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La Street art è la strategia per le periferie? Non regge

Nella retorica che accompagna la riqualificazione delle periferie, il continuo ricorrere alla Street art, alimenta le critiche anche dal fronte Municipale. Per Catarci, semplicemente, è una strategia che “non regge”.

La grande enfasi con la quale le istituzioni cittadine, in primis il Vicesindaco Nieri e l’Assessore Marinelli, hanno lanciato mesi fa il tour della Street art, era stato un primo segnale. L’arrivo del Sindaco Marino a Tor Marancia, ne ha rappresentato invece la conferma. L’attuale Giunta di Roma Capitale sembra proprio che abbia deciso d’ investire molto sull’arte murale nelle periferie. Probabilmente anche troppo.

LA STREET ART A TOR MARANCIA – Nei lotti dell’ex Schangai, l’arrivo di pennelli e pittori internazionali, era stata accolta con una certa ritrosia. Le facciate ridipinte nei palazzi dell’Ater, lì come a San Basilio, non potevano in alcun modo occultare altri problemi, legati ad esempio alla manutenzione degli edifici, o alla recente realizzazione di ascensori solo per alcuni fortunati. A pochi passi dalla cerimonia che aveva visto sfilare tutto il gotha capitolino, sotto il pur pregevole murale di Diamond, c’è un parco la cui gestione risulta da anni problematica. Un cittadino in quell’occasione lo ha fatto notare. Si tratta dell’unica area verde del quartiere, se si esclude la Tenuta di Tor Marancia, che sta divenendo una chimera.

GLI INVESTIMENTI NECESSARI – Anche il Presidente del Municipio VIII, accogliendo le lamentele dei cittadini, durante quella passerella aveva lanciato un campanello d’allarme. “Questa  bellissima operazione – aveva sottolineato in quell’occasione il Presidente Catarci – non sostituisce la necessità di tanti interventi primari, dalle fognature ai cornicioni, insieme alla necessaria cura degli spazi comuni. Perchè servono anche queste operazioni in un quartiere semicentrale come Tor Marancia”.

I MUNICIPI IL COMUNE E LE PERIFERIE – Oggi, il Minisindaco, è tornato sul tema. “Bellezza e colori davvero non sono sostitutivi di abitazioni decenti, cortili e marciapiedi praticabili, servizi, biblioteche, centri anziani, impianti sportivi, giardini”  ha ricordato il Presidente Catarci sulla propria pagina facebook.  Il discorso che ha fatto il primo cittadino del Municipio VIII è semplice. Da una parte ci sono “gli Enti municipali, che non hanno un soldo da impiegare in altri significativi interventi di riqualificazione urbana” e quindi fanno di necessità virtù, abbellendo “edifici, muri, sottopassi e sovrappassi” con le opere murarie.  Per loro, rivendicare questo tipo d’iniziative, sembra avere un senso. Diverso è il discorso del Campidoglio che “nella foga di ‘appropriarsi’ centralmente di belle intuizioni sviluppate nei territori sta spendendo fiumi di parole sulla street art – va giù duro Catarci –  spesso ignorando gli stessi Municipi che l’hanno avviata. Si eviti, perlomeno, di trasformarla in una strategia per le periferie”. Perché semplicemente, per dirla con il minisindaco,  “non regge”.

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