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LA CITTÀ SI CURA – da Corviale guardando Mechelen (Belgio)

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“Senza sicurezza e rispetto delle regole non si fa rigenerazione urbana”

Il Forum “CORVIALE si rigenera con il FUTURO”, per le molteplici competenze intervenute, ha rappresentato un’occasione di scambio ed approfondimento fra i diversi profili che formano la rigenerazione urbana.

Sia attraverso le relazioni introduttive e sia attraverso lo sviluppo dei temi nel successivo ambito seminariale sono scaturite proposte, indicazioni e raccomandazioni in cui l’approccio alla città supera la dimensione edilizia-urbanistica per aprirsi ad un progetto collettivo fatto sia di interventi fisici che di progetti immateriali per lo sviluppo di nuovo welfare urbano.

Nel documento conclusivo sono stati individuati tre macro temi: i presidi del territorio, l’approccio multidisciplinare e il protagonismo sociale, su cui sollecitare le amministrazioni. Un capitolo a parte è stato dedicato alla sicurezza e al rispetto delle regole che sono un fattore dirimente per la riuscita di qualunque rigenerazione urbana. Un tema con cui si è aperta la giornata di lavoro sul modello Mechelen città belga illustrato da Riccardo Iacona.

I confronti della mattinata

I perché di una Commissione Periferie

Andrea Causin, già presidente Commissione Periferie

Andrea Causin, già presidente Commissione Periferie

 

Il coordinamento periferie Roma ha nel 2017 ha promosso un incontro nazionale sulle periferie urbane tenutosi in parlamento il 23 novembre 2017 che ha visto una qualificata e importante partecipazione da parte di tutti i soggetti interessati, governo, membri del parlamento, regioni, comuni e rappresentanti delle categorie interessate. Nella giornata di lavoro si è voluto ribadire la centralità di avere una commissione dedicata che aveva ben lavorato nella precedente legislatura e che tutti i partiti avevo reputato tale. E’ arrivata la doccia fredda della bocciatura voluta dai 5 stelle  e votata anche dalla Lega. Stendiamo un velo sulla provocazione del taglio dei fondi previsti voluti dalla Lega che è stato in larga parte recuperato.

Conoscere il Territorio

Il rigenerare vuol dire conoscere i territori dove si interviene. Mapparoma  che ringraziamo per la sua disponibilità, ha apportato un contributo importante per le scelte e gli interventi su cui si riterrà attuare. C’è l’impegno a partire da ottobre, di fare una ricerca più approfondita che riteniamo darà ulteriori indicazioni e opportunità al “rigenerare Corviale” e il suo quadrante.

I fondi europei un’opportunità da cogliere

Sul tema delle opportunità dei fondi europei rimandiamo alla nota finale sugli impegni a cui la Regione Lazio dovrà dare seguito. CorvialeDomani si attrezzerà comunque anche in autonomia.

La rete commerciale e produttiva

La rete commerciale e produttiva che è stata programmata in collaborazione con il CNA e con il sostegno della Regione Lazio vedrà il suo taglio del nastro in questo mese di giugno e avviarà un’azione comune per sostenere lo sviluppo territoriale a fronte dei profondi cambiamenti che da tempo stanno avvenendo nei settori interessati e a cui bisogna rispondere con azioni coordinate e visibili rivendicando uno sviluppo territoriale che parla ai cittadini che ci vivono.

I Focus del pomeriggio

In primo luogo i presidi territoriali: cultura, sport, istruzione e sanità. La domanda di cultura, formazione e assistenza in questi anni è venuta crescendo sia per regressione dell’offerta istituzionale sia per progressione della domanda, più ricca e articolata che richiede nuove forme di welfare. A questa domanda aggiuntiva ha risposto un’offerta variegata solo in parte riconosciuta dalle istituzioni.

L’offerta di nuovi servizi si è radicata inizialmente negli spazi istituzionali come le biblioteche, le scuole e gli altri servizi pubblici già attivi. A questi si sono aggiunti gli spazi pubblici in concessione come gli impianti sportivi che hanno esteso lo spettro delle attività. Infine le attività informali sviluppate all’interno del patrimonio pubblico e privato occupato. Come si comprende queste attività pur non godendo di finanziamenti e pertanto non gravando sui bilanci pubblici sviluppano comunque condizioni di migliore benessere nella collettività e pertanto producono valore  immateriale che presto si traduce in valore materiale.

Come si comprende il patrimonio pubblico costituisce il capitale di base per allargare l’offerta di servizi, recuperare spazi inutilizzati e sottoutilizzati, rivitalizzare ambiti urbani dismessi, elevare il benessere dei cittadini ed infine, il valore più importante, creare comunità e valore sociale.

Lo sviluppo delle nuove forme di welfare attraverso il riuso del patrimonio pubblico non può avvenire senza uno stretto legame con gli abitanti. Quindi un coinvolgimento fondato sull’informazione come primo livello di partecipazione per arrivare a forme di coinvolgimento in sede di progettazione sia degli spazi che dello stesso servizio.

Architetto Diego Zoppi Consigliere nazionale CNAPPC, coordinatore Dipartimento politiche urbane e territoriali

Architetto Diego Zoppi Consigliere nazionale CNAPPC, coordinatore Dipartimento politiche urbane e territoriali

In questo stesso filone si inseriscono i momenti del dibattito pubblico, la sussidiarietà e i patti di collaborazione. Appare sempre più necessario ricorrere a modalità di acquisizione del consenso trasparenti, con incontri di informazione, approfondimento, discussione e gestione di eventuali conflitti e la raccolta di proposte e posizioni da parte dei partecipanti. Il passaggio successivo è creare strutture dedicate alla rigenerazione urbana  coinvolgendo anche gli abitanti in quanto “cittadini committenti”, con competenze decisionali estese dalla progettazione all’attuazione degli interventi. Valorizzare le proposte che prevedono il coinvolgimento di una pluralità di soggetti sia come partner che come interlocutori, attraverso la sottoscrizione di Patti e Accordi di collaborazione.

Occorre quindi utilizzare, con la partecipazione degli abitanti, le superfici premiali e gli incrementi, previsti dalle normative, per operazioni di miglioramento della sostenibilità ambientale degli edifici, trasformandoli completamente .

Sostenibilità ambientale che può essere, a cominciare dal complesso del Corviale, profondamente aumentata ristrutturando la sua centrale termica (la più grande centrale residenziale d’Europa) attraverso la cogenerazione e l’autoproduzione. Un progetto pilota, da estendere in seguito al quadrante, che produrrebbe inoltre notevoli vantaggi economici sia agli abitanti che all’Ater.

La stessa modalità partecipativa va utilizzata sulla legge regionale sull’assistenza alloggiativa attualizzando i cambiamenti della struttura delle famiglie da tempo  cambiate superando tipologie diventate obsolete e discriminanti. Il progetto del 4° piano sta nei fatti modificando  questa incongruenza con interventi mirati alle specificità dei nuclei famigliari.

Una partecipazione che sia in grado di mettere in cantiere una “cooperativa di Comunità”  e  di intercettare risposte concrete ai bisogni e ai desideri delle persone. Importante è il ruolo che assumerà  il no-profit, profit-light o B Corp nei piani di investimenti, nella comunicazione, nell’accesso alle reti e nei contratti sociali, da promuovere e definire, per i servizi primari che riguardano la Comunità nel suo complesso (es. energia, rifiuti, idrico) per il funzionamento delle strutture pubbliche e  dei presidi socio-culturali privati riconosciuti dalle amministrazioni. Una scelta che fa il paio con mirate  fiscalità di vantaggio e  crediti d’imposta a favore di cittadini o imprese che svolgono attività socio culturali ambientali in partnership con le Amministrazioni negli spazi pubblici.

In secondo luogo estendere l’approccio multidisciplinare e multiattoriale al governo delle trasformazioni. Questo significa concentrare nella Conferenza di Servizi tutti i diversi profili d’istruttoria, da quelli di carattere ambientale a quelli relativi alla sostenibilità urbanistica, sociale ed economica degli interventi.

In questo quadro occorre ridefinire le competenze della Conferenza di servizi come sede d’impegno reciproco fra tutti i soggetti partecipanti. L’esito positivo della Conferenza, una volta sottoscritto, dovrà assumere un valore analogo a quello dell’Accordo di Programma.

Multi disciplinarietà che si deve riverberare anche in sede progettuale allineando le norme della progettazione alle esigenze della co-progettazione multidisciplinare inserendo anche la figura del RUP sociale e l’innesto nei gruppi di progettazione di figure professionali con diverse specializzazioni. In questo quadro va sottolineato che nel progetto del 4° piano di Corviale è stato inserito a carico dell’impresa aggiudicataria la presenza di un’animazione di figure professionali  che accompagnino le attività di carattere sociale. Il prossimo concorso internazionale che dovrebbe partire nel 2020  è stato condiviso e costruito insieme sia alla comunità di Corviale che a quella cittadina in incontri molto partecipati e con risultati innovativi.

Nel tema dell’approccio multidisciplinare è compresa anche l’esigenza di rivedere la composizione dei quartieri di edilizia residenziale pubblica prevedendo l’inserimento anche di altre categorie di abitanti esterni al perimetro del bisogno primario in modo da arricchire la composizione sociale degli stessi quartieri.

In terzo luogo il protagonismo sociale. I “cittadini committenti” non solo come fruitori, ma parte attiva nelle trasformazioni.

Infatti, per adottare e diffondere pratiche eco-sostenibili, la collaborazione fra cittadini ed istituzioni deve arrivare fino al livello individuale. Per ottenere questi obiettivi occorre l’adeguata attenzione, fin dall’appalto dei lavori, ai rapporti con gli abitanti e con i soggetti socio-culturali attivi sui territori. In analogia con quanto già sperimentato sarà necessario prevedere, fin dai bandi di gara, nella struttura delle imprese, specifici compiti di supporto operativo destinati all’animazione sociale.

Il protagonismo sociale, inoltre attiva la diffusione dello sviluppo economico attraverso il “valore sociale“ dei beni relazionali definiti da indici legati alla cultura, alla pratica sportiva, al contrasto al disagio attraverso attività solidali ed educative, alla difesa e cura dell’ambiente, alla crescita di un’economia circolare  da inserire negli attivi del “bilancio sociale” delle amministrazioni. Un riconoscimento che chiuda con la politica delle “pacche sulle spalle”.

A questo scopo il  riconoscimento dei vantaggi fiscali alle aree oggetto di rigenerazione anche tramite il ricorso alle Zone Franche Urbane (ZFU) anche in singoli quartieri delle aree metropolitane è l’atto politico che ne riconosce il merito. Infine possibili leve sono quelle dell’IMU dovuta dalle varie ATER/ALER ecc. ai Comuni per il patrimonio immobiliare posseduto che in quanto svolge funzioni di servizio e non di rendita può essere reinvestito sullo stesso patrimonio di provenienza.

Riccardo Iacona

Riccardo Iacona

 

Favorire processi che sviluppino una consapevolezza diversa di utilizzo dello spazio della città superando gli schemi tradizionali della rendita fondiaria in favore di forme innovative di sviluppo di economie. La dimensione di scala del patrimonio residenziale pubblico nell’ordine delle centinaia se non migliaia di alloggi consente di introdurre e sperimentare “il condominio produttivo”, forme di recupero, riciclo e riuso in dimensioni tali da innescare la nascita di nuove attività imprenditoriali.

Individuare e favorire forme di densificazione di alcune aree nei Piani di Zona per l’edilizia residenziale pubblica mirate a sviluppare una maggiore mixitè di abitanti, attraverso collaborazioni tra Aziende pubbliche di Edilizia Residenziale, Amministrazioni e Investitori esterni per realizzare alloggi in Social Housing.

Come abbiamo detto nella nostra presentazione il tutto si coniuga con formazione, lavoro, interlocuzione con il sistema scolastico territoriale, costante informazione e comunicazione diffusa.

Per info riportiamo due articoli della Legge Regionale n.17/2017

“Disposizione per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio”

“promuovere, incentivare e realizzare la rigenerazione urbana intesa in senso ampio e integrato comprendente aspetti sociali, economici, urbanistici ed edilizi anche per promuovere o rilanciare territori soggetti a situazioni di disagio o degrado sociale ed economici, favorendo forme di co-housing per la condivisione  di spazi ed attività         (art.1 comma1 lettera a )

Report a cura del coordinamento “La realtà si vede meglio dalle Periferie” Roma 10 giugno 2019

Per visualizzare i video-atti sugli interventi dei relatori, clicca qui

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