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Ecobonus 65% condomìni, quota cedibile in 10 rate

Pubblicato il provvedimento delle Entrate.
I fornitori che ricevono il credito come pagamento possono utilizzarlo esclusivamente in compensazione in 10 rate annuali di pari importo, a partire dal 10 aprile 2017. Realacci: “Ora prorogare la misura”.
L’Agenzia delle Entrate ha finalmente pubblicato il provvedimento – IN ALLEGATO – che individua le modalità di cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante per le spese di riqualificazione energetica di parti condominiali, ai sensi dell’articolo 1, comma 74, della legge 28 dicembre 2015 n. 208.

I contribuenti che rientrano nella “no tax area”, che non versano quindi Irpef, non devono più rinunciare alla detrazione del 65% delle spese sostenute per la riqualificazione delle parti comuni degli edifici nel 2016, ma possono cederla agli stessi fornitori che hanno eseguito i lavori o le prestazioni come parte del pagamento dovuto. La scelta di cedere il credito deve risultare dalla delibera assembleare che approva gli interventi oppure può essere comunicata al condominio che la inoltra ai fornitori. I fornitori, a loro volta, devono comunicare al condominio l’avvenuta accettazione del credito a titolo di pagamento di parte del corrispettivo per i beni ceduti e le attività prestate.

INVIO COMUNICAZIONE ENTRO IL 31 MARZO 2017. Per rendere efficace tutta l’operazione, il condominio è tenuto a trasmettere entro il 31 marzo 2017 un’apposita comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate con il canale Entratel o Fisconline contenente: il totale della spesa sostenuta nel 2016 per lavori di riqualificazione energetica su parti comuni, l’elenco dei bonifici effettuati per il pagamento delle spese, il codice fiscale dei condòmini che hanno ceduto il credito e l’importo del credito ceduto da ciascuno, il codice fiscale dei fornitori cessionari del credito e l’importo totale del credito ceduto a ciascuno di essi. Il condominio, inoltre, è tenuto a comunicare ai fornitori l’avvenuto invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

La disposizione, introdotta dalla legge di stabilità 2016, riguarda esclusivamente le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici, per le quali spetta la detrazione dall’imposta lorda del 65%. I contribuenti che ricadono nella “no tax area”, cioè i possessori di redditi esclusi dall’imposizione Irpef per espressa previsione o perché l’imposta lorda è assorbita dalle detrazioni per redditi previste dal Tuir, normalmente non possono fruire di tale agevolazione, che spetta solo fino a concorrenza dell’imposta lorda. Con la cessione del credito, invece, la detrazione per la riqualificazione energetica apre anche a questi contribuenti, che possono farla valere come parte del pagamento da loro dovuto in base alla tabella millesimale di ripartizione delle spese condominiali.

QUOTA CEDIBILE IN 10 RATE. I fornitori che ricevono il credito come pagamento possono utilizzarlo esclusivamente in compensazione in 10 rate annuali di pari importo, a partire dal 10 aprile 2017. La quota del credito non fruita nell’anno è utilizzabile negli anni successivi e non può essere chiesta a rimborso. Il modello F24 per la compensazione deve essere presentato tramite il servizio telematico Entratel o Fisconline. L’Agenzia, con apposita risoluzione, istituirà il codice tributo per l’uso del credito d’imposta da indicare nell’F24.

REALACCI: “ORA PROLUNGARE LA MISURA”. “Positivo – commenta il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci – che siano uscite, seppur in ritardo come avevo ricordato in una interrogazione al Mef presentata insieme ai colleghi Misiani e Braga, le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate su come utilizzare l’ecobonus per i condomini e in particolare sulle modalità con cui i condòmini possono cedere il credito con il fisco all’impresa che realizza il lavoro. Una misura introdotta nella Legge di Stabilità nel passaggio alla Camera. Mi auguro che ora i condomini possano sfruttare questo nuovo strumento. È comunque già evidente che sarà necessario un suo prolungamento per renderlo efficace”.

Entrate_Provvedimento_cessione_ecobonus_condomini_incapienti

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Guida delle Entrate sull’Ecobonus 65%

Estensione della detrazione all’Edilizia residenziale pubblica, cessione del credito ai fornitori per gli incapienti per interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali.

Guida Entrate Ecobonus (aggiornata a gennaio 2016)




Un ecobonus ad hoc per quartieri e parti di città’

La proposta: individuare nuovi parametri, come la qualità dei suoli, la resilienza naturale e sociale, sui quali applicare gli incentivi fiscali.
Potenziare e calibrare gli strumenti tecnici, fiscali e normativi per fare salire “l’industria della rigenerazione urbana” dalla dimensione micro dove è attiva e produttiva, grazie agli ecobonus per le ristrutturazioni edilizie, a una scala più ampia, che guardi ai quartieri e alle aree urbane, e che si utile a rigenerare parti di città.

È questa la proposta che l’INU – Istituto Nazionale di Urbanistica ha presentato ieri nell’ambito della dodicesima edizione di Urbanpromo, alla Triennale di Milano.

Gli standard urbanistici
Il ragionamento parte dal DM 1444/1968 che fissa gli standard da applicare per la realizzazione di pezzi di città. Il provvedimento – ricorda l’INU – stabilisce che, al momento di costruire nuove parti di città, ogni nuovo abitante ha diritto a 18 metri quadri complessivi di parcheggi, verde pubblico, scuole e attrezzature collettive in generale. Si è trattato di una grande conquista per l’urbanistica, perché ha sancito l’ineludibilità della città pubblica.

Oggi, tuttavia – affermano gli urbanisti -, il mondo è cambiato, l’edilizia è in mutamento, è riconosciuto da più parti che occorre orientarsi verso la riqualificazione della città esistente piuttosto che sull’espansione. Occorrono – secondo l’INU – nuovi standard, che non cancellino quelli che conosciamo ma che ne costituiscano in qualche modo un perfezionamento alla luce delle nuove tendenze ma anche dei nuovi bisogni dei cittadini.

La proposta dell’INU
I nuovi standard – si legge nella proposta – dovrebbero quindi essere in grado di stabilire nuovi parametri e renderli misurabili: parametri come la qualità dei suoli, la resilienza naturale e sociale, il grado di innovazione tecnologica.

Una volta stabiliti questi parametri e i criteri di misurazione, si possono stabilire dei livelli minimi da conseguire, che i singoli Comuni possono adottare come riferimenti al momento di dare il via agli interventi. Sono i Comuni, quindi, in futuro attraverso piani urbanistici rinnovati e innovativi, ora con procedure che individuano e delimitano le aree degradate da riqualificare (anche attraverso le proposte di cittadini o gruppi di imprese disposte a intervenire) a dare il via alle operazioni di riqualificazione.

Nuovi incentivi fiscali
Su queste aree delimitate andrebbero applicati nuovi incentivi fiscali, una evoluzione degli ecobonus, da integrare quindi con le risorse dei cittadini e con fondi europei, che otterrebbero quindi il risultato di andare a beneficio di porzioni unitarie di città e che sarebbero più in grado di attrarre le risorse private delle imprese e delle Esco.

Incentivi – secondo l’INU – da modulare per interventi sulla base dei parametri dei nuovi standard, che quindi aiuterebbero a intervenire su fattori come la qualità dei suoli, sulla prevenzione del rischio idrogeologico, sulla qualità della rete Internet, sulla mitigazione dei rischi ambientali, sull’inclusione sociale.

La proposta è parte del ‘Progetto Paese’ che l’INU presenterà a Cagliari al suo XXIX Congresso, il 29 e il 30 aprile 2016.

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