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Io che amo solo te

Una mina vagante per Nonna Sabella

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di Marco Ponti. Con Riccardo ScamarcioLaura ChiattiMichele PlacidoMaria Pia CalzoneLuciana Littizzetto Italia 2015

A Polignano a Mare, Chiara (Chiatti) e Damiano (Scamarcio) stanno per sposarsi; lui è il figlio un po’ vitellone del maggiorente del paese don Mimì (Placido) e lei della vedova Ninella (Calzone); i loro genitori si erano molto amati in gioventù ma, quando il fratello di lei, Franco (Antonio Gerardi) era stato arrestato per contrabbando, la famiglia di lui gli aveva imposto si interrompere la relazione e lui aveva sposato la decorosa ma non amata Matilde (Antonella Attili). Le vicende, narrate dalla pettegolissima vicina di Ninella, la signora Labbate (Crescenza Guarnieri), vedono l’inaspettato ritorno di Franco, l’arrivo da Torino dello zio Modesto (Dino Abbrescia) con a fianco l’insopportabile moglie Dora (Littizzetto) a casa della sposa e, da don Mimì, l’ansia di Damiano per l’imprevedibilità del fratello gay Orlando (Eugenio Franceschini), che era andato a Taranto per non fare coming out con la famiglia e che ora preannuncia l’arrivo di una fidanzata. Damiano cede alla corte di una ex-fidanzata, la fulva Alessia (Valentina Reggio) e Chiara si lascia baciare dal fotografo Vito (Michele Venitucci), ricomponendosi all’ultimo istante ma con un vistoso succhiotto, che invano il truccatore Pascal (Dario Bandiera) e la sua assistente Mariangela (Ivana Lotito) si adopereranno per coprire . Un capello rosso nella macchina di Damiano e il segno sul collo di lei rischiano così di compromettere il matrimonio. Intanto Orlando, che ha in paese un amante del quale non sa neppure il nome, – è l’insospettabile Antonino (Beppe Convertini), borghese e regolarmente coniugato – presenta come sua compagna Daniela (Eva Riccobono), vistosa, gay e campionessa regionale di rutti. Il giorno delle nozze Ninella, che fino a qual momento aveva subito le volontà della ricca e prepotente consuocera, si ribella e, nell’ordine, fa accompagnare all’altare la sposa dall’impresentabile zio Franco, impone come cantante nella cerimonia la figlia minore Nancy (Angela Semerano) con velleità da popstar e lascia all’abito da sposa l’ampia scollatura che Matilde aveva preteso fosse coperta. La cerimonia va fino in fondo, anche se il prete don Gianni (Uccio De Santis) ha avvertito la tensione fra gli sposi ma durante il pranzo la situazione precipita: Damiano e Chiara quasi non si parlano e Orlando, prima si fa beccare dal padre chiuso in bagno con Antonino, poi durante il discorso di auguri fa finalmente outing. Damiano e Chiara capiscono che l’amore può essere più forte delle difficoltà e chiedono all’animatore Giancarlo Showman (Enzo Salvi) di far ballare Mimì e Ninella. Nella loro nuova casa saranno accolti dalla altrettanto impicciona gemella della Labbate: la provincia è provincia.

Nell’ultimo anno il nostro sistema produttivo, preso atto della vistosa crisi di pubblico – salvo rarissime eccezioni – del cinema d’autore, si è buttato acriticamente sulla commedia (unico genere con qualche speranza di incassi) ma spesso affidandosi ad autori partiti da altre intenzioni che l’intrattenimento puro. E’ un po’ il caso di questo film: Ponti si era fatto notare con Santa Maradona e A/R Andata + Ritorno, due commedie fortemente giovanili e sociali ma gli hanno affidato prima Passione sinistra – una commediola basata sull’amore che non conosce ideologie – ed ora questo film basato sul romanzo di Bianchini che si rifà alla grande tradizione della commedia sentimental-provinciale (Pane, amore e fantasia e La nonna Sabella); il risultato – rafforzato dal ritorno della coppia Scamarcio-Chiatti dell’iper-mocciano Tre metri sopra il cielo – è piacevole ma appesantito, da un lato, dall’inserimento forzato di ruoli comici (Salvi, Bandiera, Littizzetto) fuori registro e, dall’altro, da un’inopinata scivolata nell’impegno civile – quasi una citazione (anche per la presenza di Scamarcio) del ben più adeguato e coerente Mine vaganti di Ozpetek – che non hanno altro effetto che quello di appesantire un racconto per più versi gradevole e ben calibrato.

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