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Ripartiamo dall’Istituzione Biblioteche di Roma

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L’obiettivo dell’Istituzione Biblioteche di Roma era quello di snellire, sburocratizzare e renderle centri culturali di vicinanza, sportelli territoriali, luoghi di relazioni e di attività per le nuove esigenze di cultura.
Un ‘innovazione che ha sviluppato la sua crescita orizzontale nelle tante periferie della nostra città. Da luoghi di prestito e/o di lettura a spina dorsale di presidi culturali che hanno dato risposte sia alla crescita culturale che al disagio sociale. Antenne delle trasformazioni e misuratori reali della qualità socio-culturali dei territori negli ultimi 20 anni.
La cultura deve essere diffusa, innervata in tutta la città ma soprattutto nelle aree periferiche.
Partendo dalla nostra esperienza del progetto di rigenerazione urbana della periferia del quadrante di Corviale possiamo affermare che senza la Biblioteca R. Nicolini di Corviale il progetto non avrebbe avuto gambe su cui camminare.
E’ su quelle gambe che abbiamo costruito tante iniziative, eventi, manifestazioni e il coinvolgimento e la partecipazione di tanti cittadini.
I presidi culturali pubblici, danno al disagio sociale risposte, informazioni, comunicazioni, apprendimento.
Occorre riflettere, anche a livello europeo, dopo i fatti di Tor Sapienza e di Parigi, su come il patrimonio culturale possa contribuire a dare concrete risposte ai temi che le realtà periferiche ci stanno sbattendo in faccia.
La storia delle Biblioteche di Roma non riguarda solo l’assessorato alla Cultura ma anche quello delle Periferie, delle Politiche Sociali, della Scuola e Sport, dell’Urbanistica. E’ ora di rompere i compartimenti stagni per rigenerare la nostra città anche sfruttando le potenzialità di trasformazione che la rete sta imprimendo ad interi settori della filiera produttiva culturale.




Difendiamo l’Istituzione Biblioteche di Roma

Sono rimasto incredulo quando ho letto che l’Amministrazione Comunale ha intenzione di chiudere l’Istituzione Biblioteche di Roma per riportarle sotto un Dipartimento.
E’ necessario ricordare che l’Istituzione Biblioteche di Roma sono state frutto di un ‘ampia e partecipata discussione che il Consiglio Comunale di Roma, di cui facevo parte, approvo’. L’obiettivo era quello di snellire, sburocratizzare e renderle centri culturali di vicinanza, sportelli territoriali, luoghi di relazioni e di attività per le nuove esigenze di cultura che la società, dopo il periodo buio delle giunte democristiane che avevano spento le luci nicoliniane della nostra città, richiedeva.
Un ‘innovazione che non solo ha raggiunto i risultati previsti ma ha consentito la sua crescita orizzontale nelle tante perifirie della nostra città. Da luoghi di prestito e/o di lettura a spina dorsale di presidi culturali che hanno dato risposte sia alla crescita culturale che al disagio sociale. Antenne delle trasformazioni e misuratori reali della qualità socio-culturali dei territori negli ultimi 20 anni.
Centrale per lo sviluppo del sistema biblioteche è stata la capacità gestionale, competente e all’altezza della sfida.
Da già presidente della commissione cultura del Comune di Roma vado orgoglioso di essere stato parte di questa scelta voluta dall’ allora assessore Borgna . Un progetto realizzato partendo dai contenuti e fatto di buone pratiche. Diventato fiore all’occhiello sia a livello nazionale ma anche in campo européo intessuto da una sensibilità solidale verso i paesi del mediterrraneo.
Era nostra convinzione che la cultura doveva essere diffusa, innervata in tutta la città ma soprattutto nelle aree periferiche. E’ questo e stato e i risultati sono facili da riscontrare.
Voglio aggiungere che tutto cio’ è stato reso possibile sia da un management competente ma anche dall’investimento fatto sul personale che consapevolmente ha partecipato a questa sfida mettendoci passione, voglia di imparare e senso civico.
In qualità di coordinatore del progetto di rigenerazione urbana della periferia del quadrante di Corviale posso
affermare, dopo 6 anni di presenza quotidiana sul territorio, che senza la Biblioteca R. Nicolini di Corviale ed il Mitreo (altro presidio culturale da sostenere) il progetto non avrebbe avuto gambe su cui camminare.
E’ su quelle gambe che abbiamo costruito e otttenuto i riconoscimenti avuti e le opportunità di mettere in campo le tante iniziative, eventi, manifestazioni e il coinvolgimento e partecipazione di tanti cittadini che ci hanno sostenuto e ci sostengono.
Lentezze burocratiche, non relazionalità autonoma nel rapporto pubblico-privato, non interazione e integrazione con le altre realtà socio-culturali- ambientali e quindi pur essendo fisicamente presenti ma lontani dal capire ed essere parte della trasformazione positiva della nostra periferia. Termine in voga più che mai in questo periodo ma di cui un Dipartimento centralizzato non avrebbe sicuramente avuto cognizione con tutte le conseguenze immaginabili.
Lo smantallamento dell’Istituzione Biblioteche non é assimilabile alle ben novanta aziende (di proprietà o partecipate a vario titolo) che le amministrazioni comunali di centrosinistra e centrodestra hanno creato nel corso degli ultimi 20 anni aprendo buchi di milioni, anzi di miliardi di Euro di debiti che i cittadini romani e italiani stanno pagando.
Questa scelta dell’amministrazione sta smentellando quel documentato contributo che che la Cultura, e soprattutto i presidi culturali pubblici, danno al disagio sociale, allo sviluppo critico delle Comunità, alla crescita di tanti giovani che ne respirano l’aria, alle risposte di informazioni, comunicazioni, di apprendimento e di espressione per tutte le fasce di età ancora più preziose in questa crisi che ci attanaglia e che incide sulle spese da tagliare e la Cultura è tra queste, purtroppo.

Va inoltre detto con chiarezza che in questa vicenda non ci sono risparmi, tutt’altro, ma costi sociali e crescita del divario e delle disuguaglianze si’. E che la vicenda vada discussa pubblicamente e nelle sedi Istituzionali in cui fu approvata non dovrebbero esserci impedimenti.
Dall’ amministrazione Marino che abbiamo sostenuto, ci sareimmo aspettati, dopo i fatti di Tor Sapenza e di Parigi, una riflessione che sta avvenendo anche a livello di Unione Europea, sul perchè, il per chi e il come il patrimonio culturale possa contribuire a dare concrete risposte ai temi che le realtà periferiche ci stanno sbattendo in faccia.
Invece avverto una distanza da questi problemi e che la riflessione sia rimasta ferma a Cultura come costo o divertimento e non inclusione, opportunità di inserimento e di crescita nella società da parte delle future generazioni che rischiano di rimanerne escluse.
Mi sarei altresi’ aspettato che le trasformazioni che la rete sta imprimendo alle attività e ad interi settori della filiera produttiva culturale diventassero tema da affrontare di petto e che rischiano di pioverci addosso impreparati.
Questa storia delle Biblioteche di Roma non riguarda solo l’assessorato alla Cultura ma anche quello delle Periferie, delle Politiche Sociali, della Scuola e Sport, dell’Urbanistica. E’ ora di rompere i compartimenti stagni o l’abbracciarsi alle competenze. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ci auguriamo di percorre insieme questa strada convinti, visto che la stiamo percorrendo da tempo, che possa dare quel contributo per rigenerare la nostra città.




Manifestazione contro l’internalizzazione delle biblioteche di Roma

26 GENNAIO ORE 9.30 BIBLIOTECA RISPOLI
PIAZZA GRAZIOLI (VICINO PIAZZA VENEZIA)

INTERNALIZZAZIONE DELLE BIBLIOTECHE DI ROMA : UNA PROPOSTA NATA SENZA UN CONFRONTO

Il CdA dell’Istituzione Biblioteche di Roma, riunito questa mattina in via Zanardelli, esprime all’unanimità la sua opposizione all’ipotesi di internalizzazione dell’Istituzione.

Questa proposta determina, infatti, per le Biblioteche di Roma, un forte cambiamento di identità con la perdita della sua autonomia progettuale, interrompendo di colpo un’esperienza che ha dato nel tempo risultati positivi sia sul piano della gestione economica che della qualità dei servizi.

Il CdA non può quindi accettare che una formula che ha funzionato, ed è stata una conquista maturata con un ampio dibattito culturale, venga ora liquidata con un gesto unilaterale, senza confronto con le parti in causa e senza ascoltare il suo parere, dopo essere stato chiamato, tra l’altro, proprio dalla stessa amministrazione comunale ad offrire la propria competenza.

Il CdA non è convinto delle motivazioni di “economicità e convenienza”, con cui è stata sostenuta la decisione. Chiede comunque che vengano dimostrate.

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L’internalizzazione priva le biblioteche del loro slancio progettuale senza reali benefici di economicità. I presìdi culturali che esse rappresentano non possono essere gestiti senza riconoscerne lo specifico irriducibile.

In conclusione il CdA convoca per Lunedì 26 alle ore 9.30, presso la Biblioteca Rispoli di Piazza Grazioli un’Assemblea cittadina a cui chiama a partecipare le rappresentanze sindacali, i capigruppo dell’Assemblea capitolina, i componenti della Commissione Cultura, gli amministratori dei Municipi, i lavoratori delle Biblioteche e i cittadini stessi.
Il CdA sarebbe molto lieto di poter contare sulla presenza dell’Assessora alla Cultura Giovanna Marinelli e della Assessora al Bilancio Silvia Scozzese.

Michela De Biase, Presidente della Commissione Cultura ha già confermato la sua partecipazione.

Il CdA dell’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale

IO DICO NO.
Come Consigliera del CdA dell’Istituzione Biblioteche ora non dirò nulla. Attendo di condividere le parole pubbliche con i miei colleghi e soprattutto con la Presidente.

Ma sono Consigliera perché sono stata eletta come cittadina, perché riconosciuta (forse) capace di rappresentare, come presidente di un’associazione dedicata a promuovere la lettura, ciò che le biblioteche sono chiamate a fare per il territorio e quindi ho un’opinione precisa su questa decisione annunciata di “internalizzare l’Istituzione Biblioteche” mandando a casa il CdA, l’autonomia progettuale, una storia di 18 anni che è stata sempre e solo una crescita. Cosa che nessuna delle altre idee/aziende comunali può vantare: la crescita.
Perché la storia dell’Istituzione Biblioteche è un vanto per la Città, dal 1996 anno di sua fondazione; è una storia che rende onore al lavoro culturale in quanto dà valore al singolo bibliotecario che vi opera quanto al singolo utente che vi accede.
Ma soprattutto dà valore al territorio che non è un concetto astratto e nemmeno un’idea universale ma tante specificità concrete e un insieme articolato di esigenze..
Ora ci si dovrebbe fermare tutti, sindacati, giunta, commissioni varie e chiedersi perché una macchina culturale capace di produrre senso debba essere smantellata. Perché una crescita dimostrabile in numeri di utenza, prestiti, attività, sedi e metri quadri, che definiscono profili reali di efficienza e di vitalità, debba cambiare gestore. “Costa troppo questa macchina culturale, bisogna risparmiare” – questa la sentenza. “La soluzione è affidare al Dipartimento Cultura, competente e più bravo a risparmiare, tutta la baracca”. Ma il piano reale di risparmio non viene tracciato. Si risparmia e basta. Sicuramente non si risparmia buttando a mare il CdA appena eletto: nessuno di noi prende soldi. Quindi dove e come si risparmia? E da quando il Risparmio è la Visione di un’azione culturale?
Ho il sospetto che la competenza reale di cui ci si vanta è quella del saper far di conto, l’unica “sapienza” che sembra avere ragioni e ragionieri in questo piccolo mondo di roma ex capitale.
Ancora una volta la Cultura si trova faccia a faccia con la Ragioneria. Che non è più vera delle cosiddette “finzioni culturali” perché anch’essa si basa su strutture narrative quando cambia capitoli di spesa per “fingere” risparmi.
Una volta la lotta era più nobile perché la Ragion di Stato non faceva i conti della serva ma disegnava visioni del mondo.
Temo che l’Inverno sia arrivato e che quei granai costruiti con cura rischino di perdere il senso stesso della loro missione: erano lì per indicare a tutti che il Mondo è vasto non per ridurlo all’ombra di pochi.
Le Biblioteche sono presidi culturali…così si dice: “presidi”, sa di strutture militari, di stanziamenti, di fortezze. No, le biblioteche per me sono persone che leggono, persone che s’incontrano, persone che imparano, persone che sanno, sono silenzi e parole: i mattoni immateriali con cui si costruiscono le persone. E le persone non sono né stanziamenti né stanziali.
Mi dispiace tanto: l’Istituzione Biblioteche era una visione, imperfetta nel suo realizzarsi ma mai più in basso dei suoi sogni.
Non c’è Dipartimento fatto di funzionari che possa avere questa stessa “esigenza”. La grammatica è cosa diversa dalla Letteratura.
Io sono costretta a stare dalla parte degli offesi.




Newslettere Biblioteca Renato Nicolini: gli appuntamenti 2015

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Lunedì 12 gennaio   ore 18.00 
Invito all’opera

 “La Boheme” di G. Puccini  a cura di M. Laurenza

Mercoledì 14 gennaio   ore 17 / 18.30
POESIA A CORVIALE

I poeti scrittori MARCO BELOCCHI e CINZIA MARULLI
in dialogo con Carla De Angelis e Angelo Filippo Jannoni Sebastianini parleranno delle loro opere.

Venerdì 16 gennaio ore 17.00
Escher tra Matematica e Magia

In occasione della mostra “Escher” al Chiostro del Bramante qualche considerazione sulle relazioni tra Matematica e Arte  in collaborazione con la Banca del tempo di Corviale

Martedì  20 gennaio ore 17.00
Nati per leggere

Proseguono gli incontri di letture ad alta voce nell’ambito del progetto Nati per leggere grazie alla collaborazione di lettrici e  lettori volontari   fascia di età  3 – 6 anni. E’ indispensabile la prenotazione al numero 0645460421




INVITO > Appuntamenti in Biblioteca Renato Nicolini

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