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Allacciate le cinture

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Kasia Smutniak, Pila Polonia (34)

Kasia Smutniak, Pila Polonia (34)

di Ferzan Ozpetek. Con Kasia SmutniakFrancesco ArcaFilippo ScicchitanoFrancesco SciannaCarolina Crescentini Italia 2013

Elena (Smutniak) fa la  cameriera in un bar al centro di Lecce ma sogna, insieme all’amico e collega Fabio (Scicchitano) di aprire un locale alla moda. Un giorno incontra per caso Antonio (Arca), un meccanico coatto e  razzista e ci litiga. Poco dopo la sua amica Silvia (Crescentini) si presenta ad una festa con il nuovo fidanzato , del quale aveva magnificato le doti virili: è proprio Antonio.  Lui ed Elena – che è fidanzata con il benestante ed affettuoso Giorgio (Scianna) – sulle prime si ignorano ma poi, complice la rivelazione della di lui dislessia, finiscono nudi sulla spiaggia a fare l’amore ed a scoprire di amarsi. Conosciamo nel frattempo Anna (Carla Signoris), la madre di Anna e Dora (Elena Sofia Ricci), che Anna chiama zia (ma scopriremo che è l’amante di Anna) e che va e viene da viaggi e pratiche di vario esoterismo , cambiandosi ogni volta nome. Tredici anni dopo Elena ha aperto con successo il locale insieme a Fabio ed è sposata con Antonio – che è   rimasto machista e superficiale –  e madre di due figli. Un giorno per caso scopre di avere un tumore al seno e, dopo averlo comunicato ai suoi cari, va da Marcia (Luisa Ranieri), prosperosa parrucchiera amante del marito e la convince a lasciarlo. In ospedale trova la dottoressa Diana (Giulia Michelini) che aveva conosciuto ed incoraggiato da studentessa e si trova in stanza con Egle (Paola Minaccioni) , una malata terminale che si fa forza raccontandosi di una imminente guarigione. Una notte Antonio va a trovarla in clinica e, superando le di lei ritrosie, fa l’unica cosa che sa fare per comunicarle amore e protezione: ci fa sesso, con grande divertimento di Egle che , nel letto accanto, fingeva di dormire. La morte di quest’ultima determina in Elena una reazione di sfiducia ma sarà il rozzo ed inaffidabile Antonio a riportarla amorevolmente a guarire nella clinica dalla quale era fuggita.

Ozpetek è, dobbiamo rassegnarcene, un autore prolifico e discontinuo : ci ha dato degli ottimi film come questo, ma è caduto in curiose trappole narrative, ad esempio con gli appesantiti “Magnifica presenza” e “Cuore sacro”. Si  può a questo punto dire che l’Ozpetek migliore – ed anche quello con migliore presa sul pubblico – è quello che, senza sovrastrutture ideologizzanti, si tuffa sfacciatamente ed elegantemente nel melò. Questo film , più di altri suoi, ha un legame con il Sirk di “Magnica ossessione” e di “ Come le foglie al vento” e non è certo un paragone da poco!

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