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PROPOSTA DI DELIBERAZIONE PER L’AVVIO DEL PERCORSO “VERSO RIFIUTI ZERO” CON L’INTRODUZIONE DI UN PROGRAMMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E DEI SERVIZI DI DECORO E IGIENE URBANA, TRA CUI LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA SPINTA DEI RIFIUTI URBANI

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rifiutiL’ASSEMBLEA CAPITOLINA

DELIBERA

Di dare mandato al Sindaco ed alla Giunta Capitolina ad emettere provvedimenti affinché Roma Capitale, consapevole del suo ruolo nazionale in materia di rispetto dell’ambiente e di tutela della salute dei cittadini dell’area metropolitana di riferimento, assuma l’impegno storico e civile teso al raggiungimento dei seguenti obiettivi in materia di gestione del ciclo dei rifiuti urbani ed assimilati:

  1. Intraprendere il percorso verso il traguardo “Rifiuti Zero” stabilendo il raggiungimento nel più breve tempo possibile degli obiettivi di legge e, comunque, il conseguimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2016 e del 75 % entro il 2020, con almeno il 50% di effettivo riciclo.
  2. Assumere ogni utile iniziativa nei confronti del Governo e del Parlamento per la piena attuazione delle forme di gestione del servizio di igiene pubblica risultanti dal referendum svoltosi il 12 e 13 giugno 2011.
  3. Operare affinché sia attuata la riorganizzazione della raccolta dei rifiuti urbani sul territorio della città di Roma per permettere il raggiungimento degli obiettivi di cui al punto 1, stabilendo la massimizzazione e l’estensione generalizzata della modalità di raccolta “porta a porta” quale sistema adottato in coerenza con quanto stabilito per la tipologia di raccolta per Roma nel Piano rifiuti regionale vigente, coinvolgendo il maggior numero possibile di utenze secondo la programmazione di bilancio delle risorse economiche destinate. Tale riorganizzazione dovrà proseguire il percorso intrapreso dalla città che ha portato a eliminare il conferimento in discarica del rifiuto cosiddetto “tal quale” a partire dall’11 aprile 2013.
  4. Distinguere, attraverso una contabilità separata del ciclo dei rifiuti urbani, la raccolta e il riciclo dalle attività di spazzamento stradale e decoro, con la massima trasparenza in termini tecnici e economici. L’Amministrazione comunale, oltre a rendere pubblico il flusso dei rifiuti urbani in conformità con quanto previsto nella Del. A.C. n. 1/2014 (“Anagrafe pubblica relativa alla raccolta, al recupero, allo smaltimento e agli impianti dei rifiuti solidi urbani”), dovrà descrivere in modo leggibile e trasparente, il flusso delle risorse economiche con indicazione dei costi del servizio impiantistico e dei ricavi derivanti dalla vendita dei rifiuti differenziati.
  5. Ridurre i flussi di produzione di rifiuti con la definizione di un Piano d’azione comunale per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, che sia coerente con il Decreto Direttoriale del MATTM del 7/10/2013, con l’obiettivo di ridurre entro il 2015 i quantitativi di rifiuti prodotti del 10% in peso rispetto a quelli certificati da ISPRA e Regione Lazio nel 2011, con miglioramento continuo per i successivi anni sino al raggiungimento del 20% al 2020 corrispondenti in una quantità massima da avviare a smaltimento non superiore a 150 kg/ab anno; tale Piano conterrà precise modalità di attuazione e strumenti economico-finanziari.
  6. Progettare ed attuare entro il 2015 un sistema di tariffazione puntuale, basato sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti dalle utenze domestiche e non domestiche, con modalità di rilevazione e sistemi tecnologici avanzati da sperimentare in uno o più Municipi in funzione della sua successiva applicazione generalizzata.
  7. Al fine di evitare che i rifiuti speciali non assimilati finiscano nel flusso degli urbani con ingenti aggravi economici della gestione di tale flusso, stabilire che nell’attuazione del sistema di raccolta siano previsti di norma, e soprattutto in fase di avvio di nuove modalità, sia i controlli sugli errati conferimenti, con diffida preliminare e successiva irrogazione di sanzioni, sia la revisione delle banche dati ai fini del recupero dell’evasione tributaria.
  8. Promuovere nel tempo la diffusione delle iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione al riutilizzo dei rifiuti realizzando già entro il 2016, nelle more dell’entrata in vigore dei decreti attuativi previsti dall’art. 180 bis della Legge n. 152/2006 e s.m.i., un progetto pilota di “centri di riuso provvisori” nei quale sia possibile scambiare/donare beni e prodotti intercettandoli prima che acquisiscano lo status di rifiuto. Tali centri di riuso, posti preferibilmente su aree in prossimità dei centri di raccolta, avranno inizialmente

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la finalità primaria di favorire la donazione e lo scambio tra privati di beni e prodotti intercettandoli prima del conferimento come rifiuti nei centri di raccolta e/o nelle “isole ecologiche mobili”. Presso gli stessi centri di riuso saranno attivate iniziative didattiche, culturali, sociali ed educative con l’obiettivo di sensibilizzare ed educare la cittadinanza alla pratica del riutilizzo. Tale sperimentazione dovrà condurre, negli anni successivi, compatibilmente ed in conformità con i citati decreti attuativi, alla diffusione di veri e propri “centri del riuso e riparazione” con la massima diffusione sul territorio comunale, prevedendo un incremento progressivo fino al raggiungimento dell’obiettivo di un centro ogni municipio. Roma Capitale favorisce lo sviluppo della filiera del riutilizzo mettendo a disposizione dei gestori dei centri di riuso, spazi e strutture sia per la ricezione, i laboratori ed il deposito che per la preparazione al riutilizzo.

  1. Perseguire la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani attraverso la massimizzazione dell’autosufficienza impiantistica a livello territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica, privilegiando il recupero di materia dai rifiuti urbani.
  2. Realizzare un’adeguata rete impiantistica a servizio della raccolta differenziata, a partire dai Centri di Raccolta, con l’obiettivo di arrivare ad averne almeno uno per municipio, provvedendo al trattamento della frazione organica differenziata (FORSU) attraverso impianti di digestione anaerobica (con recupero “a freddo” di biometano per la immissione nella rete pubblica o per la vendita per autotrazione) e/o impianti di compostaggio aerobico (da localizzare preferibilmente in prossimità di aziende ed aree agricole) e provvedendo al recupero della frazione secca attraverso gli impianti di selezione e riciclaggio ai Consorzi di filiera della raccolta multi-materiale leggera e degli imballaggi costituenti la frazione secca differenziata.
  3. Provvedere alla riconversione generale degli attuali impianti di T.M.B. di AMA Spa, dedicati alla selezione dei rifiuti indifferenziati, a vantaggio di tecnologie che favoriscano il recupero di materia eliminando progressivamente l’attuale produzione di C.D.R. e il ricorso all’incenerimento. Tale riconversione può avvenire attraverso la modifica del sistema attuale con un sistema di selezione e separazione meccanica di tutte le frazioni del rifiuto indifferenziato al fine di avviarle direttamente verso le diverse filiere industriali. Anche per le plastiche eterogenee non da imballaggio è possibile trovare altri sbocchi con il recupero attraverso, per esempio, tecnologie di presso- estrusione.
  4. Istituire gli “Osservatori Municipali verso Rifiuti Zero” con il compito di monitorare, nell’ambito del contesto municipale, l’attuazione delle disposizioni generali della presente deliberazione, rendere pubblici e disponibili i dati sugli obiettivi raggiunti, raccogliere segnalazioni ed indicazioni dai cittadini e dalle utenze in genere. Tali organismi saranno costituiti con rappresentanza paritaria da Municipio ed AMA Spa da un lato e dalla Associazioni, Comitati e Cittadini dall’altro che insieme procederanno alla nomina di un Presidente esterno all’Amministrazione comunale.
  5. Istituire l’“Osservatorio Comunale verso Rifiuti Zero” con il compito di monitorare, elaborare e sintetizzare i dati forniti dagli Osservatori Municipali nel percorso cittadino verso Rifiuti Zero indicando criticità e soluzioni per rendere il suddetto percorso trasparente, verificabile, partecipato e costantemente aggiornato anche alla luce dell’evolversi del quadro nazionale ed internazionale.
  6. Inserire in qualità di componenti di tale Osservatorio Comunale i Presidenti degli Osservatori Municipali e gli esperti nominati dai cittadini ed una quota paritaria composta dai rappresentanti della Giunta, della Commissione consiliare competente, di AMA Spa e dei funzionari tecnici e/o amministrativi di supporto. Tale assemblea insieme procederà alla nomina del Presidente con esperienza tecnico- scientifica specifica ma esterno all’Amm.ne comunale. Gli Osservatori verso Rifiuti Zero, di cui ai precedenti punti 12 e 13, dovranno dotarsi di un regolamento interno che fissi i criteri di convocazione e di funzionamento, ed i poteri conferiti al fine di rendere le valutazioni verbalizzate e condivise traducibili in atti di indirizzo da sottoporre alla approvazione delle assemblee municipali e dell’assemblea capitolina presentati dalla presidenza delle relative assemblee stesse.
  7. Stabilire che i componenti di tale Osservatorio Comunale dovranno riunirsi almeno due volte l’anno, e che si provvederà a rendere pubbliche apposite e dettagliate relazioni semestrali o annuali sullo stato di avanzamento del lavoro svolto.
  8. Dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, tutti gli atti dell’Amministrazione inerenti la gestione dei rifiuti urbani (dal Regolamento al Contratto di Servizio) dovranno tenere conto dei criteri generali contenuti nel presente documento di indirizzo.
  9. L’Assemblea Capitolina, dichiara immediatamente eseguibile la presente deliberazione.

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