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Un fidanzato per mia moglie

di Davide Marengo. Con Paolo KessisogluGeppi CucciariLuca BizzarriDino AbbresciaFrancesco Villa Italia 2014

Camilla (Cucciari), speaker di una radio locale sarda, sta per sposare Simone (Kessisoglu), venditore d’auto milanese. Per calmare l’ansia per il matrimonio e per il trasferimento a Milano, fuma uno spinello con le amiche e le va a fuoco l’abito; forse è stato un presagio perché la vediamo, annoiata ed infelice nella casa matrimoniale, mentre il povero Simone non ne può più del suo umore costantemente pessimo. I suoi amici Carlo (Abbrescia) – titolare della concessionaria nella quale lui lavora e infaticabile puttaniere – ed Ernesto (“Franz” Villa) e Gianluca (Alessandro “Ale” Besentini) – consolidata coppia gay- lo spingono a separarsi ma lui non è ha il coraggio. Dopo l’ennesima sparata di Camilla (ha insultato tutti gli ospiti del party di compleanno di Carlo), si fa convincere a servirsi del mitico play-boy Falco (Bizzarri), che gli dovrà sedurgli la moglie. Lei, però, non si muove quasi più da casa (mentre Falco ha bisogno di spazi di manovra) e Simone deve pagare Andrea (Corrado Fortuna) il titolare di una radio, perché la assuma come intrattenitrice. Camilla, dopo un’iniziale incomprensione, si appassiona al nuovo lavoro e la radio ha un buon seguito di ascoltatori; anche con Falco le cose sembrano procedere: i due si vedono e lei non è indifferente all’esperto corteggiamento del play-boy. Simone, però, si sta ingelosendo e la situazione precipita.

Il nostro cinema, resosi conto che solo le commedie possono avere qualche esito di botteghino, si è buttato a capofitto nel genere; per maggior sicurezza, talvolta adatta grandi successi stranieri (vedi Benvenuti al sud, Una famiglia perfetta, Fuga di cervelli). Questo film è, appunto, il remake del blockbuster argentino del 2008 Un novio para mi mujer ma l’operazione non si può dire riuscita: mancano spunti di vero divertimento e anche là dove potrebbero essercene, le occasioni vanno sprecate: ad esempio, Camilla in radio tiene una rubrica su ciò che le dà fastidio – occasione da manuale di originalità e cattiveria per una comica – e lei enuncia banalità quali: ”Non sopporto chi non paga le tasse o chi non vota perché dice che sono tutti uguali” (alla faccia dell’anticonformismo!). Marengo viene dall’interessante Notturno bus e fa buona televisione di mestiere (Boris 3, Il commissario Manara). Ha tempo per rifarsi. La Cucciari , invece, continua a sembrare un bel pò sopravvalutata (forse dovrebbe tentare di mettere la sua maschera un po’ rabbiosa in un ruolo drammatico).