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SINDACA RAGGI: “BANDO PERIFERIE 2016” DOV’E’ LA VISIONE STRATEGICA DELLA CITTA’?

È da poco scaduto il bando della Presidenza del Consiglio sulla rigenerazione delle periferie. Il bando entro il 31 agosto chiamava 12 aree metropolitane o capoluoghi di provincia ad esprimersi sulle necessità e per la riqualificazione di aree periferiche a rischio inclusione per abbandono manutentivo e ambienti ostili alla qualità comunitaria o comunicativa.
Il Coordinamento delle Periferie di Roma ha individuato nella data di scadenza un vulnus alla partecipazione dei cittadini al processo di identificazione delle debolezze e delle criticità presenti nei territori da individuare. La questione era semplicemente che non “vedeva” la sovrapposizione tra il bando e le elezioni amministrative, mettendo in difficoltà i Comuni che partecipavano alle elezioni amministrative e quindi di recente insediamento, nelle scegliere consapevolmente le aree, i bisogni, le fragilità e nel verificare un processo di condivisione/scambio con le comunità locali penalizzate nei tempi, nelle informazioni delle procedure progettuali e le azioni di animazione sociale di accompagnamento opportune.
Per questa ragione il Coordinamento ha indirizzato una richiesta alla Presidenza del Consiglio per una proroga del bando di 60 giorni. Un tempo certo e minimo che avrebbe permesso lo svolgimento di consultazioni, di proposta, di conoscenza, di indirizzo: cioè gli elementi fondativi di ogni processo di partecipazione. Pur avendo il Coordinamento raccolto l’assenso di numerosi Comuni in turno elettorale, la Presidenza del Consiglio ha deciso di non valutare la possibilità individuata e il bando ha avuto seguito nei tempi previsti.
Definita questa premessa, per chiarezza dei fatti, ci saremmo aspettati di poter interloquire in ogni caso con l’Amministrazione Capitolina, anche se in tempi ristretti ed estivi. Ma non c’è stato nessun passo in tal senso. Lo stesso dicasi per i Comuni dell’area metropolitana.
L’intera vicenda delle scelte progettuali è stata gestita dai Dipartimenti dell’Urbanistica e delle Periferie con qualche timida richiesta ai Municipi. Già questa sembra una anomalia di una Città che non è in grado di esprimere un provvedimento unitario sul medesimo argomento. E’ evidente che ognuno dei due Dipartimenti ha tirato fuori le precedenti analisi di bisogno o i progetti sedimentati e con questo armamentario ci si è presentati alla valutazione senza esprimere una visione di Città, una metodologia complessiva, un coinvolgimento dei Cittadini se non altro del Terzo Settore come per altro richiesto dal bando. A nostro vedere, tali scelte ci appaiono come tampone di basso profilo utilizzato come completamento di manutenzioni, incurie e in assenza di una visione strategica della città e di azioni di rilancio e di promozione delle qualità ambientali, culturali, produttive e sociali presenti nei territori.
In cosa è evidente la visione della Città? Quale rigenerazione e ricucitura si delinea?
Aggiungiamo a queste considerazioni alcuni elementi su cui ci esprimeremo in un incontro pubblico, con più compiutezza, nel momento in cui avremo a disposizione il materiale complessivo di motivazioni e scelte delle progettazioni presentate. Rimane comunque il dato chiaro di una raffazzonata apertura dei cassetti di cui non se ne capisce spesso la logica se non quella riparatoria e di una mancanza totale di qualsiasi forma di partecipazione, nonché di trasparenza nella pubblicazione degli atti e nella presentazione dei progetti allegati.
La lettura della Città rimane periferica e come tali restano le Periferie.

Coordinamento Periferie di Roma

Roma, 30 settembre 2016

Bandi per le periferie di Roma