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Sabato 28 settembre una passeggiata a Corviale

passeggiataRoma, sabato 28 settembre, ore 10,30-13,00
Corviale: ma è davvero un mostro?
a cura di APPasseggio
Goteller: la sociologa Irene Ranaldi

Una passeggiata che attraverserà i confini di uno stereotipo per cercare di capire quali sono gli elementi che hanno portato e che ancora, parzialmente, rendono il palazzo lungo un chilometro come un emblema di degrado e insicurezza nell’immaginario di molti romani.

Il complesso edilizio di Corviale è sorto nella prima metà degli anni Settanta nella periferia sud-ovest della capitale, nel territorio del XV Municipio Arvalia Portuense, a destra della via Portuense e in direzione di Fiumicino a circa 2 km dal raccordo anulare. Nel 1972 il disegno del progetto viene affidato dall’Istituto autonomo case popolari (IACP), proprietario dell’immobile, a un gruppo di architetti diretti da Mario Fiorentino. Le dimensioni dell’insediamento sono notevoli: occupa 60 ettari di spazio con 700.000 metri cubi di edilizia residenziale e quasi 90.000 extraresidenziale. Il “mostro di cemento” o “serpentone”, come viene chiamato da alcuni, è alto nove piani serviti da 74 ascensori (pochi funzionanti) e posto sul crinale di una collina che domina la campagna romana, proteso verso il mare. E’ abitato da circa da circa 6000 persone. L’intero edificio è costruito con acciaio e pannelli di cemento armato.

Passeggiando intorno al perimetro dell’edificio, scopriremo pian piano punti di interesse inaspettati immersi nel verde e alla fine della passeggiata lungo il chilometro, prima di lasciarci andremo insieme a fare la spesa al Farmer’s Market di Corviale per una spesa a chilometro zero!Punto di arrivo: Farmer’s Market di fronte alla Biblioteca

Meeting point: Ingresso Biblioteca comunale Renato Nicoli, Via Marino Mazzacurati 76
Lunghezza: circa 3 km
Info: 339-3585839
Costo: offerta libera

Per consentire una migliore organizzazione delle passeggiata, si invitano i camminatori a registrarsi tramite le specifiche cedole di registrazione. Analogamente, se qualcuno annulla la partecipazione, è invitato a comunicarlo tramite e-mail (appasseggio@gmail.com) o SMS (339-3585839).

http://www.appasseggio.it/index.php?it/159/modulo-online-per-la-prenotazione-a-corviale




Opere d’arte dello scultore Adamo Modesto ambientate a Corviale

Adamo Modesto

Adamo Modesto

 

 

 

 

 

 

 




Al via ENERGY. Lezioni sulle energie che muovono il mondo. Dal 25 settembre

energiaAl MAXXI A LEZIONE DI ENERGIA
Auditorium del MAXXI – INGRESSO LIBERO
Dal 25 settembre al 30 novembre in occasione della mostra “Energy. Architettura e reti del petrolio e del post petrolio” il MAXXI presenta un ciclo di lezioni per individuare insieme le nostre energie profonde: quelle che servono per vivere, pensare, creare. Artisti e scienziati, intellettuali e politici, ambientalisti e imprenditori, muovendo dalla propria specifica competenza, si confrontano con il pubblico per riflettere insieme sulla straordinaria forza vitale e trasformativa che abita idee, pensieri, emozioni e azioni.

MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE, ORE 17.30
ENERGIE DAL SOMMERSO
Massimo Recalcati / Masbedo
Come attingere alle energie imprigionate nel ‘sottosuolo’ della nostra psiche: quali strumenti possono aiutarci a far emergere le forze confinate nel nostro sommerso? Dietro l’apparenza di ruoli e maschere, si cela l’energia della nostra autenticità.

Massimo Recalcati è uno degli psicoanalisti lacaniani più noti in Italia. Insegna all’Università di Pavia. È fondatore di Jonas Onlus: centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi e direttore scientifico della scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA. Autore di numerosi saggi, collabora con le principali riviste del settore italiane e internazionali. Tra i suoi libri recenti: L’uomo senza inconscio. Figure della nuova clinica psicoanalitica (Milano 2010), Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre (Feltrinelli 2013).

Masbedo Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni vivono e lavorano tra Milano e Berlino. Le loro performance audiovisive sono esposte da più di dieci anni nei principali musei d’arte internazionali. La loro opera diffonde una narrazione intensa ed emotiva, portando lo sguardo in profondità nella soggettività dei personaggi che popolano un inesauribile “teatro umano”.

SABATO 28 SETTEMBRE, ORE 11.00
IL GUSTO DELL’ENERGIA
Erica Mou / Salvatore Tassa

SABATO 5 OTTOBRE, ORE 11.00
IL RESPIRO DELL’ENERGIA
Vito Mancuso/ Lorenzo Amurri< strong>

SABATO 12 OTTOBRE, ORE 15.00
ENERGIA DELLA SFIDA
Brunello Cucinelli / Roberto Galimberti / Giovanni Soldini

MERCOLEDÌ 16 OTTOBRE, ORE 18.00
ENERGIA AL LAVORO
Enrico Giovannini / Giovanna Melandri

SABATO 19 OTTOBRE, ORE 11.00
CON L’ENERGIA DI TUTTI
Ilaria Capua / Hou Hanru

SABATO 23 NOVEMBRE, ORE 11.00
ENERGIA CIVILE
Laura Boldrini / Ignazio Marino / Roberto della Seta

SABATO 30 NOVEMBRE, ORE 11.00
L’ENERGIA FATTA PER ME
Riccardo Luna / Paola Maugeri




Smart Communities & Open Geo Data

smart-cityL’apertura di dati geografici permette nuove attività di business e servizi nei settori della mobilità e dell’ambiente ma anche del turismo e altri ancora.

Questo workshop, organizzato da TIS Innovation Park con la collaborazione di Stati Generali dell’Innovzione, intende proseguire l’esperienza vissuta a Bologna, in occasione del convegno “Diritti digitali e dati aperti: le basi per Città e Comunità smart” nel luglio 2012.

Dopo una breve introduzione i relatori e i partecipanti del Festival contribuiranno (modalità Open Talk) a mettere le basi per le prossime strategie della Provincia di Bolzano in questo settore.

I contenuti raccolti consentiranno anche di arricchire la documentazione su applicazioni, esperienze, proposte e idee sul tema, che verrà raccolta e utilizzata per la preparazione dei successivi appuntamenti pubblici della Geographic Information: OSMIT 2013 (Rovereto, 4-6 ottobre), GFOSSDAY (Bologna, 10-11 ottobre), Conferenza ASITA (Riva del Garda, 5-7 novembre) e altri eventi in fase di preparazione.

Com’è ormai consuetudine, è stata pubblicata una proposta di Position Paper, disponibile sul wiki del sito dell’associazione, da utilizzare come spunto iniziale per la discussione. La stesura del testo è da considerarsi in progress per tutto il periodo che ci separa dall’incontro pubblico. La versione finale verrà acquisita dai partecipanti e assunta come traccia per orientare i lavori. Chiunque può quindi apportare il proprio contributo, promuovendo così lo scambio collaborativo e l’implementazione continua di tesi e buone pratiche.

Al termine dell’Open Talk prenderà il via il walk show “Piedi per terra e testa nel cloud” a cura di Urban Experience, conversazione nomade, con ascolti via radio e smartphone, per estendere il dibattito in coda all’incontro su Smart communities &
Open Geo Data in giro per la città di Bolzano.
Prenotazioni per 30 radio-cuffie.

Per partecipare all’evento è sufficiente registrarsi compilando il relativo modulo.

L’iniziativa ha il patrocinio della Federazione delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali (ASITA)

PROGRAMMA

13:00 – 14:00 Registrazione partecipanti

14:00 – 14:15 Presentazione dell’evento e Introduzione al tema dell’Open Talk

Moderatore: Sergio Farruggia, Stati Generali dell’Innovazione

Relatore: Maurizio Napolitano, tecnologo Fondazione Bruno Kessler

14:15 – 15:45 Open talk

Hanno già confermato la partecipazione:

Carlo Infante, UrbanExperience – Scrivere storie nelle geografie. il geoblogging come opportunità ludico-partecipativa

Giuseppe Conti, TRILOGIS – Ruolo degli Open Data per Location Based Services in contesti indoor e outdoor; opportunità per le PMI

15:45 -16:00 Conclusioni

16:15 Walk Show “Piedi per terra e testa nel cloud”, a cura di Urban Experience

Sergio Farruggia

http://www.statigeneralinnovazione.it/online/bolzano-festival-dellinnovazione-26-28-settembre-2013/#!




Caudo: «Un patto civico con i costruttori ma no al ricatto dei metri cubi in più»

ediliziaNon è aumentando la “moneta urbanistica” (i metri cubi edificabili), magari con la conferma di atti illegittimi della Giunta Alemanno, che si rigenerano la periferie, ma eliminando la stretta creditizia.

ASSESSORE Caudo, i costruttori di Roma chiedono al Comune regole certe e tempi brevi per ottenere le concessioni. Anche perché, dicono, senza certezze le banche non aprono le borse…

«Con le associazioni dei costruttori, fin dall’insediamento, abbiamo aperto un tavolo operativo. Concordo con il presidente Bianchi, quando indica la rigenerazione urbana come un’opportunità anche per gli imprenditori. Delle sue argomentazioni mi sembra centrale quella dell’accesso al credito che è questione di rilevanza strategica».

Come risolvere il problema?

«Intanto diciamo che è un problema comune, perché la difficoltà di accesso al credito per le imprese ha fatto lievitare nei nostri uffici le giacenze dei permessi a costruire, già pronti ma non ritirati. I cantieri non aprono e le imprese sono in difficoltà. In difficoltà è anche il Comune che vede diminuire l’incasso degli oneri di urbanizzazione. Erano circa cento milioni di euro l’anno, prima della crisi, oggi siamo intorno ai 41 milioni di euro. E questo è un problema di risorse per le politiche sociali e i servizi ».

Perché i permessi non vengono ritirati?

«Per la mancanza di risorse economiche. Ad oggi abbiamo circa 700 permessi di costruzione non ritirati. Dall’aprile di quest’anno sono aumentati di ben 200».

Come sbloccare la situazione?

«Va sbloccata insieme: il Comune, le imprese, il sistema economico della città da una parte e il sistema creditizio dall’altro. Riporto qui quanto è emerso negli incontri che ho organizzato in proposito con gli istituti di credito.

Qual è la soluzione?

«Le banche sarebbero disposte ad aumentare la loro disponibilità al credito verso le imprese a fronte di una maggiore presenza anche di garanzie del sistema regionale ».

Come ci si può muovere?

«Proponiamo un patto civico tra Comune e imprese per rendere credibile nei confronti del sistema creditizio le proposte progettuali. L’obiettivo potrebbe essere di ridurre del 20% le giacenze entro l’anno. Oggi le difficoltà di finanziamento spingono le imprese a ricorrere a quella che viene definita la “moneta urbanistica”».

Ossia?

Le quantità edificabili sono utilizzate come garanzia ma il ricorso alla sola “moneta urbanistica” deforma il sistema economico e costruisce una città poco vivibile ».

In concreto?

«Riconosciamo l’esigenza di poter utilizzare queste garanzie ma dobbiamo anche riportare il ragionamento alla qualità dei quartieri che si realizzano, che non è solo misurabile in metri cubi. Per questo il patto che proponiamo è “civico”, perché aiuta le imprese e rende gli interventi urbanistici più sostenibili sotto il profilo sociale e ambientale».

Paolo Boccacci

La Repubblica




Disposizioni sulle Città metropolitane, Province e unioni di Comuni

provincedisegno di legge




Specie erbacee spontanee mediterranee – il documento ISPRA che vale chili di semi d’oro

Che piacere si prova a guardare un deserto di prato verde falciato ad uno, due, tre centimetri. Forse una vertigine da horror vacui? Non lo capisco. Posso comprendere lo stimolo di correrci sopra all’impazzata, come risposta alla necessità di sfogo prodotta da una città con sempre meno spazi dedicati al cammino, al passeggio, alla vita sociale. Ma non vedo nessun piacere derivante dalla contemplazione estetica di una lucida operazione di sterilizzazione biologica. Il continuare a voler mantenere a tutti i costi un prato all’inglese nel clima mediterraneo credo sia possibilmente associabile ad una pulsione assillante, una deviazione dell’intelletto che sa di fredda disinfestazione, di pulizia fitosociologica e zootecnica simile a quella etnica, derivata dall’ossessione di mantenere l’ordine prefissato da parte di alcuni popoli guidati da individui non capaci di intendere, in risposta ai cambiamenti repentini del secolo XX.

Per fortuna esistono persone facoltose di conoscenza che con acume hanno saputo cogliere la palla al balzo e produrre un documento utilissimo emaestoso nella sua completezza, in aiuto di chi opera per il mantenimento del “verde” (è una parola che ci fa schifo, ma la usiamo per la sua immediata comprensione) nelle nostre città.
Questo documento apre all’incirca così:

“il Manuale Specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici rappresenta un tempestivo ed esauriente supporto tecnico a quanto definito nell’area di lavoro dedicata alle Aree Urbane della Strategia Nazionale per la Biodiversità.”

Questa piccola bibbia del naturalista urbano sembra essere stata realizzata per correre a riparare i danni potenziali della legge 10 del 2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, un testo redatto da politici senza competenze specifiche che, nonostante il buon fine a cui è preposto, potrebbe fare più danni di quelli che riuscirebbe a risolvere se non interpretato da professionisti che sanno come applicare tale legge. Ne parlammo in un articolo scettico un anno fa’.

Quindi, “specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici” è, a mio avviso, un ottimo passo verso una più consapevole progettazione del paesaggio, volta a garantire un aumento della biodiversità in ambiente urbano ed il contemporaneo miglioramento estetico, ecologico e funzionale del paesaggio che incontriamo tutti i giorni uscendo di casa.
Il testo è stato prodotto da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ed alla sua scrittura hanno collaborato:

Stefano Benvenuti (Università di Pisa, Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie), cap. 7 e 9
Francesca Bretzel (CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi sede di Pisa), cap. 4, 5, 6, 8 e 9
Rosa Di Gregorio (Università di Catania, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agrarie e alimentari), cap. 10
Beti Piotto (ISPRA, Dipartimento Difesa della Natura), cap. 7
Daniela Romano (Università di Catania, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agrarie e alimentari), cap. 1, 2, 3, 4, 5, 8 e 10

Una parte dell’introduzione che ci è molto piaciuta è stata questa:

“L’uso delle specie erbacee mediterranee nelle aree urbane e/o degradate rappresenta un’opportunità alla quale possiamo aderire sia a livello di singolo cittadino, a partire dal cortile delle nostre abitazioni, sia a livello di professionista o di istituzione, contribuendo alla conoscenza e conservazione della flora nazionale.”

Questa idea, giusta e condivisibile, mi ha fatto sorridere perché ha resuscitato le immagini degli esperimenti, vani ed a se stanti per la verità, dei vari gruppi assimilabili al movimento Green Guerrilla. Composti da giovani paesaggisti, naturalisti o semplici amanti del “verde”, che si auto-eleggono paladini della natura, vanno spesso raccattando piantine nei supermercati e le piantano in piccole aree degradate cittadine a scopo dimostrativo. Quale scopo? Quello dell’omologazione al geranio rosso? Oppure rosa?
Altre volte organizzazioni parallele sono fautrici della realizzazione di orti urbani come ricordo del passato della nostra cultura. Quale passato mi chiedo? Quello autarchico della riforma agraria fallimentare fascista?
Ed allora mi tornano in mente ancora una volta le parole del libro Uomini e piante di Lucilla Zanazzi che potete leggere in questo articolo. Frasi, quelle di Lucilla, che raccontano di come sarebbe bello se nelle scuole, invece degli orti didattici ci fossero i pratoni didattici, composti di tante specie di fiori selvatici spontanei, quelli che fanno arrivare le farfalle e le api e che quando appassiscono, dopo aver prodotto i semi, fanno arrivare i coleotteri e gli uccelli a banchettare.

Ed ecco che il documento ISPRA, nella parte dedicata alla “didattica ambientale e valenza socio-culturale” viene in aiuto di questo pensiero di Lucilla:
“Il prato di fiori spontanei, oltre che nell’educazione scolastica, ha una valenza molto interessante in altri ambiti. Per il loro valore, le specie utilizzate, che richiamano il territorio, il paesaggio rurale, le usanze popolari, creano aggregazione sociale e interesse culturale nei cittadini fruitori. Per questo motivo possono essere impiegate con successo in contesti dove sia importante l’elemento umano: aree verdi di parchi didattici, giardini di ospedali, associazioni di volontariato, orti sociali e così via. Le specie che attirano di più visitatori nettarifagi sono interessanti anche per creare delle piccole oasi di biodiversità negli spazi dedicati a orti sociali.
Molti insetti attratti dai fiori, infatti, sono benefici per il controllo biologico di fitofagi; un esempio su tutti sono i sirfidi, ditteri le cui forme giovanili sono predatrici di afidi, parassiti di numerose ortive. Le forme adulte dei sirfidi stessi sono assidui frequentatori dei fiori di calendula, viola e papavero.”

Se il manuale ISPRA si fosse fermato a declamare l’importanza della diffusione di specie di fiori selvatici ed all’elencazione della loro scheda botanica, sarebbe stato incompleto. Ed invece la parte più importante del testo è proprio quella dedicata all’uso di queste specie autoctone italiane, ed al fatto che, vista la variabilità del clima italiano a seconda delle regioni, ogni città potrebbe avere un paesaggio unico suggerito dalle specie che più si adattano all’indole locale.
E’ ovvio anche che l’applicazione del principio di utilizzo dei pratoni composti da fiori selvaggi e spontanei attraverso la progettazione del paesaggio, non va applicata ad aree troppo vaste. Se pensiamo a Roma, i meravigliosi pratoni spontanei delle periferie, specialmente quelli mantenuti dalla pastorizia, non hanno bisogno di semine di miscugli a meno che non si tratti di suoli pregiudicati da inquinanti chimici o da lunghi periodi di inattività vegetale che rende inospitale il substrato.
La cosa più bella dei pratoni è che in teoria non hanno bisogno di manutenzione, una volta che il loro ciclo di ri-naturalizzazione sia andato a regime. Non hanno bisogno di innaffiatura, con ovvi risparmi sia economici che ecologici e, se non si trovano in aree in cui vi è rischio per la vita umana, non hanno bisogno di falciatura ed anzi spesso si giovano degli incendi estivi che ne auto-regolano la vita.
Anche dove necessario, lo sfalcio può essere ridotto al minimo, da una a quattro volte all’anno, giusto per controllare la crescita di piante invasive e malerbe.
Gli usi delle specie di fiori selvatici sono molteplici e molto mirati. Ne elenchiamo i più interessanti.

Ripristino ambientale e restauro ecologico
“I prati fioriti, però, possono costituire anche un’alternativa alla vegetazione ornamentale omologata di giardini e parchi pubblici e privati (…)
Secondo Gilbert e Anderson (1998), è questo (quello della rinaturalizzazione di siti antropizzati) un processo difficile e anche soggetto a fallimenti in ambiente naturale, ma il suo valore cambia quando ci si trova in ambiente antropizzato. Ricostituire habitat in zone antropizzate non solo non interferisce con i processi naturali, ma implica un importante risultato in quanto rappresenta l’inversione di una tendenza di sfruttamento dell’ambiente che è in atto da lunghissimo tempo. (…)
La creazione di habitat, oltre a migliorare la biodiversità animale e vegetale, e quindi a dare una maggior stabilità ai sistemi biologici, può assicurare dei vantaggi di interesse scientifico (salvaguardia di specie rare e/o in via di estinzione), economico (creazione di paesaggi con minimo budget iniziale e spese di mantenimento quasi nulle) e sociale (creazione di spazi verdi in aree spesso depresse).
Nella pratica, la realtà di interventi di questo tipo oscilla fra due possibilità agli antipodi: l’arredo o l’abbandono. Nel primo caso lo studio biologico-naturalistico assume un ruolo spesso marginale e il progettista mira ad occultare ferite nel territorio o a mitigare l’effetto antiestetico di infrastrutture.
D’altra parte l’abbandono non ha altro effetto se non quello di ignorare il problema: in tali condizioni la natura già disturbata non riesce a ripristinare il controllo su una determinata area a causa dei fattori critici; le associazioni vegetali spontanee e ruderali che si instaurano non riescono ad evolvere verso stadi più complessi (Lassini e Ballardini, 1990) e sono comunque di basso livello estetico e di scarsa fruibilità.Forme intermedie tra i due estremi, arredo e abbandono, guidano quelli che sono gli attuali studi su queste tematiche e vertono sulla scelta di insediare associazioni naturali, presenti nel territorio circostante, che possano evolvere verso sistemi più complessi senza la necessità di interventi diversi da un moderato mantenimento; (…)
Il restauro ecologico si rivolge anche al recupero di ambienti agricoli abbandonati, ovvero i prati polifiti semi-naturali, che derivano dalla attività agricola tradizionale di allevamento estensivo di erbivori. In tutta Europa questi prati misti, luoghi di grandissima diversità biologica, sono andati scomparendo a causa dell’abbandono dell’attività di pastorizia in favore dell’allevamento intensivo e sono inoltre minacciati dagli apporti di azoto meteorico; col tempo tale elemento, pur se presente in piccole quantità nelle piogge, tende ad accumularsi, provocando così la diminuzione del numero di specie che costituiscono il prato.”

Wildflower strips
“Una delle strategie agronomiche più efficaci per contrastare il declino della biodiversità e ripristinare le ormai rare interazioni mutualistiche flora-entomofauna è quella basata sulla semina di specie entomogame in apposite strisce ai margini della coltura, che vengono definite “wildflower strips”. Le piante entomogame possono costituire, infatti, una disponibilità alimentare per molti insetti impollinatori in virtù dell’abbondante produzione di polline e/o nettare che le caratterizza (Fenster et al., 2004). Le wildflower strips sono realizzate soprattutto ai margini di colture estensive di cereali autunno-vernini”

Tetti e pareti verdi
“Il crescente desiderio di migliorare il livello di confort psicologico ed ecologico dell’ecosistema urbano ha recentemente stimolato la ricerca verso lo studio di soluzioni architettoniche e agronomiche in grado di collocare il verde persino in aree un tempo impensabili. In questo ambito sono crescenti le esperienze di sistemi di collocazione della vegetazione sia su materiali edilizi orizzontali (“tetti verdi”) che verticali (“muri viventi”).(…)
Tra tutte le specie potenzialmente utilizzabili, quelle a fiore assumono un ruolo di primaria importanza sotto un profilo estetico-paesaggistico. Molti wildflowers diffusi in luoghi erbosi sono stati testati con sostanziale successo nel Nord Europa. In queste aree, l’assenza di periodi di prolungata siccità, unitamente ad una domanda evapotraspirativa non elevata, ha consentito, infatti, a molte specie di completare il ciclo biologico anche in tipologie di verde pensile di tipo estensivo senza il ricorso a consistenti apporti idrici. Purtroppo, in ambiente Mediterraneo le condizioni di prolungato stress idrico estivo limitano fortemente le specie utilizzabili. Ciò non deve però scoraggiare, dal momento che in città molte specie riescono a vegetare naturalmente su materiale edilizio privo di qualsiasi accorgimento protettivo.(…)
Poter percepire differenze nel verde delle varie città, in funzione delle rispettive differenze pedo-climatiche, costituisce un valore aggiunto alle peculiarità storiche, culturali e artistiche. In altre parole, le associazioni floristiche che si sono evolute in un determinato sistema paesistico risultano un patrimonio da valorizzare (Hitchmough, 1994) in ambito cittadino, al fine di consentire la vera percezione dello spazio (collocazione geografica delle peculiarità pedo-climatiche) e del tempo (dinamica delle fioriture nei vari periodi dell’anno), analogamente a quanto accadeva in passato, quando l’uomo era a stretto contatto con il paesaggio rurale.

Non so voi cosa ne pensiate, ma credo che ricorrerò spesso al manuale e che lo sostituirò definitivamente ai testi dello pseudo filosofo Gilles Clément. Ah, il Manuale Specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici potete scaricarlo qui.

Chiudo con questa ricca lista di specie inclusa nel testo…..

Elenco di specie impiegate in progetti per la realizzazione di prati fioriti in ambito scolastico.
Agrostemma brachyloba (Fenzl) Hammer, Caryophyllaceae Medio oriente
Agrostemma githago L., Caryophyllaceae Europa
Ammi majus L., Umbelliferae Europa
Chrysanthemum carinatum Schousboe, Asteraceae Europa
Clarkia unguiculata Lindl., Onagraceae America
Cyanus segetum Hill, Asteraceae Europa
Dimorphotheca sinuata DC., Asteraceae Sud Africa
Eschscholzia californica Cham., Papaveraceae Nord America
Gilia tricolor Benth., Poleminiaceae Nord America
Glebionis segetum (L.) Fourr., Asteraceae Europa
Linaria maroccana Hook. f., Scruphulariaceae Marocco
Linum grandiflorum Desf. ‘Rubrum’, Linaceae Africa
Matricaria chamomilla L., Asteraceae Europa
Mentzelia lindleyi Torr. & Gray, Loasaceae Nord America
Nigella damascena L., Ranunculaceae Europa
Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas, Papaveraceae Europa
Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas ‘Shirley’, Papaveraceae Europa
Phacelia campanularia Gray, Hydrophyllaceae Nord America
Rudbeckia amplexicaulis Vahl, Asteraceae America
Silene armeria L., Caryophyllaceae Europa
Trifolium incarnatum L., Leguminoseae Europa
Xeranthemum annuum L., Asteraceae Turchia

Francesco Tonini

www.paesaggiocritico.com




Avviso pubblico per 3 mila tirocini rivolti a giovani laureati

lavoro
Italia Lavoro – nell’ambito del progetto Amva – Giovani Laureati Neet – pubblica un avviso per realizzare 3 mila tirocini di sei mesi a favore dei giovani che non studiano e non lavorano. L’obiettivo è quello di aiutarli nella ricerca di un’occupazione, attraverso un’opportunità che permetta loro di fare un’esperienza concreta in azienda.

Per l’azienda

Chi può ospitare i giovani tirocinanti?
Aziende appartenenti a tutti i settori economici e con una forma giuridica disciplinata dal diritto privato, comprese le forme cooperative.

Il bando promuove tirocini da realizzare nelle 4 regioni convergenza (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria), ma circa 200 tirocini sui 3000 previsti possono essere realizzati in mobilità territoriale.
Quindi anche aziende che hanno sedi operative nelle altre regioni possono candidarsi a ospitare tirocinanti, pur nei limiti quantitativi indicati.

Come candidarsi ad ospitare un tirocinante?
L’azienda deve iscriversi al portale Cliclavoro.gov.it, nell’apposita sezione riservata al progetto Amva – Giovani Laureati Neet, e inserire le informazioni relative al tirocinio offerto, al fine di permettere ai giovani di candidarsi e poter esaminare i curricula via via presentati.

Quando posso presentare una candidatura?
Le aziende possono candidarsi a ospitare un tirocinante a partire dal 9 settembre 2013

Come avviene la selezione?
La selezione viene effettuata autonomamente dall’azienda, sulla base delle candidature che arriveranno attraverso il portale Cliclavoro da parte dei giovani
Una volta conclusa la selezione, l’azienda comunica il nominativo a Italia Lavoro, ed invia tutti i documenti amministrativi necessari all’avvio dei tirocinio.

Quanto dura il tirocinio?
Il tirocinio dura 6 mesi e deve svolgersi integralmente nella stessa azienda.

Per i giovani

Chi può candidarsi per un tirocinio?

I giovani che siano in possesso dei seguenti requisiti:

Abbiano un’età compresa tra i 24 anni compiuti e i 35 anni non compiuti;

Siano residenti in una delle seguenti regioni: Calabria, Campania, Puglia o Sicilia;

Siano disoccupati;

Non frequentino percorsi formativi;

Abbiano un titolo di laurea (vecchio o nuovo ordinamento) appartenente a uno dei seguenti gruppi disciplinari:
– Geo-biologico
– Letterario
– Psicologico
– Giuridico
– Linguistico
– Agrario
– Politico-sociale

Come candidarsi a un tirocinio?
Il giovane deve iscriversi al portale Cliclavoro.gov.it, nell’apposita sezione riservata al progetto Amva – Giovani Laureati Neet, e candidarsi ad una delle vacancy inserite dalle aziende che partecipano al progetto.

Quando posso presentare una candidatura?
I giovani possono candidarsi per un tirocinio a partire dal 23 settembre 2013

Cosa fare se supero la selezione?
Il giovane che supera la selezione dovrà inviare ad Italia Lavoro una mail con tutti i documenti amministrativi necessari all’avvio dei tirocinio.
Il giovane può candidarsi a uno o più percorsi, ma una volta completata positivamente la selezione ed avviato il tirocinio, il giovane non potrà più candidarsi ad altri percorsi.

A quanto ammonta la borsa?
La borsa, erogata solo se il tirocinante ha maturato almeno il 70% delle ore mensili, ammonta a:

500 euro lorde mensili per i tirocini in loco (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria)

1300 euro lorde mensili per i tirocini in mobilità (in tutte le altre regioni)

Dove posso chiedere ulteriori informazioni?
Tutte le informazioni sono contenute nell’avviso, pubblicato l’8 agosto 2013
Ulteriori informazioni posso essere richieste tramite mail al seguente indirizzo di posta: neet@italialavoro.it

Avviso programma apprendistato




Regioni e enti locali per la Green economy

green economyEnergia e Ambiente, sotto il segno della sostenibilità. E’ questa la Green economy. Si lavora ad un Piano ‘verde’ per “rilanciare l’Italia” basato sulle città-laboratorio, la valorizzazione del territorio e l’uso efficiente delle risorse. Sono gli obiettivi rilanciati dall’ultima assemblea programmatica ‘Regioni e enti locali per la Green economy’ in vista degli Stati Generali della Green Economy si terranno il 6-7 novembre 2013 a Ecomondo-Key Energy – Cooperambiente (Rimini) e presenteranno le proposte per “Un Green New Deal per l’Italia” .
Gli Stati Generali della Green Economy sono promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese rappresentative della green economy in Italia, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Per ora sono indicate cinque tappe fondamentali. Tra queste, la programmazione dei Fondi strutturali per sviluppare l’innovazione nelle imprese e nei territori; i mercati verdi pubblici e privati considerando gli acquisti verdi di beni e servizi come leva di rilancio in chiave green del sistema produttivo e l’evoluzione green degli appalti pubblici; il credito e la fiscalita’ ambientale per esempio per il risanamento e la prevenzione idrogeologica, la riqualificazione dei centri storici, la ristrutturazione energetica nell’edilizia, nei trasporti urbani, e nei rifiuti; lo sviluppo di partnership pubblico-privato in ambito tipo la trasformazione dei distretti industriali in eco-distretti; e la tutela e valorizzazione dei territori considerando per gli Enti locali la possibilita’ di derogare al Patto di stabilita’ per spese di messa in sicurezza.
“La green economy – osserva il coordinatore del gruppo di lavoro sugli Enti locali, Gian Carlo Muzzarelli – e’ un processo complesso che presuppone un cambiamento radicale nella cultura che caratterizza la societa’” che sara’ “tanto piu’ radicale quanto piu’ potra’ essere generato dalle comunita’ locali che interpretano piu’ velocemente i bisogni di una societa’ in evoluzione”.
L’assessore regionale all’Energia e coordinatore della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Agostino Ghiglia, ha partecipato all’Assemblea programmatica nazionale “Regioni ed Enti locali per la Green Economy”.
Ghiglia ha condiviso l’impostazione generale del documento presentato, che pone il tema delle rinnovabili e dell’uso efficiente delle risorse alla base di un Piano industriale green, parte di un più esteso piano di rilancio del Paese, “che porterebbe – spiega Ghiglia – significative ricadute non solo da un punto di vista energetico ma anche in termini di benefici socio-economici, che tradotto significa nuovi posti di lavoro e riduzione di costi energetici per imprese e cittadini”.
Il documento condiviso ha posto l’accento sulla necessità che la P.A. possa operare per raggiungere gli auspicati target definiti dalla strategia 2020 in termini di incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili ed efficienza energetica, promuovendo in particolare interventi di riqualificazione energetica degli edifici, in ambito sia pubblico che privato, e di efficientamento dei processi produttivi: “Per attuare gli interventi sul patrimonio pubblico, anche alla luce della nuova direttiva 27/2012 – sottolinea Ghiglia – ritengo indispensabile che si concedano deroghe ai vincoli di spesa dettati dal Patto di Stabilità per le spese connesse agli interventi di efficienza energetica sugli edifici pubblici e di realizzazione di impianti a fonti rinnovabili per l’autoconsumo, che hanno un ritorno economico certo per le P.A..
In termini di risorse finanziarie – prosegue Ghiglia – è importante che le politiche incentivanti che hanno avuto successo, ad esempio le detrazioni del 55% attualmente prorogate al 65% fino a dicembre 2013, vengano rese strutturali dando certezza agli investitori privati nel campo dell’efficienza energetica”.
Tra gli argomenti trattati anche la neccessità di semplificazione di iter burocratici lunghi e complessi che spesso ostacolano la realizzazione delle azioni e l’opportunità di un utilizzo integrato dei Fondi strutturali, con particolare riferimento all’integrazione tra Fesr e FSE: “Come emerge dal documento condiviso – precisa Ghiglia – la green economy rappresenta per la P.A. una sfida che richiede competenze e capacita spesso ancora non molto diffuse nel contesto pubblico. Per questo è necessario, anche attraverso un utilizzo mirato delle risorse della nuova programmazione 2014-2020, promuovere forme di scambio di esperienze virtuose realmente replicabili tra amministrazioni, spingere i comuni più piccoli a consorziarsi anche per attivare strategie più innovative di green economy e favorire un cambiamento culturale in materia di acquisti da parte della P.A.”.




ROMA, ASSUNZIONI E PROFESSIONI

lavoro

(Tra aprile e giugno 2013)

II trim. 2013
Dirigenti d’azienda 60
Ingegneri specialisti in discipline scientifiche e della vita 670
Specialisti e tecnici della sanità e servizi sociali 340
Specialisti e tenici amministrativi e bancari 730
Specialisti e tenici del marketing e vendite 630
Specialisti in scienze umane, sociali e artistiche 340
Insegnanti e altri tecnici dei servizi alla persone 160
Tecnici in campo informatico, ingegneristico e produzione 500
Addetti alla gestione magazzini e spedizionieri 190
Addetti accoglienza, informazione e assistenza clientela 860
Personale segreteria e servizi generali 1.040
Commessi e altro personale qualificato attività commerciali 1.800
Cuochi, camerieri e professioni simili 1.510
Operatori dell’assistenza sociale e dei servizi sanitari 250
Professioni operative dei servizi alle persone e di sicurezza 890
Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici 650
Operai specializzati e conduttori di impianti industria alimentare 50
Operai industrie chimiche, legno, carta e altre industrie 90
Conduttori di mezzi di trasporto e macchinari mobili 760
Personale generico 3.130
Fonte: EXCELSIOR-UNIONCAMERE, 2013

http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/dossier/dettaglio/roma-assunzioni-e-professioni/3743738?ref=HREC1-10