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Re-Block, il progetto che salverebbe le periferie

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Una soluzione elaborata per il quartiere di Tor Sapienza ancora mai presa in considerazione dalle istituzioni.
In un periodo come questo, che precede le amministrative a Roma e non solo, si percepisce, diffusissima, la convinzione che nulla nel panorama urbano possa cambiare. Vari volti si alternano, più o meno carismatici, più o meno conosciuti, ma il fortissimo tasso di astensionismo manifesta che la popolazione avverte come poco rilevanti questi cambiamenti, quindi non ne partecipa.

Come dare torto a chi si astiene: fattaeccezione per l’appartenenza a una certa zona politica come può il singolo scegliere il proprio candidato? I programmi sono tutti uguali, le inadempienze sempre le stesse. In particolare, guardando più da vicino Roma, il candidato di turno a richiesta risponde “Ce ne occuperemo”, come se le soluzioni si potessero improvvisare, come se una realtà complessa come la nostra potesse essere “guarita” da due interventi promessi quasi per caso in campagna elettorale.

Ai cittadini vorremmo dare una buona notizia: se le istituzioni volessero accoglierle, le risposte e i piani d’attuazione –studiati, provati, scientifici- esistono. Oggi parleremo del più illustre tra questi, il Re-BLOCK, già annunciato alle periferie, in particolare fatto conoscere a Tor Sapienza, ma evidentemente non compreso e non fattivamente utilizzato.

re-blockProcediamo per punti al fine di tracciare una panoramica su un progetto immenso e dettagliato, ma di cui si possono fornire poche e semplici linee generali adatte anche a chi non ha le competenze e l’esperienza della docente Maria Prezioso (Espon Contact point Italia, professore ordinario di Geografia Economica e Pianificazione del Territorio, Dipartimento di scienze e tecnologia della Formazione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata), colei che porta la filosofia di Re-BLOCK in giro per l’Europa.

– ESPON raccoglie domande e risposte

L’osservatorio europeo ESPON, attivo dal 2002, connette dati, statistiche e studi relativi alle problematiche territoriali più disparate al fine di facilitare la progettazione di strategie risolutive dei problemi oppure adatte a amplificare le potenzialità di un determinato territorio. Per fare una semplificazione, per esempio, il Presidente di uno dei nostri municipi quando si rendesse conto che il suo territorio ha caratteristiche sociali, urbanistiche e problematiche simili a una cittadina nel sud della Francia, potrebbe ispirarsi alle strategie adottate lì, o suggerire ai francesi altre osservazioni che emergono dall’analisi del nostro territorio. In questo modo la pianificazione (in campi come il cambiamento climatico, l’uso del suolo, l’energia, la demografia, l’urbanistica) parte dal basso, è studiata e perfezionata all’interno della piattaforma ESPON e è a disposizione delle istituzioni, che avrebbero serviti su un piatto d’argento i dati su cui lavorare e le idee da prendere in prestito.

– STEMA fornisce le strategie di attuazione pratica

Processo metodologico specifico che definisce le modalità di organizzazione/gestione ambientale e territoriale sostenibili – STeMA. Sintetizzato in step logici, lo SteMA può essere applicato alla scala nazionale (macro), regionale (meso) e provinciale/sub-regionale (micro). L’obiettivo è la coesione del territorio e con questa “scaletta”, chi governa può fissare gli obiettivi specifici e identificare con facilità i mezzi pratici con cui raggiungerli, anche grazie alla possibilità di calcolare i potenziali effetti di determinati atti sul territorio.

– URBACT Re-BLOCK è il risultato CONCRETO

Dieci città in zone molto diverse dell’Europa partecipano al progetto e stanno già ottenendo risultati con una serie di interventi finalizzati a promuovere una rigenerazione efficiente ed efficace degli insediamenti urbani, dei quartieri ad alta densità abitativa e degli edifici di edilizia pubblica migliorando la loro qualità ambientale attraverso l’attivazione di un processo partecipativo (vi ricordo che l’analisi parte dai territori).

Il progetto europeo Urbact Re-Block nasce circa tre anni fa da un’idea e un lavoro di sviluppo coordinato dall’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con oltre 40 realtà culturali, sociali e ambientali locali e punta alla riqualificazione urbana e sociale.

Il progetto non a caso è stato presentato da Maria Prezioso a Tor Sapienza, esiste in concreto uno studio e una proposta pronta per essere attuata riguardo l’area di viale Morandi e viale De Chirico, che ha ottenuto le adesioni del V° Municipio e degli Assessorati alla Trasformazione Urbana e Ambientale di Roma Capitale. Dalle aree verdi, allo smaltimento dell’amianto, all’utilizzo della ex Vittorini come punto di concentramento delle attività delle ONLUS locali e luogo di laboratori artigianali per ragazzi e spazio per papà separati.

Peccato che nulla sia realmente successo, che nessun bando per i fondi europei sia stato vinto (i progetti per la riqualificazione delle periferie sono potenzialmente a costo zero per l’amministrazione capitolina). Il progetto era stato selezionato a livello europeo come migliore piano sulle periferie insieme a quello di Malaga, mancava solo la firma di Ignazio Marino (il bando Ue prevede che sia il comune a percepire l’accredito che si impegna a usare nel progetto), ma per una serie di sfortunati eventi è rimasto nel cassetto.

“E’ come avere in tasca il biglietto vincente della lotteria e non incassarlo”, spiega il presidente dell’Agenzia di Quartiere Alfredo Di Fante. La parola d’ordine è sostenibilità e Re-BLOCK è il progetto in cui essa può essere attuata. Non possiamo permettere che la cittadinanza continui ad assuefarsi a questa disperata deriva: l’esasperazione è alle stelle e le periferie sono polveriere pronte a scoppiare alla minima scintilla. Come al solito, rimaniamo indietro (pur avendo Maria Prezioso così vicina e disponibile!).

Le risposte ai quesiti sui trasporti, sul decoro urbano, sullo sviluppo in tutti i campi sono tutte a portata di mano (e anche i fondi europei lo sono se i progetti sono validi), stiamo ancora aspettando che qualcuno se ne accorga e le faccia proprie. E’ provato e comprovato che le improvvisazioni dei nostri sindaci e gli slogan troppo distanti dalla realtà non hanno minimamente scalfito i numerosi disagi romani. E’ importantissimo che i cittadini siano informati e pretendano una pianificazione sostenibile, partecipata e interdisciplinare che cambi davvero le cose in questa città.

La nostra città non può espandersi a caso, non può essere oggetto di norme completamente sconnesse le une dalle altre, di interventi privi di logica più che mai nelle grandi città e in zone problematiche come le periferie occorre procedere con un progetto tecnicamente valido come Re-BLOCK.

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