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Riqualificazione di aree urbane degradate

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(200 milioni dalla legge di Stabilità), pronto lo schema di bando.
Il governo ha definito i criteri per selezionare i progetti di recupero sociale e immobiliare delle aree degradate, da inviare a palazzo Chigi entro fine novembre
Pronto il bando per selezionare i progetti di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate. Lo schema è stato definito da Palazzo Chigi in attuazione della misura prevista dalla legge di Stabilità 2015 (articolo 1 commi 431-434). I fondi attualmente stanziati per attuare la misura (autorizzati dalla legge di Stabilità 2015) ammontano a 50 milioni per il 2015 più 75 milioni per ciascun anno del biennio 2016-2017. In tutto 200 milioni nel prossimo triennio.
Lo schema di Bando (con relativo Dpcm che lo approva) è stato definito da Palazzo Chigi e inviato a Regioni e Comuni per il previsto parere, e affronta ora una condivisione del testo a livello tecnico. Gli interventi di riqualificazione devono aggredire il degrado sociale e possono prevedere «interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione e rigenerazione urbana». Qualche esempio. Possono essere finanziati: interventi per riqualificare beni, pubblici o privati, «che assolvono interesse pubblico» e che abbiano eventualmente valore storico o artistico; lavori su aree da destinare a verde; potenziamento di infrastrutture «per sostenere l’attrattività della scuola e l’orientamento formativo dei giovani»; interventi «finalizzati alla riqualificazione, potenziamento e adeguamento di beni pubblici o privati per assicurare protezione e accoglienza alle vittime della violenza, tratta, sfruttamento e abusi sessuali su minori e adulti».
Il bando precisa cosa si debba intendere per “area degradata”, qualificazione necessaria per ottenere il finanziamento. Vengono individuate otto caratteristiche. Quattro di queste possono essere misurabili in modo oggettivo. Si tratta di: disoccupazione, disoccupazione giovanile, reddito pro-capite e tasso di abbandono scolastico. In questo caso il “degrado” è attestato dal fatto che gli indici relativi a quell’area risultano peggiori della media nazionale (dato Istat).
Vengono anche indicate quattro caratteristiche non misurabili oggettivamente. Si tratta di: «presenza di persistenti fenomeni di devianza e criminalità anche giovanile, ivi compresi quelli relativi a sfruttamento, violenza di genere e abusi sessuali su minori e adulti»; «limitate opportunità culturali, formative e sociali»; «presenza di fenomeni massicci di immigrazione anche irregolare e clandestina»; «presenza di aree compromesse o degradate». Se l’area in questione possiede almeno quattro caratteristiche su otto, potrà concorrere alla selezione.
Le candidature vanno inviate a palazzo Chigi via posta certificata entro il 30 novembre, accompagnate da (tra le altre cose) una relazione descrittiva del progetto, una relazione tecnica, un «progetto definito almeno a livello definitivo» ai sensi del codice appalti.
Il bando fornisce anche la griglia di valutazione dei progetti, con relativo punteggio su base 100. I progetti maggiormente premiati (fino a 30 punti su 100 per ciascun elemento) sono quelli che hanno «capacità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati» e quelli realizzabili più rapidamente («tempestività degli interventi»). La «riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale» riceverà fino a 25 punti su 100. Infine, il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale (anche con interventi di ristrutturazione edilizia) sarà premiato con massimo 15 punti su 100.
A valutare i progetti sarà un apposito comitato con rappresentanti di palazzo Chigi, vari ministeri, regioni, comuni e Demanio.

SCHEMA_BANDO_DPCM

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