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Non buttiamoci giù (A Long Way Down) – Noi 4

timthumbdi Pascal Chaumeil. Con Pierce BrosnanToni ColletteAaron Paul,  Imogen PootsRosamund Pike  Gran Bretagna 2013

E’ la notte di capodanno e Martin Sharp (Brosnan) è sul tetto di un palazzo con una scala a pioli: si vuole buttare giù e la scala gli serve per scavalcare il parapetto; lui è stato un anchorman di successo ma una brutta storia con una minorenne gli ha fatto perdere tutto. Mentre sta in bilico sul vuoto, arriva Maureen (Collette) che, timida ed educata, gli chiede di poter utilizzare la scala quando lui avrà fatto; arrivano poi Jess (Poots) e J.J. (Paul) con la stessa intenzione . A quel punto,  disarmati, i quattro scendono e, presentandosi, si raccontano i rispettivi guai : Maureen è la madre single di Matty (Josef Altin), un ragazzo paraplegico e, pur amandolo teneramente, spera che senza di lei i servizi sociali lo possano aiutare meglio, Jess è figlia di Chris Crichton (Sam Neill), un tronfio politico sempre assente ed è stata appena lasciata dal fidanzato Chas (Joe Cole), J.J., infine, dichiara di avere un tumore alla testa. Jess va a cercare Chas minacciando di ucciderlo; gli altri tre la seguono e, nella colluttazione che segue, la ragazza finisce in ospedale. I giornali si impadroniscono della storia (in realtà è stato Martin a spifferare la notizia, sperando in ritorno di notorietà) e , quando un’odiosa presentatrice televisiva (Pike) cerca di tirar fuori i lati più sgradevoli delle loro vite , loro ( che hanno sottoscritto il patto di non suicidarsi prima di san Valentino) decidono di andarsene insieme in vacanza al mare. La cosa sembra funzionare ma J.J. – che non ha alcun tumore: è solo un musicista rock in crisi-  va a letto Hope (Diana Kent) e, solo la mattina dopo scopre che è una giornalista che li ha pedinati. Crisi tra i quattro ma quanto Matty ha una grave crisi si ritrovano in ospedale, pronti a rabberciarsi una vita. Nick Hornby, l’autore del romanzo dal quale è stato tratto il film, è alla settima trasposizione sullo schermo di un suo scritto (compreso l’italiano “E’ nata una star”) e questa  e’ forse una delle piu’ deludenti : i suoi romanzi sono sempre attraversati da  profonda ironia ma il motivo di fondo e’ una soffusa amarezza, in un mondo di semi-emarginati (spesso, vedi “Alta fedelta’” o “Febbre a 90”, volontari). Il francese Chaumeil (“Il truffacuori”) si accontenta di mettere giu’ la storia, lasciando ai personaggi uno stridente buonumore, che nonostante l’ottimo cast (Tony Colette, in particolare, e’ strepitosa), rende tutto un po’ incongruente e superficiale. Curioso: Aaron Paul e Imogene Poots rifanno coppia dopo “Need for speed”.

 

 NOI 4

noi-4_coverdi Francesco Bruni. Con Ksenia RappoportFabrizio GifuniLucrezia GuidoneFrancesco BracciRaffaella Lebboroni.  Italia 2014

 Lara (Rappaport) è un ingegnere,   presiede agli scavi per le nuove linee della  metropolitana a Roma ed è sempre in ansia; sveglia il figlio Giacomo (Bracci) che ha gli esami di terza media e chiama al telefono il marito Ettore (Gifuni), dal quale è separata, perché lo accompagni. Ettore, che è un artista più bohemien che realmente creativo, non è ancora pronto e Lara, irritatissima, porta il ragazzo dalla figlia grande Emma (Guidone), che vive ed opera nella comunità che occupa il teatro Valle e con la quale i rapporti sono molto tesi. Giacomo  apprende che gli esami sono stati spostati al pomeriggio e ne approfitta per accompagnare la compagna di scuola Xiaolin (Giulia Li Zhu Ye), della quale è segretamente innamorato, al ristorante cinese di famiglia. Lara , sempre più nel pallone, trova che i lavori sono nuovamente interrotti da ritrovamenti archeologici. Nel frattempo Ettore raggiunge Emma e la accompagna alla stazione da cui lei spera di partire con un regista del quale si è innamorata ma l’uomo la lascia, triste e delusa, sulla pensilina.  Il padre va a prendere Ettore e il ragazzo lo porta a pranzo nel ristorante della sua amata ma, al momento di pagare, Ettore, sempre squattrinato, non ha soldi sufficienti e , quando i genitori di Xiaolin offrono loro il pranzo, Giacomo si vergogna e si infuria con il padre – provvederà la zia Nicoletta(Lebboroni) a saldare il conto. Lara, intanto, si è fatta convincere da Alberta (Milena Vukotich) a farsi vedere il seno da un chirurgo estetico e la dichiarazione di quest’ultimo che non le serve alcun intervento  la rasserena per un po’; giusto il tempo di ricevere una telefonata allarmata da Emma che teme (a torto) di essere incinta. E’ arrivato il momento dell’esame di Giacomo e tutta la famiglia è schierata ad assistere al suo trionfo (lui è un po’ secchione).Padre, madre e i due ragazzi vanno al mare e, al ritorno, Ettore e Lara fanno l’amore ma,  probabilmente, non torneranno insieme. Bruni è, come ai tempi Scola e Magni, un ottimo sceneggiatore passato alla regia. Il suo primo film, “Scialla!” , era stato un buon successo, in particolare per la scoperta del sorprendente Filippo Scicchitano




Lei (Her)

herdi Spike Jonze. Con Joaquin PhoenixScarlett JohanssonAmy AdamsRooney MaraOlivia Wilde   USA 2013.

Theodore (Phoenix) lavora in un network che offre vari servizi ad una clientela sempre meno capace di vivere una vita di normali relazioni, lui scrive lettere d’amore (o comunque affettuose) cui il computer provvederà a fornire una grafia personalizzata. Theodore è stato lasciato dalla moglie Catherine (Mara), alla quale è riluttante a concedere il divorzio e, quando torna a casa si collega con il suo OS (sistema operativo) dal quale trae notizie, svago e , talora, sesso. Un giorno il suo server gli  propone di collegarsi con  un nuovo sistema  più progredito  Lui accetta ed ecco il  nuovo efficientissimo server, Samantha (Johansson): lei gli organizza la vita, lo incoraggia, gli migliora le lettere che scrive per lavoro e, soprattutto, è una piacevolissima compagnia. Lui ha un’amica , Amy (Adams), che sta attraversando un periodo di crisi con il marito Charles (Matt Lescher) ; Amy ha varie volte provato a farlo uscire con una sua amica (Wilde) ma lui, ancora preso dalla moglie si è sempre sottratto. Sarà Samantha a convincerlo ad andarci a cena ma la ragazza – anche lei segnata da varie delusioni – pretende da lui un impegno immediato. Thedore scappa e quella notte fa sesso virtuale con Samantha, che sembra rispondere con una partecipazione pari alla sua . Ormai Theodore è totalmente preso da Samantha : va a cena con Catherine e le firma le carte del divorzio e dice a tutti di avere una nuova ragazza. Un giorno Samantha lo convince ad uscire con Isabella (Portia Doubleday), una ragazza che , in qualche modo, dovrebbe essere il suo clone umano. Theodore, riluttante, accetta ma l’incontro va malissimo. A questo punto Theodore dichiara apertamente di avere un relazione con un software , tanto da convincere Amy a  fare lo stesso ma, un giorno Samantha scompare temporaneamente:  si sta resettando sulla base delle indicazioni del filosofo informatico Alan Watts (Brian Cox);  Theodore, geloso, le chiede se c’è qualcun altro e, inorridito, scopre che, contemporaneamente  a lui, lei è in contatto con 8.316 clienti e che ne ama 641. Spike Jonze sin dal primo film , “Essere John Malkovich” , ha composte storie nelle quali l’evasione nell’irrealtà è la chiave narrativa centrale. Ora, verrebbe da dire, ha fatto il film perfetto: “Lei” è tutto pervaso da una poetica  fuga dall’”umano”, anche la scelta di non dare indicazioni di luogo (le riprese sono state fatte a Los Angeles ed a Shangai) e di tempo (nei pochi esterni nessun oggetto individua un’ epoca)  dà al bellissimo racconto uno straniamento efficacissimo. Gli attori, a partire dal grandissimo Joaquin Phoenix, sono bravissimi. Il film ha avutoil Golden Globe e l’Oscar per la sceneggiatura  e forse, meritava di più. A Roma è stata premiatala Johansson ( probabilmente per riconoscenza da red carpet).




Allacciate le cinture

Kasia Smutniak, Pila Polonia (34)

Kasia Smutniak, Pila Polonia (34)

di Ferzan Ozpetek. Con Kasia SmutniakFrancesco ArcaFilippo ScicchitanoFrancesco SciannaCarolina Crescentini Italia 2013

Elena (Smutniak) fa la  cameriera in un bar al centro di Lecce ma sogna, insieme all’amico e collega Fabio (Scicchitano) di aprire un locale alla moda. Un giorno incontra per caso Antonio (Arca), un meccanico coatto e  razzista e ci litiga. Poco dopo la sua amica Silvia (Crescentini) si presenta ad una festa con il nuovo fidanzato , del quale aveva magnificato le doti virili: è proprio Antonio.  Lui ed Elena – che è fidanzata con il benestante ed affettuoso Giorgio (Scianna) – sulle prime si ignorano ma poi, complice la rivelazione della di lui dislessia, finiscono nudi sulla spiaggia a fare l’amore ed a scoprire di amarsi. Conosciamo nel frattempo Anna (Carla Signoris), la madre di Anna e Dora (Elena Sofia Ricci), che Anna chiama zia (ma scopriremo che è l’amante di Anna) e che va e viene da viaggi e pratiche di vario esoterismo , cambiandosi ogni volta nome. Tredici anni dopo Elena ha aperto con successo il locale insieme a Fabio ed è sposata con Antonio – che è   rimasto machista e superficiale –  e madre di due figli. Un giorno per caso scopre di avere un tumore al seno e, dopo averlo comunicato ai suoi cari, va da Marcia (Luisa Ranieri), prosperosa parrucchiera amante del marito e la convince a lasciarlo. In ospedale trova la dottoressa Diana (Giulia Michelini) che aveva conosciuto ed incoraggiato da studentessa e si trova in stanza con Egle (Paola Minaccioni) , una malata terminale che si fa forza raccontandosi di una imminente guarigione. Una notte Antonio va a trovarla in clinica e, superando le di lei ritrosie, fa l’unica cosa che sa fare per comunicarle amore e protezione: ci fa sesso, con grande divertimento di Egle che , nel letto accanto, fingeva di dormire. La morte di quest’ultima determina in Elena una reazione di sfiducia ma sarà il rozzo ed inaffidabile Antonio a riportarla amorevolmente a guarire nella clinica dalla quale era fuggita.

Ozpetek è, dobbiamo rassegnarcene, un autore prolifico e discontinuo : ci ha dato degli ottimi film come questo, ma è caduto in curiose trappole narrative, ad esempio con gli appesantiti “Magnifica presenza” e “Cuore sacro”. Si  può a questo punto dire che l’Ozpetek migliore – ed anche quello con migliore presa sul pubblico – è quello che, senza sovrastrutture ideologizzanti, si tuffa sfacciatamente ed elegantemente nel melò. Questo film , più di altri suoi, ha un legame con il Sirk di “Magnica ossessione” e di “ Come le foglie al vento” e non è certo un paragone da poco!




Video > Paola Cortellesi e Riccardo Milani al Mitreo Arte contemporanea

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12 anni schiavo

 12-anni-schiavo-polemica-bimdi Steve McQueen. Con Chiwetel EjioforMichael FassbenderBenedict CumberbatchPaul DanoPaul Giamatti. USA 2013

Solomon Northup (Elijiofor) è un violinista nero e vive libero nella città di Saratoga con la moglie cuoca Anne (Kensey Scott) ed i figli Margareth (Quvenzhanè Wallis, la bambina di “Re della terra  selvaggia”) e Alonzo (Cameron Ziegler) ; un giorno  del 1841 Anne parte coi figli per un periodo di lavoro e Solomon accetta da due artisti di circo un ingaggio come musicista; i due lo fanno ubriacare e lo vendono ad mercante di schiavi, Theophilus Freeman (Giamatti). Giunto in Georgia, gli viene assegnato il  nome Platts e viene venduto al proprietario terriero Ford (Cumberbatch); lui è , in fondo, un brav’uomo e lo tiene in considerazione ma il suo sorvegliante Tibeats (Dano), invidioso, prima cerca di impiccarlo e poi minaccia di ucciderlo. Il pavido Ford   per non avere guai lo vende ad Edwin Epps (Fassbender), padrone sadico e maniaco che usa spesso e con violenza la frusta e che ha una relazione morbosa con la schiava Patsey (Lupita Ngoyo) . La moglie di Epps, Mary (Sarah Paulson) è gelosa e maltratta continuamente Patsey, la quale una notta supplica invano Solomon di ucciderla. Dopo un breve periodo con un padrone più umano, il giudice Turner (Bryan Batt), Solomon, tornato da Epps , cerca di far recapitare una lettera ai suoi amici di Saratoga ma l’ex-sovrintendente Armsby (Garrett Dilahunt ) a cui aveva chiesto di farlo lo denuncia e Solomon si salva per il rotto della cuffia dall’impiccagione. Solo il capomastro Bass (Brad Pitt), un canadese abolizionista, accetta di aiutarlo e, dopo 12 anni , Solomon può tornare dalla propria famiglia ma le leggi dell’epoca non gli consentivano di testimoniare contro i bianchi ed i suoi aguzzini finirono impuniti.

Mcqueen nasce come video-artista e nei suoi precedenti film (“Shame” e “Hunger”) questa sua matrice è molto, forse troppo, presente : la tensione viene spesso come raggelata da rarefatte atmosfere che sono, talora, dispersive. Qui – forse anche per la partecipazione dell’afro-britannico regista alla vicenda tratta  da un libro autobiografico – invece solo le sequenze dedicate alla splendida natura della Georgia sono intrise di una qualche, peraltro avvincente e pertinente, pittoricità. Per il resto McQueen firma il suo lavoro più completo e riuscito con un cast eccezionale ed una capacità di sintesi, narrativa ed emotiva, notevolissima. Oltre a Brad Pitt, produce il mitico Arnon Milchan, cui dobbiamo, tra gli altri,  “Pretty woman”.

 




Video > La grande Bellezza

Sabrina Ferilli, esclusa dal red carpet Di Los Angeles, ha dichiarato di puntare all'oscar 2015. Gran carattere!

Gran carattere Sabrina Ferilli, esclusa dal red carpet di Los Angeles, ha dichiarato di puntare all’Oscar 2015…vai all’intervista

Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni ServilloCarlo Verdone,Carlo BuccirossoSabrina FerilliPamela Villoresi

Jep Gambardella (Servillo) è un giornalista di costume di 65 anni ; arrivato a Roma sull’onda del successo di un suo unico romanzo giovanile , ci è rimasto e si è ritrovato al centro della vita mondana della città : ha un solo vero amico, lo scrittore fallito Romano (Verdone) e vive un rapporto affettuosamente (quasi) filiale con la direttrice del suo giornale , Dadina (Giovanna Vignola ) nana e tosta che gli prepara risotti e minestroni e lo rassicura sulla sua capacità professionale ; il giro, che, distante e un po’ brillo, frequenta comprende un commerciante erotomane ( Buccirosso) con moglie disperatamente allegra ( Iaia Forte), una intellettuale femminista che scrive robaccia per la televisione (Galatea Ranzi), una mondana ( Villoresi) che cerca nelle feste conforto dall’angoscia di un figlio malato di mente , una ex-diva televisiva (Serena Grandi) compulsivamente cocainomane , un commerciante d’arte (Lillo Petrolo) che non si perita di sfruttare una bambina-pittrice prodigio, un chiurgo estetico (Massimo Popolizio) che riceve centinaia di clienti al giorno, un cardinale ( Roberto Herlitzka) prodigo di costose ricette di cucina e di superficiali insegnamenti morali, un gestore di night (Massimo De Francovich ) addicted di eroina, la cui figlia, Ramona ( Ferilli) , ormai più che quarantenne fa , per disperato bisogno di danaro , ancora la spogliarellista. Proprio con Ramona , dopo tante brevi, insulse relazioni- vedi l’incontro con la noiosa Ornella ( Isabella Ferrari )- Jep ha un sussulto di quell’affetto che sembrava sopito dalla prima giovinezza e che riaffiora quando il marito (Luciano Virgilio )della sua prima fidanzatina gli comunica che alla sua morte ha scoperto che lui, Jep, è stato per lei l’unico amore. La morte di Ramona, la partenza del deluso Romano e l’incontro con una sorta di Madre Teresa centoquattrenne inducono Gambardella a ricercare i luoghi del suo primo amore e della sua perduta ispirazione artistica.

Il film , presentato pochi giorni fa a Cannes, ha fatto molto discutere : a molti nostri critici non è piaciuto – lo hanno visto come una sorta di “Dolce vita” senz’anima e , soprattutto (male dei mali!) senza una riconoscibile critica sociale ; altri (per lo più stranieri) ,invece, lo hanno trovato bellissimo e doloroso come tutta la filmografia di Sorrentino . Le sue storie sono , infatti, pervase da un profondo senso di solitudine , che rende umani e vicini a noi i personaggi che le vivono , i quali , guarda caso, sono sempre , in qualche modo, dei “mostri” : il contabile di malavita de “Le conseguenze dell’amore”, lo squallido usurario de “L’amico di famiglia”, l’Andreotti de “Il divo” ,l’egocentrica pop-star di “This must be the place” sono , come Jep, angosciosamente soli e non possono trovare riscatto in un amore che non è dato loro di conoscere, se non perdendovisi definitivamente e il vero, unico amore di Gambardella è la splendida  (e splendidamente fotografata da Luca Bigazzi) e voracemente distruttiva Roma dei terrazzi abusivi, dei palazzi in decadimento e della promiscuità senza valori comuni . Il cast è stellarmente teatrale e a tutti i personaggi la costumista Daniela Ciancio dà un tocco di riconoscibilità . Se c’è un paragone possibile con il capolavoro di Fellini (ma in realtà non serve) è nella capacità de “La grande bellezza” di raccontare il nulla nel quale siamo dolorosamente immersi.

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=hpPz0Umsff4