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Documento della Conferenza delle Regioni: governance programmi della Cooperazione europea 2014-20

ueLa Conferenza delle Regioni e delle province autonome, nella riunione del 5 agosto ha adottato una posizione sulla governance dei programmi di  cooperazione territoriale europea 2014-2020.

Il documento (pubblicato sul sito www.regioni.it) è stato inviato dal Presidente Sergio Chiamparino al sottosegretario Graziano Delrio, auspicando l’apertura di un confronto politico sul tema.
Si riporta di seguito il testo integrale.
Posizione delle Regioni e delle Province autonome  sulla governance dei programmi di cooperazione territoriale europea 2014-2020
Le Regioni e Province autonome ribadiscono l’importanza di conservare un forte ruolo nella governance dei Programmi di cooperazione territoriale, anche alla luce dei buoni risultati ottenuti nel periodo di programmazione 2007-2013.
Nel richiamare le posizioni già espresse nel “Documento di posizionamento e proposte operative delle Regioni e Province autonome sui temi prioritari della cooperazione territoriale 2014-2020”, le Regioni e le Province autonome manifestano la propria contrarietà rispetto ad alcune proposte, contenute nella Nota tecnica del 25 giugno 2014 relativa alla “Governance nazionale dell’attuazione e gestione dei Programmi di cooperazione territoriale europea 2014-2020”, che sintetizza le proposte del DPS, del MEF-IGRUE e dell’UVER, in quanto disallineate rispetto all’obiettivo del miglioramento della governance dei programmi di cooperazione territoriale.
Infatti, a fronte dell’affermato intendimento della conferma sostanziale del sistema di governance della programmazione 2007-2013, contraddistinto dal ruolo primario delle Regioni e delle Province autonome, i cambiamenti proposti con la Nota tecnica comportano l’accentramento in capo alle Amministrazioni centrali delle funzioni di indirizzo e sorveglianza dei programmi di cooperazione territoriale, riservando alle Regioni e Province autonome un ruolo sostanzialmente ancillare, e lo spostamento di compiti gestionali e amministrativi, attualmente in capo alle Amministrazioni centrali, alle Regioni e alle Province autonome, senza cenno, peraltro, ad un corrispondente trasferimento di risorse finanziarie e umane. Di seguito sono specificate le questioni problematiche sulle quali occorre trovare un punto di accordo tra Governo e Regioni.
COMITATI NAZIONALI – Le Regioni e Province autonome non condividono la proposta di affidare la presidenza dei Comitati Nazionali dei Programmi per i quali detto organo è previsto (Italia-Croazia, Adriatico-Ionico, Spazio Alpino, Europa Centrale, MED, Interreg Europe, Espon, Urbact, ENI-CBC Mediterranean Sea Basin) ad un’Amministrazione centrale (DPS-MAE-MIT).
Chiedono sia confermata l’assegnazione della Presidenza e Vice – Presidenza di detti Comitati alle Regioni e Province autonome, in quanto se, come sottolineato nella Nota tecnica del 25 giugno 2014, il sistema di governance 2007 – 2013 ha ben funzionato, la ragione è da ricercarsi nell’impegno congiunto delle Presidenze/Vice-Presidenze regionali, nei risultati ottenuti nell’assolvere detta funzione e nella sinergia sviluppata tra livello statale e regionale, anche assicurando un forte coinvolgimento di altri stakeholders del territorio.
Le Regioni e Province autonome evidenziano la debolezza delle argomentazioni poste dalle Amministrazioni centrali a supporto della propria proposta, argomentazioni che richiamano la necessità di garantire l’applicazione del “Codice di condotta sul partenariato nell’ambito dei fondi strutturali e d’investimento europei” e di garantire una posizione di terzietà rispetto agli attori dei territori.
In ordine al primo punto, già per il periodo di programmazione 2007 – 2013 sono componenti dei Comitati Nazionali – oltre alle Regioni – i soggetti del partenariato istituzionale e socioeconomico, come da Delibera CIPE 158 del 21 dicembre 2007 e i componenti dei Comitati (tutti) sono stati sistematicamente aggiornati con le informazioni disponibili e coinvolti nelle decisioni che le delegazioni italiane nei Comitati di sorveglianza hanno riportato. Per quanto concerne invece la necessità di assicurare una posizione di terzietà, non si condivide che detta esigenza possa essere garantita solo dal livello centrale. Si evidenzia, infatti, fra le varie circostanze elencabili, che chi siede nei Comitati nazionali in rappresentanza delle Regioni e Province autonome non è coinvolto direttamente nella realizzazione di progetti.
COMITATI DI SORVEGLIANZA – La Nota tecnica del 25 giugno 2014 conferma il ruolo di capo delegazione al DPS per tutti i programmi transnazionali, interregionali, per il programma transfrontaliero Italia-Croazia e per il Programma IPA-CBC Italia-Albania-Montenegro ed al MAE per i Programmi ENI-CBC (Italia-Tunisia ed ENI-CBC Mediterranean Sea Basin).
Le Regioni e Province autonome chiedono che la Delegazione italiana sia sempre composta da almeno due rappresentanti delle Regioni e Province autonome (con esclusione dei Programmi per i quali la delegazione di ogni Stato è unipersonale), in particolare, delle Regioni e Province autonome che hanno assunto la Presidenza e Vicepresidenza dei Comitati Nazionali, in coerenza con quanto sopra esposto.
La Delegazione italiana presente nei Comitati di Sorveglianza dovrà esprimere la posizione convenuta nell’ambito dei Comitati nazionali dei rispettivi Programmi.
CIRCUITO FINANZIARIO – Le Regioni e Province autonome, nel convenire sulle modalità di erogazione del cofinanziamento nazionale, già adottate nel periodo di programmazione 2007-2013 per i programmi transfrontalieri con Autorità di gestione italiana, modalità da estendere ai programmi transnazionali con Autorità di gestione nazionale, esprimono invece forte contrarietà rispetto al nuovo meccanismo proposto dal MEF-IGRUE per le procedure di erogazione del cofinanziamento ai beneficiari italiani in caso di programmi transnazionali e interregionali con Autorità di gestione estera.
Tale meccanismo, che prevede il trasferimento alle Regioni e Province autonome delle quote di cofinanziamento nazionale destinate ai beneficiari italiani delle singole operazioni, non rappresenta una semplificazione bensì un appesantimento procedurale e del monitoraggio, con ripercussioni negative per i beneficiari italiani; impatta negativamente sui vincoli del patto di stabilità delle singole Regioni e Province autonome; sposta sulle Regioni e Province autonome la responsabilità di eventuali oneri per il recupero di somme indebitamente versate; non garantisce alle Regioni e Province autonome certezza di risorse, creando un problema di anticipazione di risorse regionali; sposta sulle Regioni e Province autonome l’onere di assicurare un adeguato assetto organizzativo, anche in termini di risorse umane, sempre più scarse in tempi di revisioni della spesa e blocco delle assunzioni.
Le Regioni e Province autonome chiedono venga confermato il circuito finanziario operante per il periodo di programmazione 2007-2013, dimostratosi pienamente soddisfacente e funzionale, e propongono di porre in capo al DPS o alla neo-costituita Agenzia per la Coesione Territoriale l’erogazione della quota di co-finanziamento nazionale destinata ai beneficiari italiani dei Programmi transnazionali e interregionali con Autorità di gestione estera, circuito che pone direttamente in capo all’Amministrazione centrale l’erogazione della quota di cofinanziamento nazionale.
SISTEMA NAZIONALE DEI CONTROLLI – Le Regioni e Province autonome ribadiscono l’intenzione di ricorrere, sulla base di scelte diverse operate dai vari Programmi, o ad una organizzazione dei controlli di primo livello centralizzata nell’Autorità di gestione italiana, che potrà svolgerli direttamente, anche attraverso l’utilizzo di apposite liste di controllori esterni ancorché validata dalla stessa Autorità, o delegare alle Regioni partner i controlli di primo livello sul territorio italiano del Programma, oppure ad una organizzazione decentralizzata, con il coinvolgimento della Commissione mista Stato, Regioni e Province autonome.
Inoltre, le Regioni e Province autonome ribadiscono che deve essere chiaramente e tempestivamente individuato l’organo nazionale responsabile dei controlli di primo livello nel caso di Programmi per i quali viene attivata la predetta Commissione mista.
Evidenziano altresì che permane scarsa chiarezza sull’organo nazionale responsabile dei controlli di primo livello per i Programmi con Autorità di gestione estera, qualora detta responsabilità non sia ricondotta in capo all’Autorità di gestione medesima.
PERSONALE OPERATIVO DEI SEGRETARIATI TECNICI – Come già riportato nella scheda 9 “Personale operativo nel JST. Modalità di gestione contrattuale al fine di garantire continuità operativa” del Documento di posizionamento approvato dalla Conferenza dei Presidenti in data 11 luglio 2013, le Regioni e Province autonome ribadiscono la necessità siano adottati provvedimenti finalizzati a superare i vincoli temporali o di spesa imposti dalla normativa vigente per i contratti a tempo determinato e di collaborazioni, al fine di allinearne la durata al periodo di programmazione 2014-2020, fino alla chiusura dei programmi stessi.
RISORSE FINANZIARIE – Le Regioni e Province autonome ribadiscono la necessità sia assicurata dallo Stato adeguata copertura finanziaria, anche a valere sulle risorse del PON Governance, per le funzioni che le Regioni e Province autonome si impegnano con questo documento a svolgere.
Inoltre, posto che le risorse di assistenza tecnica dei Programmi non coprono la governance interna degli Stati partner e che non tutti i Programmi finanziano i contact points, le Regioni e Province autonome ribadiscono la necessità che detti costi, non coperti dalle risorse di assistenza tecnica dei programmi, siano finanziati a valere sul PON governance o su altri strumenti eventualmente individuati.
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