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Mostra “Banlieue”

La mostra intende offrire uno spunto di riflessione e uno spaccato simbolico di relazioni artistico e culturali delle periferie e raccoglie opere di artisti italiani e francesi contemporanei.

L’Associazione ArtGallery di Milano, in collaborazione con l’Institut français Milano, è lieta di presentare la mostra collettiva “Banlieue”, a cura di Federica Morandi, che inaugurerà mercoledì 4 febbraio alle ore 18.30 al Palazzo delle Stelline di Milano, Corso Magenta 63. In mostra le opere di Ador&Sèmor, Michele Guidarini, Massimiliano Petrone, Sanja Milenkovic, Jacopo Prina, Giulio Vesprini, Silvano Belloni.

La mostra intende offrire uno spunto di riflessione e uno spaccato simbolico di relazioni artistico e culturali delle periferie: banlieue come luogo d’insicurezza e precarietà sociale, ma anche inno alla ricchezza insita nelle differenze e al valore della convivialità. L’evento raccoglie opere di artisti italiani e francesi contemporanei, rappresentanti delle varie discipline espressive e tecniche artistiche: a coagulare i linguaggi delle opere in esposizione è il tema delle periferie, un confronto reale e diretto con la realtà. Una raccolta di lavori che testimoniano i principali approcci al concetto di periferia e le relative traduzioni formali verso la storia, la cronaca, la contemporaneità. Banlieue delinea una mappa di simboli e linguaggi che punteggiano il nostro oggi: l’arte esiste per gli artisti come risposta immediata alla realtà, alla vita, alla quotidianità, al fine di rappresentare scorci di esistenza con il ritmo frenetico del nostro tempo.

Periodo espositivo: 5 febbraio – 6 marzo 2015

Dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19

www.associazioneartgallery.org

 

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William Kentridge sui muraglioni del Tevere

graffitoSono personalmente convinto che l’intervento di William Kentridge sui muraglioni del Tevere sia un’intuizione geniale, un’opera monumentale ed effimera allo stesso tempo che gioca sull’immaginario più nobile e identificante della città eterna, plasmando uno scenario urbano affascinante quanto dimenticato, con la materia che il luogo e il tempo hanno prodotto. Ma il mio giudizio sulla qualità dell’opera conta poco: sta il fatto che un grande artista si accinge a fare un omaggio alla città e una parte di questa ne sembra sdegnata. Una parte piccola – sul successo anche popolare sono pronto a scommettere – ma una parte che conta, che decide. Come in altre occasioni è già successo (ricordo il divieto opposto all’istallazione di Peter Greenaway a piazza del Popolo nel ’94) è proprio quella burocrazia che avrebbe il compito di promuovere l’arte a opporre argomenti che con l’arte non hanno nulla a che vedere. Nelle motivazioni di chi sta ostacolando l’iniziativa c’è una confusione evidente tra l’opera d’arte e il decoro urbano. Ho letto perfino che prima di pensare a richiamare l’attenzione sulle rive del Tevere si dovrebbero rimuovere detriti ed immondizia, obiezione mossa da chi non dovrebbe chiedere una simile azione ma più semplicemente compierla. E se l’intervento di un’artista serve anche a questo, a richiamare l’attenzione sui rimossi della nostra città, acquista, anzi, un valore ulteriore.
Non mi scandalizza il fatto che ci si possa dividere sul giudizio, anche dividere è compito dell’arte, ma mi fa rabbia questa costante abitudine a voler impedire che l’arte si esprima. Io stesso da assessore mi sono più volte scontrato con questa mentalità, per cui un’opera contemporanea vede riconosciuto il suo status all’interno di un museo ma viene negata (dalla stessa amministrazione) fuori dalle mura dell’istituzione, come una cosa oscena.
Mi fa rabbia ma purtroppo non mi stupisce più. È per questo che mi auguro, e io sarò tra i primi, che ci si muova in molti per sostenere l’iniziativa e che si usi l’occasione per stabilire un criterio, quello che solo in Italia pare sconosciuto, quello che l’arte diffusa, l’arte per tutti non è un’aggressione all’ambiente ma uno dei pochi lenimenti alle nostre pene. E che ogni decisione al riguardo deve essere affidata a chi l’arte la fa e non al custode di turno.
Umberto Croppi




Street Art: i “quadri” del greco Ino ispirati a Gaudì e a Jenny Saville

inoUna bomboletta spray al posto del pennello e un muro bianco al posto della classica tela. Gli strumenti non sono quelli tradizionali di un pittore ma il risultato è altrettanto stupefacente: i ritratti di Ino, street artist di Atene, sono (enormi) quadri moderni esposti per le vie di diverse città europee: da Madrid ad Amsterdam. Il ragazzo ha studiato all’Accademia delle Belle Arti e dice di ispirarsi alla pittrice inglese Jenny Saville e al grande Gaudì. “Non tutti vanno alle mostre d’arte – dice Ino – Il potere della Street Art sta nell’essere a disposizione delle persone nel corso della loro vita quotidiana”.
Di Pier Luigi Pisa, L’Huffingtonpost
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