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Schizofrenia istituzionale su Corviale

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Nel momento più alto del coinvolgimento istituzionale su Corviale con la visita di Mattarella, memori di tante visite, dobbiamo per onestà intellettuale denunciare una certa schizofrenia istituzionale.

Il momento è certamente quello delle periferie, è lì infatti che va giocata la partita del rilancio del Paese dopo la grande crisi pandemica. Tutti ne sono convinti. Ma, ed è un enorme ma, noi già ricordiamo un’altro momento delle periferie, un eccellente lavoro della Commissione Parlamentare sulle periferie, un piano d’investimenti messo in campo dal governo Renzi, miriadi di progetti tirati in fretta dai cassetti dei comuni in cui giacevano da decenni.

Di realizzato a tutt’oggi poco, con la grande eccezione di Scampia dove il piano procede. E’ vero anche a Corviale i lavori del quarto piano, quelli famosi per il film “Scusate se esisto”, vanno avanti.

Ma il resto, l’enorme resto che ancora aspetta da decenni con i soldi stanziati che restano nei cassetti?

Mai come ora non sono i soldi il problema, ma i soldi non sono mai stati il vero problema, il vero problema è cantierizzare i progetti, alzare le gru e soprattutto organizzare la gestione.

Perchè la grande questione di Corviale, e di tutti gli insediamenti simili, è la gestione.

Il fallimento della sacrosanta politica delle case popolari è la mancanza di una politica della gestione.

Ma lo sapete che le migliaia di abitanti di Corviale, come di tutti gli abitanti dell’edilizia pubblica, non hanno un amministratore di condominio.

Ma ci pensate che, se dalle dichiarazioni si passerà ai fatti, gli abitanti diventeranno – oltre che consumatori – produttori di energia fotovoltaica e non c’è uno straccio di progettualità su come gestire questo passaggio.

Tutto ciò si chiama “COESIONE SOCIALE” parole scritte a chiare lettere in quel PNRR che dovrebbe aggiungere altri soldi per Corviale e tutta l’edilizia pubblica. Ma la cosa più importante che il PNRR porterà sono  tempi certi e stretti di realizzazione. E allora perchè a quasi un anno dall’enorme impegno preso dalla Regione Lazio e dall’ATER con la firma il 19 maggio 2021 con 67 realtà associative di un protocollo d’intesa con un annesso masterplan con tanto di cronoprogramma ancora non c’è uno solo dei tanti tavoli di lavoro programmati?

Allora, a rallentare, c’era – per eufemismo – l’incomunicabilità con il Comune di Roma.

Oggi finalmente Regione e Comune si parlano.

E allora quando cominciamo a pianificare e organizzare l’essenziale cantiere della “COESIONE SOCIALE” con gli attori sociali identificati nel protocollo d’intesa.

E’ tutto ciò che, e ci fa male farlo, chiamiamo schizofrenia istituzionale.

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