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A Star Is Born

 

di Bradley Cooper. Con Bradley CooperLady GaGaSam ElliottAndrew Dice ClayAnthony Ramos  USA 2018

La rockstar Jack (Cooper) è al limite dell’alcolismo e una notte, alla fine di un concerto, chiede al suo autista Phil (Greg Grunberg) di portarlo in un posto dove possa bere. Trovano aperto un locale drag e Ramon (Ramos), che è all’ingresso, lo riconosce ed eccitato lo accompagna dentro; lì assiste ad alcune esibizioni en travestì, finché non arriva sul palco Ally (Lady Gaga), una cameriera di cathering con la passione per la musica, che canta La vie en rose.  Ramos  spiega a Jack che lei è una sua collega ed amica e lo accompagna a conoscerla; lui la invita ad andare con lui a bere in vari bar; lei accetta finché in un locale un fan strafatto (Andrew Michaels) gli chiede un autografo e lo strattona e Ally lo atterra con un pugno; fuori dal locale, lui le cura la mano ammaccata con dei surgelati e le racconta un po’ della sua vita: figlio dell’amore senile del padre con una ragazza di campagna, morta poco dopo, è cresciuto in un ranch affidato – dopo la scomparsa del padre – al fratellastro, dal quale ha preso l’amore per la musica. Ally, alla fine del racconto, gli fa sentire una canzone che ha composto, The shallow, e gli confessa di aver avuto risposte negative da parte dei discografici che trovavano interessanti le sue composizioni ma lei, per via del naso troppo pronunciato, inadatta ad esibirsi. Jack, cerca di rassicurarla ma lei non si fida e si fa portare a casa, rifiutando il suo invito ad accompagnarlo al concerto che l’indomani lui terrà a Memphis. Il padre della ragazza, Lorenzo (Dice Clay), è un ex crooner di nessun successo, ancora convinto di essere migliore di Frank Sinatra (sembra glielo avesse detto, anni prima, Paul Anka) e che spera che la figlia possa riscattarlo; così quando la mattina Phil bussa per portarla al concerto, cerca invano di convincerla ad accettare; l’autista, però, la segue fino al lavoro e lei, di fronte all’ennesimo sgarbo del boss (Jacob Schick), si licenzia, accompagnata da Ramon sale sulla limousine di Jack e con un aereo privato arriva al backstage del concerto. Jack soffre di acufene ed è reduce da una discussione con il fratello e manager Bobby (Elliott), il quale cercava di convincerlo a mettere delle cuffie protettive, che lui rifiuta perché lo isolerebbero dal pubblico. Inizia il concerto e, ad un certo punto dell’esibizione, lui attacca The shallow e la invita sul palco; lei inizialmente si ritrae ma poi va al microfono e canta con lui. Fioccano applausi e lui la porta nella sua stanza ma, ubriaco, cade addormentato, lei gli dorme accanto e l’indomani mattina fanno l’amore. Ora sono insieme e lei partecipa a tutti suoi concerti. Un giorno sono a pranzo da un loro amico e vicino di casa, George “Noodles” Stone (Dave Chappelle) e lui gli chiede un paio di pinze per fare un anello con un pezzo di corda di chitarra, lo mette al dito di Ally e George li porta dal fratello (Eddie Griffin), pastore di un proprio rito, che li sposa all’istante. Ally viene invitata dal potente manager Rez (Rafi Gavron) a far parte della sua scuderia; lei, dopo essersi consultata con Jack, accetta e il suo primo singolo è un successo, tanto da farle guadagnare una candidatura ai Grammy come miglior esordiente. Jack continua a bere ed a drogarsi e Bobby, esasperato, lo lascia, mentre lui vive con alterni sentimenti la carriera di Ally: da un lato, le è vicino e l’aiuta ma, dall’altro, non riesce a non esserne geloso. Per la sera dei Grammy è prevista una sua partecipazione ma, mentre lui si aspettava di cantare un suo pezzo, alle prove gli comunicano che dovrà solo suonare la chitarra e accompagnare Chris Issak e Brandi Carlie; è un brutto colpo e lui la sera della premiazione è completamente sbronzo e, accompagnando i due solisti che cantano Oh! Pretty woman, fa delle violente svisate con la chitarra, disturbandone la performance. Quando poi Ally, che ha vinto, sale sul palco, lui l’accompagna ma incespica e, in diretta mondiale, si piscia sotto. Lei è distrutta e lui accetta di andare nella clinica di Carl (Ron Rifkin) per disintossicarsi. Quando torna a casa, lei, per stargli vicino, cancella un importante tour in Europa; Rez va da lui e, spietatamente, gli rivela che la carriera di lei aveva rischiato di interrompersi per le sue intemperanze e che l’amore per lui ancora potrebbe rovinarla definitivamente. Jack le lascia una canzone, I’ll never love again, e si suicida. Lei, nel concerto in sua memoria, la canta con dolorosa commozione.

Tutto è cominciato nel 1932 con A che prezzo Hollywood di George Cukor, nel quale una cameriera (Constance Bennett) viene notata da un regista (Lowell Sherman) in declino che fa di lei una star e poi si suicida; 5 anni dopo William A. Wellman scrive e dirige il primo E’ nata una stella con Fredric March nel ruolo di attore-Pigmalione e Janet Gaynor in quello di stellina in ascesa,  i due personaggi saranno ripresi da James Mason e Judy Garland nello splendido remake del 1954 di George Cukor; poi nel 1976 Frank Pierson dirige Kris Kistofferson e Barbara Streisand nella non certo memorabile versione rock del plot. Questo terzo remake (escludendo Ci troviamo in galleria del’53, diretto da Mauro Bolognini con Carlo Dapporto e Nilla Pizzi, che ha una storia identica – qui ci sono un comico di avanspettacolo ed una cantante – ma con un finale meno tragico) ha avuto un inizio un po’ travagliato: il progetto vedeva inizialmente la regia di Clint Eastwood e Beyoncé come protagonista, poi è spuntato Bradley Cooper che ha firmato la sua prima regia ed ha chiesto Lady Gaga come partner e, insieme a lei, ha scritto ed interpretato (cantandole dal vivo) molte delle canzoni del film. Il risultato è un costoso e piatto “musicarello” (come venivano chiamati i film italiani con cantanti e canzoni di successo degli anni’60), con buone musiche ma – tranne The shallow e la canzone finale –  non particolarmente memorabili e – come appunto i film di Morandi, Al Bano e Littlle Tony, che erano tenuti su dal mestiere di Bramieri, Taranto, Franchi e Ingrassia, Nino Taranto e Montesano – con ottimi caratteristi. Cooper sembra più concentrato nel rendersi musicalmente credibile che nella prima prova di regia; svetta Lady Gaga, ottima cantante e anche intensa interprete. Probabilmente i buoni incassi del film si devono soprattutto a lei.