi e interventi di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico, descrivendo caratteristiche organizzative e di funzionamento di 97 unità di offerta realizzate da 40 organizzazioni e presentando in modo esemplificativo 8 diverse esperienze di prevenzione realizzate dagli associati al CNCA e distribuite su tutto il territorio nazionale.

Nella parte conclusiva del volume trovano spazio un contributo sull’utilizzo dei media per realizzare interventi informativi e formativi e sul ruolo della valutazione nei progetti di prevenzione, con indicazioni sulle evidenze di efficacia nelle diverse strategie di prevenzione.

Completa il libro una consistente sezione di allegati, con tabelle riepilogative e quadri sinottici relativi ai vari capitoli, una rassegna dei principali network e Ong attivi in Europa per il contrasto del gioco d’azzardo patologico, un vademecum per operatori di banca e famiglie di giocatori d’azzardo patologici per contenere i rischi d’indebitamento, l’elenco con i recapiti di tutti gruppi associati al CNCA con evidenziati quelli che si occupano di prevenzione e cura di giocatori problematici e patologici.

Alcuni dati significativi contenuti nell’Year Book Rischi da Giocare

Lo studio campionario IPSAD®2013-2014 su stili di vita e comportamenti a rischio rileva che in Italia quasi 17 milioni di 15-64enni (equivalente ad una prevalenza del 42,9%) ha giocato d’azzardo almeno una volta e di questi oltre 5,5 milioni sono giovani adulti di 15-34 anni (pari al 42,7%).
Il test CPGI – Canadian Problem Gambling Index (Ferris & Wynne, 2001a; b), adattato e validato in Italia (Colasante et al., 2013), evidenzia che poco meno del 15% dei giocatori 15-64enni ha un comportamento di gioco definibile “a basso rischio”, il 4% è “a rischio moderato” e l’1,6% “problematico”, mostrando una percentuale superiore tra i giocatori di genere maschile (6% contro 4% delle donne).
Lo studio campionario ESPAD®Italia che si inserisce nel progetto europeo ESPAD – European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs e realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) fin dal 1999 su un campione rappresentativo di studenti delle scuole secondarie di secondo grado, pubbliche e parificate, presenti sul territorio nazionale, coinvolgendo gli studenti dai 15 ai 19 anni realizzato nel 2015, ha evidenziato che poco meno della metà degli studenti di 15-19 anni (48,5%, pari a circa 1,2 milioni studenti) ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e che il 41,7% (poco più di 1 milione) l’ha fatto nell’anno antecedente la rilevazione.
I Monopoli di Stato dicono che alle Slot sono stati persi 6.230 milioni di euro e alle VLT 2.779 milioni di euro; dividendo queste somme per il numero di apparecchi in Italia (380.000 slot e 50.000 VLT), vediamo che i soldi persi dai giocatori in una singola slot sono stati 16.394 euro, mentre i soldi persi in ogni Videolottery sono pari a 55.580 euro.
Nel solo 2014 in Italia sono stati venduti 1.902.937.618 tagliandi di Gratta e Vinci, pari a 60,3 biglietti per ogni secondo di ogni giorno e di ogni notte dell’anno, corrispondenti ad un totale di 5,2 milioni di Gratta e Vinci venduti in Italia ogni giorno.

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Azzardo: Feroci (Caritas), “Nelle periferie è in atto una devastazione sociale”

“La Chiesa di Roma e la Caritas hanno a cuore questo problema che non possiamo mettere da parte visto che il giro d’affari è addirittura aumentato, rispetto all’anno scorso, di 4 miliardi di euro”. Lo ha detto monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, durante la conferenza stampa di presentazione del “Manifesto di democrazia economica” promosso dal movimento Slot Mob contro il gioco d’azzardo. “Come Chiesa e come Caritas – ha aggiunto il responsabile della Caritas romana – stiamo andando nelle scuole e nelle periferie dove il problema è più evidente ed è in atto una devastazione sociale perché ci vive la povera gente, la principale vittima di questo tipo di sciacallaggio. Non lo dico perché l’ho letto nei libri ma perché abbiamo incontrato persone ridotte sul lastrico per colpa del gioco. Solo per fare un esempio, un impiegato statale si è ridotto a vivere in strada dopo aver sommato oltre 800mila euro di debiti. Un altro è stato lasciato dalla moglie per lo stesso motivo. Di questi esempi ne contiamo tantissimi, Roma, infatti, è il centro del cristianesimo ma anche la capitale europea dell’azzardo con più di 25 mila slot machine attive. Per questo, come Caritas, ci saremo il 7 maggio al fianco del movimento Slot Mob a piazza Re di Roma dove si trova la sala bingo più grande d’Europa”. “Papa Francesco – ha concluso monsignor Feroci – ci esorta a non truccare la vita e quando ci sono difficoltà ci invita a parlarne e prendere decisioni. L’azzardo invece suggerisce una scorciatoia senza assumere nessun impegno, affidandosi alla fortuna ma è un’assurdità perché la fortuna non risolve i problemi”.

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Se lo Stato scommette sulla pubblicità

win4lifeVincite facili, possibilità di cambiare il proprio destino e di provare il “brivido” di un’emozione ogni 5 minuti. Sono queste le informazioni veicolate dalle varie pubblicità di gratta e vinci, scommesse sportive, poker online e lotto in tutti i suoi formati.

Lo Stato non solo autorizza il gioco d’azzardo ma lo promuove attraverso martellanti campagne pubblicitarie create ad hoc, specialmente televisive e in rete. I circa 500 milioni di euro l’anno investiti in pubblicità, favoriscono l’aumento esponenziale del volume generale delle giocate.

L’azzardo legalizzato rappresenta un fattore importante per le casse dello Stato, circa 8 miliardi di euro l’anno: solo profitti e business a scapito, però, di costi sociali enormi. Un’attività talmente pericolosa che impone di domandarsi quanto sia legittimo un messaggio promozionale di esaltazione del rischio e di spinta alla scommessa. Per tutelare la salute dei cittadini e anche per evitare al servizio sanitario nazionale rilevanti costi diretti e indiretti, sarebbe auspicabile applicare all’azzardo i limiti imposti al tabaccoil cui uso è libero ma la promozione pubblicitaria è vietata dalla legge.

https://www.youtube.com/watch?v=H_6ZazgjIQ4

Dietro ai 30 secondi di uno spot che vediamo in tv o ascoltiamo alla radio, come dietro ai messaggi lampeggianti che invadono i siti web, si celano dinamiche comunicative ben strutturate e pensate da esperti operatori per rapire l’attenzione degli utenti. Sono tre le caratteristiche peculiari della comunicazione pubblicitaria: di forma, di contenuto e didiffusione. Colori attraenti, suoni orecchiabili, poche parole chiave da ricordare: questa è la forma di una pubblicità che faccia centro, come quella di Tombola.it. In un clima di carnevale di Rio de Janeiro, volteggianti bussolotti del bingo “colorano” le grigie vite delle persone che ne vengono colpite.

Una forma di comunicazione con queste caratteristiche è compatibile con la salute fisica e mentale dei cittadini? La risposta non può che essere negativa. “E pensare – ha dichiarato il sociologo Maurizio Fiasco – che si potrebbe imporre lo stop alla “pubblicità di Stato” con un semplice decreto ministeriale”. Eppure la pubblicità non si tocca: in ballo ci sono enormi interessi della lobby dell’azzardo, dei media e dello Stato stesso.

L’unica misura imposta altro non è che un espediente ipocrita: l’obbligo di inserimento negli annunci pubblicitari di avvertimenti, scritti in caratteri minuscoli e pronunciati in fretta, a giocare solo se maggiorenni e responsabilmente. Come se queste fredde avvertenze marginali bastassero da sole a rendere “razionale” la promozione del caso, del rischio, del piacere di vincere facile.

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oltremedianews.it




Quando il gioco non è più un gioco

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Le lobby non riusciranno a cucirci la bocca

Le dimensioni e la gravità dell’azzardo in Italia non possono più lasciarci indifferenti, e le prime vittime di questa peste antica e nuova sono i pensionati ed i giovani http://www.associazioniinrete.it/lobby-non-riusciranno-cucirci-bocca/

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