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L’arte ci salverà

arteL’arte è un settore purtroppo sottovalutato nel nostro Paese, mentre invece potrebbe rappresentare un volano importante capace di rilanciare investimenti, occupazione e sviluppo. Basterebbero infatti anche solo pochi accorgimenti in questo ambito per ottenere un effetto domino rilevante.
L’azione pubblica a sostegno dell’arte

Appena qualche anno fa si parlava di “Stato culturale”; più recentemente circola la definizione “cultura bene comune”, come se le parole potessero diventare vere soltanto pronunciandole. I tempi sono corruschi, gli esiti della crisi imprevedibili, ma possiamo star certi che niente sarà più come prima: che l’azione pubblica possa ancora essere ecumenica, orientata al mantenimento dello status quo, preoccupata dal bisogno di sopravvivenza del sistema culturale, e soprattutto basata esclusivamente su sussidi finanziari, appare soltanto nostalgia per un ordine delle cose sul viale del tramonto.

In un paradigma economico e sociale che si trasforma radicalmente il ruolo del settore pubblico passa con decisione dal mecenatismo acritico alla regia strategica, con l’obiettivo ultimo di indirizzare le risorse culturali verso la crescita dell’economia e della qualità della vita, innervandosi nei processi creativi, produttivi, di relazione e di scambio dell’intero sistema territoriale. Tanto l’approccio quanto i meccanismi e gli strumenti dell’azione pubblica devono dunque mutare direzione e articolarsi costruendo un palinsesto fertile ed efficace per l’espansione e il consolidamento dei mercati dell’arte e della cultura.

La cultura nei suoi molteplici profili (pubblico, privato e non profit) rappresenta il sistema più fertile ai fini di una crescita fondata sulla progettualità, sull’investimento e sul capitale umano. L’azione pubblica, in questo quadro strategico, deve fondarsi sulla regolamentazione, sulla politica fiscale e tributaria, sull’incentivazione della responsabilità imprenditoriale. Uno dei primi passi strategici da compiere è una vera e sistematica defiscalizzazione della cultura in tutti gli anelli della catena del valore (creazione, produzione, scambio, diffusione).

Quanto vale l’arte?

L’arte è certamente un bene destinato al consumo condiviso e pertanto alla moltiplicazione progressiva del valore: attiva una reazione molteplice che connette i profili estetici con quelli storici e formativi, ma riguarda anche aspetti tecnici, tecnologici, relazionali e critici, per approdare alla qualità della vita urbana. In questo senso l’arte è uno specchio eloquente della sensibilità culturale e della responsabilità sociale. Non è sicuramente evanescente, ma sarebbe altrettanto dissennato considerarla un bene ordinario come un oggetto manifatturiero qualsiasi, utile forse ma privo di significato, soprattutto gravato da un’imposta sul valore aggiunto con aliquota ordinaria al 22%.

Si tratta di un insieme piuttosto ampio e certamente rilevante. Il Rapporto Eurostat 2009 stima la dimensione delle cultural activities e cultural occupations in oltre 3,6 milioni di addetti, ossia l’1,7% dell’occupazione totale. Più che la dimensione conta la qualità di queste professioni, cioè la loro capacità di innervare i processi economici con visioni strategiche, orientamenti innovativi, inclinazione alle sinergie, tutti ingredienti senza i quali uno sviluppo concreto e sostenibile dell’economia non è prospettabile.

Il caso italiano, non sorprendentemente, mostra alcuni punti di fragilità che collocano il Paese in coda agli Stati dell’UE27. La vulgata include convenzionalmente nel settore culturale il patrimonio artistico, architettonico e archeologico del passato, mostra una certa riluttanza a considerare culturali gli spettacoli, e resiste in modo variegato ma spesso acceso all’idea che l’arte contemporanea possa godere di piena cittadinanza nel sistema culturale. L’effetto di questa sorta di ossessione conservativa si vede nelle dimensioni contenute – e certamente inferiori al potenziale – dell’occupazione culturale, appena l’1,1% della forza lavoro attiva, contro il 2,3% dei Paesi nordici e il 2% di Germania e Gran Bretagna. Peggio di noi solo Slovacchia, Portogallo e Romania. Tra i paradossi dolorosi che ne scaturiscono c’è l’inefficacia dell’investimento in capitale umano: l’Italia vanta la più elevata percentuale di studenti delle discipline umanistiche, ma soffre al tempo stesso il mercato del lavoro più rigido e bizantino; il brain drain si manifesta tanto sul territorio quanto tra i settori produttivi.

Ostacoli tributari: un’IVA troppo alta

Nella complessa e talvolta contraddittoria disciplina tributaria italiana c’è un dato cui è utile far riferimento: l’imposta sul valore aggiunto prevede tre possibili aliquote: quella ordinaria del 22% e due aliquote relative a specifiche categorie di beni e servizi, pari al 10% e al 4%. L’editoria in tutte le sue fasi (industria editoriale, stampa quotidiana e periodica, composizione, duplicazione, lega-toria, etc.) si avvale dell’aliquota minima (4%) con lo scopo di agevolarne le dinamiche economiche, di facilitarne la diffusione, di incentivarne il consumo grazie al contenimento dei prezzi finali. La solidità dell’industria ne garantisce la stabilità dell’occupazione, e ne apre ulteriori canali d’accesso.

Ora, il sistema dell’arte contemporanea mostra in Italia alcuni elementi di fragilità dovuti a forti vincoli istituzionali e fiscali e alla pervasività della crisi che si concretano in un valore medio degli scambi inferiore a quanto registrato in altri Paesi. Tuttavia i collezionisti italiani occupano la quarta posizione mondiale – dopo Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina – per la spesa destinata al contemporaneo. Si tratta di uno snodo che potrebbe rivelare notevoli ricadute strategiche, rafforzando e consolidando il collezionismo pubblico e privato (tanto individuale quanto societario) e rendendo l’Italia un credibile hub di scambio internazionale per l’arte contemporanea. In questo quadro la riduzione dell’imposta sul valore aggiunto è un passo ineludibile.

Gli esiti di una misura che riduca in misura rilevante l’IVA sugli scambi d’arte vanno valutati tenendo conto che a fronte di una riduzione fisiologica del gettito rebus sic stantibus, si registrerebbe in tempi ragionevolmente brevi un aumento del gettito stesso a causa dell’emersione di transazioni tuttora occulte e illegali, dell’espansione degli scambi incoraggiata da un’aliquota inferiore del 18% rispetto a quella attuale, dell’attrazione di nuovi collezionisti attualmente posizionati sui mercati esteri. Se ne gioverebbe l’intero mercato dell’arte contemporanea, con una crescita progressiva di imprese, organizzazioni e professioni direttamente e indirettamente connesse.

Un ulteriore punto fragile di grande rilevanza risiede nella differenza tra i regimi IVA in Paesi diversi. In particolare collezionisti, imprese o istituzioni che acquistano un’opera d’arte in un Paese con l’imposta sul valore aggiunto ad aliquota bassa possono importare in Italia quanto acquistato con un aggravio minimo (una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 2010 fissa al 10% l’IVA complessiva) o addirittura senza alcun aggravio, il che costituisce un forte incentivo verso l’acquisto all’estero, drenando la capacità del nostro Paese di agire come hub dell’arte contemporanea a fronte della frequenza, dell’intensità e del valore delle transazioni realizzate dai nostri acquirenti individuali, imprenditoriali e istituzionali.

Non si trascuri, infine, il vantaggio sistemico che potrebbe derivare da una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto sull’arte contemporanea: il rafforzamento del sistema genererebbe una cascata di effetti che si propagherebbero sull’intero tessuto sociale e urbano, cominciando a segnalare l’arte contemporanea come uno dei driver di fondo dello stile di vita italiano, con ripercussioni positive su una varietà di comparti produttivi (si pensi, ad esempio, al turismo internazionale, alla ricerca e alla formazione, ai distretti dell’artigianato di qualità) e sulle risorse umane che ne declinano le dinamiche e la crescita.
di Stefano Monti e Michele Trimarchi
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FIERA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

arte fiera24/27 GENNAIO 2014
A BOLOGNA 172 GALLERIE (+ 27% SUL 2013), 1500 OPERE DI OLTRE 1100 ARTISTI ITALIANI E INTERNAZIONALI.
LE NOVITA’:L’APERTURA ALL’OTTOCENTO, IL FOCUS SUI PAESI DELL’EST EUROPA E SULLA CINA, LA FOTOGRAFIA IN CITTÀ LA MOSTRA “ARTE FIERA COLLEZIONISMI – IL PIEDISTALLO VUOTO. FANTASMI DALL’EST EUROPA” DI MARCO SCOTINI TORNA ANCHE ART CITY E IL SABATO LA MAGIA DI ART WHITE NIGHT

Arte Fiera, oltre a confermare la propria leadership nazionale, si afferma come una delle principali fiere europee dell’arte moderna e contemporanea, crescendo in numero di espositori e settori rappresentanti. L’edizione 2014, la 38ma, andrà in scena a BolognaFiere dal 24 al 27 gennaio 2014 registrando un aumento importante delle Gallerie selezionate che saranno 172, divise in 5 sezioni, con un aumento del 27% rispetto alla precedente edizione. La lista completa è consultabile on line sul sito di Arte Fiera e contiene al suo interno i nomi più importanti del panorama nazionale. Sono 118 le gallerie di moderno e contemporaneo, di cui una decina dedicate alla seconda metà dell’’800, 20 quelle specializzate nella fotografia, 10 che hanno puntato al Focus sull’Est Europa, 15 al Solo Show e 7 nelle Nuove proposte, sezione dedicata ai giovani artisti. Ben più di 1500 in totale le opere esposte e oltre 1.100 gli artisti presenti con una propria opera, dai nomi più noti e consolidati, alle giovani promesse dell’arte contemporanea, ai capolavori ancora poco conosciuti dell’Est Europa, così come artisti di grande valore del tardo 800 italiani e stranieri, e i grandi fotografi, categorie che rappresentano una delle principali novità della manifestazione. Saranno presenti, inoltre, più di trenta fra case editrici, librerie specializzate in arte e istituzioni museali.
“La crescita di partecipazione ad Arte Fiera è ancora più importante – ha sottolineato il presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli – perchè è il risultato della nuova impostazione promossa dai direttori artistici come fiera curatoriale. In questo modo Arte Fiera torna ad essere l’appuntamento di riferimento per il mondo dell’arte moderna e contemporanea, che valorizzando le gallerie partecipanti propone temi e percorsi al mercato e al sistema dell’arte, oltre che fiera, quindi, un grande evento culturale”.
La Fiera si svolgerà nei due Padiglioni storici che già l’anno passato hanno accolto la rinnovata formula espositiva di Arte Fiera, i padiglioni 25 e il 26 realizzati dall’architetto
Benevolo che con le loro grandi vetrate permettono alla luce naturale di esaltare le opere in mostra, occupando un totale di 10.000 metri quadrati di superficie espositiva.
Arte Fiera si ripropone come l’evento leader in Italia per tutti gli appassionati e i collezionisti dell’arte che va dal moderno al contemporaneo. Un primato costruito nel tempo con una sapiente organizzazione da parte di BolognaFiere e un’attenzione costante nel proporre la massima qualità ai collezionisti che si recano a Bologna.

LA “NUOVA” ARTE FIERA
L’edizione 2014 di Arte Fiera è frutto di una scelta precisa dei due direttori artistici, che hanno adottato un’impostazione più curatoriale degli agli anni precedenti, con l’obiettivo di qualificare ulteriormente l’impianto di AF rendendola più competitiva rispetto ad altre fiere italiane ed internazionali. Molte collezioni, infatti, si stanno aprendo alla multidisciplinarietà, includendo opere ed oggetti di differenti epoche e stili. Dalla prossima edizione la proposta delle opere in esposizione e in vendita si amplia per tipologia – pittura, disegno, scultura, video installazione, fotografia – e per periodi storici grazie all’introduzione di alcune nuove sezioni. Dalla seconda metà dell’Ottocento, periodo storico che per la prima volta viene introdotto, sino all’arte emergente e dei paesi dell’Est Europa, per arrivare alla fotografia (in collaborazione con MIA Art Fair di Milano), in linea con le tendenze internazionali che vogliono offrire al collezionista una proposta quanto più completa possibile.

Paesi dell’Europa Orientale
Una Special Focus Section curata da Marco Scotini, dedicata a questa area geografica selezionata per il 2014, la cui economia emergente ha dato un grosso slancio al mercato dell’arte e alla scena culturale in genere. In Fiera le dieci gallerie di questa area saranno riunite in un settore specifico, mentre in città la mostra “Arte Fiera Collezionismi – Il Piedistallo vuoto. Fantasmi dall’Est Europa”, allestita presso il Museo Civico Archeologico (dal 24 gennaio al 16 marzo 2014) esporrà le collezioni italiane (per citarne alcune come Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Nicola Trussardi, la Collezione Enea Righi, Collezione La Gaia di Torino, Collezione Maramotti) e gli artisti internazionali (Ilya Kabakov, Vyatscheslav Akhunov, Jiri Kovanda, Julius Koller, Ion Grigorescu, Nedko Solakov, Deimantas Narkevicius, Mircea Cantor) in una grande rassegna dedicata alla scena artistica dell’area post-sovietica contemporanea.

L’ottocento
Tra le novità l’apertura, proposta e condivisa dai Direttori artistici, all’arte della seconda metà dell’Ottocento, in una visione curatoriale che punta l’attenzione sulla capacità di molti artisti del secolo precedente di anticipare i tempi a venire. Una scelta che conferma una tendenza generale, riscontrabile in diverse altre fiere d’arte, che gioca proprio sul confronto fra antico, moderno e contemporaneo. Da qui il coraggio di affiancare l’Ottocento dei Macchiaioli, di De Nittis, di Boldini, di Lega alla contemporaneità, in una visione dell’arte che prescinda e superi confini temporali e geografici. Sono una decina di Gallerie italiane coinvolte con l’obiettivo di qualificare ulteriormente Arte Fiera rendendola più competitiva rispetto ad altre fiere italiane ed internazionali.

La Fotografia
Per questo appuntamento, curato da MIA Fair, sono state selezionate 20 gallerie che presenteranno progetti di artisti italiani (Franco Fontana, Vittore Fossati, Maurizio Galimberti, Mario Giacomelli, Paolo Ventura) e internazionali quali Andres Serrano (Cuba), Robert Gligorov (Macedonia), Gohar Dashti (Iran) e Olivier Roller (Francia). L’intento è proporre un percorso dalla fotografia storica a quella contemporanea sviluppato sia da fotografi affermati che emergenti, grazie a stand che affronteranno in maniera trasversale il lavoro di più autori attraverso tematiche come il viaggio e i non luoghi o come l’indagine sul corpo e gli spazi, vi saranno inoltre stand monografici.
Accanto alle grandi sezioni dedicate all’Arte Moderna e Contemporanea, alla sezione riservata alle nuove proposte dell’Est Europa, sulla scia del successo dell’ediziojne precedente Arte Fiera conferma “Solo Show”, le piccole monografiche di grandi interpreti del moderno e del contemporaneo. Infine “Nuove Proposte”, sezione riservata alle gallerie che presentano esclusivamente artisti nati dopo il 1979.

Arte e collezionismo cinese con BolognaFiere SH Contemporary
Il mercato del collezionismo dell’arte contemporanea cinese avrà una particolare attenzione all’interno di Arte Fiera che collaborerà alla nuova edizione in Cina di BolognaFiere Sh Contemporary, la principale fiera d’ arte contemporanea in Cina, organizzata da BolognaFiere a Shanghai dall’11 al 14 settembre 2014. La collaborazione darà vita alla mostra “Discovering Ink”, a cura di Guido Mologni, direttore di Sh Contemporary. L’uso dell’inchiostro su carta nell’arte cinese è un elemento ricco di storia e di significato con profonde influenze che arrivano fino ai giorni nostri. La mostra è la prima testimonianza in Italia in questo ambito e annovera importanti artisti cinesi che sul piano internazionale si sono imposti negli ultimi anni, quali Qin Feng, Qui Deshu, Zhang Hao e altri.

ARTE FIERA EVENTI
Arte Fiera Conversations
Arte Fiera 2014 rinnova il ricco e qualificato programma di “Conversations”, almeno dodici tra incontri e tavole rotonde sullo stato del mercato dell’arte che vedranno come protagonisti galleristi, curatori, direttori di musei e collezionisti di primo piano nel mondo dell’arte moderna e contemporanea. Particolare attenzione sarà data ad alcune importanti Corporate Collections internazionali quali EVN Group, Lhoist, VAC Foundation, Erste Foundation, ai temi della creazione artistica nei Paesi dell’Europa Orientale, dell’Asia Centrale, della Cina e naturalmente d’Italia.

Art City Bologna e Art white night
Tutta la città di Bologna, nei giorni di apertura di Arte Fiera, sarà coinvolta e diventerà essa stessa un grande contenitore e palcoscenico per numerosi eventi legati all’arte contemporanea e moderna. In collaborazione con il Comune di Bologna, assessorato alla Cultura, sarà riproposto ART CITY, il calendario di iniziative che si svolgeranno nei musei
cittadini, curato e coordinato da Gianfranco Maraniello , direttore del MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La notte del sabato sarà poi tradizionalmente dedicata alle proposte degli operatori commerciali e culturali bolognesi, con la Art White Night che ogni anno richiama decine di migliaia di persone a Bologna per la Notte Bianca dell’Arte.

Premio Euromobil under 30
Agli artisti under 30, nati dopo il 1983, è riservato il Premio Euromobil under 30, ottava edizione, promosso dal Gruppo Euromobil, main sponsor della manifestazione. Il Premio sarà assegnato da una qualificata giuria di critici ed esperti del settore. La premiazione avverrà durante sabato 25 gennaio, alle ore 16.00, nello Spazio del Gruppo Euromobil “I luoghi dell’arte, i luoghi del design” e il vincitore sarà invitato a “interagire” con le collezioni del Gruppo Euromobil.
link al sito
ticket online
mappa interattiva degli eventi in città
le opere selezionate dai galleristi




Studio aperto

savino




Video > Happening Monica Melani – (prima giornata Forum Corviale 2013)

 

Monica Melani leader di Corviale Domani

Monica Melani leader di Corviale Domani

 




Napoli, inaugurata la metro Quartieri Spagnoli: «È la più bella d’Europa»

metroLa metro arriva nel cuore dei Quartieri spagnoli a Napoli: la seconda uscita della stazione Toledo della Linea 1 è stata inaugurata oggi.
La seconda uscita, aperta ai passeggeri a partire dalle 14, completa il tema del progettista catalano Oscar Tusquets Blanca che attraverso i colori ha indicato sui muri della metro i livelli di profondità: il nero per la terra, l’ocra del tufo, l’azzurro dell’acqua. Due tapis roulant conducono da Toledo a Montecalvario e sui pannelli retroilluminati ci sono gli scatti del fotografo Oliviero Toscani, raccolti nell’opera Razza Umana.
Dai 50 metri di profondità si risale con la scala mobile più lunga d’Europa, circa 60 metri, superando un dislivello di 31 metri. I pannelli in nero portano la firma dell’artista statunitense Laurence Weiner e l’ingresso è decorato dal pannello in mosaico di ceramica di Francesco Clemente.
«La stazione rientra nel piano di completamento – spiega il presidente della Metropolitana di Napoli, Giannegidio Silva – della linea che ci porta a inaugurare due stazioni all’anno con un ritmo regolare».
L’intera Linea 1 Dante-Garibaldi ha costo complessivo di più di 1,3 miliardi di euro ed è inserita tra i Grandi Progetti approvati dall’Unione Europea. La Regione Campania ha assegnato più di 700 milioni di euro di risorse Por, cui si aggiungono 659 milioni di altre risorse (fondi statali, fondi privati e mutui del Comune di Napoli). Dal Por sono stati già erogati 434 milioni.
«Un’opera funzionale che collega via Toledo con i Quartieri spagnoli e che ha portato a una riqualificazione importante» ha detto il sindaco di Napoli. Fatti salvi imprevisti dell’ultim’ora, «il prossimo 30 novembre ci sarà l’inaugurazione della stazione metropolitana, sempre Linea 1, di piazza Garibaldi» e «dal primo dicembre partiranno i cantieri per la tratta Centro direzionale-Capodichino».
«Non è un caso che abbiamo inaugurato l’uscita di Montecalvario durante la settimana della mobilità sostenibile – ha affermato -. Ed è frutto del lavoro sinergico e forte tra Regione Comune e metropolitana».
«Questa stazione verrà premiata in settimana a Londra come la più bella stazione d’Europa – ha concluso il sindaco – un bel segnale per la città».
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