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Perché non viene insediato il Consiglio di Amministrazione di Biblioteche di Roma? Senza CdA e con 7 milioni di euro in meno si rischia di nuovo una grande contrazione del servizio e “orari comunali” con due sole aperture pomeridiane fino alle 18 e il sabato chiuso.

biblioromaA dieci mesi dall’insediamento della Giunta Marino sarebbe necessario un pensiero chiaro sulla sorte di Biblioteche di Roma.

Il Sindaco sin dal suo insediamento ha sempre, a proposito di biblioteche, parlato della necessità di salvaguardare e rafforzare questo prezioso presidio di cultura e inclusione.

Anche nella sua visita alla Biblioteca Franco Basaglia di metà marzo ha ripetuto davanti al numeroso pubblico di cittadini utenti questa necessità tessendo le lodi dei servizi di biblioteca.

Nel 2013 e’ stata garantita l’integrità dei fondi a fronte del taglio che era intervenuto sempre di 7 milioni di euro, ma ora che siamo nel 2014 immaginiamo che si sappia che la situazione si sta ripetendo nello stesso identico modo.

In questo momento le biblioteche comunali stanno funzionando per 12mi con un bilancio (provvisorio?) di 15 milioni di euro a fronte di una necessità di 21 milioni di euro per garantire l’attuale livello di aperture, servizi e attività.

Inoltre il Consiglio di Amministrazione previsto per legge è che non ha costi ancora non viene nominato.

Perché queste incertezze?

Conosciamo le difficoltà del bilancio di Roma Capitale, ma si chiede di considerare e valorizzare il fatto, unico tra le aziende comunali, che questo servizio parzialmente esternalizzato (giuridicamente un Istituzione) ha dalla sua nascita. nel 1996, mantenuto il pareggio di bilancio.

In questo caso tagliare non significherà risparmiare su sprechi, che in questo caso non ci sono, ma ridurre pesantemente i servizi, gli orari e le attività.

Immaginiamo che il sindaco sappia che il 90 per cento delle nostre attività culturali sono a costo zero per l’amministrazione capitolina.

E sono note anche le notevoli performance di prestiti, presenza e altro, come e’ noto, d’altronde, che rispetto agli standard internazionali questi servizi sarebbero da incrementare.
Per fare questo c’è bisogno di una governance certa e stabile nel tempo (un CdA un Presidente e un Direttore) e gli stessi fondi dello scorso anno (tra l’altro già in diminuzione sugli anni precedenti).

Francamente non si capisce cosa si sta aspettando?

Serve solo buon senso e il rispetto delle norme perché il nostro sistema bibliotecario possa vivere:

  • 21 milioni di euro che sono il minimo per garantire l’attuale livello di aperture, servizi e attività per il nostro pubblico ( i cittadini romani, gli studenti, i bambini e tutti coloro che ogni giorno si rivolgono a noi).
  • Un Consiglio di Amministrazione come prevedono anche le norme di Roma Capitale (che costa zero).
  • Una Direzione non soggetta a proroghe trimestrali.
  • Una certezza di fondi per il personale comunale e Zetema.
  • Il ricambio del turn over in vista dei massicci pensionamenti.
  • Un piano pluriennale di rilancio del servizio (un cosiddetto piano industriale).

Si consideri anche che tutti i risparmi possibili sono stati prospettati e sono conosciuti dall’Assessore alla Cultura.

Perché dopo 10 mesi si aspetta ancora?

Il 31 marzo su questi temi ci sarà un incontro con l’Assessore alla Cultura Flavia Barca, il Presidente della Commissione Capitolina alla Cultura Michela De Biase e le OO.SS. e le RSU di Biblioteche di Roma.

I cittadini e il personale chiedono risposte certe, il tempo dell’attesa è scaduto si è aspettato anche troppo.

 

Ringraziamo per il comunicato stampa inviatoci
Antonio Trimarco  RSU CISL Biblioteche di Roma

Cell. 3331406341
a.trimarco@bibliotechediroma.it