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Costruire sostenibile Una cultura sociale non solo ambientale

Leed, Breeam, CasaClima, Classe A. Come misurare l?impronta verde di un edificio che abiteremo? In questi ultimi anni le certificazioni e le istituzioni che le garantiscono si sono moltiplicate a rappresentare l'enorme sforzo che alcuni governi e molte realtà produttive stanno organizzando per offrire gli strumenti tecnici per valutare in maniera

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costruire greenLeed, Breeam, CasaClima, Classe A. Come misurare l?impronta verde di un edificio che abiteremo? In questi ultimi anni le certificazioni e le istituzioni che le garantiscono si sono moltiplicate a rappresentare l’enorme sforzo che alcuni governi e molte realtà produttive stanno organizzando per offrire gli strumenti tecnici per valutare in maniera oggettiva la sostenibilità di una delle realtà che ha un enorme impatto sulla qualità dell’ambiente: il mondo delle costruzioni. La sua capacità di consumare risorse, realizzare edifici energeticamente insostenibili e di produrre CO2 lo ha trasformato in uno dei settori chiave su cui intervenire su scala globale. Questi elementi, conseguenze di una scarsa capacità critica verso i fenomeni di degrado ambientale e le conseguenze che avrebbe portato, sono stati alla base di una revisione profonda della catena produttiva, dei criteri progettuali e degli strumenti di giudizio, contribuendo a invertire una tendenza sempre più dannosa per il nostro mondo. Oggi la situazione è cambiata profondamente. Il mondo dell’architettura e dell’industria delle costruzioni sta vivendo una trasformazione radicale anche se complessa e con qualche resistenza soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Dopo una prima fase «eroica» in cui l’architettura green era vista come una forma di sperimentazione tecnologica e di resistenza civile, in questo ultimo decennio la certificazione ambientale ed energetica è diventata un presupposto fondamentale dal punto di vista sociale, culturale ed economico, oltre ad essere considerata in alcuni casi un obbligo di legge. I criteri sono progressivamente cambiati nel tempo, muovendo dall’analisi dell’edificio e delle sue performatività energetiche alla considerazione complessiva del processo edilizio e della progettazione. L’attribuzione del Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), la certificazione ambientale maggiormente considerata sulla scena internazionale contemporanea, valuta tutti i passaggi e il loro impatto, analizzando il metodo di lavoro, la scelta dei materiali (possibilmente kmo), tutte le forme di risparmio energetico, il riutilizzo delle risorse, l?organizzazione del cantiere fino ad arrivare all’opera costruita. Si tratta di un processo costoso per le imprese e i committenti, ma insieme l?attribuzione del Leed Gold o Platinum, è diventato uno degli obbiettivi di molte delle nuove, grandi architetture poste sul mercato globale, e ad oggi più di 60.000 edifici costruiti sono stati riconosciuti con questi criteri.Ma una delle conseguenze più interessanti è che questa rincorsa alla certificazione ambientale non ha necessariamente generato un linguaggio green, come era stato tra gli anni Settanta e Ottanta, ma ha piuttosto attivato un modo alternativo di pensare il processo costruttivo e la consapevolezza dell?impatto che ha sulla nostra vita. Un esempio clamoroso è la Hearst Tower di Norman Foster, il primo edificio Leed Gold a New York, un grattacielo tradizionale che ha utilizzato all?80% acciaio riciclato e abbattuto del 30% i consumi energetici e la dispersione delle acque. Oppure, sul versante opposto, i piccoli ospedali disegnati in Africa per Emergency da Tamassociati, riconosciuti come eccellenze internazionali. Architetture consapevoli per l?uso di materiali e tecnologie elementari, sostenibili perché dialogano intelligentemente con il luogo e il suo clima, pensati per accogliere la vita con semplicità e qualità diffusa. Questo a dimostrazione che la sostenibilità non è un linguaggio o un certificato ma, soprattutto, un modo attento e generoso di operare nel mondo

 

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