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Festival della cultura in condominio

Con “In & Out” anche laboratori, feste conviviali, animazioni: 10 giorni nei 6 quartieri di Bologna per portare teatro, arte e musica in luoghi insoliti. Alboresi (direttore artistico): “Ci sono zone più ricettive e altre meno, ma ci metteremo il consueto entusiasmo” .
“Quest’anno il festival è molto concentrato: 10 giorni, dal 10 al 20 giugno, nei 6 quartieri coinvolti. Alcune sono esperienze già rodate, altre sono assolute novità: anche da questo dipende la partecipazione dei condòmini. Ma noi ci metteremo sempre il consueto entusiasmo”. Mirco Alboresi, direttore artistico del Teatro dei Mignoli e del “Festival In & Out – La cultura in condominio” presenta così la sesta edizione della kermesse nata con l’obiettivo di portare la cultura sotto (talvolta anche dentro) casa delle persone. In pratica, una cultura a “chilometro zero”.

Anche quest’anno il Teatro dei Mignoli si avvarrà della collaborazione di ReSpirale Teatro, Teatro Nucleo di Ferrara e Lievito Madre, con cui porterà il teatro, l’arte e la musica in luoghi insoliti. Di quartiere in quartiere si succederanno cene condivise, spettacoli itineranti, laboratori, feste conviviali, animazioni. Ad accompagnare lungo il percorso gli abitanti e gli spettatori saranno i personaggi più stravaganti: pugili in attesa, poeti ubriaconi, fantasmi rionali, creature elfiche, antichi e nuovi contadini della collina. “Conosceremo leggende e storie di quartiere, semplici e incredibili allo stesso tempo che hanno come unico filo conduttore una parola: memoria. Anzi, la ‘memoria bella’, come il titolo di questa sesta edizione”, continua Alboresi.

Ad aprire il festival, via Rimesse al Quartiere San Vitale con “I.N.F.E.R.N.O. (Invasione Notturna Frivola E Ruggente Non Ostile)” del Teatro Nucleo di Ferrara con la partecipazione degli abitanti della via. Uno spettacolo itinerante liberamente ispirato a “Inferno” di Peter Weiss, a sua volta scritto sulla traccia dell’opera dantesca. “Si tratta di uno spettacolo che fonde una precedente esperienza del Teatro Nucleo e le vite degli abitanti di via Rimesse. Tanti bimbi, tante culture: un mix esplosivo”.

Tra le esperienze più consolidate, l’appuntamento del 12 giugno al Quartiere Savena, tra il Borgo di Monte Donato e il Borgo Lazzari. “È uno dei nostri successi: la partecipazione in questi due borghetti a un passo dalla città ma immersi nella campagna è straordinaria, i loro abitanti sono praticamente autonomi nell’organizzazione – sorride Alboresi –. Un tempo in quella zona ci abitavano i cavatori di gesso, e oggi vorremo raccontare quello che c’era e quello che sta per tornare”. Appuntamento di punta è proprio “La collina agricola”, spettacolo teatrale e musicale itinerante con il Teatro dei mignoli, Ginetta Maria Fino, Fiore Stavole e la Compagnia d’Arte Drummatica, con partenza da Monte Donato e arrivo a Borgo Lazzari.

Il tema della memoria sarà anche al centro degli appuntamenti del 14 e del 20 (quello conclusivo). Il 14 giugno alla Casa di Isabella di via Andreini, nel Quartiere San Donato, andrà in scena “Papaveri Rossi”, uno spettacolo itinerante, esito del laboratorio condotto da ReSpirale e Teatro dei Mignoli, che parte: “Anche in questo caso si tratta di una realtà di successo: sono 5 anni che collaboriamo in quella zona, e visti gli ottimi risultati Acer e Comune hanno addirittura deciso di darci una struttura ad hoc, la Casa di Isabella, appunto”. Il 20, invece, il Villaggio INA e al Biblioteca di Borgo Panigale ospiteranno “La memoria del villaggio”, un viaggio tra il presente e il passato con racconti di vita per conoscere gli abitanti di questo quartiere nel quartiere, nato nel 1950.

Il 16 giugno “Adrianaaa!” sarà l’appuntamento del Quartiere Porto: “Ecco, in questo caso si tratta di una realtà abbastanza ostica. Ci sono cittadini in prima linea, che ancora oggi si passano le crescentine dalla finestra, e altri che, invece, non si lasciano coinvolgere. Noi punteremo sulla piccola palestra di Yabasta! – dalla quale sono usciti 3 pugili molto conosciuti, il richiamo alla saga di Rocky non è casuale – che sorge in mezzo alla corte per raccontare una storia magica di libertà”. Saranno invece i fantasmi i protagonisti del 17 giugno al mercato Albani, quello per cui l’amministrazione sta portando avanti un progetto di riqualificazione: “Ecco! Ci vorrebbe qualcosa di straordinario” è lo spettacolo firmato da Lievito Madre: “È stato realizzato in collaborazione con i partecipanti del laboratorio dell’Happy Center di Piazza Grande: nasce dall’urgenza di raccogliere storie “stra-ordinarie” da mettere in scena in una nuova drammaturgia”.

Tutte le storie raccontate in 6 anni di “In & Out” saranno presto raccolte in un libro “sulla cultura in condominio”, anticipa Alboresi, realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte. “Purtroppo – conclude il direttore artistico – abbiamo sempre meno fondi. Questo ci spiace, perché pensiamo che anche piccole realtà come la nostra abbiano il diritto di lavorare. Non si deve smettere di collaborare con le periferie: si tratta di un investimento anche sul lungo periodo”.

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A Milano c’è il festival lento delle periferie

È iniziato lo scorso dicembre il ricco programma del collettivo TumbTumb per narrare e valorizzare pratiche e realtà attive nelle periferie milanesi. Un attento lavoro sul campo, scandito da esplorazioni, progetti e una grande festa nell’estate 2017. Che promuove la cultura come motore sociale.
RENZI, LA SICUREZZA E LA CULTURA
All’indomani degli attacchi di Parigi il premier Renzi, al motto “per ogni euro in più investito in sicurezza, uno in cultura”, stanziava 500 milioni per la “riqualificazione delle aree degradate”.
Mentre la destinazione del fondo alimenta il dibattito sulle modalità di intervento nei territori marginali delle città, siamo andati a Milano, a incontrare chi su periferie e cultura già da tempo lavora. Con passione, professionalità e costanza.

LA PERIFERIA AL DI LÀ DEGLI STEREOTIPI
Con l’intento di dare forma narrativa a vitalità e potenzialità delle periferie milanesi, Federica Verona, da “un’idea nata a tavola” con Gianmaria Sforza, ha riunito architetti, designer, antropologi, sociologi, artisti, esperti del mondo teatrale, grafici e sportivi nell’associazione culturale TumbTumb.
Da questo eterogeneo gruppo di professionisti appassionati alla città è nato SUPER – il festival delle periferie a Milano: un programma multidisciplinare che coniuga l’analisi con l’azione, la documentazione con la produzione. Preferendo alla formula dell’evento quella di un lento percorso: due anni – da dicembre 2015 all’estate 2017 – scanditi in tre tappe, in cui approfondire, interagire e restituire.
UN RACCONTO IN TRE ATTI
I Tour inaugurano il racconto del territorio. Fino alla prossima estate, due esplorazioni al mese – rigorosamente a piedi o con i mezzi pubblici – alla scoperta di pratiche, associazioni e realtà attive nei quartieri ai margini della città. “Gli incontri”, spiega Federica Verona, “sono la struttura portante del festival. Perché, se si vuole parlare delle periferie, bisogna partire dalla loro conoscenza”. Condivisi sul web con immagini, video e parole, raccontano di biblioteche che si aprono a nuovi servizi, tipografie che ospitano workshop, orti urbani e skatepark. Sorprendenti luoghi di socialità, mestieri reinventati, nuovi divertimenti frutto, il più delle volte, di piccoli investimenti e notevoli intuizioni creative.
Conclusi i tour, il diario di viaggio virtuale diventerà un libro auto-prodotto: un dettagliato archivio di buone pratiche, a portata di mano per la seconda tappa del festival. Dal prossimo autunno ogni socio di TumbTumb curerà infatti uno specifico progetto. Perché, come sottolinea Verona, “non vogliamo limitarci a leggere e raccontare il territorio, ma provare a lavorarci, attivando forme di interazione con ciò che abbiamo scoperto. Provando a gettare dei semi che diventino qualcosa che continua. Indipendentemente da noi”.
Diversi per tema – dalla letteratura al teatro, dalla fotografia alla performance, dal lavoro al tempo libero – i progetti vogliono valorizzare, riattivare o mettere in rete l’esistente. Sperimentando nuove formule – come nel caso del tutorial fotografico di Filippo Romano per creare un network di narratori on site – o esportando format altrove consolidati – come Cortili Letterari, festival di autori under 35 avviato a Fano, con cui Elisa Sabatinelli aprirà al pubblico le corti private.
Sotto forma di prodotti editoriali, mostre, spettacoli e installazioni, i risultati dei progetti saranno poi messi in scena nella tappa conclusiva del 2017: “Una grande festa in cui mettere a sistema l’archivio web che stiamo costruendo, i progetti di Super, la rete formata attraverso i tour e confrontarsi con analoghe realtà estere”.
OLTRE IL RAMMENDO
In un dibattito fatto di numeri, nuove costruzioni, ricuciture puntuali, Super parla di persone, attività, sinergie. Un potente cambio di prospettiva, in cui le periferie da stereotipati “contenitori del disagio” si scoprono territori ricchi di risorse; la cultura, anziché mix di funzioni calate dall’alto, attivando interazioni fra realtà esistenti diventa “motore di cambiamento sociale”.
A fronte di cattedrali nel deserto e viadotti green abbandonati, un invito a posare ago e filo, alzarsi dalla scrivania ed entrare a guardare. Per poi pazientemente tessere reti.

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Dall’11 al 15 novembre torna “Visioni Fuori Raccordo”

Una quattro giorni al cinema Farnese dedicata a documentari incentrati su periferie e marginalità, intese in senso tanto geografico quanto esistenziale.

Tossicodipendenza, emigrazione, marginalità sociale: sono questi i temi dei dodici documentari selezionati, offrendo una visione approfondita e ampia dell’Italia di oggi, dei bisogni dei suoi abitanti, delle sue contraddizioni e profonde spaccature sociali.

«La selezione di quest’anno – dichiara Giacomo Ravesi, Coordinatore Artistico del Festival – attesta l’esplosione del concetto di periferia in innumerevoli rappresentazioni urbane, esistenziali e concettuali, che lontane dal decretarne la sparizione ne testimoniano la perenne rivoluzione. In questo scenario di crisi e rinnovamento il documentarismo italiano contemporaneo inquadra una società in trasformazione che rinegozia le proprie tradizioni ricercando una nuova identità individuale e collettiva. Sperimentando linguaggi ed esplorando paesaggi violentati e corpi ignorati, i documentari scelti propongono la sfida antropologica e storica, estetica e politica di guardare alla contemporaneità con uno sguardo infranto e rigenerato».

La giuria del “Visioni Fuori Raccordo Film Festival” sarà composta dal commissioning editor del programma DOC3 Fabio Mancini, dalla regista e vincitrice della passata edizione del festival Valentina Pedicini e dalla direttrice della fotografia Sabrina Varani. Spetterà a loro assegnerare il premio Migliore Opera e le eventuali menzioni speciali.

Tra i titoli di quest’anno ci sono “Dal ritorno”, di Giovanni Cioni, “Uomini Proibiti”, di Angelita Fiore, “Samara Diary”, di Ramchandra Pace, “Roma Termini” di Bartolomeo Pampaloni, “Habitat – Note personali”, di Emiliano Dante, “Doris e Hong”, di Leonardo Cinieri Lombroso, “La malattia del desiderio”, di Claudia Brignone, “The Perfect Circle”, di Claudia Tosi. Ognuno dei documentari selezionati ci mette a confronto con realtà sociali ed esistenziali tanto urgenti quanto troppo spesso ignorate, che si tratti della convivenza tra etnie, delle evoluzioni socio culturali di una città, o della sofferenza fisica e psichica di malati o tossicodipendenti.

Il Festival si aprirà presso il cinema Farnese, per poi spostarsi presso il Cineclub Detour.

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POETITALY a CORVIALE ESTATE ROMANA 2014. Dall’1 al 5 settembre in biblioteca, la Renato Nicolini e poi presso l’anfiteatro di Corviale una settimana di poesia in uno dei luoghi simbolo della periferia romana che vuole riscattare la propria immagine.

Dall’1 al 5 settembre in biblioteca, la Renato Nicolini e poi presso l’anfiteatro di Corviale una settimana di poesia in uno dei luoghi simbolo della periferia romana che vuole riscattare la propria immagine.

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ANTEFATTO: Giugno 1979: sulla spiaggia di Castelporziano accade qualcosa di imprevisto e di mai sperimentato negli ambienti e nei luoghi tradizionali della poesia.

Un festival internazionale, tra l’happening e la kermesse, dilata l’esperienza della fruizione nello spazio e nel tempo e sulla spiaggia del litorale laziale, pubblico e poesia si incontrano fisicamente in quella che sarebbe rimasta nella memoria collettiva, come “la Woodstock dei poeti”.

Settembre 2014: a trentacinque anni dall’evento cataclismatico di Castelporziano e a venti dal Festival dei poeti di Ostia antica, con una formula rinnovata e inserita nell’orizzonte attuale delle mescolanze e delle ibridazioni di forme e di linguaggi, l’artifex teatrale Simone Carella porta avanti quella sua originaria intuizione, realizzando nell’emblematico quartiere romano di Corviale, un inedito incontro tra la Poesia e il Luogo, resi entrambi protagonisti.

POETITALY è il nome del format ideato da Carella (con la collaborazione di Gilda Policastro, Lidia Riviello e Teatroinscatola) a rimarcare la vivacità e la trasversalità della poesia italiana contemporanea.

Il programma prevede una prima parte dall’1 al 5 settembre che si svolgerà presso la Biblioteca Nicolini e poi tre serate, il 5 e il 6 settembre, a partire dalle ore 18.00, nella cavea esterna di Corviale, l’anfiteatro dove si incontreranno molti poeti di  varie generazioni, tendenze e controtendenze rappresentative della nostra attuale identità poetica, dai lirici ai postneoavanguardisti, dai testuali ai performer, dai classici viventi ai rapper, dai popolari ai procedurali, fino a un esperimento di poesia virtuale live, con la conduzione di un catalizzatore concettuale come Andrea Cortellessa ed altre imprevedibili presenze.

L’evento avrà poi un suo coup de poesie nella votazione da parte del pubblico del miglior poeta e testo letto, performato, proiettato, agito in ciascuna delle due serate.

Dalla liaison dangereuse tra poesia e teatro nascerà un pubblico nuovo?

Giorni di poesia, in un mix di generazioni e tendenze letterarie. A cura di Simone Carella assieme a Lidia Riviello e Gilda Policastro, con realizzazione del Teatroinscatola e la collaborazione della Biblioteca Renato Nicolini. L’evento si svolgerà prima nella moderna biblioteca comunale di Corviale e poi nello splendido e suggestivo Anfiteatro del palazzone dove dal tramonto potremo ascoltare le letture con i poeti invitati.

ATTIVITA’ PRESSO BIBLIOTECA RENATO NICOLINI

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Dal 1 al 5 settembre 2014 si terranno delle attività gratuite presso la Biblioteca Renato NIcolini (ex Corviale) collegate alla manifestazione POETITALY :

1/5 settembre 2014 – dalle 17.30 alle 19
Omaggio a Maria Luisa Spaziani – laboratori poetici
condotti da Carla De Angelis, con la partecipazione degli attori “Scuola di arte ella parola” diretta da Angelo Filippo Jannoni Sebastianini e Giovanna Moscetti
Pannelli sonori da Giovanna Sandri
Dalla poesia visiva alla vibrazione del segno
Intermedialità di Francesco Cuoghi
Proprietà perdute – Presenza delle arti – dopo Castelporziano
Una tavola rotonda alla biblioteca «Renato Nicolini» di Corviale, in occasione del festival PoetItaly, venerdì 5 settembre dalle 16.30 (17.00 reali) alle 18.30
intervengono Stefano Chiodi, Mario Gamba e Attilio Scarpellini
conduce Andrea Cortellessa – alla presenza di Simone Carella e Franco Cordelli

BIBLIONICOLINI

ATTIVITA’ PRESSO LA CAVEA/ANFITEATRO 

venerdì 5 settembre h. 19

Canio Loguercio voce, chitarra
Alessandro D’Alessandro organetto, live electronics
TRAGICO AMMORE
Introduzione e presentazione
Andrea Cortellessa
poeti
Nanni Balestrini con Luigi Cinque sax soprano
Giulia Niccolai
Jolanda Insana
Franco Buffoni
Silvia Bre
Carlo Bordini
Marco Caporali
Daniela Rampa
Giacomo Trinci
Plinio Perilli
Giovanna Marmo
Michele Fianco
Giulio Marzaioli
Elisa Davoglio

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sabato 6 settembre h.19

Introduzione e presentazione
Andrea Cortellessa
poeti
Maria Grazia Calandrone
Luigi Socci
Giovanni Fontana
Chiara Daino
Michele Zaffarano
Laura Pugno
Marco Giovenale
Mario Benedetti
Rosaria Lo Russo
Francesco Gambaro
Renata Morresi
Cetta Petrollo
Vincenzo Ostuni
Gilda Policastro
Lidia Riviello
Sara Ventroni
Francesco Ruggiero – Gruppo Sparajurij

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domenica 7 settembre h. 19

i Poeti der Trullo
poesie lette da
Alessandra Vanzi
Marco Solari
musicisti performers
Luigi Cinque
David Riondino
Areta Gambaro
Taiyo Hist Yamanouchi
Francesco Cuoghi/Giovanna Sandri

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h. 20
Facebook Poetry – Laboratorio telematico di Poesia – a cura di Luigi Socci.Decine di Poeti in collegamento da tutta Italia (e non solo) daranno vita alla singolarissima sfida in rete della Facebook Poetry. Il pubblico presente (e a casa) potrà sia partecipare che votare il testo più riuscito.

Inserita nella programmazione ESTATE ROMANA 2014, la manifestazione POETITALY A CORVIALE è realizzata con il sostegno di Roma Capitale in collaborazione con Acea, Siae e la Biblioteca Renato Nicolini – Biblioteche di Roma.

 

http://www.teatroinscatola.it/?page_id=3133

http://www.doppiozero.com/materiali/interviste/romanzo-di-un-giovane-povero#.U6w2Jd4S_0M.facebook

 




ieri mi chiedevi dei beatles

re nudoieri mi chiedevi dei beatles perché sei nata dopo di loro ma con la loro musica ma noi allora non ci accontentavamo dei dischi volevamo andare ai concerti perchè lì sentivamo l’energia della musica e poi incontravamo la gente il beautiful people quelli come noi allora non avevamo facebook internet le mail gli sms i telefonini allora andavamo ai concerti e ai festival per incontrare quelli come noi per parlarci per scambiarci gli indirizzi per andarci poi a trovare ci ospitavamo ci fidanzavamo avevamo storie facevamo l’amore incontravamo quelli che portavano gli acidi spennelati sugli angoli dei fumetti e allora era una festa c’era un good trip good vibrations e poi di nuovo via con l’autostop coi camionisti coi pazzi che portavano i giornali con le macchine a tutta birra pazzi più pazzi del dean moriarty di on the road ho visto una volta uno che m’aveva caricato per venire a roma ad un concerto che ha visto la macchina di un’altro amico ferma dall’altra parte dell’autostrada lui ha frenato ha fatto retromarcia a tutta birra s’è fermato è sceso ha scavalcato a piedi l’autostrada ed è andato a vedere che fine aveva fatto l’amico allora i giornali si portavano così di corsa sull’autostrada e uno che conoscevamo il disegnatore dei fumetti di  lotta continua mi sembra si chiamasse gasparazzo è morto così sull’autostrada in macchina per portare lotta continua di corsa a tutta birra erano tempi così senza teletrasmissione in cui gli articoli si dettavano ancora per telefono e c’erano ancora le rotative e si stampava di tutto c’era la stampa underground le fanzine i libri dei poeti di strada ciclostilati su carta a colori per rimediare al bianco e nero del ciclostile non ci accontentavamo dei dischi la musica volevamo sentirla dal vivo e allora partivamo in autostop anche se non avevamo i soldi del concerto si girava in tondo attorno alle mille porte del palasport finchè qualcuno ti faceva entrare perchè era come te aveva i tuoi stessi capelli lunghi fumava le tue stesse canne amava anche lui il rock and roll poi cominciarono a organizzarsi quelli di stampa alternativa la musica è del popolo give music to people abbasso i padroni della musica e via coi cortei sull’anello esterno del palasport a cercare il cancello debole da sfondare e poi quand’entravi di corsa nell’emiciclo interno della grande cassa armonica del palazzo dello sport gridando di gioia e di eccitazione tutti applaudivano e gridavano la musica al popolo c’erano gruppi come re nudo festivalche teorizzavano il proletariato giovanile che disegnavano mao coi capelli lunghi che organizzavano festival autogestiti in cui gruppi come gli stormy six suonavano gratis per il popolo e si piantavano tende con il tavolino e il bilancino per la vendita del fumo a prezzo politico e le femministe facevano self helpragazze la mattina girotondi di barbuti già un pò canuti tenevano cerchi di bioenergetica per assorbire le vibrazioni della terra fondersi col calore del sole e attraversarti il corpo mentre ti sentivi parte del tutto in comunione con gli altri e ti dimenticavi la pioggia della notte le lunghe ore sotto il sole ai caselli ad aspettare un passaggio i panini con la mortadella e la vita che sembrava non prendere mai il verso giusto questo è stato altro che ascoltare i beatles in una stanzetta chi c’aveva le collezioni di dischi organizzava sedute collettive di ascolto in cui si mixava stockausen e frank zappa in cui imparavamo dai più grandi ad apprezzare il jazz e poi cominciammo ad andare anche ai festival di jazz come a pescara jazz dove ci fecero entrare gratis perchè facevamo colore con le nostre casacche a fiori e i tamburelli tra le file degli spettatori in smoking che ci osservavano stralunati conquistare le prime file sotto il palco di due increduli keth jarret e miles davis finalmente consci di un pubblico vivo che ballava ai loro insondabili duetti fummo soggetti di foto e commenti del quotidiano locale che titolò a pescara jazz sono arrivati gli hippies e io conobbi una dolcissima ragazza romana dai lunghi capelli biondi che abitava sopra il piper e che andai subito a trovare al primo concerto quando la notte la metro era chiusa e scendevamo a piedi suonando le chitarre fino a termini e dormivamo nella stazione in centinaia wowbimbo era solo per dirti questo




“Siamo pentiti di aver fatto eleggere Ignazio Marino”. Il mondo della cultura romano in rivolta dopo il Palladium-gate di Romaeuropa

"una scatola vuota"

Antefatto di cui vi abbiamo già parlato: la Fondazione Romaeuropa – che organizza a Roma uno dei più prestigiosi festival di teatro contemporaneo a livello nazionale – è stata impossibilitata per i tagli a continuare ad utilizzare il Teatro Palladium, di proprietà dell’Università Roma Tre, dove allestiva una stagione teatrale aggiuntiva al festival. Sono arrivate Regione e Comune che, belli belli, hanno messo sul piatto un “progetto di rilancio” che è sembrato a molti solo un blitz per sfilare la struttura alla Fondazione. Con tanto di hashtag dedicato (#Laversionediromaeuropa), pompato giorni prima sui social network, la Fondazione ha deciso di dire la propria sulla faccenda nella sua sede romana.
Una folla notevole, inaspettata forse. Una folla carica di energia e di voglia, ha detto qualcuno, una folla triste e sempre più sfiduciata, ha sottolineato non senza ragione qualcun altro. Al di là dei problemi attorno al Palladium, il tema è politico e generale. Ed è emerso da molti degli interventi della conferenza aperta che la Fondazione Romaeuropa ha organizzato nella sua sede romana: “cosa vuole fare il Comune di Roma sulla cultura? Quali sono i progetti sugli spazi, sulle strutture, sui contenitori culturali e sui loro contenuti?”. Questo il mood. Purtroppo a domande legittime, non esistono risposte concrete. Da mesi. E un mondo come quello della cultura, specie se di alto livello, che si confronta sul palcoscenico internazionale, se rimane senza risposte e nell’incertezza, perde autorevolezza. E se perde autorevolezza nei confronti di partner e competitor mondiali, muore. “Il Comune di Roma si sta rendendo conto che questo atteggiamento uccide talenti, strutture, sacrifici e anni di costruzione di una narrazione e di un prestigio?”. Non si sa.
Restano i fatti che sono abbastanza inconfutabili, anche se ci piacerebbe essere smentiti fin da domani. Il Macro fermo, qualche teatro ripartito dopo mesi di agonia. AltaRoma – se parliamo di moda – annichilita dall’immobilismo dell’amministrazione. Le Biblioteche in ambasce. La Soprintendenza ferma ai box in attesa di Soprintendente.
E allora giù, è inevitabile, con le richieste di dimissioni per l’assessore comunale alla cultura Flavia Barca. Giù anche con chiavi di lettura pesanti secondo le quali non ci sarebbe “un disegno o chissà quale macchinazione dietro a tutto ciò, solo incapacità. Questa storia è la fotocopia di quel che è successo a noi” per dirla con l’ex direttore del Macro Bartolomeo Pietromarchi, applauditissimo. Fino ad arrivare a Monica Scanu, candidata croppiana (a proposito, l’ex assessore era in prima fila) che da candidata consigliera comunale ha raccolto voti a favore di Ignazio Marino durante le elezioni amministrative nell’ambito di un accordo Croppi-Marino ad oggi completamente disatteso: “mi sento pentita di aver sostenuto il Sindaco”, ha dichiarato la Scanu, “non mi rivedo in quello che sta succedendo. Sono davvero afflitta”. L’allegro chirurgo, insomma, si starebbe giocando il consenso di chi lo ha sostenuto strenuamente contro Alemanno, se ne rende conto?

Fabrizio Grifasi, capo di Romaeuropa assieme a Monique Veaute, ha sottolineato come al Teatro Palladium non ci sia nulla da rilanciare perché si rilanciano, semmai, le cose in crisi. Qui i dati erano tutti in salita, fuorché quello del sostegno pubblico. Non è un problema di contenuti né di lamentele (forse eccessive in questa circostanza, anche con derive completamente fuori asse della serie “spostiamo gli spettacoli all’ex Mattatoio” gentilmente offerto da Roberto Grossi, neorettore dell’Accademia, oppure grida belluine tipo: “occupiamo il Palladium”), è un problema di comunicazione (il mondo della cultura non riesce ad avere una interlocuzione serena con il suo assessore, e questo deve cambiare) ed un problema di risorse. Che non ci sono più, non ci saranno più, saranno sempre meno in mancanza di rivoluzioni gestionali che sarebbero alla portata – sia a livello nazionale che locale – ma che invece non vengono neppure contemplate. “Budget zero per il 2014 al Palladium? Non è vero”, tuona l’assessoreFlavia Barca, spiegando che “i capitoli a budget zero, in questa fase durante la quale il bilancio non è stato ancora neppure discusso, sono tantissimi, ma ciò non significa che poi non si riusciranno a trovare risorse”. Okkay, assessore, ma vi siete impossessati di un teatro due minuti dopo di chi ha dovuto rinunciare a gestirlo, stremato dalle insicurezze finanziarie. “Non è andata così. Romaeuropa ha dichiarato l’impossibilità di organizzare la stagione prossima, i padroni di casa dell’Università Roma Tre – il teatro è il loro – hanno manifestato la volontà di non chiudere la struttura, la Regione si è fatta avanti con un progetto orientato sulla formazione e io ho partecipato a questa presentazione, dicendo che, per qualsiasi iniziativa volta a salvare lo spazio, il Comune c’era come interlocutore”. E Romaeuropa? “Ma nessuno ha detto che Romaeuropa non possa far parte del prossimo progetto sul Palladium. Tra l’altro io ho sempre difeso e considerato valido il loro progetto, lo scorso anno complessivamente gli abbiamo dato 750mila euro a fronte dei 950mila euro dell’anno precedente, un taglio molto inferiore rispetto ad altre realtà”. Decisione troppo precipitosa di Grifasi e dei suoi, dunque, o melina insostenibile da parte del Comune? In entrambi i casi occorre rendersi conto che l’offerta cultura della città ci sta rimettendo. Dai musei, alle biblioteche, alla moda, ai festival. Necessario per l’assessore Flavia Barca cambiare passo e aggredire il problema con un atteggiamento differente rispetto a quello adottato fino ad oggi.

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