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Perfetti sconosciuti

di Paolo Genovese. Con Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea Italia 2016

La psicoterapeuta Eva (Kasia Smutniak) e il marito Rocco (Giallini), chirurgo plastico, stanno preparando per gli amici che stanno per venire a cena; sono il tassista Cosimo (Leo) e sua neo-moglie, la veterinaria Bianca (Alba Rohwacher), l’avvocato Lele (Mastandrea) sposato con la casalinga Carlotta (Foglietta) e il professore precario di ginnastica Peppe (Battiston) (la cena in realtà è stata organizzata proprio per conoscere la sua nuova fidanzata Lucilla).

Carlotta ha trovato una scatola di preservativi nella borsa della figlia adolescente, la affronta e la ragazza esce sbattendo la porta, mentre il marito sembra indifferente; Bianca e Leo, prima di arrivare, fanno l’amore e decidono di provare ad avere un figlio; Lele, in bagno, armeggia con un cellulare e la moglie beve un gran sorso di vino di nascosto e, un attimo prima di uscire, si sfila, rapida, le mutandine (sapremo, poi che ha una corrispondenza erotica con uno sconosciuto su Facebook).

Arrivano alla spicciolata, Peppe è l’ultimo e si presenta da solo: Lucilla ha un febbrone e non può muoversi. Comincia la cena e vari commensali armeggiano col telefonino, così Eva ha un’idea: metteranno tutti il telefono sulla tavola e ogni telefonata sarà condivisa da tutti. Rocco e Lele hanno qualche resistenza ma la reazione delle loro mogli e l’insistenza di Peppe, entusiasta del gioco, li convince ad aderire alla trovata. A tutti i maschi della compagnia, tranne Peppe, arriva una convocazione per giocare a calcetto e lui ci rimane un pò male; una telefonata del padre ad Eva, che le comunica di averle preso un appuntamento in Svizzera con un noto chirurgo plastico costringe lei a confessare di volersi rifare le tette e a giustificarsi con il marito, che sa che il suocero (barone della medicina) lo ha sempre disprezzato, anche professionalmente, per via delle sua umili origini.

Dopo poco, prima di servirsi del polpettone, vanno tutti in terrazza perchè per quella sera è annunciata un’eclisse e Lele ne approfitta per chiedere a Peppe di scambiarsi i telefonini: lui ha una giovanissima amante che tutte le sere gli manda una sua foto osè. Peppe, recalcitrante, accetta e, puntuale arriva la foto della bella ragazza nuda che gli vale gli sfottò degli amici. A Lele continuano ad arrivare telefonate di Marika, la centralinista della compagnia di radiotaxi, ma lui, d’accordo con la moglie, non risponde per evitare di farsi incastrare in qualche sostituzione di servizio.

Carlotta, in cucina, avverte Eva che il marito va da una psicoanalista e lei, che non ne sapeva niente, se ne risente. Poco dopo la figlia telefona a Rocco, rivelando che è stato lui a darle i preservativi e chiedendogli consiglio su come comportarsi con il fidanzatino che vuole che lei dorma con lui; lui si rivela un padre saggio e comprensivo, lasciando Eva stupita ed ammirata. Ecco arrivare un messaggio sul telefono di Lele (che in realtà è quello di Peppe) di un certo Lucio, l’avvocato si impappina e, ad ogni nuovo sms, non sa come cavarsela sino a che appare la scritta: ”mi mancano i tuoi baci” e Carlotta, stravolta, gli chiede se ha una relazione omosessuale; lui, considerandolo il male minore, conferma, facendola inorridire (non ha mai, quindi, saputo chi aveva accanto) e beccandosi gli insulti di Cosimo: lui era il suo migliore amico e non doveva tenergli nascosta una verità così importante. Cosimo, esasperato, rimane in casa mentre gli altri vanno in terrazza e qui un messaggio dell’ex di Bianca (“ho voglia di scopare”) fa infuriare Cosimo; in realtà l’altro è oramai solo un amico, vittima di una donna che lo fa soffrire ma lo domina con il sesso e lei cerca di aiutarlo ad uscire da questa dipendenza.

Il messaggio ha lasciato la coppia comunque in una situazione di tensione e, quando arriva l’ennesima telefonata di Marika, lei schiaccia l’enter e sente la ragazza che chiede aiuto al marito che l’ha messa incinta; non solo, poco dopo un gioielliere chiede a Cosimo se gli orecchini sono stati graditi e Bianca non porta mai gli orecchini. Crisi violenta della donna e Peppe, stanco del sotterfugio, confessa: lui è gay e non se la è sentita di portare Lucio alla cena, temendo le reazioni degli amici (il modo in cui hanno trattato Cosimo, peraltro, gli dà piena ragione).

Mentre Bianca è chiusa in bagno, Eva prende da un canto Cosimo, gli sputa in faccia e gli ridà gli orecchini (evidentemente era lei la destinataria del regalo). Mentre sta discutendo col marito, a Carlotta arriva il messaggio dell’amico di FB che le chiede se ha tolto le mutande e, all’ira del marito, risponde alzandosi la gonna davanti a tutti. Commiato drammatico degli ospiti ma, appena in strada, tutto riprende come prima della cena…

Negli anni ’60 il dramma Chi ha paura di Virginia Woolf ?, ripreso al cinema da Mike Nichools con Richard Burton ed Elizabeth Taylor, segnò una svolta nel raccontare i drammi familiari; certo, altri grandi autori ne avevano fatto il tema dei loro lavori (da Ibsen a Schnitzler a Pirandello) ma la claustrofobica violenza del dramma di Albee fece scuola. Di recente, il nostro cinema, con Il nome del figlio (maldestra riduzione del francese Le prenom) della Archibugi e Dobbiamo parlare di Rubini si è avventurato in quel territorio.

Genovese, da ultimo, lo inserisce in una riflessione sul (de-)privato che il telefonino rappresenta nella nostra quotidianità. Lui ha già dimostrato (con La banda dei Babbi Natale e con i due Immaturi, ad esempio) di saper gestire un set corale;  il limite del film è, però, nella scrittura molto, troppo, teatrale, soprattutto nella svolta finale, con in più un limite, direi, ambientale: i toni da commedia di boulevard non ci si addicono (vedi il citato Il nome del figlio che ha espunto tutta la levità del testo originale), noi siamo, tutti, figli della Commedia dell’Arte e, non a caso, i momenti migliori del film sono gli scambi, un po’ cazzaroni, tra Mastandrea, Leo e Giallini prima che scoppino i drammi. Gli incassi sono comunque buoni e questa è sempre una buona notizia.