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Un Natale stupefacente

Lillo e Greg soli contro nani, orchi ed orsetti

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di Volfango De Biasi. Con Pasquale PetroloClaudio GregoriAmbra AngioliniPaola MinaccioniPaolo Calabresi  Italia 2014

I genitori (Giampiero Ingrassia e Francesca Antonelli) del piccolo Matteo (Nicolò Calvagna) gestiscono una piccola azienda biologica e un giorno vengono arrestati perché il loro formaggio di capra è risultato positivo ai test antidroga. Affidano il bambino agli zii, Remo (Petrolo), un meccanico scombussolato dall’abbandono della moglie Marisa (Minaccioni) e Oscar (Gregori) musicista di scarso successo e dongiovanni a tempo pieno; gli assistenti sociali ai quali chiedono l’affidamento del nipote, Belotti (Francesco Montanari) e Randelli (Riccardo De Filippis) sono molto scettici e, convinti, di trovarsi di fronte ad una coppia gay, minacciano ispezioni a sorpresa. Remo e Matteo vanno a vivere da Oscar, combinando vari disastri e la sera successiva Remo lascia il nipote ad Oscar perché ha un appuntamento chiarificatore con Marisa nel quale scopre che lei si è messa con il tatuatore Giustino (Calabresi). Oscar non trova di meglio che portare Matteo in discoteca dove gli insegna i rudimenti del rimorchio; qui conosce Genny (Angiolini) e, come al solito, i due finiscono a letto. La mattina dopo arriva la visita dei sempre più sospettosi assistenti sociali e Genny, sia pur offesa dall’ostentata (e insincera) indifferenza di Oscar, elabora un piano per placare i sospetti dei funzionari: passeranno il Natale nella fattoria dei genitori di Matteo insieme a Marisa che dovrà fingere di stare ancora con il marito per dare l’idea di una famiglia normale ed affidabile. Marisa, che al nipote è affezionata, si lascia subito convincere e Genny, per riaccendere il suo interesse verso Remo (e anche per far ingelosire Oscar) finge di essere la sua focosa fidanzata. Nella casa di campagna si perfeziona il piano: Genny fa perdere la testa a Giustino e Remo lo convince che Marisa è affetta da demenza precoce. Tutto andrebbe per il meglio ma l’arrivo di Belotti e Randelli e una pizza preparata con il famoso formaggio sembrano mandare tutto all’aria; invece, i due assistenti omofobi scoprono di amarsi, Marisa torna da Remo (Giustino si consolerà con un caprone), Oscar e Genny si mettono insieme e la scoperta di una piantagione di marijuana curata da vispe vecchiette- che le capre brucavano volentieri- farà rilasciare i genitori di Matteo.

La premiata ditta De Laurentis, ora alla terza generazione, conferma la capacità di confezione e l’intuito commerciale: Un Natale stupefacente è piacevole e il cast adeguato ma ridotto all’essenziale per affrontare la non facile congiuntura finanziaria; certo, il film incassa meno dei precedenti ma i costi contenuti rendono l’impresa natalizia della Filmauro ancora una volta redditizia. Va però sottolineato un pericolo che il nostro cinema sta correndo: è ormai chiaro che, salvo rarissime eccezioni, il cinema d’autore è a forte rischio di perdita e che l’unico genere in grado di portare guadagni è la commedia; solo che tutti si sono buttati sul genere con il risultato che dall’inizio di stagione ne sta uscendo una alla settimana.Il risultato è che tutte incassano un po’ meno (senza dire che tra le troppe commedie sfornate a getto continuo molte sono inevitabilmente tirate vie senza alcun progetto editoriale).

Attenti che se uccidiamo l’unico genere pregiato, il cinema italiano può anche chiudere i battenti.

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