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Raoul Bova e Tor Sapienza

scusate

Tor Sapienza ci riguarda scrive giustamente in Carteinregola la nostra amica Anna Maria Bianchi (blogger romana). E riguarda in modo particolare noi di CorvialeDomani che dal 2008 abbiamo capito che dalla crisi si esce rilanciando le periferie perché, come dice Renzo Piano, è lì che c’è lo spazio, le energie, il bisogno su cui si può costruire un nuovo modello di sviluppo dopo la crisi irreversibile del modello industriale fossile.

Alfonso Pascale (politico, scrittore) nel suo articolo indica la strada di un nuovo welfare produttivo che realizzi obiettivi concreti nei quartieri periferici.

Noi di Corviale Domani abbiamo da tempo identificato questi obiettivi concreti e, dopo anni di lotte e proposte, abbiamo ottenuto che venissero inseriti nelle Linee guida dell’ATER per rigenerare Corviale.

Noi continuiamo, caparbi, a proporre temi, miglioramenti, osservazioni, progetti perché l’occasione dei lavori al palazzo ATER, finalmente assunti come priorità dalla regione, siano l’occasione per il rilancio produttivo dell’intero quadrante.

Ma di una cosa siamo assolutamente certi, e Tor Sapienza ci rafforza in questa consolidata convinzione: senza legalità e sicurezza non si fa la rigenerazione del palazzo. Ce l’hanno fatto capire i bambini con la loro accorata lettera a Cantone e don Ciotti. Ne siamo talmente convinti che su queste parole d’ordine apriremo i lavori di un seminario di riflessione e confronto che faremo al CESV (Centro servizi per il volontariato) il prossimo 4 dicembre (salva la data).

La partita ora è portare al centro del dibattito politico cittadino il tema delle periferie come occasione per sanare l’abbandono di anni rilanciando un’economia di nuovi servizi fondata sull’ambiente, il risparmio e l’autoproduzione energetica, il riciclo dei rifiuti, l’autoproduzione di cibo a chilometro zero.

Per fare tutto questo dobbiamo far conoscere le nostre lotte, i nostri progetti, le nostre idee. E’ una lotta impari contro un sistema dell’informazione concentrato solo sulle dispute di nomi tra chi saranno i prossimi assessori. Noi a questo proposito diciamo solo che al Campidoglio occorre un cambio di passo: meno vetrine e spot e più attenzione al cuore della città e dei suoi problemi. Cuore che ormai da tempo si è spostato fuori dal centro in quelle periferie dove vive e soffre la maggior parte dei romani.

E non è un caso se Scusate se esisto, ottima parabola della difficoltà di emergere per gli outsider, sia non solo ambientato ma interamente scritto sulla storia delle speranze di rigenerazione di Corviale.

Concludiamo, come nel film: “speriamo”.

https://www.youtube.com/watch?v=fDWSpqQiH4I

 

 




Linee guida per le competenze digitali

lineeOn line le linee guida Agid-Formez PA per sviluppare le competenze digitali in Italia e definire gli obiettivi minimi per favorire una cultura digitale tra i cittadini, tra i dipendenti della pubblica amministrazione e per gli addetti ai lavori. Per il settore pubblico sono 4 le linee di attività riportate nelle linee guida: sviluppo delle competenze digitali per tutti, sviluppo dell’e-leadership per chi ha la responsabilità di orientare le scelte di una pa, lo sviluppo di competenze verticali dei dipendenti per le figure impegnate in funzioni di alto contenuto tecnologico infine attivare una rete di condivisione della conoscenza tra tutti.

Il volume è stato presentato al ForumPA 2014.

“Digital skills are fundamental to an effective use of ICT”, lo dice l’ultimo rapporto della Commissione Ue sull’attuazione dell’agenda digitale in Europa, pubblicato lo scorso 28 maggio.
E il nostro Paese ha ancora molta strada da fare: se in Europa il 39% dei lavoratori ha scarse competenze digitali e il 14 % non ne ha affatto, in Italia ben il 50%  ha scarse  competenze digitali, cioè un lavoratore su due, contro il 27% che ne è completamente privo.

Se passiamo al settore pubblico prima di parlare di digital skills occorre dare uno sguardo all’età.Nel settore pubblico il 40% dei dipendenti ha tra i 50 e i 59 anni, il 35% ha tra i 40-49 anni (fonte Corte dei Conti, Relazione 2011 sul Costo del lavoro pubblico); solo il 18,5% ha meno di 40 anni.
Altro dato: la maggior parte di essi, ben il 29%, si concentra nel comparto della scuola il luogo ideale dove gli studenti dovrebbero accrescere le loro competenze, anche digitali.

Nell’UE  il 41% dei cittadini ha interagito con le pubbliche amministrazioni via internet. Tra gli italiani, il 21% ha avuto tale interazione negli ultimi 12 mesi.

La scarsa cultura digitale tra coloro che lavorano è uno specchio di quanto avviene in tutta la popolazione: in Italia il 34% dei cittadini non ha mai usato internet contro il 21% in Europa.

programma_nazionale_cultura_formazione_competenze_digitali_-_linee_guida

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