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Mercati Rionali: dalla difesa al rilancio di un patrimonio collettivo

27 maggio 2015 dalle 15 alle 19.30
Mercato Metronio in Via Magna Grecia a Roma
Partecipano
Marta Leonori Assessore Roma produttiva e Città Metropolitana Roma Capitale
Giovanni Caudo Assessore alla Trasformazione Urbana Roma Capitale
Francesca Biondo e Enrico Rumboldt dell’ Assessorato allo sviluppo economico Regione Lazio
Orlando Corsetti Presidente Commissione Commercio Roma Capitale
Sono invitati gli operatori dei mercati rionali di Roma, i Consiglieri di Roma Capitale e dei Municipi, i Presidenti e gli Assessori Municipali
per informazioni laboratoriocarteinregola@gmail.com
(A breve sarà pubblicato il programma)
E’ partita l’EXPO dedicata all’alimentazione, con slogan che disegnano uno scenario in cui la salute delle persone e dell’ambiente vengono collegate alla qualità della nutrizione e dalla sostenibilità dei sistemi di produzione. Sarebbe stata un’ottima occasione per avviare una riflessione e un rilancio dei mercati rionali, da sempre i terminali di una filiera che irradiandosi nei territori coniuga il concetto di cibo e di scambio con quello di comunità.
Invece l’occasione è stata persa, almeno a Roma, dove i mercati continuano a versare in una grande crisi, in particolare quelli coperti, da troppo tempo abbandonati dalla manutenzione dell’amministrazione e dalla progettualità della politica.
I mercati sono però uno dei pochi spazi pubblici rimasti in tutte le zone di Roma: se si escludono le chiese e le infrastrutture di servizio, sono di fatto gli unici luoghi “laici” aperti a tutti, di proprietà pubblica.
Spazi urbani che – per una serie di motivi che cercheremo di analizzare nel convegno – sono in buona parte sottoutilizzati e che potrebbero diventare, con la messa a punto di opportune strategie, un luogo di riferimento della vita sociale dei quartieri, dove organizzare iniziative diverse o dove incontrarsi.
E poiché questa amministrazione ha cominciato a occuparsi degli edifici pubblici, dismessi e non, e degli edifici privati con valenze pubbliche sociali e culturali, come i cinema, per avviare un recupero che tuteli gli spazi collettivi garantendone al contempo la sostenibilità economica, noi pensiamo che a maggior ragione dovrebbe essere avviato anche un percorso per elaborare delle linee guida da adottare per le strutture mercatali cittadine, insieme ai Municipi, ai comitati di quartiere, agli operatori e alle associazioni interessate.
Ma prima di tutto la sopravvivenza e il rilancio dei mercati rionali richiedono un lavoro di analisi di tutti gli aspetti in gioco, per trovare il necessario equilibrio tra la tutela della loro “anima” e la loro sostenibilità economica, tra la conservazione della tradizione e della memoria, di cui i mercati sono ancora pezzi importanti, e l’indispensabile rinnovamento per rispondere alle esigenze della vita delle persone di oggi. E’ quindi necessario ripensare gli orari, l’offerta merceologica, la qualità, la rete distributiva e soprattutto le nuove funzioni e i nuovi servizi da introdurre per rendere i mercati luoghi vivi, restituendo loro il ruolo di polo centrale dei quartieri.
Questo a nostro avviso è l’unico percorso virtuoso per la tutela e il rilancio di un bene comune, da opporre con fermezza ai tanti tentativi di trasformazione dei mercati in qualcos’altro, qualcosa che poco ha a che fare con l’interesse pubblico e molto con il profitto privato. La nostra esperienza di tenace (e vittoriosa) opposizione alla Delibera 129/2011, quella dello scambio immobiliare di tre mercati coperti (che ci ha portato a mettere in atto un presidio di 4 mesi in Campidoglio contro quella e altre delibere urbanistiche) e ai Project Financing dei mercati rionali previsti dalla precedente maggioranza, ci ha insegnato che esiste un fronte ampio e bipartisan che vede i mercati coperti soprattutto per il loro potenziale immobiliare e per le possibili speculazioni edilizie, in particolare per i mercati situati in zone di pregio. E se siamo consapevoli della penuria di risorse pubbliche che servirebbero per affrontare le condizioni non ottimali in cui versa la maggior parte degli edifici, e quindi non escludiamo aprioristicamente la possibilità di un intervento economico di privati per la ristrutturazione e la riorganizzazione dei mercati, desideriamo avere le più ampie rassicurazioni che, qualunque iniziativa venga intrapresa, sia garantita la totale regia pubblica, strettamente ancorata all’interesse pubblico, portata avanti attraverso la consultazione della cittadinanza e di tutti i soggetti interessati. E condotta all’insegna della trasparenza.
E vorremmo soprattutto un impegno preciso da parte dell’amministrazione a non prestarsi a operazioni speculative come quelle della Giunta Alemanno, che prevedevano l’abbattimento e la ricostruzione dei mercati coperti con la restituzione pubblica della sola area mercatale, “compressa” tra vari piani di parcheggi interrati privati e vari piani di uffici, locali commerciali e appartamenti, sempre privati, grazie a una variante urbanistica già “pronta”. E anche a non cedere a soggetti in parte o del tutto privati – come quelle Spa in cui insieme agli enti locali ci sono banche, associazioni di categoria, imprenditori etc – la proprietà e/o la gestione delle strutture.
Il nostro convegno non è un’iniziativa estemporanea, ma vuole essere l’inizio di un percorso di riflessione e di una serie di iniziative che continueranno nel tempo con lo scopo di mantenere una continua interlocuzione con le istituzioni e di sollecitare l’attenzione della cittadinanza per la difesa e il rilancio di questo patrimonio collettivo.
Nel corso del convegno saranno presentati i risultati di un questionario sottoposto dal gruppo di lavoro Difendiamo i Mercati Rionali ai presidenti di una trentina di mercati coperti di Roma, come sintetico aggiornamento dell’indagine del CNA del 2012. Nella sala del mercato sarà possibile esporre materiali e documentazione di progetti e espeirenze dei territori. Interventi del convegno, insieme ai vari materiali e ai contirbuti raccolti, saranno riuniti in una pubblicazione scaricabile dal sito di Carteinregola

LOCANDINA MERCATI copia




Raoul Bova e Tor Sapienza

scusate

Tor Sapienza ci riguarda scrive giustamente in Carteinregola la nostra amica Anna Maria Bianchi (blogger romana). E riguarda in modo particolare noi di CorvialeDomani che dal 2008 abbiamo capito che dalla crisi si esce rilanciando le periferie perché, come dice Renzo Piano, è lì che c’è lo spazio, le energie, il bisogno su cui si può costruire un nuovo modello di sviluppo dopo la crisi irreversibile del modello industriale fossile.

Alfonso Pascale (politico, scrittore) nel suo articolo indica la strada di un nuovo welfare produttivo che realizzi obiettivi concreti nei quartieri periferici.

Noi di Corviale Domani abbiamo da tempo identificato questi obiettivi concreti e, dopo anni di lotte e proposte, abbiamo ottenuto che venissero inseriti nelle Linee guida dell’ATER per rigenerare Corviale.

Noi continuiamo, caparbi, a proporre temi, miglioramenti, osservazioni, progetti perché l’occasione dei lavori al palazzo ATER, finalmente assunti come priorità dalla regione, siano l’occasione per il rilancio produttivo dell’intero quadrante.

Ma di una cosa siamo assolutamente certi, e Tor Sapienza ci rafforza in questa consolidata convinzione: senza legalità e sicurezza non si fa la rigenerazione del palazzo. Ce l’hanno fatto capire i bambini con la loro accorata lettera a Cantone e don Ciotti. Ne siamo talmente convinti che su queste parole d’ordine apriremo i lavori di un seminario di riflessione e confronto che faremo al CESV (Centro servizi per il volontariato) il prossimo 4 dicembre (salva la data).

La partita ora è portare al centro del dibattito politico cittadino il tema delle periferie come occasione per sanare l’abbandono di anni rilanciando un’economia di nuovi servizi fondata sull’ambiente, il risparmio e l’autoproduzione energetica, il riciclo dei rifiuti, l’autoproduzione di cibo a chilometro zero.

Per fare tutto questo dobbiamo far conoscere le nostre lotte, i nostri progetti, le nostre idee. E’ una lotta impari contro un sistema dell’informazione concentrato solo sulle dispute di nomi tra chi saranno i prossimi assessori. Noi a questo proposito diciamo solo che al Campidoglio occorre un cambio di passo: meno vetrine e spot e più attenzione al cuore della città e dei suoi problemi. Cuore che ormai da tempo si è spostato fuori dal centro in quelle periferie dove vive e soffre la maggior parte dei romani.

E non è un caso se Scusate se esisto, ottima parabola della difficoltà di emergere per gli outsider, sia non solo ambientato ma interamente scritto sulla storia delle speranze di rigenerazione di Corviale.

Concludiamo, come nel film: “speriamo”.

https://www.youtube.com/watch?v=fDWSpqQiH4I

 

 




Tor Sapienza, ci riguarda…

I fatti di Tor Sapienza ci costringono a guardare in faccia la realtà: in tutta la città sta montando un’intolleranza verso gli stranieri che bisogna affrontare seriamente,  prima che sia troppo tardi. E non possiamo limitarci a invocare  l’intervento   della politica e delle istituzioni: dobbiamo farcene carico tutti, anche noi comitati di quartiere, che  possiamo trovare il  modo per affrontare i problemi  con giustizia e responsabilità, tenendo a bada quell’ ondata di irrazionalità che potrebbe  distruggere anni di impegno sui territori.

Trailer non morire fino a domaniNon Morire Fino a Primavera Documentario realizzato da Camilla Ruggiero (prodotto da Il Labirinto) all’inizio di quest’anno nel Centro di Accoglienza di Tor Sapienza, teatro degli scontri di questi giorni (2014) (> guarda il trailerhttp://vimeo.com/83641304 )

Mentre  il dibattito cittadino continua a squadernarsi   sulla vicenda delle multe del Sindaco,  il malessere,  non solo delle periferie, sta diventando sempre più irreversibile. Per troppo tempo, in una sorta di rimozione collettiva,  soprattutto  della politica e dell’informazione, l’attenzione   si è  concentrata (inutilmente)  su  contingenze come il traffico, il  trasporto pubblico, il degrado, senza mai guardare davvero cosa stesse montando in città sotto il solito  tran tran.  E  lo scontento ha  cominciato a tracimare,  come i fiumi quando piove molto a monte, o  come la terra quando frana all’improvviso perchè si sono tagliati tutti  gli alberi, finendo   inesorabilmente   addosso  ai soliti  “diversi”.  Si è creato nel tempo un  “humus”  micidiale, che è  il risultato di quei problemi cronici di Roma  mai affrontati sul serio da decenni – la mancanza di alloggi a distanze decenti, le ore di vita perse nel traffico, i quartieri/ghetto senza servizi  –  a cui si è aggiunta la crisi,  che ha cancellato, insieme ai posti di lavoro, quel senso di sicurezza minimo per affrontare le difficoltà della vita senza angoscia,  più   quella sorta di  “mutazione genetica”  dei rapporti sociali, con  esistenze  sempre più consumate in ambiti ristretti  e lo smantellamento di comunità, legami, solidarietà.

 

Si percepisce  oggi  uno smarrimento  generalizzato che va molto al di là delle difficoltà  quotidiane,  che è in cerca di responsabili da additare.  E troppo spesso abbiamo visto il malessere   imboccare  la strada più facile, quella di difendere  la propria dignità  a scapito di quella di qualcun altro.   Sta succedendo  in tutti i quartieri,   anche in quelli centrali, lontani dai centri di accoglienza e dai campi Rom, dove si guarda con sospetto l’aumento dei negozi etnici  o l’” occupazione” dei giardinetti da parte delle comunità straniere.  Succede sul web, in conversazioni di gruppi di cittadini dove si incappa sempre più spesso  in considerazioni razziste di cui nessuno si vergogna e di cui nessuno si scandalizza. Intendiamoci, i problemi di convivenza sono drammaticamente reali e sono andati peggiorando, sia  per la mancanza di politiche  efficaci di integrazione, sia,  soprattutto,  per le poche risorse  disponibili per assicurare a tutti i diritti fondamentali (dagli alloggi ai posti all’asilo). Scarsità di servizi  che suscita spesso  quel “noi prima di loro” che suona razzista soprattutto a chi la casa ce l’ha, ma che in genere è dettato solo dalla disperazione di chi si sente scivolare verso gradini più bassi  della scala sociale. Come  è  un  problema, forse meno appariscente,   la mancanza  di spazi pubblici di incontro per chi  ha pochi soldi: in molte zone della città  l’ostilità monta intorno a quelle  piazze in cui si danno appuntamento gli stranieri, che  spesso  diventano luogo di schiamazzi e mondezzai e latrine a cielo aperto.  E soprattutto monta dove aumenta la microcriminalità: bisognerebbe capire se è davvero collegata alla presenza di  campi  o  di insediamenti di immigrati,  e cercare le soluzioni per riportare un senso di sicurezza nei territori. E garantire “tolleranza zero”  per lo spaccio, chiunque lo pratichi. Questioni da affrontare seriamente,  ascoltando i punti di vista di tutti e  garantendo il rispetto delle regole da parte di tutti.  Le istituzioni hanno grandissime responsabilità in quello che è successo, per aver sottovalutato il problema (da anni e anni) e aver lasciato soli i cittadini di fronte a situazioni critiche. Ma la realtà mostrata da Tor Sapienza  riguarda tutta la città e ognuno di noi:  le realtà territoriali – non solo quelle delle zone “a rischio” – dovrebbero diventare  parte attiva anche per la prevenzione o la composizione  dei conflitti sociali.  Prendersi cura del proprio quartiere è importante, ma non bisogna perdere di vista che vuol dire prendersi cura anche e soprattutto della comunità delle persone che ci abitano. Non possiamo permettere che  gli immigrati diventino ancora una volta i “responsabili” su cui si riversa tutta la paura e l’insofferenza del mondo. Facciamo la nostra parte.

annaemmebi@gmail.com

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Vai ai credits e alla sinossi del documentario

Leggi anche La pentola a pressione della rabbia sociale  I luoghi sono fatti dalle persone, innanzitutto. Poi, ma solo poi, anche i luoghi fanno le persone
14 novembre 2014 di Claudio Lombardi di Carteinregola

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RASSEGNA STAMPA

Cinquequotidiano 14 novembre 2014 Comune di Roma, a Tor Sapienza fra degrado e malavita Il quartiere al centro degli scontri di questi giorni vive un degrado che viene da lontano

huffingtonpost 2014/11/14 Tor Sapienza contesta Ignazio Marino. La lettera dei rifugiati: “Temiamo per la nostra vita”

Repubblica 14 novembre Tor Sapienza, Marino va dagli abitanti: “Qui per ascoltare i cittadini”. Fischi e contestazioni

Repubblica 14 novembre 2014  Intervista a Roberto Morassut – “La biblioteca, i punti verdi la rinascita del quartiere bloccata dal centrodestra” di Boccacci Paolo

Il Messaggero 13 novembre 2014 Tor Sapienza, incappucciati e bombe carta: la procura indaga sugli infiltrati di estrema destra di Cristiana Mangani

Europa 12 novembre il video degli scontri

scontri tor sapienza 12 novembre 2014

Roma Today 11 novembre 2014 Tor Sapienza, la rivolta diventa guerriglia: nuovo assalto ai rifugiati, tensione con la polizia La protesta dei manifestanti degenera in violenza. Un giovane sarebbe rimasto ferito. Sul posto anche i vigili del fuoco per domare l’incendio di auto e cassonetti. Contusi anche quattro poliziotti

Repubblica 25 settembre 2014 Immigrazione, Marino: “A Roma 7400 rifugiati. Centri di accoglienza anche a Parioli” Il sindaco: “Priorità Corcolle. Ho parlato con il prefetto Pecoraro, soluzione ai disagi nelle prossime ore”

BIBLIOGRAFIA

Copertina anterioreLe banlieues: immigrazione e conflitti urbani in Europa di Umberto Melotti Meltemi Editore srl, 2007 – 118 pagineL’esplosione dei conflitti nelle banlieues di Parigi e di molte altre città della Francia nel novembre del 2005 ha portato alla luce, in modo eclatante, i nuovi conflitti urbani variamente connessi con l’immigrazione. Questi conflitti, di natura assai complessa (etnica, sociale, generazionale, culturale, religiosa), avevano già cominciato a manifestarsi sin dagli anni Cinquanta in tutti i paesi europei caratterizzati da una significativa immigrazione (Regno Unito, Francia, Germania) e ora si affacciano anche in Italia, ormai diventata il quarto paese d’immigrazione dell’Unione Europea. Il libro affronta la questione da varie angolature, grazie ai contributi di tre noti sociologi da tempo

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