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Roma, la città raccontata dalla web arts resistances

Tre cortometraggi narrano una Capitale resistente, inclusiva, creativa, dall’esperienza del Trullo, alla creatività che trova ancora difficoltà ad esprimersi delle street artist donne all’esperimento del Maam
Tre cortometraggi per raccontare una Roma insolita, dove l’arte diventa strumento di resistenza e di rinascita urbana: dal Trullo rianimato da poesia e colori di autori anonimi e conosciuti, alla Pineta Sacchetti dove rivivono le storie di un quartiere raccontate sui muri e sulle serrande, alla sfida delle ragazze della street art, che anche all’ombra del Colosseo si fanno strada in un mondo ancora prevalentemente maschile, al MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, unico museo abitato del mondo, dove una variegata comunità multiculturale e autogestita sta trasformando un ex salumificio occupato sulla Prenestina in un presidio di cultura e diritti.

Il laboratorio. I cortometraggi sono stati realizzati da un gruppo di ragazzi e ragazze francesi che hanno preso parte a un laboratorio di giornalismo partecipativo condotto dall’associazione marsigliese Tabasco Vidéo in collaborazione con il web magazine Babelmed nell’ambito del progetto Web Arts Resistances (www.webartsresistances.net), piattaforma di documentazione e reportage sulle esperienze di cittadinanza che, a Nord e Sud del Mediterraneo, usano pratiche artistiche per coinvolgere e farsi sentire.

Vita di strada. I film sono: Vita di strada e che è girato tra il quartiere della Pineta Sacchetti e la borgata del Trullo: racconta la rinascita di questi due quartieri attraverso l’impegno di chi ci vive e la partecipazione degli artisti, tra poesia, street art e danza hip hop, dai Poeti anonimi der Trullo ai Pittori anonimi del Trullo all’associazione Pinacci Nostri.

Maam Musei fuorilegge. Maam Musei fuorilegge racconta la storia dell’ex fabbrica che viene occupata da un gruppo di famiglie – italiane, sudamericane, rom, di diversi paesi dell’Europa dell’Est e dell’Africa – e coinvolto in un esperimento artistico per riflettere sulla privazione dei diritti di chi vive ai margini o è straniero. Inizia un percorso che porta alla nascita di un vero museo, che si arricchisce giorno per giorno di opere e interventi artistici, proteggendo così chi ci vive dagli sgomberi.

[P]ose ta bombe. Il documentario fa parte di un progetto audiovisivo realizzato da Elodie Sylvain e Caroline Ricco che esplora il fare e lo stare nello spazio pubblico delle ragazze e donne che hanno scelto la street art come campo di espressione. Dopo una prima puntata a Casablanca, la seconda tappa del loro viaggio ha toccato Roma.

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