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Il programma futuro del Comitato delle Fondazioni: bandi per la promozione degli artisti italiani, e progetti per le periferie

Il terzo anno del Comitato Fondazioni si festeggia da Sandretto con una serie di annunci che lanciano una buona luce sul futuro del contemporaneo in Italia.
La Presidente Patrizia Sandretto, con Andrea Cancellato di Federculture e Federica Galloni della Direzione Generale per l’Arte Contemporanee e Periferie, in rappresentanza del MIBACT, sono qui con l’intento di condividere una “rete di relazioni e arricchire i contenuti, raccogliendo spunti e suggerimenti per le prossime attività”.
Andiamo subito al sodo: cosa farà nel futuro il Comitato che annuncia non solo la partnership con Federculture ma anche l’ingresso futuro di HangarBicocca tra gli attori? Per prima cosa guarderà in casa propria, ovvero alle collezioni degli aderenti al gruppo, per fare quella che Sandretto definisce una “collezione di collezioni” che possano essere esposte in musei italiani che non hanno raccolte permanenti, per esempio.
E ancora, c’è la volontà di un’apertura a collezionisti privati stranieri che vorranno mettere a disposizione dell’Italia le proprie raccolte.
Cancellato cita l’ultimo rapporto di Federculture, ribadendone l’importanza che il settore, nel nostro Paese, porta anche all’economia . «Basta con il sentimento negativo per il futuro della nostra nazione; nonostante la spesa per la cultura non sia in cima alle spese, è in crescita, e questa tendenza va incoraggiata dice Cancellato.
E allora via, con la volontà di confederarsi (con AGIS per esempio), per avere una voce unica e forte, e per creare un pezzo importante anche nella reputazione dell’Italia.
«Se dimostriamo che il contributo che diamo è importante verranno nuove iniziative e nuove risorse; bisogna continuare a girare i numeri, un tempo negativi del Paese, e defiscalizzare il consumo culturale è necessario per il futuro», chiude Cancellato.
Galloni annuncia invece i progetti sul tema delle periferie urbane, e ribadisce che l’aver associato questo tema all’arte è strategico. «Abbiamo l’obiettivo di andare a lavorare sulle periferie con parametri nuovi, e si è parlato molto anche con il Miur, facendo nascere progetti come “Sperimento l’arte”, che porterà nelle scuole artisti affermati, per dimostrare che la cultura può cambiare anche la vita». Ma c’è anche un secondo progetto, che ha un plafond notevole: 3 milioni di euro che andranno ad eventi sempre realizzati nelle scuole ma aperti al pubblico, per creare collettività.
Galloni ricorda come la Direzione Generale non dia sovvenzioni, ma lavori in sinergia con le istituzioni per avvicinare i cittadini italiani al mondo dell’arte contemporanea: «oggi è fondamentale una mediazione culturale, per mettere in relazione artisti e fruitori. C’è la voglia di avere l’arte come patrimonio diffuso e condiviso, soprattutto nei piccoli centri e in questo l’aiuto delle fondazioni sarà esemplare».
E tra gli enti a cui il Comitato delle Fondazioni si rivolge c’è anche l’Italian Council, che per ora ha una base di 980mila euro annui. Soldi che serviranno ad un altro progetto: quello della produzione di un’opera, con un artista che la lascerà ad un museo italiano o straniero, per proseguire sulla strada della promozione dell’arte oltre i confini. A proposito, spiega Galloni, vi saranno due bandi annui, e i partecipanti saranno selezionati da una commissione appositamente creata, per evitare conflitti di interessi. Primo bando in uscita? Nel primo semestre 2017.
Last but not least, anzi, il Progetto Periferie, con 50mila euro per ogni iniziativa, mentre nel contempo si cercherà di trovare una strategia per dare la possibilità concreta di usare l’artbonus per i privati che vorranno. 50 per cento di fondi, per queste iniziative, verranno stanziati dal Mibact, mentre la restante parte sarà a carico delle Fondazioni. Sul piatto? Dentro il macrotema delle periferie, anche una serie di programmi didattici e dedicati ai più giovani. Ecco chi sono, tra progetti con scuole, territorio o cittadini, i primi nove a partire:
Cittadellarte Pistoletto, con il progetto Re-birth
Fondazione Giuliani coinvolgendo Luigi Coppola e il progetto “Menti Locali”
Fondazione VOLUME! “Città inseparabili e buoni incontri con Francesco Arena
Nomas Foundation: “Come vivere insieme. La scuola comune”, di Sresha Rit Premnath
Pastificio Cerere coinvolge Pietro Ruffo, con “Curare l’educazione”
Fondazione Merz, con Ludovica Carbotta e i fratelli De Serio sul progetto “Chiribiri. Fare città tra museo e giardino”
Fondazione Spinola Banna, con Giuseppe Caccavale e “La via delle parole”
Fondazione Antonio Ratti, con Matteo Rubbi e “Città in residenza”
Fondazione Sandretto, “Segnali da un paesaggio aumentato” con Alessandro Quaranta

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Mobilità green, firmato il decreto. Bando da 35 MLN

Saranno finanziati i progetti che favoriscono gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro con modalità di trasporto sostenibili.
Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha firmato il decreto per l’assegnazione, attraverso un bando pubblico rivolto agli Enti Locali, dei 35 milioni di euro previsti dal Collegato Ambientale per il Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile. L’obiettivo è favorire gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro con modalità di trasporto sostenibili, in linea con gli obiettivi nazionali ed europei di riduzione delle emissioni di gas serra e inquinanti derivanti dal settore dei trasporti.

Entriamo dunque nella fase attuativa – spiega il ministro Galletti – di una delle misure strategiche messe in campo per realizzare quella programmazione nel contrasto all’inquinamento delle città che è a lungo mancata. I soldi ci sono, ora mi aspetto che i Comuni colgano questa opportunità e mostrino una grande voglia di innovare la mobilità dei nostri centri urbani: ho convocato per mercoledì prossimo il tavolo sulla qualità dell’aria al ministero per fare il punto su questo decreto, come sullo stato di avanzamento delle altre azioni previste nel protocollo sottoscritto con Regioni e Comuni.

GLI INTERVENTI FINANZIABILI. Tra gli interventi finanziabili – come si legge nel decreto – ci sono i servizi e le infrastrutture di mobilità collettiva e condivisa a basse emissioni, come il car pooling, il car e bike sharing, ma anche ‘bike to work’, ‘bicibus’, ‘piedibus’ e infomobilità. Verranno poi valutati progetti per la realizzazione di percorsi protetti, tra cui le corsie ciclabili e le ‘zone 30’, come quelli che prevedono la riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta in prossimità di istituti scolastici, università e sedi di lavoro. Spazio anche alle proposte di programmazione di uscite didattiche e spostamenti durante l’orario di lavoro per motivi di servizio con mezzi di trasporto a basse emissioni, ai progetti di formazione ed educazione di sicurezza stradale e di guida ecologica, cosi come quelli che prevedono la cessione a titolo gratuito di ‘buoni mobilità’ o agevolazioni per studenti e lavoratori che nei tragitti casa-scuola e casa-lavoro vogliano usare modalità di trasporto sostenibile.

Sono destinatari del Programma sperimentale uno o più Enti Locali che presentino progetti riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore a centomila abitanti, ma a parità di valutazione saranno finanziati prioritariamente i progetti nei Comuni in cui si sia verificato nel 2015 un superamento dei limiti di legge di PM10 e NOx e in cui si sia adottato il Piano Urbano della Mobilità, cosi come per i Comuni che abbiano aderito ad accordi territoriali di contenimento dell’inquinamento atmosferico da fonti mobili. I punteggi saranno attribuiti secondo precisi criteri: la qualità dell’intervento, dunque innanzitutto la fattibilità e la copertura finanziaria, i benefici ambientali che è in grado di apportare, il livello di integrazione con altre azioni sul territorio, il grado di innovazione, la presenza di una pianificazione dei trasporti e di iniziative di mobility management all’interno dell’amministrazione. Ogni Ente potrà presentare il suo progetto entro novanta giorni dal giorno successivo alla pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale: seguirà entro 60 giorni un decreto del Ministro con l’indicazione degli Enti Locali beneficiari e la conseguente ripartizione delle risorse.

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Bando per la riqualificazione urbana

Bando per la presentazione di progetti per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle citta’ metropolitane e dei
comuni capoluogo di provincia.

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Il Mitreo presenta tre Bandi per artisti, street artist, gruppi e singoli cittadini

Il Mitreo in collaborazione con il Municipio XI presenta:

Tre Bandi aperti e gratuiti destinati ad artisti, street artist, gruppi e singoli cittadini
con PREMI PER I VINCITORI e visibilità durante un evento dedicato per tutti i selezionati!!!

-Bando per artisti: nato con l’intento di documentare e amplificare la percezione del Municipio XI con l’aiuto di osservatori originali, mai omologati e spesso anticipatori di nuove strade e percorsi inimmaginabili ai più: gli artisti!

SCADENZA 15 MAGGIO 2016

– Bando per gruppi (famiglie, classi di studenti, scuole, associazioni, amici, ecc.) e singoli cittadini: che si prefigge di raccontare il territorio del Municipio XI e le sue ricchezze, attraverso piccoli filmati autoprodotti anche con smartphone (di durata dai 30” ad un max di 5’)

SCADENZA 16 MAGGIO 2016

– Bando per street artist: con la finalità di dare spazio alla creatività e valorizzare l’opera degli street artist nei processi di rigenerazione urbana, ed in particolare nelle aree e strutture architettoniche maggiormente degradate, riconoscendo nella loro forma comunicativa, un privilegiato canale verso le nuove generazioni ed una funzione di crescita culturale dei cittadini, attraverso il recupero della funzione più alta del valore estetico degli ambienti in cui vivere.

SCADENZA 17 MAGGIO 2016

BANDO x ARTISTI – ARVALIA IN MOSTRA

BANDO x CITTADINI E GRUPPI – ARVALIA IN MOSTRA

BANDO x STREET ART- ARVALIA IN MOSTRA




Bando periferie degradate, saranno ammessi anche i progetti preliminari

Accolte le modifiche Anci; i Comuni dovranno approvare il progetto definitivo entro 60 giorni dalla convenzione.
Via libera a progetti preliminari e studi di fattibilità per candidarsi al bando da 500 milioni di euro per la riqualificazione urbana nelle periferie degradate.

La modifica al precedente schema di bando, che ammetteva la presentazione solo di progetti definitivi, arriva dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), nel corso della Conferenza Unificata del 14 aprile scorso.

Bando periferie degradate: ok a progetti preliminari
La nuova bozza del bando, approvata dalla Conferenza Unificata, ridefinisce alcune delle procedure e dei requisiti di presentazione dei progetti per la riqualificazione urbana nelle periferie.

Una delle novità più rilevanti riguarda l’apertura nei confronti di stadi progettuali non definitivi; infatti lo schema di bando prevede la possibilità di presentare anche uno studio di fattibilità o progetto preliminare.

In tal caso però prescrive che i soggetti proponenti s’impegnino ad approvare, entro 60 giorni dalla sottoscrizione della convenzione o dell’accordo di programma, il relativo progetto definitivo o esecutivo.

Il Presidente Anci, Piero Fassino, ha dichiarato a margine dei lavori: “L’Associazione ha registrato positivamente l’accoglimento degli emendamenti discussi in sede tecnica per cui sarà possibile la partecipazione al bando con la presentazione solo di uno studio di fattibilità e non del solo progetto esecutivo”.

Bando periferie: 3 mesi per presentare i progetti e per valutarli
Lo schema di bando precisa che i soggetti proponenti “dovranno presentare i progetti entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.

In sede di Conferenza Unificata si sono anche stabiliti “tempi certi per la conclusione della procedura di valutazione”. In particolare, sono previsti 90 giorni (circa 3 mesi) dalla scadenza del termine per la presentazione dei progetti per la conclusione del procedimento di valutazione.

Previsti invece 30 giorni per la sottoscrizione delle convenzioni e/o accordi di programma.

Riqualificazione periferie degradate: la altre modifiche Anci
Un altro emendamento Anci accolto riguarda la possibilità per le amministrazioni di richiedere il 10% del finanziamento eventualmente assegnato al momento della firma della convenzione e/o accordo di programma: ciò consentirà di coprire anche i costi di avvio dell’intervento infrastrutturale dei soggetti proponenti.

Infine un’altra questione sollevata da Anci riguarda il conflitto tra città metropolitane e capoluoghi di Provincia.

A tal proposito Fassino ha dichiarato: “Al governo abbiamo chiesto che si espliciti la possibilità di partecipazione anche per le città capoluogo di Regione”; adesso infatti il testo prevede solo la partecipazione delle Città metropolitane e dei capoluoghi di Provincia.

“Se la possibilità di ricevere il finanziamento restasse solo alle Città metropolitane”, ha spiegato il presidente Anci, “si verificherebbe una ingerenza legislativamente e costituzionalmente illegittima perché la Città metropolitana non può decidere un intervento sul territorio di un capoluogo di Regione, prerogativa questa della giunta e del Consiglio del capoluogo stesso”.

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Periferie degradate: ecco il bando da 500 milioni di euro

Si potrà partecipare solo con progetti definitivi. La priorità ai progetti cantierabili e cofinanziati

Con due mesi di ritardo dalla scadenza del 31 gennaio, il Bando da 500 milioni di euro per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie prende forma, anche se non stabilisce ancora la data entro la quale si dovranno inviare le domande.

Lo schema di bando definisce però i soggetti proponenti, la tipologia d’interventi ammessi, i requisiti e i criteri di valutazione.

Bando periferie: requisiti di ammissibilità

La bozza del bando chiarisce che potranno partecipare soltanto le città metropolitane e i comuni capoluoghi di provincia.

Si specifica che gli interventi dovranno riguardare le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi e non dovranno consumare altro suolo.

Per velocizzare la realizzazione degli interventi potranno partecipare al bando solo progetti definitivi o esecutivi, conformi agli strumenti urbanistici vigenti.
Lo schema di bando precisa che ogni progetto potrà ricevere un finanziamento massimo di 18 milioni di euro.

Gli interventi potranno riguardare uno o più delle seguenti categorie:
– progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano;
– progetti di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, per finalità d’interesse pubblico;
– progetti volti all’accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana;
– progetti per il potenziamento delle prestazioni e dei servizi di scala urbana, tra i quali lo sviluppo di pratiche del terzo settore e del servizio civile, per l’inclusione sociale e la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano e urbano;
– progetti per la mobilità sostenibile e l’adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative promosse da soggetti pubblici e privati.

Bando periferie: i criteri di valutazione dei progetti

Nella valutazione dei progetti si stabiliscono delle priorità, assegnando un punteggio a seconda dei criteri valorizzati nel progetto.
Se tutto dovesse rimanere come definito nella bozza di bando, verrebbero assegnati 25 punti ai progetti di tempestiva esecuzione.

Stesso punteggio per i progetti che prevedono un cofinanziamento, ovvero che siano in grado di “attivare sinergie tra finanziamenti pubblici e privati, laddove il contributo finanziario di questi sia pari almeno al 25% dell’importo complessivo necessario alla realizzazione del progetto”.

Sarabbero premiati, con 20 punti, anche i progetti che tengano conto “fattibilità economica e finanziaria” e quegli interventi di “qualità e innovatività sotto il profilo organizzativo, gestionale, ecologico ambientale e architettonico”.

Infine previsti 10 punti ai progetti capaci di “innescare un processo di rivitalizzazione economica, sociale e culturale del contesto urbano di riferimento”.

Bando periferie: documentazione da allegare
Dopo la pubblicazione ufficiale del bando, le candidature dovranno essere inviate per posta elettronica alla casella Pec “programma.periferieurbane@pec.governo.it”.

Alle domande dovranno essere allegati i seguenti documenti:
– una relazione generale, nella quale siano illustrati la tipologia e le caratteristiche del progetto
il costo complessivo del progetto, il piano finanziario, i tempi di esecuzione, ecc;
– il cronoprogramma;
– una scheda relativa ai soggetti pubblici e privati cofinanziatori del progetto;
– le delibere di approvazione del progetto;
– una dichiarazione del RUP relativa alla conformità degli interventi proposti con gli strumenti di pianificazione urbanistica.

Inoltre sarà necessario allegare la documentazione cartografica (planimetrie e disegni tecnici in scala), e, nel caso di progetti in aree vincolate, le relative autorizzazioni.

Se tutto dovesse essere confermato, entro il 31 maggio 2016 la presidenza del Consiglio approverà i progetti da inserire nel Programma; successivamente saranno stipulate le convenzioni o gli accordi di programma con gli enti promotori dei progetti.

Bando periferie

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Riqualificazione delle periferie, nessuna traccia del bando

Secondo i tempi previsti dalla legge di Stabilità, i progetti dovevano essere presentati entro il 1° marzo 2016 ma ad oggi del bando non vi è alcuna traccia. Attesi anche i bandi relativi al PON, Por e PSR.
Ancora un bando tanto atteso ma in netto ritardo l’uscita. Entro il 31 gennaio si aspettava la pubblicazione del Bando da 500 milioni di euro destinato alla riqualificazione urbana e alla sicurezza delle periferie. Secondo i tempi previsti dalla legge di Stabilità, i progetti dovevano essere presentati entro il 1° marzo 2016 ma a tutt’oggi del bando non vi è alcuna traccia.

Il bando era previsto dalla Legge di Stabilità 2016 che aveva predisposto, per quest’anno, un “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”. Gli obiettivi della misura erano: la realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate, l’accrescimento della sicurezza territoriale; il potenziamento della mobilità sostenibile; lo sviluppo di pratiche di inclusione sociale, l’adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali, culturali, educativi e didattici.

Ed i tanto attesi PON, Programma operativi nazionali 2014-2020, da quasi un anno, il ministro Stefania Giannini, aveva annunciato l’uscita del primo bando per il cablaggio delle scuole, anche quest’anno scolastico volge al termine e l’argomento Pon sembra essere caduto nel dimenticatoio. Ed i Por Calabria? A gennaio la regione sembrava aver avuto un accelerazione nell’uscita del bandi chiedendo contributi da integrare, attraverso la piattaforma Smart Specialization Strategy Calabria – S3 Calabria, contributi raccolti ma dei quali, da fine Gennaio, non si ha notizia.

Stesso discorso per i PSR, si declama tanto in riunioni e comitati di sorveglianza ma in concreto nulla. La sola nota positiva in questo desolante panorama di ritardi è l’accesso al credito d’imposta, dal 30 Giugno 2016 si potranno presentare le domande via telematica attraverso il software “creditoinvestimentisud”.

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Bando sulle periferie

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SULLA PROPOSTA DEL
MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DI CONCERTO CON
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
E CON
IL MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL
TURISMO
VISTA la legge 23 dicembre 2014, n. 190, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)”;
VISTO, in particolare, l’articolo 1, comma 431, della citata legge n. 190 del 2014, che ha previsto che “Al fine della predisposizione del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, di seguito denominato «Piano», i comuni elaborano progetti di riqualificazione costituiti da un insieme coordinato di interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Entro il 30 novembre 2015, i comuni interessati trasmettono i progetti di cui al precedente periodo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, secondo le modalità e la procedura stabilite con apposito bando, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, previa intesa in sede di Conferenza unificata”;
VISTO, altresì, l’articolo 1, comma 432, della predetta legge n. 190 del 2014, che ha stabilito che “Con il decreto di cui al comma 431 sono definite, in particolare:
a) la costituzione e il funzionamento, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, di un Comitato per la valutazione dei progetti di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, di seguito denominato «Comitato», composto da due rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui uno con funzioni di presidente, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonché da un rappresentante della Conferenza delle regioni e delle province autonome, dei Dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli affari regionali, le autonomie e lo sport e per la programmazione e il coordinamento della politica economica,
dell’Agenzia del demanio e dell’Associazione nazionale dei comuni italiani. Ai componenti del Comitato non è corrisposto alcun emolumento, indennità o rimborso di spese; il Comitato opera avvalendosi del supporto tecnico delle competenti strutture del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
b) la documentazione che i comuni interessati debbono allegare ai progetti, comprendente, tra l’altro, una relazione degli interventi corredata da tavole illustrative ed elaborati tecnico- economici e dal cronoprogramma attuativo degli stessi;
c) la procedura per la presentazione dei progetti;
d) i criteri di valutazione dei progetti da parte del Comitato, tra i quali: 1) la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale;
2) il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali ed educativi e alla promozione delle attività culturali, didattiche e sportive;
3) la tempestiva esecutività degli interventi;
4) la capacità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati.”;
VISTO che, ai sensi del predetto articolo 1, comma 433, della medesima legge n. 190 del 2014:
a) i progetti da inserire nel Piano sono selezionati sulla base dell’istruttoria svolta dal Comitato, in coerenza con i criteri di cui al comma 432, con indicazioni di priorità;
b) i progetti da inserire nel Piano, ai fini della stipulazione di convenzioni o accordi di programma con i comuni promotori dei progetti medesimi, sono individuati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri;
c) tali convenzioni o accordi definiscono i soggetti partecipanti alla realizzazione dei progetti, le risorse finanziarie, ivi incluse quelle a valere sul Fondo di cui al comma 434 e i tempi di attuazione dei progetti medesimi, nonché i criteri per la revoca dei finanziamenti in caso di inerzia realizzativa;
d) i soggetti che sottoscrivono le convenzioni o gli accordi di programma si impegnano a fornire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti i dati e le informazioni necessarie all’espletamento della attività di monitoraggio degli interventi;
e) l’insieme delle convenzioni e degli accordi stipulati costituisce il Piano;
VISTO che l’articolo 1, comma 434, della citata legge n.190 del 2014, stabilisce che per l’attuazione degli interventi di cui ai commi da 431 a 433, a decorrere dall’esercizio finanziario 2015 e fino al 31 dicembre 2017, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, un fondo denominato ”Somme da trasferire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la costituzione del Fondo per l’attuazione del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate” e che, a tal fine, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2015 e di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017;
CONSIDERATO che, a tali fini, è stato istituito nel centro di responsabilità “8 – Pari opportunità” del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri un apposito capitolo di spesa denominato “Fondo per l’attuazione del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”;
CONSIDERATA, pertanto, la necessità di dare attuazione ai predetti commi da 431 a 434 del richiamato articolo 1 della citata legge n. 190 del 2014;
VISTA la nota n. _____ del _____ con la quale il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la relativa proposta;
ACQUISITA l’intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nella seduta del ________;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 aprile 2015, con il quale al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, prof. Claudio De Vincenti, è stata delegata la firma di decreti, atti e provvedimenti di competenza del Presidente del Consiglio dei Ministri;
DECRETA: Art. 1
Approvazione del bando
1. Ai sensi dell’articolo 1, comma 431, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è approvato il bando allegato, con il quale sono definite: le modalità e la procedura di presentazione dei progetti, la documentazione che i comuni interessati debbono allegare ai progetti, i criteri di selezione dei progetti da parte del Comitato.
2. Il bando allegato costituisce parte integrante del presente decreto.
Art. 2
Istituzione e funzionamento del Comitato
1. Ai sensi dell’articolo 1, comma 432, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituito un Comitato per la valutazione dei progetti di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, di cui ai commi da 431 a 434 della citata legge n. 190 del 2014.
2.
Il Comitato è composto da:
a) due rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui uno con funzioni di presidente. In caso di impedimento o assenza del presidente, le relative funzioni sono svolte dall’altro rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
b) due rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
c) due rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze;
d) due rappresentanti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
e) un rappresentante della Conferenza delle regioni e delle province autonome;
f) un rappresentante del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli affari regionali, le autonomie e lo sport;
g) un rappresentante del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la programmazione e il coordinamento della politica economica;
h) un rappresentante dell’Agenzia del demanio;
i) un rappresentante dell’Associazione nazionale dei comuni italiani.
3. La nomina dei componenti del Comitato avviene dopo il termine ultimo di presentazione dei progetti. Per ciascuno dei componenti effettivi può essere designato un componente supplente. Si

applicano le speciali disposizioni in materia di incompatibilità e inconferibilità degli incarichi.
4. Il Comitato ha sede presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari
opportunità.
5. Il Comitato viene convocato dal suo presidente e opera con la presenza di tutti i suoi componenti. Il presidente convoca la prima seduta entro trenta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande. Nella prima seduta sono definite le modalità operative di funzionamento del Comitato stesso, nonché gli ulteriori criteri di valutazione dei progetti.
6. Le decisioni sulle valutazioni sono espresse, di regola, all’unanimità. Ove questa non sia raggiunta, l’assenso è espresso dalla maggioranza dei membri.
7. Il Comitato dura in carica fino al completo espletamento della procedura di valutazione dei progetti.
8. Ai fini delle attività connesse alla valutazione dei progetti, il Comitato si avvale del supporto di una segreteria tecnica, che opera presso il Dipartimento per le pari opportunità, composta da personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in un numero di componenti non superiore a dieci unità, senza ricorrere a modalità di distacco o comando comunque denominate. Il personale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti mantiene la dipendenza funzionale e il trattamento economico complessivo percepito dall’Amministrazione di appartenenza.
9. I componenti del Comitato e della segreteria tecnica sono individuati con decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su designazione delle amministrazioni o degli enti interessati.
10. Per attività di supporto e di assistenza gestionale alle attività successive alla valutazione dei progetti, il Dipartimento per le pari opportunità può stipulare convenzioni ed accordi con enti pubblici e privati, nell’ambito delle disponibilità finanziarie esistenti.
11. Ai componenti del Comitato e della segreteria tecnica non è corrisposto alcun emolumento, indennità o rimborso di spese.
Art. 3
Modalità di individuazione dei progetti

1. Con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri sono individuati i progetti ai fini della stipulazione di convenzioni o accordi di programma con i soggetti promotori dei progetti medesimi.
2. Tali convenzioni o accordi di programma definiscono i soggetti partecipanti alla realizzazione dei progetti, l’ammontare complessivo delle risorse finanziarie, ivi incluse quelle a valere sul Fondo di cui all’articolo 1, comma 434, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, e i tempi di attuazione dei progetti medesimi, nonché i criteri e le modalità per la revoca dei finanziamenti in caso di inerzia realizzativa.
3. Con le medesime convenzioni o accordi di programma vengono definite le modalità necessarie all’espletamento della attività di monitoraggio degli interventi, ai sensi dell’articolo 1, comma 433, della legge n. 190 del 2014
4. La mancata stipula delle convenzioni o degli accordi di programma, per cause imputabili ai soggetti promotori dei progetti, comporta l’esclusione del progetto e l’individuazione di altro progetto beneficiario secondo il punteggio ottenuto e compatibilmente con le risorse disponibili.
5. Ai sensi dell’articolo 1, comma 433 della citata legge n. 190 del 2014, l’insieme delle convenzioni o degli accordi di programma stipulati costituisce il Piano.
Art. 4
Finanziabilità degli interventi
1. Le convenzioni o gli accordi di programma, contenenti gli interventi, costituenti il Piano sono finanziati, in ordine di punteggio decrescente ottenuto, fino al limite di capienza annuale delle risorse finanziarie disponibili per ciascun esercizio finanziario 2015, 2016 e 2017. Ai fini del computo delle risorse disponibili per ciascun anno si tiene conto delle risorse finanziarie indicate nel cronoprogramma per ciascun anno, al netto delle risorse provenienti da enti pubblici o privati, e nei limiti delle somme indicate per ciascun anno nel quadro economico, entrambi allegati al progetto. Non sono ammesse richieste di finanziamento aggiuntive.
2. Le convenzioni e gli accordi di programma determinano le modalità e gli adempimenti amministrativi necessari per l’erogazione delle singole quote di finanziamento del progetto, in coerenza con il quadro economico presentato. In ogni caso, non possono essere erogate quote di finanziamento prima dell’avvio dell’esecuzione degli interventi o dell’attivazione dei servizi.
Il presente decreto e l’allegato bando sono sottoposti alla registrazione dei competenti organi di controllo e sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, ………………..
IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO
ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
IL MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO




Riqualificazione di aree urbane degradate

(200 milioni dalla legge di Stabilità), pronto lo schema di bando.
Il governo ha definito i criteri per selezionare i progetti di recupero sociale e immobiliare delle aree degradate, da inviare a palazzo Chigi entro fine novembre
Pronto il bando per selezionare i progetti di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate. Lo schema è stato definito da Palazzo Chigi in attuazione della misura prevista dalla legge di Stabilità 2015 (articolo 1 commi 431-434). I fondi attualmente stanziati per attuare la misura (autorizzati dalla legge di Stabilità 2015) ammontano a 50 milioni per il 2015 più 75 milioni per ciascun anno del biennio 2016-2017. In tutto 200 milioni nel prossimo triennio.
Lo schema di Bando (con relativo Dpcm che lo approva) è stato definito da Palazzo Chigi e inviato a Regioni e Comuni per il previsto parere, e affronta ora una condivisione del testo a livello tecnico. Gli interventi di riqualificazione devono aggredire il degrado sociale e possono prevedere «interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione e rigenerazione urbana». Qualche esempio. Possono essere finanziati: interventi per riqualificare beni, pubblici o privati, «che assolvono interesse pubblico» e che abbiano eventualmente valore storico o artistico; lavori su aree da destinare a verde; potenziamento di infrastrutture «per sostenere l’attrattività della scuola e l’orientamento formativo dei giovani»; interventi «finalizzati alla riqualificazione, potenziamento e adeguamento di beni pubblici o privati per assicurare protezione e accoglienza alle vittime della violenza, tratta, sfruttamento e abusi sessuali su minori e adulti».
Il bando precisa cosa si debba intendere per “area degradata”, qualificazione necessaria per ottenere il finanziamento. Vengono individuate otto caratteristiche. Quattro di queste possono essere misurabili in modo oggettivo. Si tratta di: disoccupazione, disoccupazione giovanile, reddito pro-capite e tasso di abbandono scolastico. In questo caso il “degrado” è attestato dal fatto che gli indici relativi a quell’area risultano peggiori della media nazionale (dato Istat).
Vengono anche indicate quattro caratteristiche non misurabili oggettivamente. Si tratta di: «presenza di persistenti fenomeni di devianza e criminalità anche giovanile, ivi compresi quelli relativi a sfruttamento, violenza di genere e abusi sessuali su minori e adulti»; «limitate opportunità culturali, formative e sociali»; «presenza di fenomeni massicci di immigrazione anche irregolare e clandestina»; «presenza di aree compromesse o degradate». Se l’area in questione possiede almeno quattro caratteristiche su otto, potrà concorrere alla selezione.
Le candidature vanno inviate a palazzo Chigi via posta certificata entro il 30 novembre, accompagnate da (tra le altre cose) una relazione descrittiva del progetto, una relazione tecnica, un «progetto definito almeno a livello definitivo» ai sensi del codice appalti.
Il bando fornisce anche la griglia di valutazione dei progetti, con relativo punteggio su base 100. I progetti maggiormente premiati (fino a 30 punti su 100 per ciascun elemento) sono quelli che hanno «capacità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati» e quelli realizzabili più rapidamente («tempestività degli interventi»). La «riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale» riceverà fino a 25 punti su 100. Infine, il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale (anche con interventi di ristrutturazione edilizia) sarà premiato con massimo 15 punti su 100.
A valutare i progetti sarà un apposito comitato con rappresentanti di palazzo Chigi, vari ministeri, regioni, comuni e Demanio.

SCHEMA_BANDO_DPCM

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Sostegno ai giovani talenti

AVVISO PUBBLICO DEL DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTÙ E DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE CON TERMINE 21 SETTEMBRE 2015.
Il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – Presidenza del Consiglio dei Ministri ha indetto un Avviso Pubblico che finanzierà “iniziative che consentano ai giovani di valorizzare le loro esperienze e competenze anche nel campo dell’innovazione tecnologica.” Le azioni progettuali devono avere come destinatari giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni. Le risorse messe a bando ammontano a euro 2.500.000. Il finanziamento per ciascun progetto non può essere inferiore a euro 50.000 nè superiore a euro 150.000. È obbligatorio un cofinanziamento pari ad almeno il 25% del costo totale del progetto (di cui almeno la metà dovrà essere garantita con risorse finanziarie proprie e la restante quota con risorse umane e strumentali). Possono partecipare all’avviso enti e organizzazioni del Terzo Settore‚ singoli o associati in ATS (Associazione Temporanea di Scopo). La partecipazione è in particolare aperta a:
Organizzazioni di volontariato; Associazioni di promozione sociale;Cooperative sociali; Fondazioni‚ Enti morali‚ Enti ecclesiastici e Associazioni la cui ordinaria attività e le cui finalità istituzionali non siano incompatibili con le finalità dell’Avviso.
Ulteriori requisiti di partecipazione sono:
– il soggetto proponente singolo o‚ in caso di ATS‚ il capofila‚ deve aver svolto negli ultimi 3 anni (2012 – 2014) attività similari a quelle previste dalla proposta progettuale in almeno n. 5 Regioni italiane;
– il soggetto proponente‚ singolo o in ATS‚ deve aver realizzato‚ negli ultimi 3 anni‚ attività similari nell’ambito di intervento individuato dall’Avviso‚ ed ottenuto finanziamenti per un importo complessivamente pari ad almeno il doppio del finanziamento richiesto.
La presentazione dei progetti avviene mediante una procedura informatizzata dettagliata nelle “Linee guida per la presentazione dei progetti”.
I progetti possono essere presentati a partire dal 20 luglio 2015 e non oltre il termine del 21 settembre 2015 alle ore 18.00.
Per maggiori informazioni visita la pagina web del pagina web del dipartimento della gioventù

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