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Rigenerazione urbana: le misure fiscali proposte dall’ANCE

Ridurre al minimo le imposte a carico delle imprese acquirenti i fabbricati usati, ed estendere la detrazione Irpef 50% per le ristrutturazioni edilizie agli interventi di demolizione e ricostruzione con incrementi volumetrici e con miglioramento dell’efficienza energetica
E’ necessario un nuovo approccio anche culturale al recupero urbano, con regole urbanistiche che rendano possibili le operazioni di riqualificazione e gli interventi di demolizione e ricostruzione.

Lo ha dichiarato il presidente dell’Ance Gabriele Buia nel corso di un’audizione che si è svolta ieri presso la Commissione monocamerale di inchiesta sulla sicurezza e il degrado delle città e delle loro periferie, istituita alla Camera dei Deputati.

LA LEVA FISCALE. Il presidente dei costruttori ha sottolineato l’esigenza di individuare misure fiscali che garantiscano la sostenibilità economica degli interventi. Al riguardo, occorre, in particolare:

– incentivare la “rottamazione dei vecchi fabbricati” e la loro sostituzione con edifici di “nuova generazione”, attraverso la riduzione al minimo delle imposte a carico delle imprese acquirenti i fabbricati “usati”;

– estendere la detrazione IRPEF del 50% per le ristrutturazioni edilizie agli interventi di demolizione e ricostruzione con incrementi volumetrici, ammessi come premialità da leggi o regolamenti edilizi locali, e che comportino un miglioramento in termini di efficienza energetica. Lo stesso dovrebbe valere per gli interventi antisismici dell’edificio (es. miglioramento di due classi sismiche definite dall’emanando Decreto del MIT).

Buia ha sottolineato la necessità di aprire un percorso normativo che consenta di intervenire sulle città in maniera rapida, con provvedimenti concreti e immediati per la definizione di politiche per la rigenerazione urbana strategiche per il Paese.

LE DIRETTRICI PER ACCELERARE IL RISANAMENTO DEL TERRITORIO. L’Associazione dei costruttori ha individuato alcune direttrici fondamentali al fine di consentire l’accelerazione delle attività di risanamento del territorio e quindi il suo recupero:

– chiarire che la riqualificazione e la rigenerazione del territorio rappresentano una priorità per l’intera collettività e sono azioni alle quali riconoscere l’interesse pubblico;

– obbligare gli enti locali ad individuare periodicamente gli ambiti di rigenerazione urbana sui quali formulare le proposte anche per sub ambiti;

– invitare gli operatori a presentare proposte di rigenerazione coerenti con gli indirizzi locali basate sull’equilibrio del piano economico finanziario;

– raccordare la pianificazione urbanistica con le altre normative di settore, prima fra tutte quella ambientale, con particolare riguardo alla disciplina delle bonifiche;

– predisporre un quadro di norme e procedure in grado di evitare le lungaggini procedurali e l’incertezza nei tempi di realizzazione delle opere;

– definire istituti e meccanismi attraverso i quali, superare l’immobilismo della proprietà ed il frazionamento della proprietà;

– creare un sistema di convenienze per tutti i soggetti coinvolti: dall’intera collettività ricadente nell’ambito ai singoli proprietari, agli operatori privati.

SISMABONUS. Il sisma-bonus fino all’85% previsto dall’ultima legge di Bilancio “è un ottimo incentivo ma occorre semplificare l’attuazione, sia in termini normativi condominiali, sia in termini di cedibilità del credito da parte dell’esecutore. Un ulteriore passo potrà essere l’individuazione dei meccanismi che rendano in qualche modo cogente gli interventi. Senza contare che intervenendo su edifici condominiali dove appunto la proprietà è frazionata i passaggi da fare si moltiplicano e non è sempre detto che poi si arrivi a deliberare di fare i lavori”.

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Infrastrutture, scuole e periferie: da Ance un piano da 30 miliardi di euro

All’Assemblea degli edili il Ministro Delrio annuncia un tavolo di confronto sulla fase transitoria del nuovo Codice Appalti.
Manutenzione delle infrastrutture, riqualificazione delle scuole, mitigazione del rischio idrogeologico, investimenti sui beni culturali e nel turismo e piano per il risanamento delle periferie. Sono i cinque capisaldi che secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) potrebbero mettere in campo 30 miliardi di euro in tre anni.

Le proposte sono state formalizzate durante l’assemblea nazionale dell’Ance che si è svolta giovedì scorso a Roma. Durante i lavori il presidente, Claudio De Albertis, ha chiesto una moratoria che fino al 31 dicembre 2016 consenta alle amministrazioni di bandire le gare già pronte basate su progetti definitivi anziché sui progetti esecutivi.

L’ipotesi di moratoria è stata scartata, ma il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto sulla fase transitoria del nuovo Codice Appalti per monitorare l’andamento del mercato delle opere pubbliche con un occhio particolare all’edilizia che, riporta l’Ance, tra gennaio e giugno un aumento di 4 miliardi rispetto all’anno scorso.

Il piano da 30 miliardi dell’Ance
“Lo shock collettivo provocato dalla Brexit – ha esordito Claudio De Albertis – ha mostrato l’insostenibilità del regime di austerità promosso dall’Unione Europea, che impedisce investimenti per lo sviluppo e la crescita”. Una nota positiva è rappresentata dalla clausola di flessibilità per gli investimenti e dalla cancellazione del patto di stabilità interno. Grazie a queste novità, nel primo trimestre del 2016 sono aumentate le spese sostenute dai Comuni per la riqualificazione del territorio, la lotta al dissesto idrogeologico, la manutenzione e l’ammodernamento delle scuole.

“Quello che oggi serve – a detta di De Albertis – è un grande Piano di sviluppo industriale e infrastrutturale capace di rinnovare in profondità il Paese. Secondo le nostre valutazioni sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi 3 anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibilità per gli investimenti a livello europeo”.

Sono cinque le linee che l’Ance individua come prioritarie per la ripresa:
– La manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti per garantire il mantenimento di adeguati livelli di servizio e di sicurezza.
– L’accelerazione e l’ampliamento del piano di riqualificazione degli edifici scolastici.
– L’assegnazione delle risorse necessarie alla realizzazione del piano pluriennale di riduzione del rischio idrogeologico annunciato a novembre 2014.
– L’investimento sui beni culturali e sul turismo, come risorse da utilizzare al meglio per avviare, soprattutto nel Mezzogiorno, nuovi progetti di crescita economica.
– Il recupero e il risanamento infrastrutturale e sociale delle periferie con un piano da almeno 5 miliardi di euro gestito da una cabina di regia governativa che individui non solo le aree a maggior rischio, ma anche le modalità di intervento da mettere in atto.

Gli effetti moltiplicativi di queste politiche sarebbero considerevoli. Basti pensare – ha sottolineato il presidente dell’Ance – che “una domanda aggiuntiva di un miliardo di euro nel settore genera una ricaduta complessiva nell’intero sistema economico di oltre 3 miliardi e mezzo di euro e quasi 16mila nuovi posti di lavoro”. Dal canto loro, ha chiesto De Albertis, le imprese chiedono solo di poter operare in un contesto di regole certe.

Codice Appalti, le richieste dell’Ance
L’ANCE ha chiesto che venga previsto il subappalto nel limite del 30% riferito alla categoria prevalente, e non all’importo complessivo dell’appalto, e del 100% nel caso delle categorie scorporabili, al netto delle superspecialistiche, e che sia eliminata la norma che prevede l’obbligo di nominare in gara la terna dei subappaltatori.

Sul fronte delle opere di urbanizzazione a scomputo secondarie, di importo inferiore alla soglia comunitaria, è stato domandato che venga recuperata la possibilità di svolgere la procedura negoziata senza bando

Per la qualificazione Soa, Anche ha chiesto di utilizzare l’ultimo decennio di attività (non quinquennio).

“La scelta di privilegiare l’offerta più vantaggiosa è condivisa dall’Ance – ha spiegato il presidente De Albertis – perché costringe le stazioni appaltanti e le imprese a ragionare sulle offerte e sulla scelta più qualificata. Ma dal nostro mondo viene espressa la preoccupazione che l’applicazione di questa normativa a stazioni appaltanti ben lontane dall’essere qualificate (si stanno ancora definendo le linee guida sul tema) e la mancanza sotto la soglia comunitaria dell’obbligo di sorteggiare nell’albo dell’Anac i commissari per la valutazione delle offerte, possa portare ad una fase di opacità o peggio a fenomeni di corruzione. Chiediamo al Ministro se, per il tempo necessario alla qualificazione delle stazioni appaltanti e al consolidamento dei meccanismi di scelta di commissari di gara al di sopra di ogni sospetto, si possa permettere alle stazioni appaltanti la possibilità di utilizzare il sistema della esclusione automatica delle offerte anomale con il metodo antiturbativa fino all’importo di 2,5 milioni”.

BIM, eonomia circolare e rigenerazione urbana
Il presidente De Albertis si è soffermato anche su altri aspetti utili al rilancio. Innanzitutto “Industria 4.0” per l’informatizzazione di tutti i processi produttivi, che in edilizia non può prescindere dal BIM, poi l’economia circolare per il recupero del 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione, obiettivo in Italia ancora lontano.

Fondamentale anche la leva fiscale per la riqualificazione degli edifici, che deve putnare sui prodotti di qualità, e la rigenerazione urbana attraverso la rottamazione degli edifici e dei quartieri obsoleti.

Alla fine del suo intervento il presidente De Albertis si è soffermato anche sul contratto di cantiere per favorire la sicurezza e la regolarità del lavoro e sull’importanza di accesso al credito per le imprese.

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Social Housing, progetto Ance per valorizzare gli immobili delle banche

Conferire gli asset immobiliari delle banche a un fondo partecipato da Cdp con l’obiettivo di destinarli all’edilizia sociale

Sottrarre alla crisi gli asset immobiliari delle banche, completarli e valorizzarli per destinarli al social housing.
Il progetto, elaborato dall’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), mira anche a dare una soluzione al problema delle sofferenze bancarie (il cui valore è pari a circa 170 miliardi) che in Italia sono garantite da asset immobiliari nel 40% dei casi.

CONFERIMENTO DEGLI ASSET IMMOBILIARI A UN FONDO PARTECIPATO DA CDP. Il progetto, ora al vaglio dell’Esecutivo, dell’Abi, Anci, Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Alleanza delle cooperative, prevede il conferimento di tali asset immobiliari a un fondo partecipato da Cdp con l’obiettivo di destinarli al social housing.
In particolare, spiega una fonte riportata da Il Sole 24 Ore, è prevista la creazione di un fondo specifico per ogni banca aderente al programma. Ogni istituto bancario potrebbe coinvolgere la Cassa depositi e prestiti per individuare gli asset potenzialmente apportabili al fondo e valutarli. Successivamente la Cdp formulerebbe un’offerta all’istituto di credito e all’impresa costruttrice, oppure alla curatela nel caso di procedure giudiziarie. Una volta apportati gli immobili al fondo, l’impresa e la banca parteciperebbero con il 15-20% delle risorse necessarie, ragionevolmente sotto forma di equity.
VANTAGGI PER LE BANCHE E PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI. In questo modo le banche liberano dalle sofferenze i loro bilanci e le imprese edili hanno lavoro una volta apportati gli immobili da completare e valorizzare, per destinarli all’housing sociale.

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Patrimonio edilizio pubblico, accordo Enea-costruttori-Comuni per la riqualificazione

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Interventi pilota in alcune regioni per le smart city, l’efficienza energetica e la messa in sicurezza antisismica e idrogeologica del territorio
Favorire la riqualificazione di edifici, di interi quartieri e di aree urbane con interventi di innovazione tecnologica secondo i modelli più evoluti di Smart City, attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica, l’utilizzo di energie rinnovabili, la messa in sicurezza sismica degli edifici e idrogeologica del territorio.

È l’obiettivo dell’accordo quadro per la messa a punto di studi e progetti da attuare per il complesso edilizio della Pubblica Amministrazione, sottoscritto presso la sede dell’Ance, da Paolo Buzzetti, presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, Piero Fassino, Presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) e da Giovanni Lelli, commissario dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).

Iniziative pilota in alcune Regioni

L’accordo quadro prevede di avviare iniziative pilota in alcune Regioni in cui la collaborazione tra Ance, Anci ed Enea propizierà interventi di riqualificazione energetico-ambientale degli edifici scolastici presenti sul territorio, ma anche di spazi urbani di aggregazione sociale. Queste collaborazioni vogliono essere emblematiche di una più vasta azione da estendere all’intero Paese per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

Enea

L’Enea, inoltre, fornirà il suo supporto tecnico-scientifico per lo studio della pericolosità e del rischio sismico delle diverse aree urbane anche mediante la predisposizione di reti accelerometriche, il monitoraggio e l’analisi dei dati sul comportamento sismico degli edifici, al fine di progettare interventi di adeguamento sismico attraverso l’applicazione delle tecnologie più all’avanguardia. Il supporto comprenderà anche la consulenza per il riconoscimento e il censimento dei fenomeni alluvionali e franosi, e la valutazione della loro pericolosità e del rischio idrogeologico.

La collaborazione è altresì finalizzata a diffondere le conoscenze maturate nel corso delle attività presso i tecnici sia delle Pubbliche Amministrazioni che delle imprese.

Costruttori

L’Ance promuoverà, presso i propri associati, la concreta possibilità di attuare interventi ed iniziative inerenti l’efficienza energetica e la sicurezza sismica e idrogeologica, ponendo le condizioni per la replicabilità degli interventi, grazie alla capillare presenza dell’Associazione sul territorio nazionale.

Comuni

L’Anci intende facilitare il processo di sensibilizzazione e di accrescimento delle competenze delle Amministrazioni Comunali integrando i risultati delle attività messe in atto con il presente accordo con quelle portate avanti dall’Osservatorio nazionale Anci smart cities.

(da casaeclima.com)